Il bicchiere di vetro bianco
chiamato Amen
glass, entrò in uso in Scozia nel 1715. Il nome deriva
dall'incisioneː una breve preghiera terminante con la parola Amen.
Una rivolta scoppiò in Scozia, per
portare sul trono d'Inghilterra il pretendente Giacomo Francesco
Edoardo Stuart (1688 –1766), figlio del defunto re Giacomo
II Stuart.
Il principe, pretendente al trono, era
chiamato dai suoi partigiani - i giacobiti e il re di
Francia - Giacomo III d'Inghilterra e Giacomo
VIII di Scozia e
dai suoi avversari il Vecchio
Pretendente. Si pose a capo dell'insurrezione scozzese del 1715,
scoppiata poco dopo l'ascesa al trono di Giorgio I
d'Inghilterra. Ma Giacomo Francesco Stuart, che viveva a Parigi,
sotto la protezione del re di Francia, non riuscì neppure a sbarcare
sul suolo inglese. Si rifugiò poi con la famiglia a Roma, dove
il papa Clemente XI lo accolse, riconoscendo a lui e a sua
moglie i titoli di re e di regina d'Inghilterra e di Scozia.
Simbolo di quella ribellione, per
rimettere sul trono inglese uno Stuart, fu un bicchiere che
portava incisa una preghiera terminante con la parola Amen,
da cui derivò il nome. Il calice è noto anche come coppa
giacobita. Su ogni bicchiere erano incise le iniziali del nome
del pretendente al trono, sormontate dalla corona reale inglese, e in
basso il simbolo ∞ quadruplicato, che già da solo
significa infinitoː tale doveva essere la fedeltà, di
chi beveva a quel bicchiere, alla causa giacobita. Questo simbolo
ricorda anche il nodo celtico che rappresentava la continuità
dell'esistere, dalla nascita alla morte, dal giorno alla notte.
Nel 1743 Giacomo Edoardo nominò
reggente suo figlio Carlo Edoardo Stuart, conosciuto come
il Giovane Pretendente al
trono. Il principe arrivò in Scozia nel 1744. Scoppiò una guerra
civile che si concluse con la definitiva sconfitta di Carlo Edoardo,
il 16 aprile 1746. L'Amen glass rimase
quindi in uso fino al 1746.
Tra i pochi esemplari rimasti, ci sono
quelli conservati al Metropolitan Museum di New York.
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