D.O.M. Bairo "l'Uvamaro"
è uno storico amaro italiano a base di vino, noto negli anni
settanta ma da tempo non più in produzione. Il nome iniziale stava a
significare Deo Optimo Maximo, ma venne successivamente (1974)
trasformato in Don Bairo poiché veniva comunemente chiamato in
questo modo (complice il personaggio degli spot pubblicitari).
Cenni storici
La sede della distilleria era in
origine a Bairo, nella regione Canavese del Piemonte. La ricetta
originale del medico (archiatra) Pietro Michaeli, più noto come
Pietro Bairo, risale al Quattrocento (1452) e fu in seguito ripresa
dalla ditta Buton per produrre l'amaro su scala industriale.
Caratteristiche
L'amaro era a base di vino, che veniva
aromatizzato con diverse erbe e radici aromatiche.
Degustazione
I consigli per la degustazione
riportati sulla bottiglia dell'amaro recitavano testualmente:
Lo moderato usaggio donerà vieppiù
sana consolazione et buonumore. Pigliato avanti e dopo 'l pasto et
etiam a tute ore de la giornata.
Pubblicità
L'amaro fu pubblicizzato da una nota
serie di spot di Carosello, Le avventure di Cimabue. Il protagonista
era un fraticello di nome Cimabue che, per i molti errori commessi,
veniva sempre canzonato dai confratelli che, cantando, intonavano in
coro Cimabue, Cimabue, fai una cosa, ne sbagli due. La sua consueta
replica, anch'essa al tempo passata nel parlare comune, era: Ma che
cagnara, sbagliando si impara!.
Lo spot andò in onda tra il 1972 e il
1977 ed era basato su una animazione realizzata graficamente da Paolo
Piffarerio per la Gamma Film.
0 commenti:
Posta un commento