martedì 2 giugno 2020

Quale bevanda è stata famosa in passato ma ormai è passata di moda


Il famoso assenzio.


Oggetto di mille dicerie (tutte fasulle), bevanda ispiratrice di leggende viventi (vere, stavolta) quali Picasso, Van Gogh, Heminghway e molti altri - che elogiavano il famoso liquore in tutti i modi possibili - l'assenzio è una delle bevande più fraintese nella storia dell'umanità.


Nato verso fine 1700 come panacea medicinale (già gli antichi romani usavano già la pianta di assenzio come medicina), l'assenzio 'da bere' è un distillato non di una, ma di ben tre piante: anice, finocchio e ovviamente assenzio. All'epoca, tale ricetta veniva chiamata 'la santa trinità', ma in origine l'anice e il finocchio servivano soltanto a mitigare l'amaro della proverbiale pianta, che altrimenti sarebbe stata imbevibile. In realtà, il mix si rivelò sorprendentemente delizioso. Il motivo per il quale l'assenzio ha una gradazione alcolica tanto alta (fino a 74°) non era mica 'sballare'. Ancora oggi, l'assenzio ha infatti una certa gradazione perché senza di essa alcuni dei suoi ingredienti si rovinerebbero. Una volta aperto, è facile infatti che l'assenzio si rovini se il tappo con cui lo chiudi non tiene bene!

Uno dei tanti dipinti che elogiano le virtù oniriche della musa verde.

Quel primo assenzio 'medicinale' (il 'primissimo' assenzio) nacque in Svizzera ma divenne una bevanda popolare per la prima volta in Algeria, tra i soldati Francesi, quando questi cominciarono a berlo come medicina, ma poi continuarono perché gli piaceva. E poi i soldati, una volta tornati a casa, cominciarono a cercarlo anche in Francia perché lo reputavano migliore di altri amari. A quel punto, cominciarono a nascere le prime distillerie 'commerciali' così, senza tanto baccano e giusto per fare un po' di soldi su questa nuova tendenza. Ovviamente, col tempo, gli scopi medicinali vennero abbandonati per affinare il sapore della bevanda, ma la ricetta base (il distillato della santa trinità) rimase sempre il punto di partenza dell'assenzio 'vero', su cui poi magari aggiungere altre piante, magari con un secondo processo di macerazione per colorarlo o cambiargli sapore.
A quel punto scoppiò un piccolo finimondo.


Il distillato di tre erbe o più, noto col nome di 'assenzio' divenne una delle bevande più bevute d'Europa soprattutto in Francia, dove la sua produzione, diffusione e consumo arrivò a eguagliare quella del vino (!!!).


L'assenzio è uno dei pochi drink al mondo che bevi alla gradazione alcolica che preferisci: sei tu, al momento del consumo, ad allungarlo con acqua. E no… NESSUNO lo beveva puro.

La fontana: un accessorio da bar fatto apposta per aggiungere lentamente l'acqua all'assenzio.
Quando l'assenzio venne bandito, sparirono anche le fontane perché erano ormai inutili.

Detto questo no, quello che avete bevuto a Praga prima l'assenzio che tornasse legale non era assenzio. Non lo era nemmeno di striscio. Quello non era altro che alcool industriale colorato di verde con coloranti artificiali, e nient'altro. Detto per inciso: quando Praga vendeva assenzio prima che tornasse legale, non sapevano nemmeno quale fosse la sua vera ricetta. Okay? Ficcatevelo in quella zucca. Lo so che fa male, ma purtroppo è così.
Inoltre, contrariamente a quello che il mondo intero crede oggi, l'assenzio era l'equivalente del nostro spritz: si beveva leggerissimo (10–20%) spesso come aperitivo, e mai più di uno o due al giorno esattamente come lo spritz, che nessuno beve 'a litri', né 'per tutta la sera' (a parte me, ogni tanto. Lo ammetto. E Verlain. E Baudelaire. E altri pazzi…).


Negli stessi anni in cui l'assenzio diventava la bevanda 'più forte' del momento (1850–1900) cominciavano però un po' in tutta Europa e America quei problemi di alcolismo che portarono poi gli USA - tanto per dire - al famoso proibizionismo dei ruggenti anni venti.
Siccome l'assenzio era una cosa nuova, venne molto amato dai giovani e assunse un'identità trasgressiva, innovativa. Era nuovo, aveva un colore alieno. Il vino era roba da conservatori e perbenisti, l'assenzio era nuovo e trasgressivo, e tale lo videro anche i perbenisti. Si sparsero allora le più pazzesche leggende urbane: l'assenzio faceva impazzire, faceva venire le allucinazioni, eccetera, eccetera.
Ho letto un libro che raccoglie tutte le testimonianze dell'incredibile lista di artisti leggendari 'incantati' dalla fata verde: Oscar Wilde, Baudelaire, Verlain, Vang Gogh e perfino Picasso, che vi dedicò più di un quadro e una statua (!!!). Una lista infinita di persone che diceva che l'assenzio faceva sentire 'i tulipani nelle gambe', che non c'era 'altra musa paragonabile alla fata verde', che funzionava addirittura da afrodisiaco… Di tutto, di più. L'assenzio divenne una vera e propria icona degli artisti Bohemienne.
Alla fine, un'ondata di perbenismo invase l'Europa, e la vittima designata fu ovviamente l'assenzio, che venne dichiarato illegale dopo una brutta tragedia familiare.
Un contadino aveva ucciso moglie e figli.
Quel giorno, il disoccupato e alcolizzato aveva bevuto qualcosa come tre litri di vino, vari cognac e uno o due assenzi, ma la colpa ricadde tutta quanta solo sull'assenzio (!!!).
L'assenzio subì una campagna d'informazione peggiore di quella contro le sigarette.



Ciò nonostante, alcune di queste stampe sono magnifiche.


E così, il bando partì prima in Francia, per poi spargersi a macchia d'olio in tutti gli altri paesi Europei ad eccezione di Spagna e Inghilterra, dove l'assenzio non era mai diventato veramente di moda, e non avevano la minima idea di che diavolo stessero parlando i Francesi.

La fata verde venne uccisa nel 1910. Poster dell'epoca.

Dopo la guerra, ogni volta che Hemingway andava in Spagna, si procurava dell'assenzio e lo beveva come se fosse un'esperienza mistico-religiosa. Ma alla fine, rimasto legale solo nei paesi dove non lo beveva quasi nessuno, alla lunga l'assenzio cadde nell'oblio, e venne dimenticato.
Ma a un secolo esatto dalla sua scomparsa, colpo di scena!
Un inghippo legale fece tornare l'assenzio improvvisamente legale in tutta Europa, e probabilmente senza che i legislatori se ne rendessero nemmeno conto.
L'unione Europea, a qualche anno dalla sua fondazione, si sedette infatti a un tavolo e decise di adottare una legislazione comune in materia di alcolici tra tutti i paesi, allo scopo di rendere il mercato comune più chiaro e lineare per tutti.
I paesi accettarono allora le nuove regole facendole proprie, e nel giro di qualche anno qualcuno si rese conto che la nuova legislazione rendeva 'di fatto' legale RIPRENDERE la produzione di assenzio VERO.
Fu così che, durante gli anni duemila, alcune distillerie cominciarono, pian piano, a produrre assenzi sempre più fedeli alla ricetta originale. Tra queste distillerie ce n'erano anche alcune storiche che semplicemente 'ripresero' a farlo perché esistevano ancora. Però gli ci volle qualche anno, okay? I primi assenzi dopo il ritorno alla legalità non erano infatti granché. A un secolo di distanza, il mondo intero era cambiato e le prime versioni dell'assenzio erano reinterpretazioni ''troppo libere per ragioni produttive. Gli alcolici oggigiorno si fanno in maniera industriale, e le loro ricette sono adeguate ai nuovi macchinari. L'assenzio, purtroppo per noi, non lo è, e per questo motivo costerà sempre un po' troppo. Ad ogni modo, col passare degli anni i produttori cominciarono a fare le cose fatte bene. E così adesso, se volete bere un assenzio 'vero', non solo potete farlo, ma non dovete nemmeno sborsare un occhio della testa. Oggigiorno parte della produzione 'pregiata' di certe distillerie viene dedicata infatti alla produzione di assenzio vero, fatto come si deve.


Un assenzio oggi troppo sottovalutato: l'assenzio Pernod. Il Pernod fu in sostanza la Coca Cola dell'assenzio: quello in base al quale venivano giudicati tutti gli altri. A cento anni di distanza dall'ultima bottiglia che Pernod avesse mai prodotto e sebbene fosse passata di mano a nuovi proprietari, quando l'assenzio tornò legale la Pernod rincominciò a produrlo.
Ma dopo un breve periodo di entusiasmo inziale tra il 2005 e il 2015, quando il ritorno dell'assenzio ebbe i suoi cinque minuti di gloria… Purtroppo tale ritorno non funzionò mai del tutto.
Una delle ragioni principali è economica: l'assenzio 'vero' non sarà mai economico da produrre quanto lo sono tequila, sambuca e altre bevande simili. La sua produzione è semplicemente troppo lunga e complicata. E purtroppo sì, il portafoglio ha il suo peso sulla faccenda. L'assenzio verde in particolare (che poi è il più richiesto) è ancora più laborioso da fare perché dopo la distillazione occorre un secondo processo di colorazione naturale (che costa altro tempo e altro denaro). Purtroppo per noi, tra il 2005–2015 l'assenzio non divenne mai talmente richiesto da eguagliare l'abbassamento dei prezzi raggiunto nell'ottocento, quando un bicchiere di assenzio costava come un bicchiere di vino.
L'altra ragione del suo insuccesso è pratica: l'assenzio è troppo lento da servire, e questo per i bar è un punto debole. Viene servito infatti al cliente assieme a dell'acqua a parte, e il cliente perde tempo nell'aggiungere acqua lentamente perché farlo è letteralmente uno spettacolo. Si chiama LOUCHE, ed è un spettacolo per davvero. E' a questo che Oscar Wilde paragonava la bellezza di un bicchiere di assenzio a quella di un'alba o di un tramonto.
L'assenzio AUTENTIQUE della Pernot è un assenzio molto pregiato. Notate il colore giallo. Molti assenzi storici erano gialli, piuttosto che verdi. Nota: gli assenzi Blanche (bianchi) sono trasparenti e probabilmente nacquero prima del più famoso assenzio verde.
La terza ragione del suo mancato ritorno è il gusto: l'assenzio sa principalmente di anice, e se alcune bevande a base di anice come la Sambuca sono di moda oggi, lo devono proprio al fatto che presero il posto dell'assenzio quando questo divenne illegale. Ad ogni modo, l'assenzio oggi giorno 'suona' né più né meno che come una variante della Sambuca, dunque per molti il prezzo non vale la candela. E pensare che è tutto il contrario!
In conclusione…
L'assenzio finalmente è tornato 'per davvero', ma purtroppo lo conoscono pochi, e tantissimi credono (a torto) che non sia più quello di una volta 'perché non da' allucinazioni' (!!!). E così, alla fine della fiera, tra ragioni economiche, gusto fuori moda e aspettative legate a leggende urbane, ecco che la fata verde non ha mai più ripreso piede come un tempo.
Quanto ai suoi sedicenti poteri allucinogeni… No, non li ha.
Lasciate perdere le stupidaggini sul TIJUONE, una molecola che 'assomiglierebbe' a quella della marijuana, e altre fesserie simili. I vecchi assenzi avevano meno Tijuone di quelli moderni!
Una cosa però è vera, e questa ve la posso garantire personalmente.


NIENTE ti dà alla testa come fa l'assenzio. Esattamente come la birra ti dà alla testa in un modo e il vino in un altro, l'assenzio ti dà alla testa in un altro modo ancora. Non ti da alluncinazioni, ma la 'balla' leggera da assenzio è diversa da qualunque altra. E stranamente sì, certe cose artistiche ti vengono meglio bevendo assenzio. Io sono uno scrittore (romanzi) e scrivere da brillo mi ha sempre dato un grande fastidio. Sul serio: birra, vino, superalcolici… Niente da fare. L'unica cosa che va bene per scrivere per me è sempre stato solo il caffé o l'assenzio, ma non troppo. Magari anche tanto, ma mai troppo.
Perché qualcosa di diverso, l'assenzio ce l'ha per davvero.
E' come se fosse una sorta di caffé nascosto tra gli alcolici: dove gli altri drink ti stordiscono, quello invece ti tiene in carreggiata… mentre ti ubriaca.
Ti ubriaca ma ti aumenta la concentrazione al tempo stesso. Diciamo che ti tiene in carreggiata mentre ti porta lentamente fuori strada, perché comunque ti ubriachi.
Non saprei descriverlo meglio di così. E sì, per me berlo è diverso da qualunque altra cosa.
Una cosa è certa: non si tratta di allucinazioni. Se è questo che andate cercando non lo troverete. E stiamo comunque parlando di una cosa sottilissima che si sente solo nel lungo periodo, quando lo bevi regolarmente per un po'. Ti accorgi veramente della differenza più che altro confrontandolo con gli altri alcolici, ma qualcosina di diverso ce l'ha di sicuro.
E stranamente, uno dei massimi esperti mondiali di assenzio, Ted Bureaux, la pensa in maniera molto simile alla mia. Anche lui parla di una sorta di 'svegliata' interiore che non ti dà nessun altro tipo di alcolico.




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