Qualche giorno fa ricevo un messaggio
privato sulla fanpage di facebook: un ragazzo, entusiasta di poter
creare condizioni di lavoro propositive per me ed un suo amico, mi
chiede un appuntamento. Arrivo da lui dopo una mattinata stressante e
stancante. Tra una chiacchiera e l’altra mi becco pure un “Sai,
non ti facevo così, cioè sembravi tutto incravattato…”,
incravattato a me? Va bene, sorvoliamo!
Scopriamo di avere un pò di
passioni in comune: la comunicazione, una sorta di odio e amore per
la nostra città, ma soprattutto tanta, tanta voglia di fare.
Dopo un’oretta, tra una pizza, una
coca-cola, e qualche consiglio scambiato con piacere, arriviamo dal
suo amico. Un giovane professionista che ha deciso di investire in un
bar. Presentazioni di rito, ma poco formali,
pareva ci si potesse capire con
poche parole e molti fatti.
Io sono una persona molto diretta, e
sentirmi cadere le braccia dopo neanche due minuti, è stato un
toccasana per la mia voglia di mandare a fanculo un certo sistema.
Si, le braccia mi son cadute sotto terra, insieme al morale, quando
proprio all’inizio di quello che credevo potesse essere un buon
rapporto di lavoro, mi si chiede così, senza mezzi termini:
“Ma tu, poi, quanto mi dai?”
“Euro, soldi, cash.”
“No, perchè per correttezza te lo
dico: stasera ho appuntamento con l’architetto di un’altra
azienda di caffè che mi ha offerto la ristrutturazione del locale
più quindicimila euro”.
Con un sorriso che era un mix tra l’
incazzato con me stesso, con lui, e col mondo, rispondo tra l’ironico
e l’irritato “Nemmeno un euro. Anzi, vedi che, conoscendo il
sistema, con un pò di capricci, quella somma può essere anche
duplicata, triplicata.” Per educazione, ma anche con piacere, resto
per un’altra mezz’ora cercando di far capire quella che è la mia
filosofia di vita che si rispecchia nella politica aziendale, e cerco
di consigliare, per quel che mi compete, al neoimprenditore, di
tenere la guardia altissima verso questi santi che regalano soldi a
fronte di un contratto di fornitura.
Ad oggi posso gridare un grosso
Vaffanculo a chi mi contatta chiedendomi “l’aiutino per aprire
l’attività“.
Si, l’aiutino. Alle email, alle
telefonate, risponde ancora il sottoscritto. E quante volte ho
risposto direttamente a richieste del genere, lo so solo io. “Sto
aprendo un bar al nord, sto aprendo un bar al sud, ma… cioè…
volevo sapere… voi che tipo di aiutino ci potete dare?” Ora, chi
mi conosce può immaginare la mia faccia. Chi non mi conosce può
immaginare Tequila, di Tequila e Bonetti, quando
ringhiava al delinquente di turno.
Si, quando mi chiedono l’ “aiutino” la reazione è automatica:
divento rosso mattone e m’incazzo come una bestia.
Il bar è un’impresa. Il titolare di
un bar è un imprenditore come me. Io sbatto giorno dopo giorno la
testa contro un muro di fornitori, investimenti, business plan,
clienti insolventi, banche, marketing, e tutto ciò che è proprio
della vita di un imprenditore. Perchè allora tu, proprietario del
bar pretendi che io,
debba regalarti i soldi per
avviare o rinnovare la tua attività? Sei anche tu uno startupper in
cerca dell’ Angel? o semplicemente non sai fare quattro conti? Io
dopo un pò di anni
che sto riusciendo a risollevarmi
dalla grande crisi, posso dire di non esser riuscito ancora a
diventare l’ Angel della mia idea, del mio prodotto. Sapeste quanti
progetti ho in mente. E tu?
Presuntuoso imprenditore
improvvisato, viziato da un sistema camorristico destinato a morire e
a risucchiarti con sè, vorresti che io diventassi il tuo Angel? O
m’hai preso per la banca? o peggio per un usuraio? Ti spiego un
paio di cose: Si può offrire un comodato d’uso gratuito dei
macchinari, se sei un buon cliente. Si può riconoscere uno sconto di
fine anno come premio produzione, quello vecchio stile. Possono
portarsi avanti tanti discorsi da imprenditori seri. E invece? Tu mi
chiedi l’ “aiutino”! E allora vaffanculo.
Che ognuno faccia la propria impresa.
Io continuo a sviluppare il mio brand e a migliorare il mio prodotto
per chi semplicemente ne apprezza le qualità e la professionalità
con cui lo propongo, e ci onora di essere presenti, così, nella
propria casa, nel proprio bar, nel proprio ufficio, con il nostro
marchio e a testa alta.
E faccio pure l’appello: considerando
che in queste condizioni, sviluppare una rete commerciale preposta ad
acquisire clientela bar, diventa quasi impossibile, eccomi che mi
rivolgo direttamente a quegli imprenditori seri, amanti del buon
prodotto, e della professionalità.
Noi, non diamo gli aiutini coi
soldi. Ma diamo un aiuto enorme: Innanzitutto il piacere di poter
dialogare con persone serie. Poi la costanza di una elevata qualità
del prodotto,
per la semplice voglia di far
emergere una società seria in questo mercato di sciacalli.