sabato 29 febbraio 2020

Kirsch

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Il kirsch o kirschwasser è un'acquavite con una gradazione alcolica dal 40% sino al 45% ricavata dalle ciliegie. È prodotto prevalentemente nelle zone dell'Arco Alpino e del Nord Europa; in Svizzera esiste un consorzio a tutela e garanzia del prodotto.

Produzione

Le ciliegie mature vengono fatte fermentare insieme ai noccioli spezzettati: a fermentazione avvenuta inizia il processo di doppia distillazione. Per aumentare il grado alcolico talvolta può essere aggiunto dello zucchero. Il prodotto finito ottenuto può essere invecchiato in botti di frassino o in recipienti di terra cotta.

Cucina

Il kirsch viene anche utilizzato come ingrediente in molte ricette culinarie; particolarmente nota ed apprezzata la cioccolata al kirsch. In Svizzera il kirsch accompagna la classica fondue.







venerdì 28 febbraio 2020

Vinificazione

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La vinificazione è il processo biochimico di trasformazione dell'uva in vino e del suo affinamento.
La buccia degli acini di uva trattiene alcuni lieviti che trasformano lo zucchero contenuto negli acini in alcol: questo processo si chiama fermentazione alcolica.
Esistono diverse tecniche di vinificazione:
  • in bianco (di uve bianche o rosse);
  • in rosso (con macerazione), di uve bianche e rosse;
  • con macerazione carbonica;
  • a caldo (o termovinificazione);
  • continua;
  • in riduzione;
  • in iperossidazione;
  • di vini rosati.
I polifenoli, contenuti nella buccia e nei semi, si ottengono durante la macerazione che viene effettuata nella fase iniziale della fermentazione del mosto. La macerazione consente l'estrazione dei flavonoidi e di altre sostanze in relazione alla temperatura e alla durata del contatto con la buccia; se la macerazione è breve (meno di 24 ore) produce, comunemente, vini rosé, mentre macerazioni di tre, cinque giorni generalmente producono vini nuovi da bere subito; invece una macerazione lunga da sette a ventun giorni realizza, solitamente, vini per un lungo invecchiamento.

Vasi vinari
I vasi vinari sono chiamati anche più comunemente botti. Esistono vasi vinari di diversi materiali:

Legno
Le botti di legno hanno la caratteristica di cedere aromi ideali per i vini da invecchiamento, sono molto costose, richiedono una complessa e costosa manutenzione e non è facile raffreddarle.

Cemento
Sono vasche fisse molto economiche e hanno la possibilità di avere molteplici forme quindi possono essere utili per ottimizzare gli spazi della cantina. Il cemento, a contatto con il vino, rilascia ioni calcio e si possono formare cristalli di bitartrato di calcio. Quindi l'interno della vasca va piastrellato o trattato con vernici apposite. La pulizia non è semplice, infatti il mosto può infiltrarsi. Inoltre non è facile raffreddarle.

Acciaio
Possono essere di Acciaio inossidabile AISI 316 o 304. Sono molto leggeri, di facile manutenzione, non cedono sostanze, posseggono un'elevata capacità di scambio termico.

Vetroresina
La vetroresina consiste in poliestere rinforzato con fibre di vetro (PRFV). Questo materiale deve essere sufficientemente scaldato in un forno apposito in modo che, in seguito, non si verifichino cessioni di sostanze vetrose. I recipienti in vetroresina sono più fragili rispetto a quelli in acciaio inossidabile, ma molto più leggeri e inerti in egual misura.

Vinificazione in rosso
La "vinificazione in rosso'" o "vinificazione con macerazione" è caratterizzata dal contatto tra vinacce e mosto in fermentazione. Sfruttando l'azione dissolvente dell'alcol e la temperatura (compresa generalmente tra 26 e 30 °C), i pigmenti colorati (antociani) e le sostanze tanniche presenti nella buccia dell'acino passano nel mosto e si ritroveranno quindi nel vino dopo la separazione tra parti solide e parte liquida (svinatura).
La fase di fermentazione e macerazione dura generalmente da 6 a 10 giorni, a seconda del contenuto e dell'estraibilità delle sostanze presenti nelle uve trattate. Alcuni vini di grande pregio prevedono una fase di macerazione molto lunga (anche 40 giorni), al fine di estrarre maggiormente il contenuto delle bucce.
Dopo la svinatura le parti solide vengono torchiate, al fine di recuperare la parte di vino rimasta a contatto con le bucce, e tutta la massa liquida viene stoccata in botti, barrique, contenitori in acciaio inossidabile o altri vasi vinari per la fase di affinamento e invecchiamento.

Vinificazione in bianco
La fermentazione avviene senza contatto tra vinacce e mosto, cioè senza macerazione. Questo tipo di vinificazione prevede cioè la pigiatura e quasi sempre la diraspatura delle uve (operazioni comuni alla vinificazione in rosso) ovvero la diraspapigiatura. In seguito però si effettua la "sgrondatura" del pigiato, separando così il mosto dalla frazione contenente le bucce. Questa frazione, in pratica, viene destinata immediatamente alla pressatura per il recupero di tutte le frazioni liquide e non viene a contatto con il mosto. Per produzioni di qualità si utilizza la pressatura diretta delle uve intere al posto della pigiatura seguita dalla sgrondatura.
I vini bianchi (tranne alcuni, in genere da invecchiamento) sono fondamentalmente vini freschi e profumati, da bere piuttosto giovani. Se si effettua la sgrondatura (cioè l'eliminazione di bucce, che contengono la maggior parte delle sostanze pigmentanti e vinaccioli) si possono produrre vini bianchi anche utilizzando uve rosse.
I mosti vengono normalmente decantati, filtrati e centrifugati per ottenere la migliore limpidezza e finezza. La vinificazione in bianco è abbastanza critica perché non vi deve essere il contatto con l'aria onde evitare che le polifenolossidasi producano fenomeni di ossidazione (maderizzazione) determinando un peggioramento delle qualità organolettiche del vino, che assume in tali casi un colore definito «brodo di castagna» e un sapore di cotto. È anche molto importante il trattamento di solfitazione con azione antisettica, antiossidante, antiossidasica.
La temperatura di vinificazione va mantenuta in un adatto contenitore compresa tra 18 e 22 °C, in genere con l'impiego di fermentatori coibentati a doppia parete.
A parte alcuni bianchi particolari e da lungo invecchiamento, la maggior parte andrebbe consumata entro due, tre anni dalla vendemmia.

Macerazione carbonica
La "macerazione carbonica" è una tecnica di vinificazione con la quale si produce un vino chiamato Beaujolais nouveau in Francia e, da qualche decennio, Novello in Italia.
Si ottiene tramite la fermentazione del grappolo intero e necessita di uve perfettamente sane. I grappoli vengono immessi nei vasi vinari: queste vasche (solitamente d'acciaio) sono dotate di una grata a distanza di circa 15–20 cm dal fondo. Riempiendo il vaso, i grappoli più in basso si spappolano e parte di essi cade. Questa piccola parte di mosto fa iniziare la fermentazione che produce anidride carbonica, che va a saturare la vasca. Alla temperatura di 28-30° le cellule cambiano metabolismo grazie ad alcuni enzimi presenti nella bacca che con il calore sviluppano il loro potenziale, fino a produrre il 2% di alcol. Questo processo è detto fermentazione intrabaccale ed è rilevabile quando le bucce da blu diventano rosse. Il periodo di fermentazione è di circa 7-10 giorni. La forte quantità di anidride carbonica crea una diversa pressione e per contro gradiente le sostanze della buccia passano nella polpa fino a colorarla. L'acido malico partecipa a questa operazione e in anaerobiosi completa si sviluppano aromi particolari. Dopo la fermentazione vengono eliminati raspi e bucce e viene trattenuta la parte liquida, compreso il fondo vasca.

Termovinificazione
La "termovinificazione" è un sistema brevettato da Emilio Sernagiotto da Casteggio negli anni settanta.
Si effettua riscaldando parte della vinaccia, separata con un mostoseparatore, a 90 °C e addizionando circa 200 mg/l di anidride solforosa alla vinaccia. Si ottiene così l'estrazione dell'enocianina che dà il colore al vino. Dopo il trattamento a caldo, la temperatura scende a 60 °C grazie all'aggiunta di parte del mosto estratto in precedenza con il mostoseparatore. Nel processo continuo si ottiene una rapida estrazione dei pigmenti contenuti nelle bucce. Successivamente si fermenta come se fosse in bianco.

Vinificazione in riduzione
Questo tipo di vinificazione, adottata per la produzione di vini bianchi, permette di esaltare gli "aromi varietali" e dunque la tipicità del vitigno.
Con questa tecnica si cerca di ridurre il più possibile il contatto dell'aria con il mosto, specie durante pressatura e fermentazione, tramite l'ausilio di gas inerti e di alte concentrazioni di antiossidanti, quali l'anidride solforosa e l'acido ascorbico. I rischi legati a questa tecnica sono le difficoltà fermentative e l'insorgenza di riduzione troppo spinta con la comparsa di tracce di idrogeno solforato.

Vinificazione in iperossidazione
Allo scopo di aumentare la stabilità ossidativa dei polifenoli e degli aromi nel tempo, una tecnica particolare di vinificazione in bianco prevede l'ossidazione il più completa possibile dei componenti instabili del mosto. Tale tecnica si esegue in prefermentazione insufflando ossigeno nella massa. Il prodotto risultante assume una colorazione bruna e i polifenoli ossidati vengono poi rimossi mediante collaggio (proteine e/o PVPP). Si assume che i precursori aromatici siano ancora protetti nella forma legata e che quindi gran parte delle caratteristiche varietali del vitigno possano rimanere conservate. Nel contempo, di sicuro aromi varietali liberi risentiranno del trattamento. Questa tecnica di stabilizzazione ossidativa permette di ottenere vini bianchi da lungo affinamento ma di minore struttura per la perdita consistente di componenti polifenoliche. Viene particolarmente apprezzata nella produzione di vini base spumante da vitigni aromatici (Riesling renano).

Rendimento
Il lievito in condizioni anaerobiche trasforma 100 grammi di fruttosio e di glucosio (gli zuccheri fermentiscibili contenuti nell'uva) in 51,1 di etanolo (alcool etilico) con un rendimento in volume del 65,5%. Questo è un rendimento ideale, nella realtà una parte dello zucchero disponibile è utilizzata dal lievito per moltiplicarsi, inoltre durante la fermentazione i lieviti del mosto producono, oltre l'alcol e l'anidride carbonica, anche prodotti secondari (glicerina, acido acetico, acido succinico) che contribuiscono a caratterizzare l'aroma del prodotto finito. Il rendimento reale quindi si approssima al 60% in volume.(Fermentazione)
Inoltre non sempre tutto il fruttosio contenuto nell'uva viene trasformato: una parte resta nel vino sotto forma di residuo zuccherino conferendo al vino un sapore che va dall'abboccato al dolce.


giovedì 27 febbraio 2020

Tisaniera

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La tisaniera è un tipo di tazza usata per preparare tisane o tè in porzioni individuali. Viene realizzata in ceramica o porcellana di buono spessore, per mantenere il calore durante l'infusione.

Struttura
È composta di tre o quattro pezzi separati:
  • tazza, di capienza da 250 a 350 ml., con un manico ad ansa
  • infusore, che può essere dello stesso materiale della tazza, oppure in retina metallica o plastica
  • coperchio, tondo e piatto, senza pomolo, dello stesso materiale della tazza
Eventualmente, tisaniera è accompagnata da un piattino.

Uso
L'infusore, riempito con le erbe o il tè, viene posto nella tazza. Si versa l'acqua calda e si copre con il coperchio. Quando è terminato il tempo di infusione, si rimuove sia il coperchio che l'infusore e la tisana è pronta per essere sorbita.


mercoledì 26 febbraio 2020

Nettare

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Per nettare si intende un tipo di bevanda preparato con purea o succo di frutta, acqua ed eventualmente zucchero, le cui caratteristiche sono normate nell'Unione europea dalla direttiva n. 112 del 2001. Questa direttiva stabilisce la quantità (percentuale) minima di purea o succo di frutta che deve essere utilizzata (variabile in relazione al tipo di frutta ma mai inferiori al 25%), la quantità massima di zucchero addizionabile ed il tipo di additivi permessi. Tra questi additivi non figurano i conservanti, per cui la conservabilità di questi prodotti in commercio nell'Unione europea è ottenuta tramite pastorizzazione e confezionamento in condizioni di alta igiene. Altra categoria di additivi non permessi sono gli aromi.
I nettari ottenuti a partire da puree (ad esempio, pera, pesca, albicocca, mela, ecc.) possono essere chiamati succo e polpa



martedì 25 febbraio 2020

Succo di ossicocco

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Il succo di ossicocco, o succo di cranberry, è un nettare ottenuto dalla lavorazione dell'ossicocco, ovvero del frutto delle piante del sottogenere Oxycoccus.
Può essere consumato direttamente o utilizzato come ingrediente in varie ricette e cocktail.

Prodotto
Il succo di cranberry è un liquido rosso, piuttosto limpido, dal sapore agrodolce. Il mirtillo rosso americano è infatti un frutto molto aspro e amarognolo, perciò raramente viene usato come unico ingrediente, ma più comunemente viene lavorato con acqua e zucchero in modo da mitigare il sapore brusco. Il frutto da spremere può essere fresco, congelato o reidratato Il succo di cranberry è un alimento acido (pH 2,5), ricco di vitamine (in particolareB3 C) e sali minerali.

Uso
Il succo di cranberry è utilizzato principalmente come ingrediente in alcune ricette; è noto soprattutto come ingrediente di alcuni cocktail internazionali, come il Cosmopolitan o il Sex on the Beach, ed è l'elemento distintivo, insieme alla vodka, della famiglia dei Cape Codder. Il suo uso come alimento indipendente è principalmente relegato al Nord America.


lunedì 24 febbraio 2020

Vișinată

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La Vișinata è un liquore dolce, ottenuto dalla fermentazione di amarene (vișine in lingua romena, da cui prende il nome) e zucchero, miscelata in seguito con alcol etilico.

Preparazione
La vișinata viene preparata in un recipiente di vetro dove vengono introdotte le amarene insieme allo zucchero e fatte fermentare per un periodo di circa una settimana. Al termine di questo processo viene aggiunto alcol etilico a gradazione di almeno 70%. Dopo un tempo variabile a seconda delle diverse versioni la miscela viene filtrata e imbottigliata.


domenica 23 febbraio 2020

Kriek

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La kriek è un tipo di birra belga a cui viene aggiunto succo di ciliegia (15%). "Kriek" è una parola fiamminga che identifica una ciliegia piccola, scura e amara originaria di Schaarbeek. Poiché le ciliegie Schaarbeek sono diventate difficili da trovare, alcuni birrai hanno rimpiazzato, in parte o completamente, le kriek con altri tipi di ciliegie.
Tradizionalmente, le Kriek sono realizzate a partire da una base di lambic o di ale scura fiamminga (Flemish brown ale) a cui vengono aggiunte le ciliegie (con il nocciolo), ma non nel caso della Belgian Kriek a cui viene semplicemente addizionato succo di ciliegie. Un lambic è una tipica birra belga dal sapore aspro, la cui fermentazione, spontanea, è attivata da un lievito presente nell'aria nella regione di Bruxelles. Quando una kriek tradizionale viene realizzata a partire da una base di lambic, risulta molto aspra e molto secca. Le ciliegie vengono lasciate in infusione nella birra per diversi mesi, generando una rifermentazione dovuta agli zuccheri apportati dai frutti. Tipicamente la rifermentazione è completa e gli zuccheri vengono interamente "attenuati"; in questo modo si ottiene un aroma di frutta che non presenta dolcezza, unito ad un tono di mandorla amara dovuta ai noccioli. Dopo la rimozione dei frutti si ha un ulteriore processo di maturazione.
Più recentemente, alcuni produttori di lambic hanno iniziato ad aggiungere zucchero alle loro birre alla frutta, in modo da renderle meno impegnative e più accessibili ad un numero maggiore di consumatori. Inoltre alcuni usano sciroppo di ciliegia invece delle ciliegie intere e riducono il periodo di maturazione.
La Kriek è particolarmente popolare in Belgio e nei Paesi Bassi.
La Framboise/Frambozen è una birra belga simile alla Kriek, durante la cui fermentazione vengono aggiunti dei lamponi.
Liefmans produce una kriek non lambic secca e aspra a partire da una brown ale fiamminga; tuttavia viene rispettato il metodo tradizionale, utilizzando ciliegie intere e procedendo a due anni di maturazione. Negli anni novanta, Liefman ha introdotto lo stile Glühkriek, che è una birra kriek su base brown ale fiamminga speziata, con aggiunta di zucchero. Come per la Glühweins tedesca, da cui prende il nome, la Glühkriek è da servire calda.

Esempi
I Lambic Kriek tradizionali
  • Boon Kriek
  • Brasserie Cantillon Lambic Kriek
  • Drie Fonteinen Kriek
  • Girardin Kriek 1882
  • Hanssens Lambic Kriek
  • Oud Beersel Oude Kriek Vieille
  • Timmerman Lambic Kriek
  • Uitzet Kriekenbier (Lambic)
I Lambic Kriek con aggiunta di zucchero
  • Belle-Vue Lambic Kriek
  • Chapeau Lambic Kriek
  • Lindemans Lambic Kriek
  • Mort Subite Lambic Kriek
  • Timmermans Lambic Kriek
  • St. Louis Lambic Kriek
Brown Ale Kriek fiamminghe tradizionali
  • De Ryck Kriek Fantastiek
  • Liefmans Kriek
  • Kasteel Kriek
  • Verhaeghe Echte Kriekenbier
  • De Ranke Kriek (flemish ale miscelata a lambic)
Glühkriek
  • Liefmans Glühkriek
  • Unibroue Quelque Chose


sabato 22 febbraio 2020

Coca-Cola Cherry

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Coca-Cola Cherry è una bevanda prodotta e distribuita dalla Coca-Cola Company nel 1985 conosciuta anche come Cherry Coke. La bevanda è la terza, in ordine di tempo, prodotta come variante della Coca-Cola (le altre due sono: Coca-Cola classica e Diet Coke), e la prima ad avere un gusto diverso, grazie all'aroma della ciliegia. Questo tipo di bevanda fu distribuita, all'inizio, solo nei bar e nei distributori automatici. Nel 1986 fu anche introdotta una versione dietetica di essa dal nome Diet Cherry Coke, poi ridenominata nel 2005 in Diet Coke Cherry.

Distribuzione
La bevanda è disponibile in molte altre regioni del mondo, compresa l'Inghilterra dove è molto popolare fra i teenager, in: Austria, Germania, Francia, Spagna, Svizzera, Ungheria e Polonia. Essa è stata distribuita anche in Israele e in Australia nel 2003. Dal novembre 2006 è anche venduta in Giappone in una bottiglietta color argento, dagli stili retro degli anni '80. In Italia, negli ultimi tempi, è possibile trovarla in alcuni ipermercati molto ben forniti assieme alla sua collega alla vaniglia oppure in alcuni distributori automatici (si tratta perlopiù di casi di importazione dall'estero).

Varianti
Il 7 febbraio 2007 la Coca-Cola Company ha rilanciato una campagna pubblicitaria per questo tipo di bevanda ed ha inoltre commercializzato una versione light sostitutiva della Diet Coke Cherry, chiamata Coca-Cola Cherry Zero.


 
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