Lo ripeto perché molti penseranno di
aver letto male:
il caffè non deve essere amaro.
Nella nostra cultura, la cultura
dell’espresso, il caffè è amaro. La ragione alle spalle di cio è
una scarsa comprensione da parte nostra del caffè come elemento
dalla complessità elevata.
Nel mondo ci sono migliaia di tipi di
caffè diversi, ognuno con i propri aromi derivanti dalla propria
specie e dal terroir in cui crescono. Il motivo per cui l’espresso
italiano ricade sempre in un range limitato di sapori e aromi è
perché siamo abituati ad una tostatura troppo aggressiva.
Tostando il caffè scuro come lo
tostiamo noi, tutte le caratteristiche individuali del caffè vengono
omogeneizzate, e di fatto perse. Questo non viene fatto per semplice
ignoranza, infatti questa pratica permette alle grandi torrefazioni
di comprare grandi quantità di caffè di quantità e provenienze
diverse, dargli una bella cucinata, e venderle scrivendo sul
sacchetto 80% arabica e 20% robusta senza che nessuno si domandi da
dove possa provenire quella robusta o quell’arabica, perché tanto
il caffè in tazza avrà lo stesso identico sapore della maggior
parte dei caffè in Italia.
E’ chiaro che questo permette ai
grossi distributori di buttare dentro di tutto, perché tanto sarà
impossibile veramente essere in grado di captare una qualsiasi
differenza.
Provate ad andare al supermercato e a
comprare quattro o cinque marche e tipi di caffè diversi. Una volta
arrivati a casa apriteli e metteteli di fronte a voi su un tavolo.
Ora provate a mettere il naso in ognuna delle confezioni e a cercare
di descriverne le differenze. Non ci riuscirete perché virtualmente
non ci sono differenze.
E ora al calore.
Il calore maschera il sapore.
Quando bevete qualcosa di caldo, più
la bevanda è calda e meno le vostre papille gustative riusciranno a
decodificarne il sapore. Per mettere alla prova quest’affermazione
vi basta ordinare un caffè al bar, aspettare 3–4 minuti che si
raffreddi e provare a berlo. Vi renderete conto che si tratta di una
bevanda esageratamente amara. Ah certo ci potete sempre mettere lo
zucchero, ma il discorso diventa assurdo:
Beviamo un caffè amaro che non
dovrebbe essere amaro, bollente così non ci rendiamo conto che è
amaro, e se è ancora troppo amaro ci mettiamo lo zucchero in modo da
eliminare l’amarezza e forse essere in grado se ci sforziamo di
apprezzare un po’ del gusto naturale del caffè, che comunque a
questo punto ha subito talmente tante batoste da essere praticamente
irriconoscibile.
Quindi per chiudere questa risposta, vi
ripeto che il caffè non andrebbe bevuto amaro, e che il caffè di
bassa qualità non può che essere bevuto caldo perché se no risulta
imbevibile.
Il caffè di alta qualità invece non è
amaro, e se bevuto un po’ più freddo addirittura diventa più
ricco ed articolato.
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