mercoledì 23 marzo 2022

Bauru

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Il Bauru è un panino originale del Brasile inventato da Casimiro Pinto Neto, il nome deriva dalla città natale del suo creatore, Bauru nello Stato di San Paolo.
La ricetta originale è composta da un panino con roast-beef, fette di pomodoro, cetriolini, formaggio mozzarella, sale e origano. Come tutte le ricette ha le sue varianti:
  • Bauru francese = Panino con roast-beef, formaggio gruviera, senape.
  • Bauru italiano = Panino con roast-beef, pomodori secchi, prosciutto di Parma, formaggio mozzarella, origano.
  • Bauru americano = Panino con roast-beef, fette di pomodoro, lattuga, cetriolini, formaggio mozzarella, sale e origano.

martedì 22 marzo 2022

Amen glass

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Il bicchiere di vetro bianco chiamato Amen glass, entrò in uso in Scozia nel 1715. Il nome deriva dall'incisioneː una breve preghiera terminante con la parola Amen.

Storia e descrizione
Una rivolta scoppiò in Scozia, per portare sul trono d'Inghilterra il pretendente Giacomo Francesco Edoardo Stuart (1688 –1766), figlio del defunto re Giacomo II Stuart.
Il principe, pretendente al trono, era chiamato dai suoi partigiani - i giacobiti e il re di Francia - Giacomo III d'Inghilterra e Giacomo VIII di Scozia e dai suoi avversari il Vecchio Pretendente. Si pose a capo dell'insurrezione scozzese del 1715, scoppiata poco dopo l'ascesa al trono di Giorgio I d'Inghilterra. Ma Giacomo Francesco Stuart, che viveva a Parigi, sotto la protezione del re di Francia, non riuscì neppure a sbarcare sul suolo inglese. Si rifugiò poi con la famiglia a Roma, dove il papa Clemente XI lo accolse, riconoscendo a lui e a sua moglie i titoli di re e di regina d'Inghilterra e di Scozia.
Simbolo di quella ribellione, per rimettere sul trono inglese uno Stuart, fu un bicchiere che portava incisa una preghiera terminante con la parola Amen, da cui derivò il nome. Il calice è noto anche come coppa giacobita. Su ogni bicchiere erano incise le iniziali del nome del pretendente al trono, sormontate dalla corona reale inglese, e in basso il simbolo ∞ quadruplicato, che già da solo significa infinitoː tale doveva essere la fedeltà, di chi beveva a quel bicchiere, alla causa giacobita. Questo simbolo ricorda anche il nodo celtico che rappresentava la continuità dell'esistere, dalla nascita alla morte, dal giorno alla notte.
Nel 1743 Giacomo Edoardo nominò reggente suo figlio Carlo Edoardo Stuart, conosciuto come il Giovane Pretendente al trono. Il principe arrivò in Scozia nel 1744. Scoppiò una guerra civile che si concluse con la definitiva sconfitta di Carlo Edoardo, il 16 aprile 1746. L'Amen glass rimase quindi in uso fino al 1746.
Tra i pochi esemplari rimasti, ci sono quelli conservati al Metropolitan Museum di New York.


lunedì 21 marzo 2022

Strainer

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Il cocktail strainer (o, più brevemente e comunemente, strainer) è un accessorio da bar, assimilabile a un colino, usato per rimuovere il ghiaccio dai cocktail dopo essere stati miscelati o agitati. Lo strainer viene posto sopra la bocca del mixing-glass o sopra la parte dello shaker dal quale il cocktail viene versato (solo nel caso in cui non si utilizzi uno shaker del tipo con colino integrato). È dotato di fori o tagli che consentono esclusivamente il passaggio del liquido. Esistono differenti tipologie di strainer in base ai differenti usi.

domenica 20 marzo 2022

Stirrer

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Stirrer è un termine inglese il cui significato è fondamentalmente quello di "agitatore", sia pure con diverse applicazioni (tanto a persone quanto a oggetti) e sfumature. Nella lingua italiana, esistendo già vocaboli come "agitatore", "sobillatore", "provocatore" e simili riferiti alle persone, il suo impiego si è limitato agli oggetti e la parola non risulta ancora registrata dai dizionari proprio perché di uso poco comune e riservata ad ambiti specializzati. Essenzialmente lo stirrer indica un bastoncino per mescolare liquidi ("agitare", appunto) e rientra nella terminologia specifica o professionale di baristi e affini e in quella dei laboratori chimici. Con significato analogo ("rimescolatore"), ma applicato a prodotti di forma e natura ben diverse, si usa anche in campo siderurgico.

Lo stirrer per cocktail
Il cocktail stirrer, o anche drink stirrer, ma più spesso semplicemente stirrer, è uno strumento usato dal baristaper preparare i cocktail e altre bevande. Consiste in una bacchetta in acciaio o in materie plastiche con l'estremità terminante a bulbo o in una palettina, con funzione simile ad un lungo cucchiaio (il cucchiaio da bar, per l'esattezza). Serve soprattutto per miscelare le bevande e il ghiaccio all'interno del mixing glass evitando di mescolarli direttamente con lo "scuotimento" dello shaker, operazione che può provocare la perdita dei loro aromi.  Ne esistono di vari tipi, lunghezze e materiali, compresi alcuni ideati da designer di fama (come quelli in acciaio lucidato a specchio realizzati da Ettore Sottsass per un'originale utensileria della Alessi). Talvolta vengono inseriti nei bicchieri degli avventori; in tal caso non servono solo per mescolarne il contenuto, ma assumono anche una valenza estetica (quando non addirittura pubblicitaria).
Con il diffondersi dei distributori automatici di caffè, tè, latte ed altre bevande calde nei luoghi pubblici, negli uffici e ora anche a livello famigliare, il termine stirrer ha cominciato ad essere impiegato anche in Italia per indicare le palette monouso, solitamente in plastica ma talvolta anche in legno, con cui mescolare lo zucchero o altri dolcificanti in tali bevande.

Lo stirrer da laboratorio
Gli stirrer da laboratorio, talora detti anche "di precisione", sono invece realizzati in vetro e PTFE(PoliTetraFluoroEtilene); vengono utilizzati per miscelare o impedire la coagulazione di liquidi, cristalli, sospensioni solide e reagenti di varia natura presenti nei vasi e contenitori (relativamente lunghi e stretti) dei laboratori chimici e, se muniti di apposite scale graduate, per controllarne la temperatura (o altre caratteristiche). La moderna tecnologia elettronica tende comunque ad inglobare gli stirrer "scientifici" in apparecchiature decisamente più complesse nel funzionamento come nell'aspetto in confronto alle originarie e semplicissime asticelle di vetro, molto simili per altro alle loro omologhe dei bar. Oggi si parla quindi di macchinari come il digital stirrer, l'electronic stirrer o, fra i più noti, il magnetic stirrer, forse altrettanto conosciuto in Italia con il nome di agitatore magnetico.

Lo stirrer elettromagnetico
Utilizzato nell'industria siderurgica, lo stirrer (o "rimescolatore") elettromagnetico è una macchina elettrica congegnata in modo da produrre un campo magneticorotante con relativo flusso interno all'acciaio fuso, le cui particolari caratteristiche provocano un raffreddamento diffuso e, di conseguenza, una maggiore omogeneità di solidificazione del metallo durante tutto il processo di colata continua. L'acciaio così ottenuto è meno soggetto alle classiche imperfezioni di forma, superficiali o interne che riducono o compromettono le prestazioni metallurgiche del prodotto finale e la sua successiva lavorabilità.


sabato 19 marzo 2022

Martini (cocktail)

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Il Martini o Martini Dry è un celebre cocktail pre-dinner a base di gin e vermut dry. È un cocktail ufficiale della IBA, con il nome "Dry Martini".

Composizione e preparazione

  • 6 cl di gin
  • 1 cl di dry vermut
  • 1 oliva verde
  • 1 fettina di limone
Prendere una coppa da Martini e riempirla di cubetti di ghiaccio in modo da raffreddarne le pareti e farla restare molto fredda durante tutta la preparazione del cocktail, poi riempire anche un mixing glass di cubetti di ghiaccio. Eliminare l'acqua in eccesso dal mixing glass. Aromatizzare il ghiaccio aggiungendo 1 cl di vermouth dry nel mixing glass, mescolando. Ripetere l'aromatizzazione del ghiaccio rimasto nel mixing glass, questa volta con 6 cl di gin. Versare il gin nella coppa martini, sempre filtrandolo dal ghiaccio. Spremere leggermente l'olio di un pezzo di scorza di limone sopra il cocktail. Aggiungere quale guarnizione un'oliva verde.

Nome

L'origine del nome è dibattuta. Qualcuno dice sia il nome del barista italiano che per primo, nella New York del 1912, l'avrebbe preparato per John D. Rockefeller. Altri dicono derivi dal celebre cocktail di Jerry Thomas (detto the professor) il Martinez (1850), secondo altri il Martinez fu trasformato in Martini da Julio Richelieu nel 1870, altri ancora dicono sia legato alla "Martini & Rossi".

Varianti

Esistono diverse varianti del Martini, come lo Sweet Martini, il Martini Perfect ed il Medium Martini, oltre al Martini Vodka, la cui variante è il Vesper cocktail, divenuto celebre poiché cocktail preferito da James Bond. Il Martini Dry faceva parte delle 6 ricette fondamentali del "The Fine Art of Mixing Drinks" di David A. Embury, del 1948.
La ricetta proposta da Embury era la seguente:
  • 7 parti di gin
  • 1 parte di vermouth (dry)
Una versione molto secca è rappresentata dal Martini Hemingway, che prende il nome proprio dal famoso scrittore e si prepara mescolando Martini dry (1 parte) nel mixing glass con ghiaccio, quindi buttare via il Martini e mescolare alla stessa maniera 9 parti di gin. Versare quindi il contenuto nella classica coppetta precedentemente raffreddata e, prima di servire, strizzare una piccola scorza di limone 2 volte.







venerdì 18 marzo 2022

mixing-glass

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Il mixing-glass (letteralmente "bicchiere per mescolare") è un bicchiere in vetro utilizzato nella preparazione di cocktail. È generalmente graduato e dotato di un beccuccio per riversare il liquido in esso contenuto nei bicchieri in cui viene servita la bevanda. Il mixing-glass è indicato per miscelare quei cocktail che, contenendo ingredienti particolarmente delicati quali distillati, vini e liquori non opachi (definiti in gergo "limpidi"), devono essere semplicemente mescolati e non agitati con lo shaker.
La tecnica di utilizzo di questo strumento consiste nel suo riempimento con ghiaccio fino a tre quarti della sua capacità per raffreddarne le pareti, successivamente si scola l'acqua in eccesso, si versano gli ingredienti, si miscelano con un cucchiaio da bar a manico lungo (bar spoon) o con lo stirrer ed infine, prendendolo dall'estremità inferiore e aiutandosi con lo strainer (uno strumento per trattenere il ghiaccio), si versa il contenuto nei bicchieri.



giovedì 17 marzo 2022

Paszkowski

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Paszkowski è un locale storico di Firenze, situato in Piazza della Repubblica 31-35/r.
Fondato nel 1846 come birreria dall'omonima famiglia polacca, il locale assunse già dopo poco tempo quelle caratteristiche di Caffè Concerto che l'hanno fatto conoscere anche a livello internazionale, e presenta ancora oggi belle sale in stile primo Novecento. Tuttora vi si tengono serate musicali, anche se l'epoca d'oro della letteratura fiorentina è tramontata. Nelle sale interne si svolgono meeting, convegni e sfilate di moda.
Il caffè fu punto di incontro di intellettuali fiorentini o di passaggio a Firenze, tra i quali diversi protagonisti della cultura italiana della prima metà del XX secolo (basti pensare a Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini, Ardengo Soffici, Dino Campana, Gabriele D'Annunzio, e poi a Eugenio Montale, Vasco Pratolini, Gaetano Salvemini, Umberto Saba). Un suo celebre proprietario, Karol Paszkowski, fu console onorario di Polonia a Firenze, e suo figlio Stanislaw (italianizzato in Stanislao), i cui resti riposano nel Cimitero delle Porte Sante, sposò la figlia di Giovanni Papini, Viola.
Nel 1991 è stato dichiarato Monumento Nazionale.
Francesco Nuti si ispirò al nome del locale per il suo film del 1988 Caruso Pascoski di padre polacco.
Solo pochissimi fiorentini, naturalmente, riescono a pronunciare correttamente il nome polacco del locale (la cui pronuncia corretta sarebbe "Pashkòfski"), che viene quasi sempre storpiato in "Pascòschi".
 
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