Una bevanda alcolica non è altro che
una soluzione, ossia un sistema omogeneo di qualcosa (l'alcool)
disciolto in qualcos'altro (acqua).
Col termine di alcool in una bevanda si
fa riferimento a quello etilico o, per meglio dire, all'etanolo
(CH₃CH₂OH). Il contenuto di
etanolo in una bevanda poi si chiama ABV (Alcohol By Volume)
ed è la percentuale di etanolo in un dato volume di acqua. In altre
parole, ABV è il numero di millilitri di etanolo in 100 millilitri
di soluzione a una data temperatura. Il metodo di misura dell'ABV non
è semplice, perché quando si mescolano acqua ed etanolo i loro
volumi non sono additivi (c'è una buona dose di termodinamica
chimica coinvolta) ma, in generale, più etanolo c'è e più una
bevanda è alcolica. Fin qui, tutto chiaro.
Un esempio di come possa variare l'ABV:
Bevande ad alta gradazione alcolica si
conoscono in tutto il mondo: si va dalle grappe nostrane (ABV fino al
60–70%) al celeberrimo assenzio (ABV tra il 45 e il 90%) fino al
cosiddetto spirito rettificato, l'alcool "puro" per
liquori.
Aumentando la percentuale di etanolo
quindi si ridurrebbe il volume di acqua e, perciò, una "sostanza
alcolica al 100%" sarebbe solo etanolo. Questo è ottenibile
solo attraverso pratiche di laboratorio molto difficili che, perciò,
ne sconsigliano l'uso pratico: le bevande alcoliche si ottengono per
distillazione
di erbe o sostanze che possiedono
un certo contenuto di etanolo. Questo contenuto è però presente in
una matrice acquosa, per cui la distillazione evapora l'etanolo (che
ha un punto di ebollizione più basso dell'acqua), lo rimuove
dall'acqua e lo condensa.
In teoria, questo processo ripetuto
molte volte dovrebbe estrarre frazioni di etanolo sempre meno ricche
di acqua. E così è, infatti. In realtà, però, la massima
percentuale di etanolo che si possa distillare arriva a un ABV di
circa 95–96%.
Questo fenomeno è dovuto al fatto che
le miscele acqua-etanolo formano un cosiddetto azeotropo
(parola fighissima! L'accento cade
sulla prima "o"), ossia una miscela di due liquidi la cui
composizione è costante e non si può cambiare per mezzo di una
semplice distillazione. Gli azeotropi sono un argomento affascinante
e complesso, molto comune in miscele di due o tre liquidi miscibili
le cui molecole possono interagire fortemente: acqua ed etanolo, ma
anche acqua e isopropanolo, cloroformio e metanolo eccetera.
In pratica, la distillazione prolungata
di miscele di acqua ed etanolo farà raggiungere al distillato una
composizione costante in cui l'ABV è circa 95–96.
La rimozione totale dell'acqua
residuale dalle miscele acqua-etanolo si può effettuare in
laboratorio con reagenti speciali (sodio metallico aggiunto alla
miscela che reagisce con l'acqua restante prima che con l'etanolo) o
a livello industriale con l'osmosi inversa.
In ogni caso, si tratta di processi
estremi che, anche se rimuovono l'acqua, sono sconvenienti dal punto
di vista commerciale perché l'etanolo arraffa acqua in qualsiasi
momento e, perciò, un'ipotetica bottiglia di "alcool 100%"
appena aperta assorbirebbe qualsiasi minima traccia di umidità
atmosferica.
Meglio accontentarsi della grappa col
suo ABV del 50–60%, ottenuta da una semplice ed efficiente
distillazione.
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