La barrique pronuncia francese (in
italiano anche barile) è una piccola botte in legno, della capacità
compresa normalmente tra 225 e 228 litri utilizzata per l'affinamento
del vino, sia bianco che rosso (ma anche, raramente, per i rosati da
evoluzione). Si considerano 225 litri per la barrique bordolese, 228
litri per la borgognona (detta pièce), 350 l per l'affinamento del
cognac, 250-260 l per l'affinamento del porto. Sempre in Francia
nella provincia di Champagne, vengono usate barrique di 205 l per
l'affinamento dei vini utilizzati nell'assemblage degli champagne
migliori. Esiste anche un tipo più piccolo di barrique detto
demi-barrique che ha una capacità di 110-115 l.
Barrique
Il tonneaux è invece una botte in
rovere da 500 l e, pur essendo simile per costruzione ai vari formati
di barrique, è considerato un fusto ligneo a se stante. Anche il
tonneaux si differenzia per tipi di rovere e gradi di tostatura.
In origine era una unità di misura di
volume francese corrispondente a circa 225 litri. La fermentazione
e/o l'invecchiamento del vino in botti di così piccola capacità
permette una maggiore ossigenazione del contenuto rispetto ad una
botte più grande, in virtù del rapporto volume/superficie di
contatto, oltre a rilasciare aromi terziari tipici.
I legni
Nella maggior parte dei casi la
barrique è costruita con legno variamente stagionato e tostato di
Quercus petraea (rovere) proveniente da varie foreste francesi oppure
dalla Slavonia, tuttavia vi è anche una grande produzione di
barrique prodotte nelle Americhe con legni di Quercus alba.
Normalmente sono considerati più
pregiati i legni provenienti dalle parti alte delle foreste, alberi
cresciuti molto lentamente con un legno compatto e porosità molto
fini. È buona regola lasciare gli alberi appena tagliati per qualche
settimana nel bosco, per favorire lo sviluppo della microflora utile
al futuro sviluppo di aromi.
L'elasticità del legno utilizzato per
le barrique è garantita se vengono utilizzate delle piante dall'età
compresa tra 120 e 240 anni.
Portati in segheria i tronchi vengono
spaccati o segati e inizia il processo di stagionatura.
Stagionatura
Il legno, tagliato in liste (merrains)
viene stagionato all'aperto, esposto alla pioggia ed al sole per un
periodo compreso tra i due e i quattro anni. Il clima del luogo di
stagionatura è tradizionalmente un fattore importante nella qualità
del legno. Infatti le piogge aiutano a disperdere alcuni tannini non
desiderati responsabili del sapore amaro mentre i raggi UV del sole
liberano i radicali liberi che favoriscono l'ossidazione del vino.
Naturalmente esistono sistemi automatizzati di aspersione di acqua
sulle cataste di legno, ragione per cui attualmente si tende a
stagionare il legno in luoghi dal clima soleggiato e ventilato (per
la prevenzione fungina).
Rovere francese
Il legno per barrique di Quercus
petraea viene tagliato per spacco per le sue parti morbide. Questo
provoca uno spreco di legname. Da un metro cubo di rovere si
producono circa 6 barrique. Il sentore più tipico che questo legno
dona al vino è quello di vaniglia.
Il legno di rovere (Quercus petraea)
per barrique è classificato per le sue qualità fisiche in relazione
al vino, sulla base delle qualità tipiche del legno di rovere
proveniente da varie zone francesi:
il dipartimento di Allier con al suo
interno il pregiato Tronçais
la regione dell'Aquitania
la regione del Limosino
la zona intorno a Nevers in Borgogna
il dipartimento dei Vosgi
Rovere bianco (americano)
Il legno per barrique di Quercus alba
può essere tagliato in ogni direzione. Questo fa sì che
diminuiscano considerevolmente gli sprechi. Da un metro cubo di
rovere bianco si producono circa 10 barrique. Il sentore più tipico
che questo legno dona al vino è quello di vaniglia mescolato a punte
resinose.
Tradizionalmente i produttori italiani
utilizzano barrique di Quercus petraea anche se recentemente molti
hanno iniziato a mescolare una piccola percentuale di barrique di
Quercus alba per rendere più freschi alcuni sentori. Alcuni
produttori sono arrivati a creare vini diversi provenienti dalla
stessa identica base invecchiata nell'uno o nell'altro legno. I
risultati sono sorprendenti per la effettiva diversità dei due vini
teoricamente uguali. In Spagna i produttori sono divisi tra chi usa
il rovere americano per via della somiglianza con il loro rovere
tradizionale proveniente da Quercus pyrenaica e chi usa "da
sempre" rovere francese.
Il taglio delle tavole
La fase successiva alla stagionatura è
il taglio in tavole.
Una barrique è composta da 25/30 doghe
unite tra di loro mediante dei cerchi di metallo.
Le tostature
Per tostatura si intende il
surriscaldamento della parte interna delle doghe della barrique
durante il montaggio della stessa. È sicuramente la fase più
critica e decisiva del processo produttivo. Tradizionalmente viene
effettuata in modo manuale, semplicemente passando una fiamma
all'interno della barrique non ancora completamente montata. A
seconda del tempo e dell'intensità della fiamma solitamente si tende
a catalogare le tostature in quattro classi:
Leggera (in genere tende a sviluppare
gli aromi secondari del vino, fruttati (frutta matura), floreali e
vaniglia).
Media (in genere pur rimanendo gli
aromi secondari dominanti nel vino si sviluppano sentori più
complessi)
Media + (in genere combina ed equilibra
sentori secondari e terziari, tostato, spezie…)
Intensa o forte (in genere sviluppa una
dominanza dei sentori terziari (tra cui caffè, cioccolato e cuoio) e
distrugge l'eccedenza di whiskylattoni, sintetizza vari aromi tra cui
il guaiacolo e conferisce l'aroma di tostatura)
Le conseguenze del riscaldamento delle
doghe sono:
Trasformazione della lignina
Passaggio di composti al vino sia
fenolici, tra cui il guaiacolo che ricorda il gusto del fumo di
paglia e della provola affumicata, il metilguaiacolo, responsabile
dell'aroma di vaniglia, il siringolo che nell'aroma è simile alla
cenere di camino bagnata, l'eugenolo responsabile dell'aroma di
chiodi di garofano ed il 2-metilfenolo che ricorda la paglia umida,
sia lattoni, tra cui il 3-metil-γ-lattone nelle sue forme trans- e
cis- che sono caratterizzanti dell'aroma di noce/polvere di cocco e
legno di rovere, sia di aldeidi furaniche, tra cui
idrossimetilfurfurale, 5-metilfurfurale e furfurate, che sono
caratterizzanti degli aromi di nocciola e/o mandorla tostata,
2-idrossi-3-metil-ciclopentenone responsabile dell'aroma di noci e/o
carrube, 5,6-diidro-4-metil-2H-piran-2-one responsabile dell'aroma di
zucchero filato e di maltolo responsabile dell'aroma di cera d'api,
Aumento di acido gallico, composti
furanici, aldeidi benzoiche e composti volatili
Comparsa di fenil chetoni
Chiaramente il risultato dipende
moltissimo dall'abilità e dall'esperienza del maestro bottaio ed
inoltre il legno può entrare in contatto con i combustibili (o
comunque con i residui della combustione) utilizzati per la
tostatura.
In questo settore l'innovazione
tecnologica ha portato a tanti tipi di tostatura non convenzionale,
dalla tecnica per convezione di aria calda, alla preimmersione delle
doghe in acqua bollente (o in vapore ad alta temperatura), allo
sviluppo di forni per una tostatura "perfetta". Anche la
profondità nel legno della tostatura -a parità di tempo e intensità
di fiamma- ha la sua importanza. A seconda della metodologia usata
(tra cui il metodo tradizionale ed il metodo a convezione) la
profondità varia da 4 a 15 mm.
Fase finale della
preparazione delle barrique
Le due estremità delle doghe vengono
colmate con canna di palude per rendere impermeabile la botte.
Viene praticato un foro per il
rubinetto e la botte viene riempita con l'acqua per vedere se ci sono
eventuali perdite da tappare.
Abbinamento
barrique/vino
Il perfetto abbinamento tra barrique e
vino è comportato dalle seguenti peculiarità:
microssigenazione tra vino e annata
particolare
sentori primari o varietali e secondari
o fermentativi preesistenti all'affinamento in barrique
(I sentori primari si generano dal tipo di vitigno, mentre i
sentori secondari si formano durante la vinificazione)
tipo di legno
stagionatura del legno
tostatura del legno
permanenza del vino in barrique.
La barrique arrotonda il vino e lo
stabilizza. Con la microssigenazione i tannini si polimerizzano
producendo una sensazione più gradevole e rotonda in bocca, dato che
la polimerizzazione rende meno solubili i tannini nella saliva. Per
altro la barrique aggiunge sentori terziari al vino, tra cui la
vaniglia o vanillina insieme alla siringaldeide ed alle aldeidi
idrossi-cinnamiche, coniferaldeide e sinapatdeide; tra gli altri
aromi vi sono: cocco, cenere di camino, tabacco, caramello, chiodi di
garofano, paglia bruciata, provola affumicata e altri a seconda del
tempo di permanenza durata e metodi in cui viene condotta la
fermentazione alcolica, dell'origine geografica e del tipo di legno e
anche della tostatura, tra cui aroma di tostatura in genere, caffè e
cioccolato.
Data sia la differenza di opinioni
possibili circa le necessità di azione che la differenza tra varie
attuazioni della stessa azione (una tostatura manuale può essere
diversa da barrique a barrique, per cui, tra l'altro, il tempo di
permanenza può essere lo stesso ma in condizioni diverse, lo stesso
tipo di legno può provenire da alberi nati e cresciuti distanti fra
loro e dunque diversi) si evince come questa parte della produzione
vinicola sia da molti considerata un'arte più che una scienza.
L'alto prezzo delle barrique di buona
qualità, il loro ristretto tempo di utilizzo (di norma 2-3 anni) e
la laboriosa pratica di cantina connessa all'utilizzo delle stesse,
fanno sì che si siano sviluppate tecniche alternative. Una di queste
prevede l'uso di schegge (chips) di rovere tostate da immergere nel
vino contenuto in un serbatoio di acciaio o cemento con contemporanea
microssigenazione tramite un apparecchio detto microssigenatore che
scioglie nel vino quantità minime di ossigeno (a seconda degli
effetti voluti, da 1 a 10 mg/l/mese). Questa pratica, recentemente
autorizzata anche nell'Unione europea, per motivi ancora non ben
chiari (si suppone una differenza nella quantità di estrazione di
tannini) non dà esattamente lo stesso effetto dell'invecchiamento in
barrique. È comunque implicitamente proibita da tutti i disciplinari
DOCG italiani che autorizzano solo le pratiche tradizionali tra
quelle non esplicitamente proibite o autorizzate. Certamente l'uso
delle schegge di rovere, pur se poco poetico, è sicuramente più
sano rispetto a un uso scorretto della barrique (per esempio l'uso di
barrique vecchie o mal lavate o l'eccessivo tempo intercorso tra uno
svuotamento e un riempimento con conseguenti formazioni di muffe).
Il tonneau, per le sue dimensioni,
rallenta i processi di evoluzione del vino (perché è minore la
microssigenazione per unità di volume) e quindi è usato quando si
vuole, per il vino contenuto, un risultato di questo tipo. Alcuni
grandi vini bianchi, importanti e da invecchiamento, ad esempio, sono
affinati in tonneau.
La barrique e il tonneau (in generale i
contenitori lignei) non si utilizzano solo per l'invecchiamento del
vino (uso classico e tradizionale): si possono impiegare anche per la
precedente fase di fermentazione (vinificazione e maturazione), al
posto di altri tipi di vasi vinari (ad esempio le vasche di acciaio
inox).
Vita di una barrique
Le regole della buona normale
vinificazione danno in due-tre anni la vita massima di una barrique
utilizzata per il vino. Naturalmente vi possono essere innumerevoli
eccezioni. Il legno con il tempo tende ad impregnarsi di sedimenti di
vino e questo oltre a non garantire più una buona igiene con forti
rischi di contaminazioni batteriche e fungine, limita fortemente la
microssigenazione. Sempre nella buona pratica di cantina si
suggerisce di "cambiare" il vino ogni tre mesi, cioè di
svuotare la barrique, lavarla a fondo e quindi riempirla di nuovo con
lo stesso vino o con un altro a seconda del tempo di permanenza
previsto, in genere 2-3 "passaggi" per il vino bianco e 2
per il vino rosso. Un'altra regola preziosa consiste nel non lasciare
la barrique vuota per più di poche ore in modo da prevenire
formazioni fungine. Tutto ciò rende i vini correttamente barricati
molto più costosi dei loro omologhi prodotti esclusivamente in
vasche di cemento o di acciaio.
Le difficoltà nello smaltimento delle
barrique usate rende la cosa ancora più complicata. Fino ad un certo
punto, le barrique possono essere rigenerate (lievemente fresate
all'interno, lavate, sanificate e ri-tostate).
Influenza culturale
Il termine barricata, deriva dall'uso
delle barrique, riempite con terra o detriti, per creare barriere di
strada durante la Rivoluzione francese.
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