giovedì 15 ottobre 2020

Bevanda

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Una bevanda è un liquido adatto al consumo umano. Anche se la bevanda per eccellenza è sicuramente l'acqua, elemento indispensabile per la vita più del cibo, il termine molto spesso si riferisce per antonomasia alle bevande non alcoliche, fredde o calde, e a quelle alcoliche.
Molte bevande vengono preparate con una dose concentrata di prodotto (succo d'arancia, succo di limone) che viene diluita con acqua normale (bibite non gassate) o con acqua satura di anidride carbonica (bibite gassate).
Nella tradizione italiana il pasto è spesso accompagnato da un vino unico o da vari vini la cui scelta dipende principalmente dal tipo di menu, ma anche dall'importanza del pasto, pranzo o cena che sia, dai gusti dei commensali, dalle loro abitudini e, non ultime, dalle loro possibilità economiche.
Le minestre asciutte richiederebbero di bere solo acqua. Chi beve solo acqua, però, ad esclusione dei soli bambini, probabilmente non viene sufficientemente aiutato nella degustazione dei cibi e nella loro digestione. Bere un buon bicchiere di vino rosso a pasto è considerata un'abitudine salutare per la presenza dei polifenoli che combattono i radicali liberi e riducono il rischio di malattie cardiovascolari, anche se i possibili benefici vengono compensati dalla presenza di alcol che è a tutti gli effetti un veleno inoltre i polifenoli sono molto più abbondanti in frutta e verdura fresca.
Birra o bevande gassate sono per lo più lasciate al consumo di una pizza o di uno spuntino, mentre non è molto diffusa in Italia l'abitudine di accompagnare il pasto con bevande calde quali tè, tisane, latte o frappé.


Le bevande più diffuse

Alcune tra le bevande più diffuse sono:

Bevande analcoliche

  • Succo
    • Succo di frutta
    • Succo di verdura
  • Bibite (gassate e non gassate)
    • Aranciata
    • Limonata
    • Cedrata
    • Chinotto
    • Cola (Coca-Cola, ecc.)
    • Ginger ale
    • Energy drink (Red Bull, ecc.)
  • Sport drink (Gatorade, Powerade, ecc.)

Bevande non alcoliche a base di latte

  • Latte aromatizzato
  • Latte con cacao
  • Ovomaltina
  • Frappé
  • Bevande a base di yogurt

Bevande non alcoliche a base di latte vegetale

  • Latte di mandorla
  • Latte di riso
  • Latte di soia

Bevande calde, infusi
  • Bevande a base di caffè:
    • Cappuccino
    • Caffè
    • Espresso
  • Latte
  • Bevande a base di tè:
    • Tè aromatizzato (chai etc.)
    • Tè freddo
    • Bubble tea
    • Jagertee
  • Mate
  • Tisane
  • Decotti
  • Vin brulé



Bevande alcoliche

  • Superalcolici
  • Birra
  • Sidro
  • Cocktail alcolici
  • Grappa
  • Idromele
  • Liquore
  • Pastis
  • Sake
  • Tequila
  • Vino
  • Vodka
  • Whisky



La scelta del vino

La scelta di un vino è legata a regole dettate dalla propria esperienza e dall'esigenza di abbinare armonicamente il gusto di un piatto alle sue caratteristiche organolettiche. In genere si possono sintetizzare alcune indicazioni di massima tenendo presente che eccezioni e sperimentazioni personali sono sempre possibili (a proprio rischio).

Abbinamenti di vini più comuni
  • Vini bianchi con il pesce;
  • Vini rossi con piatti di carne;
  • Vini leggeri bianchi o rosati con le minestre, accompagnando il gusto con la salsa del condimento;
  • Vini delicati con pietanze dai sapori leggeri;
  • Vini robusti con sapori robusti e intingoli scuri;
  • Vini giovani con pietanze semplici;
  • Vini invecchiati con piatti elaborati;
  • Vini rotondi con minestre leggere e pietanze semplici;
  • Vini acidi e tannici con piatti grassi e cotti a lungo con salse sapide;
  • Vini più corposi, strutturati e invecchiati da ultimo con i formaggi;
  • Vini dolci o liquorosi con i dolci;
  • Spumanti secchi, brut o champagne, con antipasti leggeri o di pesce, ma anche a tutto pasto.
Infine, quando si organizza un pranzo (o una cena), occorre tener presente che le portate e i relativi vini dovrebbero essere serviti iniziando dai sapori più leggeri e delicati aumentando (eventualmente) l'intensità dei sapori e la forza dei vini che li accompagnano gradualmente nel corso del pasto.

Imbottigliamento

Gli impianti per l'imbottigliamento oggi sono completamente automatizzati: le bottiglie si muovono su un nastro trasportatore nei vari reparti.
Dopo il lavaggio e l'eventuale sterilizzazione cioè vengono eliminati tutti i batteri ed eventuale sporcizia, vengono avviate alla dosatrice, che versa una piccola dose concentrata di prodotto, e poi alla riempitrice, che le riempie con acqua satura di anidride carbonica; poi passano alle tappatrici, che le chiudono coi tappi a corona, e alle etichettatrici.

mercoledì 14 ottobre 2020

Frullatore

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Il frullatore è un utensile da cucina utilizzato per tritare, mescolare o emulsionare del cibo. Si compone, nella versione "classica", di una base contenente un motore elettrico (da appoggiare sul piano di lavoro), e di un recipiente verticale dotato di coperchio (detto "bicchiere") dove vengono inseriti gli ingredienti.
Il motore, generalmente dotato di più velocità di rotazione, aziona una lama metallica sagomata "a croce", posta alla base del bicchiere, la cui rapidissima rotazione permette di sminuzzare e mescolare gli ingredienti (ad esempio per produrre sfarinati di frutta a guscio oppure frullati di frutta o verdura), ovvero di emulsionarli, per produrre creme e salse "a freddo" (ad esempio la maionese). Versioni più recenti di frullatore presentano i componenti invertiti: il recipiente in posizione inferiore e il motore incorporato nel coperchio superiore, che aziona tramite un braccetto verticale la lama, posta comunque al fondo del recipiente. Vengono commercialmente chiamati "tritatutto", ma svolgono le stesse funzioni dell'utensile classico e hanno il vantaggio di essere più facili da svuotare e pulire, e inoltre consentono di cambiare la lama tra varie tipologie in dotazione.
L'inventore effettivo del frullatore (inizialmente noto come "vibratore") fu Stephen J. Poplawski.

martedì 13 ottobre 2020

Cicchetto




Il cicchetto, conosciuto anche col termine inglese shot, è un tipo di bicchiere. È un bicchiere molto piccolo e compatto atto a contenere solo distillati o liquori senza aggiunta di altro. La capacità in volume (comunque variabile) è approssimativamente da 35-50 ml. Viene tipicamente utilizzato per bere distillati, o comunque alcolici di medio-alta gradazione, a glò, alla goccia, o meglio, 'alla calata', ossia tutto d'un fiato.
In Italia, il cicchetto viene usato da oltre 200 anni, ed è molto popolare in locande per l'assaggio della grappa. Il bicchiere con vetro spesso nacque negli Stati Uniti durante il Proibizionismo, mentre la definizione Shot glass o Shotglass apparve negli anni quaranta. Il jigger o pony è il nome per un contenitore di metallo utilizzato per misurare o bere una quantità standard di liquore. Le distillerie americane hanno distribuito i bicchieri più sottili per il whisky con delle pubblicità, tra l'inizio del XIX secolo e l'inizio del proibizionismo. Sono decorati con molte immagini divertenti al punto di diventare oggetti da collezionismo.

Formati

Stati Uniti d'America
Negli Stati Uniti d'America, le misure dello shot glass sono:
  • Singolo shot glass ― 1.5 oz. ≈ 45 mL
  • Doppio shot glass ― 2.0 oz. ≈ 60 mL

Regno Unito
Nel Regno Unito, le misure sono invece:
  • Singolo ― 30 mL
  • Doppio ― 60 mL

Finlandia
In Finlandia, nei ristoranti che servono alcolici è permesso servire per ogni cliente un cicchetto di massimo 40 ml, vi è una legge che vieta di servire doppi.
  • 20 mL
  • 40 mL


Germania
In Germania, shot glass è tradotto in tedesco con diversi termini: Schnapsglas, Pinchen, Stamperl ossia più piccolo.
  • Singolo ― 20 mL
  • Doppio ― 40 mL

Slovacchia
In Slovacchia, le misure del cicchetto sono:
  • Piccolo ― 20 o 25 mL
  • Singolo ― 40 o 50 mL (più comune Pol deci (letteralmente Metà decilitro))
  • Doppio ― 80 o 100 mL

Sud Africa
In Sudafrica esiste una definizione governativa ufficiale:
  • Shot ― 20 mL

lunedì 12 ottobre 2020

Cucchiaio da bar

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Il cucchiaio da bar (bar spoon in inglese) è un tipo di cucchiaio utilizzato nella preparazione di cocktail. È dotato di un manico molto lungo sia per facilitare l'agitazione degli ingredienti nel mixing glass, sia per essere inserito in barattoli per l'estrazione di guarniture da aggiungere al drink (olive, ciliegine ecc.). Il centro del manico è spesso attorcigliato a spirale per facilitare l'agitazione tramite rotazione del cucchiaio stesso (l'agitazione per rotazione è un metodo di preparazione di alcuni cocktail). In taluni casi le estremità possono variare in base all'uso, ne esistono di diversi tipi: con il pestello per schiacciare frutta o altro, con la forchettina per prendere fette di limone o arancia, oppure a volte con un tipo di pestello più leggero per schiacciare ma solo delicatamente la frutta.

domenica 11 ottobre 2020

Dove si trova la birreria più vecchia d'Europa?

 


L'abbazia di Weihenstephan, dove sorge il più antico birrificio al mondo, in una cartina di metà 1800

La produzione di birra è ormai diffusissima nel mondo, e con l'esplosione delle artigianali assistiamo ogni anno alla nascita di nuove realtà. Tutto è però cominciato in Europa centinaia di anni fa, e ancora oggi alcuni birrifici testimoniano la capacità di superare la prova del tempo. Eccoli, dal più 'recente' al più 'antico'.


SMITHWICK – IRLANDA
È il birrificio più antico d'Irlanda, attivo sin dal 1710 e orgoglio della città di Kilkenny. La loro strong ale è l'asso nella manica per rivaleggiare con l'altro grande birrificio irlandese, Guinness, più giovane di soli 49 anni.


THREE TUNS – INGHILTERRA
È un birrificio molto piccolo, fondato nel 1642 e capace di produrre solo modiche quantità di birra (presente in sei varietà). Si vanta di essere stato il primo in Inghilterra a ottenere una licenza legale. Si trova nella contea dello Shropshire.


GROLSCH – PAESI BASSI
Produce birra sin dal 1615 ed è famoso soprattutto per la sua lager, sia per la qualità del prodotto sia per la bottiglia che lo contiene, con tappo richiudibile. Per visitare Grolsch bisogna raggiungere Groenlo, località situata nel sud-est dei Paesi Bassi, nella provincia della Gheldria.


STIEGL – AUSTRIA
Sorge a Salisburgo, è attivo sin dal 1492 e nella seconda metà del Settecento ha prodotto la birra scura preferita da Wolfgang Amadeus Mozart. Oggi è famosa soprattutto per le edizioni limitate che ogni anno lancia sul mercato.


HUBERTUS – AUSTRIA
Il nome deriva da Sant'Umberto, vescovo di Maastricht e poi di Liegi, e lo stemma del birrificio riporta la testa di un cervo con la croce cristiana tra le corna: è un riferimento all'apparizione che ebbe Umberto e che interpretò come un invito a concentrarsi meno sui piaceri terreni (la caccia in particolare) e dedicarsi ai doveri che il suo ruolo imponeva. Attivo sin dal 1454, ha nella pils il suo cavallo di battaglia.


BOLTEN – GERMANIA
Si trova a Korschenbroich, città della Renania Settentrionale-Vestfalia, e produce sin dal 1266 una caratteristica altbier, cioè una scura ad alta fermentazione.


WELTENBURG – GERMANIA
L'abbazia di Weltenburg è vicina di casa dell'abbazia Weihenstephan e di fatto le contende il primato di birrificio più antico del mondo: conti alla mano, però, a Weltenburg iniziarono la produzione 10 anni più tardi, un distacco minimo che però conta per il podio. Possono invece vantare il primato della dunkel lager, la birra scura più vecchia del mondo, ancora oggi prodotta ad altissimi livelli.


WEIHENSTEPHAN – GERMANIA
Il birrificio si trova all'interno dell'abbazia di Weihenstephan, in Baviera, e secondo alcuni documenti potrebbe aver cominciato a produrre birra nell'anno 768. Sicuramente lo fa dal 1040 e questo ne fa il più antico birrificio al mondo. La specialità è la hefeweizen, cioè la birra di frumento in versione non filtrata, bionda e torbida con il lievito in sospensione.


sabato 10 ottobre 2020

Stirrer

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Stirrer è un termine inglese il cui significato è fondamentalmente quello di "agitatore", sia pure con diverse applicazioni (tanto a persone quanto a oggetti) e sfumature. Nella lingua italiana, esistendo già vocaboli come "agitatore", "sobillatore", "provocatore" e simili riferiti alle persone, il suo impiego si è limitato agli oggetti e la parola non risulta ancora registrata dai dizionari proprio perché di uso poco comune e riservata ad ambiti specializzati. Essenzialmente lo stirrer indica un bastoncino per mescolare liquidi ("agitare", appunto) e rientra nella terminologia specifica o professionale di baristi e affini e in quella dei laboratori chimici. Con significato analogo ("rimescolatore"), ma applicato a prodotti di forma e natura ben diverse, si usa anche in campo siderurgico.

Lo stirrer per cocktail

Il cocktail stirrer, o anche drink stirrer, ma più spesso semplicemente stirrer, è uno strumento usato dal barista per preparare i cocktail e altre bevande. Consiste in una bacchetta in acciaio o in materie plastiche con l'estremità terminante a bulbo o in una palettina, con funzione simile ad un lungo cucchiaio (il cucchiaio da bar, per l'esattezza). Serve soprattutto per miscelare le bevande e il ghiaccio all'interno del mixing glass evitando di mescolarli direttamente con lo "scuotimento" dello shaker, operazione che può provocare la perdita dei loro aromi. Ne esistono di vari tipi, lunghezze e materiali, compresi alcuni ideati da designer di fama (come quelli in acciaio lucidato a specchio realizzati da Ettore Sottsass per un'originale utensileria della Alessi). Talvolta vengono inseriti nei bicchieri degli avventori; in tal caso non servono solo per mescolarne il contenuto, ma assumono anche una valenza estetica (quando non addirittura pubblicitaria).
Con il diffondersi dei distributori automatici di caffè, tè, latte ed altre bevande calde nei luoghi pubblici, negli uffici e ora anche a livello famigliare, il termine stirrer ha cominciato ad essere impiegato anche in Italia per indicare le palette monouso, solitamente in plastica ma talvolta anche in legno, con cui mescolare lo zucchero o altri dolcificanti in tali bevande.

Lo stirrer da laboratorio

Gli stirrer da laboratorio, talora detti anche "di precisione", sono invece realizzati in vetro e PTFE (PoliTetraFluoroEtilene); vengono utilizzati per miscelare o impedire la coagulazione di liquidi, cristalli, sospensioni solide e reagenti di varia natura presenti nei vasi e contenitori (relativamente lunghi e stretti) dei laboratori chimici e, se muniti di apposite scale graduate, per controllarne la temperatura (o altre caratteristiche). La moderna tecnologia elettronica tende comunque ad inglobare gli stirrer "scientifici" in apparecchiature decisamente più complesse nel funzionamento come nell'aspetto in confronto alle originarie e semplicissime asticelle di vetro, molto simili per altro alle loro omologhe dei bar. Oggi si parla quindi di macchinari come il digital stirrer, l'electronic stirrer o, fra i più noti, il magnetic stirrer, forse altrettanto conosciuto in Italia con il nome di agitatore magnetico.

Lo stirrer elettromagnetico

Utilizzato nell'industria siderurgica, lo stirrer (o "rimescolatore") elettromagnetico è una macchina elettrica congegnata in modo da produrre un campo magnetico rotante con relativo flusso interno all'acciaio fuso, le cui particolari caratteristiche provocano un raffreddamento diffuso e, di conseguenza, una maggiore omogeneità di solidificazione del metallo durante tutto il processo di colata continua. L'acciaio così ottenuto è meno soggetto alle classiche imperfezioni di forma, superficiali o interne che riducono o compromettono le prestazioni metallurgiche del prodotto finale e la sua successiva lavorabilità.


venerdì 9 ottobre 2020

Jigger

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Il jigger è un misurino per cocktail utilizzato negli Stati Uniti come dose standard di servizio nella preparazione dei cocktail. Un jigger equivale a 1,5 oncia liquida ovvero a circa 44 ml. Generalmente è realizzato in acciaio inox.Ne esistono in svariate misure sempre doppie dato che,quasi sempre i jigger hanno una forma a doppio imbuto,quindi troveremo jigger da 1/2 - 1 oz ,3/4 - 1.1/4 oz ,1 - 2 oz
 
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