Ci sono bevande che nascono per caso e altre che sembrano scritte nel DNA di un luogo. Il Special Gilmet, fresco come una brezza d’estate e pungente quanto basta per imprimersi nella memoria, appartiene a questa seconda categoria. Non si tratta di un prodotto industriale, ma di una preparazione artigianale tramandata oralmente nei circoli marinari della costa calabrese, tra un tramonto sulle banchine e una risata sotto il pergolato.
Il nome, “Gilmet”, pare derivi da una storpiatura fonetica di “gin-mint”, a sottolineare due dei protagonisti essenziali di questa bevanda: il distillato botanico per eccellenza e la menta fresca, onnipresente nei cortili assolati delle case di campagna e nei giardini affacciati sul mare. Ma col tempo, il Special Gilmet ha acquisito una sua identità ben distinta, lontana dai cocktail da manuale e più vicina a una sorta di elisir della convivialità mediterranea.
Non è raro che venga offerto come aperitivo in quelle taverne a pochi metri dal porto, servito in bicchieri bassi e spessi, talvolta con una scorzetta di limone calabrese immersa nel ghiaccio. La sua preparazione non segue dogmi, ma riti. Ogni famiglia, ogni bar storico, ogni anziano appassionato di mixologia improvvisata, custodisce la “propria” versione. C’è chi lo ama più dolce, chi preferisce accentuarne l’amaro, chi aggiunge una punta di anice per un finale aromatico più persistente. Ma tutti concordano su un punto: il Special Gilmet è molto più di una bevanda. È un gesto, un momento, una pausa dal tempo.
Per avvicinarsi alla preparazione tradizionale del Special Gilmet, è bene partire da una versione codificata, pur lasciando spazio alla personalizzazione.
Per un bicchiere (doppia dose):
50 ml di gin secco (meglio se artigianale, con botaniche mediterranee)
20 ml di vermouth bianco secco
10 ml di liquore alla menta naturale
1 cucchiaino di zucchero di canna grezzo
succo fresco di mezzo lime
1 rametto di menta calabrese (oppure menta romana, se più facilmente reperibile)
scorza di limone bio
ghiaccio a cubetti (abbondante)
Strumenti:
shaker in acciaio
muddler (pestello da cocktail)
jigger (misurino)
bicchiere old fashioned
strainer (colino da cocktail)
Preparazione passo per passo
1. L’infusione aromatica:
Nel fondo dello
shaker, pestare delicatamente il rametto di menta con lo zucchero di
canna e il succo di lime. L’obiettivo non è distruggere le foglie,
ma liberare gli oli essenziali senza renderle amare. Questo passaggio
è fondamentale: crea la base aromatica che farà da spina dorsale al
drink.
2. L’unione degli spiriti:
Aggiungere il
gin, il vermouth e il liquore alla menta. Riempire lo shaker con
ghiaccio e agitare vigorosamente per almeno 15 secondi. Il movimento
deve essere fluido ma deciso, come a voler “svegliare” gli aromi
e farli danzare tra loro.
3. Il servizio:
Filtrare con lo strainer in un
bicchiere old fashioned precedentemente raffreddato. Aggiungere due
cubetti di ghiaccio nuovi, una scorza di limone leggermente pressata
sopra il bicchiere per rilasciare gli oli, e – se si desidera –
una fogliolina di menta come guarnizione.
4. Il momento del sorso:
Il Special Gilmet
va assaporato lentamente, come si fa con le chiacchiere d’estate. È
un sorso fresco e profondo, capace di sorprendere anche i palati più
esperti grazie alla complessità dei suoi contrasti: la dolcezza del
vermouth e della menta si sposa con la secchezza del gin e l’acidità
vivace del lime, mentre la scorza di limone regala un finale
elegante, quasi balsamico.
Secondo alcune testimonianze raccolte negli anni '70 da un etnografo francese che esplorava le coste calabresi in cerca di pratiche alimentari arcaiche, il Special Gilmet sarebbe stato originariamente preparato con un distillato locale di ginepro prodotto nei conventi montani, miscelato con infusi di menta raccolta nei boschi e limoni conservati sotto sale. Col tempo, le influenze britanniche (e le bottiglie di gin importate dai porti di Napoli e Palermo) hanno modificato la base alcolica, rendendo il cocktail più cosmopolita ma senza intaccarne lo spirito rurale.
In alcune famiglie del cosentino, ancora oggi, viene preparato nelle feste patronali e servito con un piattino di fichi freschi o mandorle tostate. Nelle versioni più moderne, si trovano anche varianti con l’aggiunta di cetriolo fresco, basilico o addirittura qualche goccia di acqua di fiori d’arancio, per un tocco floreale che riequilibra la parte erbacea.
Il Special Gilmet si presta perfettamente come aperitivo, specie in abbinamento a stuzzichini freschi e dal profilo salino. Ottimo con:
acciughe marinate al limone
olive nere cotte al forno
crostini con crema di capperi e pomodori secchi
formaggi freschi a pasta molle con miele d’eucalipto
Può anche diventare il drink ideale per un brunch estivo, servito con una fetta di torta salata alle erbe spontanee e un’insalata di farro con agrumi e menta.
Il Special Gilmet è un piccolo grande segreto della tradizione liquida del sud Italia. È una bevanda che incarna l’arte di vivere lentamente, valorizzando ciò che la natura offre e quello che il tempo insegna. Prepararlo non è solo un esercizio di mixologia, ma un modo per rievocare storie, profumi e atmosfere. È l’aperitivo perfetto per chi cerca autenticità e bellezza in un solo bicchiere.
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