sabato 9 novembre 2019

Negroni rosato

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Il Negroni rosato è un medium drink aperitivo creato recentemente, che utilizza il vino rosato al posto del gin.
Differisce dal classico Negroni fiorentino per la minore alcolicità e la maggiore aromaticità dovute all'impiego del vino rosato. Esiste anche una variante chiamata Negroni sbagliato (con presenza dello spumante brut, che sostituisce il gin).

Preparazione
Ingredienti
  • ghiaccio
  • 3 cl vino rosato
  • 3 cl vermouth rosso
  • 3 cl Bitter Campari
  • mezza fetta di arancia

Procedimento
Mettere 4-5 cubetti di ghiaccio nel bicchiere (ideale il tumbler medio oppure l'old fashioned) ed aggiungere gli altri ingredienti. Mescolare con uno stirrer e decorare con la mezza fetta d'arancia.
Altre varianti:
  • Redhuvber, diffuso soprattutto nel torinese
  • Negrosky, con la vodka al posto del gin
  • con Punt-e-mes al posto del Martini rosso per un sapore ancora più amaro


venerdì 8 novembre 2019

Negroni sbagliato

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Il Negroni sbagliato è un cocktail creato nel Bar Basso di Milano nel 1972 dal bartender Mirko Stocchetto e in genere chiamato semplicemente sbagliato.
Differisce dal classico Negroni amaro fiorentino per la presenza dello spumante brut, che sostituisce il gin. Il drink diventa così più leggero grazie alla minore presenza alcolica.

Preparazione
Ingredienti
  • 1/3 di spumante brut
  • 1/3 di Vermouth rosso (Carpano originariamente)
  • 1/3 di Campari
  • Fetta di arancia

Procedimento
Mettere gli ingredienti all'interno del bicchiere colmo di ghiaccio. Mescolare bene con cucchiaio da bar e decorare con una fetta d'arancia.

Marchio
Negroni sbagliato è un marchio registrato dal Bar Basso.


giovedì 7 novembre 2019

Club sandwich

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Il clubhouse sandwich, abbreviato club sandwich, è un sandwich statunitense composto da pane tostato, pollo o pancetta fritta, lattuga, pomodoro e maionese. Viene spesso tagliato in quarti o metà e tenuto insieme da appositi stecchini. Le versioni moderne hanno in genere due strati di companatico separati da un'ulteriore fetta di pane.

Storia
Il club sandwich sembra essere stato inventato presso lo Union Club di New York. Il primo riferimento conosciuto del panino è una ricetta pubblicata sull'Evening World datata 18 novembre 1889 dove viene descritto un sandwich che avrebbe "due pezzi di pane Graham tostati, con uno strato di tacchino o pollo e prosciutto tra di loro." Diverse fonti accreditano allo chef dello Union Club l'ideazione del sandwich.
Altre fonti, tuttavia, mettono in discussione tale teoria. Secondo un'altra versione, il club sandwich sarebbe stato inventato in un esclusivo club di gioco d'azzardo a Saratoga Springs (New York), intorno al 1894 quando "Richard Canfield ... il cortese mecenate d'arte, acquistò il Saratoga Club per trasformarlo in un casinò [Canfield Casino] ... il club sandwich (sarebbe stato inventato) nelle sue cucine".
Il sandwich è noto per essere comparso nei menu dei ristoranti americani fin dal 1899. Il panino è stato citato in un'opera d'arte per la prima volta in Conversations of a Chorus Girl, un libro del 1903 di Roy Larcom McCardell Storicamente, i club sandwich contenevano fette di pollo, ma con il passare del tempo l'uso del tacchino è diventato sempre più comune.

Preparazione
Esattamente come il BLT, il club sandwich è a base di pane bianco tostato, lattuga iceberg, pancetta e pomodori e può contenere maionese o senape. Alcuni club sandwich soprannominati "breakfast club" hanno un maggiore apporto proteinico e contengono uova o roast beef. Altri presentano il prosciutto al posto del bacon e/o il formaggio, mentre le varietà vegetariane hanno hummus, avocado o spinaci, e sostituiscono la vera pancetta con un derivato della carne. Sono state anche delle varianti "lussuose" del club sandwich con ostriche, salmoni e granchio. Il panino viene comunemente servito con l'accompagnamento di coleslaw o patate e, a volte, anche con patatine fritte.

Controversie
A causa dell'alto contenuto di grassi e carboidrati del pane, della pancetta e del condimento, i sandwich club sono stati a volte giudicati malsani. Nel 2000, la catena di fast food Burger King è stata pesantemente criticata per aver distribuito il suo club chicken, contenente 700 calorie, 44 grammi di grasso (di cui nove saturi), 1.300 milligrammi di sodio e acidi grassi trans.


martedì 5 novembre 2019

Old pal

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L'Old pal è un cocktail creato negli Stati Uniti d'America negli anni cinquanta del XX secolo. Fu parte dei cocktail IBA nel 1961.

Ingredienti
  • 1/3 di Rye whiskey
  • 1/3 di vermut dry
  • 1/3 di bitter Campari

Preparazione
Si pongono tutti gli ingredienti in un mixing glass assieme a del ghiaccio e si mescola delicatamente. La preparazione va quindi versata in una coppetta di tipo martini eliminando il ghiaccio.


lunedì 4 novembre 2019

Punt e Mes Rendez-Vous

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Il Punt e Mes Rendez-Vous è un cocktail.

Composizione
  • 2/5 di Punt e Mes
  • 1/5 di Fernet Branca menta
  • 2/5 di soda water
Preparazione
Versare gli ingredienti in un bicchiere colmo di ghiaccio, mescolare ed aggiungere una fetta d'arancia.


domenica 3 novembre 2019

Vino spumante

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Il vino spumante è un vino caratterizzato da rilevante effervescenza, dovuta ad anidride carbonica disciolta. Il termine "spumante" si riferisce allo sviluppo di spuma che è una manifestazione dell'effervescenza. Lo spumante è un vino speciale come i liquorosi e gli aromatizzati.

Generalità
Il vino spumante appartiene alla categoria del vino effervescente, che comprende anche il vino frizzante che però non va confuso con lo spumante e viceversa (inoltre il vino frizzante non è un vino speciale). La differenza è la minore effervescenza del frizzante rispetto allo spumante (data la minore sovrappressione e quindi minore quantità di anidride carbonica disciolta).
Secondo le definizioni dell'UE, all'atto dell'apertura della bottiglia di VSQ (Vino Spumante di Qualità) il prodotto all'interno deve avere una sovrappressione non inferiore a 3,5 bar ad una temperatura ambiente di 20 °C, per gli spumanti "generici" (VS) deve avere 3 bar minimi, come anche per un VSQA (Vino Spumante di Qualità Aromatico). Invece vino frizzante deve presentare una sovrappressione non inferiore a 1 bar e non superiore a 2,5 bar. Ecco spiegata la discreta effervescenza del vino frizzante rispetto a quella rilevante dello spumante.
Anche se spesso si sente e si legge "spumante e champagne" come se fossero due categorie di vino diverse, è da chiarire che il termine generico spumante designa una tipologia complessiva di vino, definita per legge (vedi sopra). Tale tipologia è formata da molti prodotti diversi, di cui fa parte anche lo champagne (che, oltretutto, è uno degli spumanti a metodo classico francesi, quello per antonomasia, ma non certo l'unico dato che esistono anche i vari crémant senza contare gli spumanti Martinotti-Charmat).

Storia
Alcuni scritti di epoca romana riportano dei vini con effervescenza naturale, ma con molta probabilità i romani bevevano il mosto che ancora doveva diventare vino; in effetti per poter mettere in pratica la tecnica di spumantizzazione vi è bisogno di un contenitore a tenuta stagna, come la bottiglia, che permetta di mantenere una sovrappressione di 6 atmosfere a 20 °C.
Lo champagne, un tipo di spumante, nasce in Francia nell'abbazia di Hautvillers forse ad opera del monaco Dom Pierre Pérignon nel XVII secolo.
Il primo spumante italiano, chiamato “champagne italiano”, nacque nel 1865 frutto del lavoro sinergico tra i Fratelli Gancia e il Conte Augusto di Vistarino che importò dalla Borgogna le barbatelle di Pinot Nero. Per lo “champagne italiano” furono eliminati gli sciroppi che i produttori francesi aggiungevano al termine della lavorazione, ottenendo un tipo di champagne a base di moscato, superiore a quello francese e ottenuto a costi minori.

Metodologie di produzione e tipologie
Vini spumanti naturali
Nei vini spumanti naturali l'anidride carbonica (CO2) si forma per rifermentazione del vino potendo utilizzare due differenti metodi:
  • il metodo classico o metodo champenoise o metodo tradizionale o metodo della rifermentazione in bottiglia;
  • il metodo Charmat o metodo Martinotti o metodo delle rifermentazione in autoclave o metodo Italiano.
Per la produzione degli spumanti metodo classico si usano vitigni neutri (cioè né tendenti al colore bianco né al colore rosso, o più semplicemente "rosati"); se a bacca bianca, il prodotto viene denominato blanc de blancs (vino bianco da uve bianche), mentre se si usano uve a bacca nera il prodotto viene chiamato blanc de noirs (vino bianco da uve nere). I principali sono lo Chardonnay, il Pinot nero e il Pinot bianco, oltre al Pinot Meunier (ma solo in Champagne), il Pinot grigio e il Riesling. Altri vitigni che danno ottimi risultati in Italia sono il verdicchio nelle Marche, il torbato in Sardegna e l'inzolia in Sicilia. Una elevata escursione termica tra giorno e notte, una buona esposizione luminosa, terreni ben drenati e calcarei sono condizioni ottimali per ottenere uve adatte alla spumantizzazione, con buona acidità ed ottimi profumi; terra di vocazione alla spumantizzazione italiana è l'Oltrepò Pavese oltre alla Franciacorta e al Trentino, ma anche a Sud, nella terra del San Severo DOC vengono prodotti spumanti da uve autoctone Bombino bianco con caratteristiche particolari.
Nel metodo Charmat si preferiscono uve aromatiche come il moscato bianco, la malvasia ed il brachetto, le principali; oppure si possono usare altri vitigni con profumi più sfumati come il moscato giallo, la glera (da cui si ottiene il Prosecco) e l'aleatico nero (uve semi aromatiche). Ad ogni modo la stragrande maggioranza di bottiglie di spumante (sia in Italia che nel mondo) è realizzata con il metodo Charmat, utilizzando le più svariate uve, bianche e nere.

Vini spumanti gassificati
Oltre allo spumante "naturale" (ovvero quello definito sopra), esiste anche lo spumante "gassificato". Negli spumanti gassificati (detti anche "artificiali") l'anidride carbonica (CO2) viene addizionata a basse temperature. Questi prodotti, per la scarsa finezza dei profumi ed il perlage grossolano, sono di qualità mediocre e, solo legalmente, considerabili spumanti. Ovviamente, hanno prezzi molto minori rispetto agli spumanti naturali.

Legislazione
La legislazione europea (reg. CE 491/2009), recepita ovviamente anche in Italia, distingue gli spumanti in:
  • Vino Spumante (VS), detto anche vino spumante "generico";
  • Vino Spumante di Qualità (VSQ);
  • Vino Spumante di Qualità Aromatico (VSQA); è un VSQ prodotto con uve di tipo aromatiche;
  • Vino spumante gassificato (VSG).
La vecchia sigla VSQPRD e quella VSAQPRD è stata abolita con l'entrata in vigore della OCM[non chiaro] "Vino". Naturalmente, come per tutti gli altri vini, lo spumante rientra nella classificazione generale relativa alle indicazioni o denominazioni.

La classificazione
La UE, con il regolamento (ce) n. 607/2009-allegato XIV, prevede la classificazione dello spumante in base al suo residuo zuccherino.
Denominazione
Residuo
zuccherino (g/l)
  • Pas dosé o Dosaggio zero (ultra secco, solo "dolcezza" originaria dell'uva)
  • Extra brut (molto secco)
  • Brut (secco)
  • Extra dry (gusto secco arrotondato da lieve nota dolce → secco/morbido)
  • Dry o Sec (abboccato che significa "appena/poco dolce")
  • Demi sec (gusto amabile ovvero con nota dolce nettamente percebile)
  • Dolce o Doux (la dolcezza è predominante)
  • < 3
  • ≤ 6
  • < 12
  • 12-17
  • 17-32
  • 32-50
  • > 50
Da notare che, generalmente, per gli spumanti metodo classico (es. Franciacorta), le versioni più diffuse sono brut ed extra brut mentre per gli spumanti charmat (es. Prosecco) lo sono extra dry e brut. Il pas dosé (piuttosto diffuso tra appassionati ed esperti, in quanto prodotto "estremo") è tipico del metodo classico e il dry presente quasi esclusivamente negli charmat. Ultimamente, visto il gusto prevalente e la diffusione del rito dell'aperitivo, qualche produttore di metodo classico inserisce nella gamma anche una versione extra dry. Il demi sec ha una buona versatilità visto che può essere servito sia con un dessert sia con le altre portate (quando abbinabili). Gli spumanti dolci sono prerogativa dei vitigni aromatici (moscati, malvasie, brachetto, etc.): tipico esempio l'Asti spumante.



sabato 2 novembre 2019

Canelazo

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Il canelazo è una bevanda alcolica calda consumata negli altopiani andini di Ecuador, Colombia, Perù e Argentina settentrionale.

In Ecuador e Colombia
Consiste di aguardiente (alcol di canna da zucchero), zucchero o panela e agua de canela (acqua bollita con cannella). Il canelazo è fatto tradizionalmente con aguardiente fatto in casa, ma si usa anche alcol imbottigliato. Ci sono molte varianti della ricetta. È fatto spesso con succo di frutta (tipicamente succo di naranjilla, di mora o di maracuyá). A volte si aggiungono chiodi di garofano o si tralascia l'alcol.
Le origini della bevanda sono sconosciute, ma essa si consuma da molto tempo nelle Ande. In Ecuador, è venduta spesso dai venditori ambulanti durante le feste.[6] È particolarmente popolare durante il Natale. Nel 2005, un'azienda cominciò a imbottigliare il canelazo senza alcol per l'esportazione.

In Perù
Il canelazo si consuma negli altopiani settentrionali del Perù, specificamente intorno ad Ayabaca nella Piura. Consiste di aguardiente con zucchero (o chancaca) e cannella bollito in acqua; si può anche aggiungere limone e chicha de jora.


 
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