lunedì 16 marzo 2020

Mi vuoi come cliente? E quanto mi dai?

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Qualche giorno fa ricevo un messaggio privato sulla fanpage di facebook: un ragazzo, entusiasta di poter creare condizioni di lavoro propositive per me ed un suo amico, mi chiede un appuntamento. Arrivo da lui dopo una mattinata stressante e stancante. Tra una chiacchiera e l’altra mi becco pure un “Sai, non ti facevo così, cioè sembravi tutto incravattato…”, incravattato a me? Va bene, sorvoliamo! Scopriamo di avere un pò di passioni in comune: la comunicazione, una sorta di odio e amore per la nostra città, ma soprattutto tanta, tanta voglia di fare.
Dopo un’oretta, tra una pizza, una coca-cola, e qualche consiglio scambiato con piacere, arriviamo dal suo amico. Un giovane professionista che ha deciso di investire in un bar. Presentazioni di rito, ma poco formali, pareva ci si potesse capire con poche parole e molti fatti.
Io sono una persona molto diretta, e sentirmi cadere le braccia dopo neanche due minuti, è stato un toccasana per la mia voglia di mandare a fanculo un certo sistema. Si, le braccia mi son cadute sotto terra, insieme al morale, quando proprio all’inizio di quello che credevo potesse essere un buon rapporto di lavoro, mi si chiede così, senza mezzi termini:
“Ma tu, poi, quanto mi dai?”
“QUANTO COSA?”
“Euro, soldi, cash.”
“No, perchè per correttezza te lo dico: stasera ho appuntamento con l’architetto di un’altra azienda di caffè che mi ha offerto la ristrutturazione del locale più quindicimila euro”.
Con un sorriso che era un mix tra l’ incazzato con me stesso, con lui, e col mondo, rispondo tra l’ironico e l’irritato “Nemmeno un euro. Anzi, vedi che, conoscendo il sistema, con un pò di capricci, quella somma può essere anche duplicata, triplicata.” Per educazione, ma anche con piacere, resto per un’altra mezz’ora cercando di far capire quella che è la mia filosofia di vita che si rispecchia nella politica aziendale, e cerco di consigliare, per quel che mi compete, al neoimprenditore, di tenere la guardia altissima verso questi santi che regalano soldi a fronte di un contratto di fornitura.
Ad oggi posso gridare un grosso Vaffanculo a chi mi contatta chiedendomi “l’aiutino per aprire l’attività“.
Si, l’aiutino. Alle email, alle telefonate, risponde ancora il sottoscritto. E quante volte ho risposto direttamente a richieste del genere, lo so solo io. “Sto aprendo un bar al nord, sto aprendo un bar al sud, ma… cioè… volevo sapere… voi che tipo di aiutino ci potete dare?” Ora, chi mi conosce può immaginare la mia faccia. Chi non mi conosce può immaginare Tequila, di Tequila e Bonetti, quando ringhiava al delinquente di turno. Si, quando mi chiedono l’ “aiutino” la reazione è automatica: divento rosso mattone e m’incazzo come una bestia.
Il bar è un’impresa. Il titolare di un bar è un imprenditore come me. Io sbatto giorno dopo giorno la testa contro un muro di fornitori, investimenti, business plan, clienti insolventi, banche, marketing, e tutto ciò che è proprio della vita di un imprenditore. Perchè allora tu, proprietario del bar pretendi che io, debba regalarti i soldi per avviare o rinnovare la tua attività? Sei anche tu uno startupper in cerca dell’ Angel? o semplicemente non sai fare quattro conti? Io dopo un pò di anni che sto riusciendo a risollevarmi dalla grande crisi, posso dire di non esser riuscito ancora a diventare l’ Angel della mia idea, del mio prodotto. Sapeste quanti progetti ho in mente. E tu? Presuntuoso imprenditore improvvisato, viziato da un sistema camorristico destinato a morire e a risucchiarti con sè, vorresti che io diventassi il tuo Angel? O m’hai preso per la banca? o peggio per un usuraio? Ti spiego un paio di cose: Si può offrire un comodato d’uso gratuito dei macchinari, se sei un buon cliente. Si può riconoscere uno sconto di fine anno come premio produzione, quello vecchio stile. Possono portarsi avanti tanti discorsi da imprenditori seri. E invece? Tu mi chiedi l’ “aiutino”! E allora vaffanculo.
Che ognuno faccia la propria impresa. Io continuo a sviluppare il mio brand e a migliorare il mio prodotto per chi semplicemente ne apprezza le qualità e la professionalità con cui lo propongo, e ci onora di essere presenti, così, nella propria casa, nel proprio bar, nel proprio ufficio, con il nostro marchio e a testa alta.
E faccio pure l’appello: considerando che in queste condizioni, sviluppare una rete commerciale preposta ad acquisire clientela bar, diventa quasi impossibile, eccomi che mi rivolgo direttamente a quegli imprenditori seri, amanti del buon prodotto, e della professionalità. Noi, non diamo gli aiutini coi soldi. Ma diamo un aiuto enorme: Innanzitutto il piacere di poter dialogare con persone serie. Poi la costanza di una elevata qualità del prodotto, per la semplice voglia di far emergere una società seria in questo mercato di sciacalli.



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