venerdì 16 luglio 2021

Qual è l'alcolico che procura le peggiori sbronze?

 



Quello che contiene più congeneri, ovvero molecole organiche nocive, che si trovano perlopiù in bevande di qualità scadente, a causa dei processi di distillazione poco accurati che non le eliminano, e in quelle scure come bourbon, vino rosso, etc.

Quindi direi un alcolico scuro, es. bourbon, di pessima qualità.

C'è comunque da ricordare che anche le bevande frizzanti, contenenti anidride carbonica, peggiorano i sintomi dell'ubriacatura.

Per esperienza personale

Vino bianco di buona qualità va giù come acqua, la sbronza intendo, non crea molto problemi, ovviamente se è la prima sbronza sono cavoli, ma vale per tutti.

Vino rosso a causa di altre sostanze, così mi hanno detto, causa sbronze peggiori, ed è vero, perché il giorno dopo ho buttato fuori pure l’anima, maledetto vino rosso.

Tequila e Rum vai che è una bellezza, se riesci ad ubriacarti con queste vuol dire che hai delle papille gustative inesistenti, perché hanno un sapore veramente forte, comunque il risultato è simile al vino.

Vodka apriti cielo, meglio tenersi libero per la settimana post sbronza, le probabilità di finire in qualche ospedale è molto elevata.

Ma la peggiore di tutte è la birra, specialmente quella scusa. Quando ti ubriachi inizialmente passi la serata in bagno perché la quantità di liquidi ingerita è molta, la mattina dopo la passerai in bagno perché tutte le sostanze scarse che ci mettono dentro fanno effetto e fidati non lo auguro a nessuno, non puoi schiodarti dal bagno per un bel po’.

Poi in realtà gli effetti dell’alcool quindi etanolo sono uguali, cambia solo da come ti scoli i drink, quello che fa la differenza sono le altre sostanze, per questo birra è vino di bassa qualità sono i peggiori.

Negli alcolici sono presenti diverse sostanze con effetti tossici differenti. Questi sono l'etanolo, il metanolo ed altre sostanze aggiunte nel processo di vinificazione o distillazione.

Il principale è l'etanolo, quello che ha azione ansiolitica e disinibente. Gli effetti sono molto soggettivi poiché la capacità di "reggere l'alcool" è molto variabile a seconda dei recettori che si hanno. La dose tossica di etanolo dipende da individuo a individuo, per età, sesso, popolazione, alimentazione e malattie. Anche il metabolismo dell'alcol etilico non scherza. L'alcool etilico entra subito nel circolo sanguigno altera il sistema neurologico centrale e viene smaltito attraverso i polmoni ed i reni. L'eccesso va ad intasare il fegato. Le donne, per diversa costituzione metabolica regge meno l'alcol etilico, cioè è meno capace di scomporlo e smaltirlo a livello del fegato.

Parlare di peggiore sbronza non è proprio un evento misurabile. I soggetti che reagiscono alla tossicità dell'etanolo con euforizzazione bevono di più e reggono più a lungo, mentre coloro che reagiscono con effetti depressivi piuttosto si addormentano. Si chiama effetto deterrente della sbronza depressiva.

Le cause principali della sbornia "brutta"sono:

1) la presenza del metanolo nel distillato anche in minime quantità, a causa dei suoi metaboliti, formaldeide e acido formico che sono una delle cause del cerchio alla testa del giorno dopo. Una minima presenza di metanolo è normale in molti distillati.

2) l'alcool etilico nel fegato che si trasforma in acetaldeide che è roba brutta e se si accumula provoca vomito, mal di testa e malessere in genere, fino al coma. Coloro che mancano geneticamente di aldeide deidrogenasi (l'enzima che distrugge l'acetaldeide) stanno male, malissimo fin dal primo bicchiere.

Tra i composti tossici che causano il cerchio alla testa sicuramente abbiamo l'anidride solforosa E220, che nei soggetti sensibili causa allergia, altrimenti ha un effetto tossico sul cervello perché riduce l'afflusso di ossigeno sostituito dallo zolfo. Il nostro cervello non apprezza lo zolfo al posto dell'ossigeno. Premesso che l'anidride solforosa oppure i solfiti si utilizzano in una marea di alimenti, va detto che tra gli effetti tossici c'è appunto il mal di testa.

Detto questo, la peggiore sbronza se non si tratta di una intossicazione ma di un eccesso è quella che colpisce i soggetti meno efficienti nella metabolizzazione dell'etanolo e soprattutto dello smaltimento del metanolo. Secondariamente la prendono coloro che non avendo soldi da spendere bevono vini economici additivati di E220.

Il tema dei meccanismi neurologici dell'alcol è molto complesso e questo è solo una piccolissima parte. E' anche interessante capire perché ad alcuni soggetti piace bere alcool ma diciamo solo che ha a che fare con la produzione di dopamina e serotonina. Non faccio la morale a nessuno perché, come dicevano i romani: Homo faber fortunae suae.





giovedì 15 luglio 2021

Perché la birra artigianale costa così tanto?

 



La domanda dovrebbe essere: "perchè la birra industriale costa così poco?"

La Birra artigianale in genere è prodotta con materie prime, tecniche ed attrezzature che mirano a produrre un prodotto di qualità, quindi:
- Materie prime: malto d'orzo o di frumento di qualità (niente malto di mais di riso o zucchero come sostituto…), luppolo fresco ecc…
- attrezzature: Ci sono impianti realizzati per produrre più prodotto possibile con una determinata quantità di materie prime, in poche parole si parla di Efficienza, i grandi birrifici puntano a raggiungere più prodotto finito con minor spesa, l'efficienza altissima non viene invece ricercata dai microbirrifici che si preoccupano di più della qualità del prodotto, sacrificando l'efficienza produttiva.
- Tecniche: una birra artigianale è solitamente non filtrata e non pastorizzata, cioè non viene filtrato il lievito, nè viene ucciso tramite la pastorizzazione (che per altro degrada notevolmente i sapori ed aromi naturali della birra), perchè tutto ciò? Perchè finchè c'è il lievito, che è un microrganismo vivo, la birra può subire cambiamenti, in meglio ed in peggio, con il trasporto, conservazione errata, esposizione alla luce o sbalzi di temperatura il prodotto si deteriora…. e questo la rende più difficile da trasportare su larga scala con vari mezzi di trasporto. L'ideale con la birra artigianale sarebbe il Km 0. La birra industriale può viaggiare facilmente con qualunque mezzo e subire sbalzi di temperatura e sballottamenti arrivando perfettamente intatta senza subire alterazioni.

Ecco perchè una birra artigianale da 0,33 acquistata in un apposito negozio fisico o online può costare tra 3–5 € a bottiglia per fare un esempio. In locale certamente il prezzo è più alto, in genere mi sono trovato a pagare tra 4,5€ - 6€ per una buona birra nel formato 0,33. In Italia purtroppo molti locali esagerano e si vedono anche prezzi sopra i 7 - 8€ a bottiglia… qua si tratta quasi sempre di speculazione.
Una birra industriale economica invece al supermercato può costare anche 0,40€ (solo la bottiglia io la compro a 0,20€, come può costare la birra al suo interno 20 centesimi!?), la stessa però al ristorante la ritrovate al prezzo moltiplicato 4–5 volte quello del supermercato (mentre con la birra artigianale, per fortuna, il prezzo non viene moltiplicato così tanto…)
Lo stesso discorso vale per tante categorie di prodotti alimentari, come il vino, lo spumante (uno spumante che costa meno di 20€ difficilmente è un vero spumante naturale, ma neanche lontanamente), superalcolici ecc…

PS: ovviamente esistono le eccezioni, ci sono birre prodotte su larga scala, a buon prezzo, che risultano di buona qualità, e birre artigianali invece presentate, con prezzo da prodotto di qualità artigianale, che poi deludono le aspettative al palato (Non posso dimenticare di quando ho assaggiato una pessima birra artigianale al prezzo, assolutamente fuori da ogni logica, di 12€ per 0,5 L di bottiglia)


martedì 13 luglio 2021

Bière de Garde


Bière de Garde è uno stile di birra appartenente alla famiglia delle ale, prodotto tradizionalmente nella regione del Passo di Calais in Francia. Queste birre "rustiche" solitamente vengono fermentate in inverno e primavera, per evitare problemi di temperatura durante la stagione estiva.
Tipicamente, le birre di questo stile sono di color rame ma variano da dorato a quasi nero. Come suggerisce il nome ("birra di conservazione"), questo stile tradizionalmente è fatto maturare in cantina per un periodo di tempo in bottiglia (e sigillato con un tappo di sughero), per essere consumato successivamente durante l'anno.
La maggior parte delle Bière de Garde sono artigianali, fermentate secondo tradizione in Francia, ma ne esistono anche prodotte da grandi aziende. Alcune delle più conosciute sono:
  • Brasserie de Saint Sylvestre, Trois Monts (con l'8,5% di alcool vol).
  • Brasseurs Duyck, Jenlain (con il 6,5% di alcool vol).
  • Brasserie La Choulette, Ambrée (con il 7,5% di alcool vol).
  • Les Brasseurs de Gayant, La Blonde de Ch'Nord (con il 7,2% di alcool vol).
Bières de Garde americane:
  • Jolly Pumpkin Artisan Ales, La Roja (con il 7,5% di alcool vol).
  • Jolly Pumpkin Artisan Ales, Oro de Calabaza (con l'8% di alcool vol).
  • Leelanau Brewing Company, Good Harbor Golden (con il 7,5% di alcool vol).
  • Two Brothers Brewing Company, Domaine DuPage (con il 5,9% di alcool vol).

lunedì 12 luglio 2021

Cuba libre

domenica 11 luglio 2021

Quanti gradi ha il latte della suocera?

70–75 gradi:




Caratteristica l'etichetta con teschio bianco su sfondo nero, che lo contraddistingue. Il bizzarro nome fa riferimento al senso di bruciore che si avverte in gola in seguito all'assunzione del liquore che per analogia richiama lo stereotipo della suocera acida e poco sopportata. Da non confondere con il limoncello al latte, bevanda di preparazione casalinga a volte omonima del liquore qui citato.

Viene utilizzato nella preparazione di piatti flambé, in quanto l'elevata concentrazione di alcol lo rende facilmente infiammabile. È anche usato nei cocktail.

sabato 10 luglio 2021

Quali sono le differenze tra i whisky Scotch, Bourbon, Irish e Rye?

 



Cercherò di essere più essenziale possibile, ma sarà lunga.

Lo scotch è scozzese ed è principalmente distillato tramite pot still da malti d'orzo e acqua di sorgente. Molto strutturato e impegnativo. Il bourbon è distillato di mais di provenienza pricipalmente statunitense o giapponese, dolciastro, vanigliato, un po ruffiano e con poca profondita e struttura. L'irish è simile allo scotch ma ha una storia di sfighe atroci alle spalle, ma sta rinascendo. Il rye è distillato di pura segale che da una nota di piccantezza al palato (spicy)


SCOTCH WHISKY

Il Finance Act del 1988, entrato in vigore nel 1990 definisce "Scotch whisky" un whisky con le seguenti caratteristiche:

  • Prodotto in una distilleria in Scozia con acqua e orzo maltato (con l'unica ed eventuale aggiunta di grani interi di altri cereali)

  • Macerato nella distilleria stessa

  • Trasformato in un substrato fermentabile solo con sistemi enzimatici endogeni

  • Fermentato unicamente con l'aggiunta di lieviti

  • Distillato ad una gradazione alcolica in volume inferiore al 94,8 per cento in modo che abbia un aroma e un sapore ricavati dalle materie utilizzate

  • Stagionato in un magazzino doganale in Scozia in botti di quercia di capacità non superiore a 700 litri per un periodo non inferiore a 3 anni

  • Nessuna aggiunta di altre sostanze tranne acqua e caramello

In più l'essiccazione del malto avviene tramite il fumo di torba. La torba, bruciando, produce un fumo greve, grasso, pungente e penetrante fondamentale per conferire il tipico aroma al whisky.

Solitamente si effettuano 2 distillazioni.


IRISH WHISKEY

L'Irish whiskey si ottiene da acqua, lieviti selezionati e si caratterizza, rispetto allo Scotch whisky, per la materia prima cioè orzo maltato, non maltato e altri cereali e per il fatto di subire 3 distillazioni.

Ulteriore differenza si può identificare nel processo di maltaggio in quanto i forni per l'essiccazione a torba sono "chiusi" e cioè non lasciano passare il fumo prodotto.

La distillazione avviene solo in alambicchi tradizionali, ma di grandi dimensioni, fino a 750 ettolitri, e prima di essere miscelato con acqua arriva a 86 gradi alcolici.

Invecchia per legge almeno 5 anni, ma i migliori arrivano a 10/15, principalmente in botti che hanno contenuto Sherry.

L'utilizzo di orzo non maltato è una tradizione che risale all'epoca in cui il malto era gravato da pesanti tasse infatti i produttori aggiravano l'imposta aggiungendo altri cereali al mash, che risultava quindi ruvido e oleoso. La terza distillazione, diventa il simbolo di questo stile, si rese infatti necessaria per ammorbidire e arrotondare il distillato.


BOURBON WHISKEY

Il disciplinare Americano del Bourbon fissa in maniera molto rigida i criteri per la produzione. Eccone alcuni:

  • Deve essere prodotto negli Stati Uniti d'America

  • Deve contenere almeno il 51% di mais

  • Dev'essere filtrato su carboni vegetali

  • Deve invecchiare per minimo 2 anni (ma quasi nessuno invecchia meno di 4)

  • Le botti devono essere di rovere o quercia americana rigorosamente nuove, carbonizzate e tostate all'interno

  • È proibita l'aggiunta di caramello

RYE WHISKEY

La base è costituita per legge per almeno il 51% da segale.

Presenta gusto ed aroma grezzi e crudi.

Invecchia in fusti nuovi e bruciati internamente.

ESISTONO, INOLTRE, ALTRE TIPOLOGIE DI WHISKY/WHISKEY, E DATO CHE SIAMO QUI, FINIAMO IL LAVORO.


TENNESSEE WHISKEY

Deve rispettare tutti i parametri previsti nel disciplinare del Bourbon, ma inoltre:

  • Deve essere prodotto in Tennessee

  • La filtrazione deve avvenire tramite Lincoln County Process, che prevede una percolazione estremamente lenta (drop by drop) rispetto alla classica


CANADIAN WHISKY

Così come il Rye, deve contenere almeno il 51% di segale, e come il suo "cugino" americano, presenta un profilo piuttosto secco, con note amare e di crosta di pane.


CORN WHISKEY

Prodotto negli Stati Uniti d'America e contenente almeno l'80% di mais.

Invecchiato in botti nuove di rovere o quercia americana bruciate (ma non tostate) all'interno.


MOONSHINES

Durante il periodo del proibizionismo, in America, l'unico whiskey disponibile era quello introdotto clandestinamente o quello distillato illegalmente. Di notte, nei boschi, alla luce della luna, veniva prodotto whiskey bianco in alambicchi di fortuna che era poi contrabbandato in barattoli di vetro simili a quelli delle conserve. Ad oggi sono in commercio diversi Moonshines ispirati a quello stile e a quel periodo.


WHISKY GIAPPONESI

A determinare la qualità del whisky di malto giapponese sono la purezza dei corsi d’acqua e il clima nettamente distinto nelle quattro stagioni, che consente al whisky messo a invecchiare di arricchirsi ulteriormente.

L’utilizzo in alcuni casi del legno locale, il mizunara, una quercia di origine mongolica, per costruire le botti, dona un profilo aromatico del tutto originale che può ricordare l’incenso o il legno di sandalo.







venerdì 9 luglio 2021

Perché il liquore strega si chiama così?

Un liquore buonissimo e molto alcolico.


Spazio Strega Museo Aziendale, fontana d'ingresso


Quando si parla di liquori italiani, uno dei primi nomi che viene in mente è il Liquore Strega. Prodotto sin dal 1860 alla Strega Alberti di Benevento, è a base di erbe, tra cui menta e finocchio, e zafferano, che gli conferisce quel tipico colore giallo. Con la sua gradazione alcolica del 40% è considerato un digestivo da consumare dopo i pasti. E proprio a Benevento, dove l’azienda è nata e continua a produrre per esportare in tutto il mondo, si trova lo Spazio Strega Museo Aziendale, in Piazza Colonna, uno spazio dedicato alla storia racchiusa e custodita nel brand da quasi 170 anni. Con oggetti, immagini, attrezzature e profumi vengono testimoniate non solo la costante dedizione alla qualità ma anche l’attaccamento alla tradizione, fattore che da sempre ha contraddistinto l’attività della famiglia Alberti.

Il percorso museale introduce il visitatore alla scoperta dei segreti e della leggenda a cui si ispira il Liquore Strega, accompagnandolo alla scoperta del suo processo produttivo. Nella Sala delle Imitazioni sono esposte le oltre 400 bottiglie contraffatte rinvenute da ogni parte del mondo che hanno tentato di emulare il famoso marchio. L’Erboristeria, con il suo irresistibile odore delle erbe, è la sala in cui il visitatore può toccare con mano le diverse materie prime che danno vita al Liquore Strega ed ammirare la storica cassettiera in legno che custodisce la ricetta segreta del prodotto e gli antichi strumenti di lavorazione. Il percorso procede nell’Antica Distilleria dove si cammina tra gli storici alambicchi a collo di cigno che tutt’oggi sono attivi per la produzione. La tappa successiva introduce alla scoperta della suggestiva cantina, in cui il Liquore Strega viene invecchiato per almeno 6 mesi in tini di rovere.

C’è poi la sala dedicata al famoso Premio Strega, in cui viene raccontata la storia del premio letterario con una raccolta di immagini storiche, uno spazio dedicato alle copertine dei libri vincitori e la storica lavagna che da oltre 70 anni viene utilizzata per decretare il vincitore a Villa Giulia. Non manca la zona dedicata alle immagini e alle icone che raccontano l’evoluzione della pubblicità e della comunicazione del marchio. Il Museo organizza visite guidate gratuite e percorsi didattici oltre ad ospitare convegni a tema, presentazioni di libri e iniziative culturali. Una curiosità riguarda il nome del Liquore Strehga: nasce evocando un’antica leggenda che narra di come la città di Benevento sia stata ritrovo di tutte le streghe del mondo.




 
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