martedì 8 febbraio 2022

Cedratine

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Il Cedratine è un distillato (liquore) prodotto da una miscela di agrumi e di erbe mediterranee.
È nato in Tunisia, dove viene ancora prodotto per la maggior parte. La sua gradazione alcolica è compresa tra 36% e 40%. È molto popolare anche in Corsica.
Il Cedratine può essere consumato direttamente a temperatura ambiente o fredda, o può servire come base per molti cocktail e per la macedonia di frutta.

lunedì 7 febbraio 2022

Anchor Brewing Company

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Anchor Brewing Company è una distilleria specializzata nella fabbricazione di birra ed alcolici con sede a San Francisco, in California. Fondata nel 1896, l'industria della birra fu riacquistata nel 1965 dal suo proprietario attuale, Fritz Maytag (Frederick Louis Maytag III per lo stato-civile), che la spostò nel 1979. È la sola industria della birra che produce la birra vapore (steam beer), anche chiamata California common beer.

Storia

Anchor Brewing Company è spesso considerata come l'azienda capo nelle vendite dei microbirrifici negli Stati Uniti. Quando il divieto venne tolto, molte piccole industrie della birra americane poterono riaprire e riprendere la loro produzione. La grande maggioranza vendeva la loro birra soltanto nei dintorni immediati del loro luogo di produzione. Quest'industrie della birra sono spesso un simbolo d'orgoglio nazionale per il maggior numero di immigranti di prima o seconda generazione, in particolare fra le comunità tedesche, polacche o della Repubblica Ceca. Negli anni 50 numerose di quest'industrie della birra continuarono a prosperare durante la seconda guerra mondiale. A partire da questo decennio, tuttavia, la comparsa della pubblicità teletrasmessa e dalle tattiche di marketing di massa favorisce l'espansione delle grandi industrie della birra, in particolare Anheuser-Busch, Schlitz, Pabst e Miller, a scapito delle industrie della birra locali, così il maggior numero poco a poco chiuderà le loro porte.
Nel 1965, Fritz Maytag riacquista il 51% dell'industria della birra Anchor per alcune migliaia di dollari. Alcuni anni più tardi, riacquista il resto del capitale.
Negli anni 80, la birra di Maytag, l'Anchor Steam Beer, inizia ad essere osservata a livello nazionale. La domanda esplode, e numerosi imitatori emulano il suo successo, una concorrenza che Maytag accoglie favorevolmente, non potendo soddisfare di per sé la sete improvvisa di birra artigianale del paese. L'ampiezza delle vendite delle microbrasserie, si vede anche la comparsa di numerosi pub, dove la birra è trattata sul posto in piccole quantità e spesso anche nei ristoranti.

Diversificazioni

L'industria della birra produce in varie occasioni delle serie limitate per diversi eventi.
Il birrificio vende la maggior parte della sua produzione sul mercato nazionale, ma esporta anche in Canada, in Australia e Nuova Zelanda, Giappone, nei Paesi Bassi, nel Regno Unito ed in Svezia.
Nel 1993, l'impresa ha aperto l'Anchor Distillery, una microdistilleria che opera nello stesso stabilimento del birrificio, producendo un whiskey single malt, Old Potrero, nominato secondo la collina di San Francisco dove è prodotto, produce anche un gin dal 1997, il Junípero un riferimento lontano all'esploratore spagnolo, Junípero Serra.
Lo stabilimento può essere visitato in settimana, soltanto per gruppi e su appuntamento.
Fritz Maytag è anche proprietario del settore York Creek Vineyards, un produttore di vino tra le contee di Napa e Sonoma.

Marche prodotte

  • Anchor Steam (dal 1896, 4,9% di alcool)
  • Liberty Ale (dal 1975, 6% di alcool)
  • Anchor Porter (dal 1972, 5,6% di alcool)
  • Old Foghorn Ale (dal 1975, 8/10% di alcool)
  • Anchor Small (dal 1997, 3,3% di alcool)

Birre stagionali

  • Summer Beer (dal 1984, 4,6% di alcool, una birra bianca venduta d'aprile a novembre)
  • Christmas Ale (dal 1975, 4/10% di alcool, disponibile da novembre a gennaio)
  • Anchor Bock Beer (dal 1975, 5,5%di alcool, disponibile da febbraio ad aprile)

Birre limitate

  • Ninkasi
  • Anchor Spruce Beer
  • Earthquake Beer
  • Potrero Commons Ale
  • Bookmaker's Beer
  • Trans Pac 1973

domenica 6 febbraio 2022

Birra Rosian

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La Birra Rosian è stata la birra prodotta dalla Fabbrica di Birra Rosian, fondata nel 1852 da Luigi Rosian, nel comune di Faido, nel Canton Ticino. Fu la prima fabbrica della bevanda tra Airolo e il Nord Italia. Divenne molto conosciuta per la qualità della birra prodotta, la quale vinse molti premi. La birreria si occupava pure della produzione del ghiaccio e dello spirito di birra. A causa della forte concorrenza l'azienda venne venduta alla Birra Bellinzona nel 1972.

Storia

La fabbrica venne fondata da Luigi Rosian, un uomo di origine bavarese giunto a Faido alcuni anni prima. La birra a quei tempi era ancora pressoché sconosciuta. Inizialmente la produzione era molto limitata, quanto bastava per dissetare gli abitanti della zona e per far conoscere la nuova bevanda. Il successo arrivò presto e la fabbrica si ingrandì. Si cominciò a vendere la Birra Rosian in tutto il Ticino.
Dopo la morte del fondatore prese in mano l'azienda il figlio Emilio Rosian, già birraio esperto grazie alle scuole specializzate frequentate nella Baviera. Molte furono le innovazioni portate dal nuovo dirigente: la costruzione di acquedotti per la fabbrica, la creazione di una centrale idroelettrica privata, l'impianto per la produzione e la conservazione del ghiaccio, e altro ancora. In quel periodo la birreria raggiunse i massimi storici, grazie anche ai lavori per la costruzione della Galleria ferroviaria del San Gottardo. Elevata fu la quantità di birra richiesta dai numerosi lavoratori.
Nel 1918 ci fu una crisi per la fabbrica, dovuta alla Prima guerra mondiale. L'impossibilità di procurarsi le materie prime necessarie hanno portato l'azienda sull'orlo del fallimento, ma grazie alle fatiche del successore Luigi Rosian Jr. la fabbrica rimase in vita.
Negli anni seguenti furono rinnovati molti impianti di produzione, si festeggiò il centesimo anniversario e la produzione continuò senza troppi problemi.
Negli ultimi dieci anni di vita la birreria di Faido produsse birra in quantità sempre minori di anno in anno, a causa della forte concorrenza creatasi dopo la liberalizzazione del mercato della birra.
Nel 1972 la birreria Rosian cessò la propria attività e venne acquistata dalla Birra Bellinzona, a sua volta assorbita dall'attuale Eichhof.

Curiosità

  • Buona parte del luppolo presente in Leventina è cresciuto a causa della coltivazione della birreria Rosian, attiva nei primi anni di fondazione dell'azienda.
  • Nella fabbrica era presente un piccolo bar con giardino, dal quale si poteva gustare la birra appena prodotta. Un'usanza degli abitanti di Faido era trovarsi la domenica pomeriggio nel giardino del bar.

Marche prodotte

  • Lagerbier
  • Spezial Hell
  • Starkbier
  • Bockbier

sabato 5 febbraio 2022

Cappuccino

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Il cappuccino è una bevanda di origine italiana composta da caffè e latte montato a vapore.
In Italia, il Paese dove è più diffuso, viene consumato tradizionalmente nel corso della mattina, a colazione o dopo, mai durante i pasti.

Storia

Il nome si riferiva alla somiglianza con l'abito marrone dei cappuccini. Pare che l'idea del cappuccino sia venuta da una preparazione viennese detta "Kapuziner", a base di caffè, panna montata e spezie, attestata dalla fine del XVIII secolo, poi adattata nei territori di Trieste e negli altri possedimenti italiani austroungarici. La diffusione del cappuccino italiano risale comunque agli anni trenta del Novecento.
Le macchine espresso necessarie per ottenere il caratteristico effetto del cappuccino si diffusero soltanto a partire dai primi anni del XX secolo, con il primo brevetto rilasciato a Luigi Bezzera nel 1901.

Preparazione

Solitamente viene bevuto zuccherato, spesso accompagnato da cornetti (croissant) o altri prodotti da forno o di pasticceria. Il cappuccino di solito è composto da circa 125 ml di latte e 25 ml di caffè. La schiuma (o, meglio, crema) dev'essere di bell'aspetto, densa, non ariosa e in quantità pari a circa un terzo della tazza da cappuccino. Talvolta, per completare, si aggiunge una spolverata di cacao o di cannella in polvere.
Esistono molte varianti nel mondo. In Italia le principali varianti sono cappuccino scuro e cappuccino chiaro. Ultimamente ad accrescere l'estetica del cappuccino ci sono le moderne tecniche dell'art coffee o latte art, con le quali è possibile decorarlo tramite disegni fatti con il bricchetto del latte o strumenti manuali.

venerdì 4 febbraio 2022

Carajillo

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Il carajillo è una sorta di caffè corretto dei paesi di lingua spagnola.
Si ottiene in genere con brandy, whisky, rum o cognac. Viene servito - anche a colazione - in bicchierini di vetro resistenti al calore. Vi sono numerose varianti ottenute ad esempio con liquori all'anice; è possibile inoltre l'aggiunta di chicchi di caffè e scorza di limone: questi ultimi ingredienti vengono eventualmente riscaldati insieme al liquore, il quale può rimanere separato dall'espresso al momento di servire.
La nascita della bevanda risalirebbe all'occupazione spagnola di Cuba. I conquistatori spagnoli avrebbero mischiato rum e caffè per darsi coraggio (coraggio si dice in spagnolo coraje, da cui derivano le parole corajillo e poi carajillo).

giovedì 3 febbraio 2022

Cioccolata calda






La cioccolata calda è una bevanda dolce composta da latte, zucchero e cacao o cioccolato, da cui il nome. Divenne molto popolare in Europa dopo che nel vecchio continente arrivò la pianta di cacao, proveniente dalle Americhe.

Storia

I primi coltivatori e assidui consumatori del cacao furono probabilmente gli Olmechi, un'antica popolazione che visse e si sviluppò nella regione Mesoamericana (l'odierno Messico centrale) e che colonizzò e civilizzò l'America intorno al 1500-1400 a.C. I Maya produssero in seguito una bevanda calda a base di cacao cui però aggiungevano i fagioli delle loro piantagioni, che si trovavano nella regione di Tabasco, nell'attuale Messico.
Loro chiamarono questa bevanda "xocoatl" (da "xocoztli" che significa "piccante, amaro" e "atl" che sta per "acqua": la "x" è un fonema derivante dalla lingua spagnola arcaica e che è stato sostituito nella lingua inglese dal fonema "sh"). La ricetta dello "xocoatl" era molto semplice: si arrostivano i fagioli insieme al cacao, ed a questo miscuglio semi solido si aggiungeva acqua (in modo da farlo diventare liquido) e un po' di pepe.
I Maya veneravano in maniera quasi religiosa questa bevanda ed i chicchi di cacao erano preziosi, tanto da essere usati come valuta di scambio economico. Dopo la scoperta dell'America (1492) Cristoforo Colombo inviò in Europa semi di cacao, ma le grandi potenze europee rispedirono al mittente tali piantagioni, preferendo accogliere al loro interno coltivazioni più facili da produrre. Quelli che il navigatore italiano chiamava indiani d'America continuarono a divinizzare le piante di cacao fino al 1517, anno in cui il conquistatore Hernán Cortés sbarcò sul litorale messicano, vicino l'odierna Veracruz, dove era ubicato l'impero azteco.
L'imperatore Montezuma II fece conoscere all'esploratore spagnolo la "chocolatl", una bevanda dolcissima a base di cioccolato condito con vaniglia e le spezie ed in modo che una volta preparato sia ridotto ad una schiuma avente la stessa consistenza del miele. La grande innovazione del "chocolatl" era che una volta introdotta in bocca essa diventava liquida grazie al freddo della saliva. Montezuma II consumava tale bevanda prima di entrare nel suo harem perché era convinto che la sostanza fosse afrodisiaca. Dopo la morte di Montezuma e la conquista dell'impero azteco, Cortés fu nominato governatore dei territori da lui conquistati (il "nuovo mondo").
In questa veste egli decise di inviare gratuitamente in Spagna tanti chili di cacao: la corte dell'imperatore Carlo V gradì moltissimo la nuova bevanda, tanto che la cioccolata calda divenne il vero status symbol delle classi sociali economicamente avanzate. La cioccolata calda era anche il regalo di nozze che Carlo V inviava quando un membro della sua famiglia sposava un nobile straniero: questi regali contribuirono alla diffusione della cioccolata calda in tutta Europa, diffusione favorita anche dal fatto che il sovrano non volle mai rendere pubblica la ricetta della cioccolata calda; nacquero in queste modo varie leggende sulla preparazione di questa dolcezza.

Sviluppo

La ricetta originale della cioccolata calda era una miscela di cacao, acqua, vino e vari tipi di spezie. Gli spagnoli cominciarono presto a riscaldare la miscela ed a dolcificarla con lo zucchero, che importavano dalle colonie dopo avere introdotto la coltivazione della canna da zucchero oltre oceano (la disponibilità di zucchero, cacao e caffè diede un notevole impulso all'arte culinaria, permettendo la nascita della pasticceria europea come arte autonoma). Furono i britannici ad avere l'idea di sostituire l'acqua con il latte e di consumare la "hot chocolate" dopo pranzo.
Nel XVIII secolo nacquero a Londra ed in varie zone dell'Inghilterra le chocolate house, che divennero celebri almeno quanto le coffee house: in questi luoghi i clienti potevano consumare liberamente una tazza di cioccolata calda e parlare senza censura di politica, economia, scienza e filosofia. La prima "Casa del Cioccolato" nacque proprio nella capitale londinese nel 1657, ma a causa del suo costo eccessivo la cioccolata calda fu per più di un secolo una bevanda rivolta esclusivamente all'élite della società. Il termine "cioccolata calda" è stato coniato probabilmente in Italia molto tempo dopo: inizialmente la bevanda era chiamata semplicemente cioccolata.
Quando però si diffusero le tavolette di cioccolato, vendute soprattutto nei bar, fu chiaro che bisognava aggiungere un aggettivo alla cioccolata liquida per distinguerla da quella solida. Nel 1828 nacque nei Paesi Bassi la prima macchinetta che produceva la cioccolata calda tramite un dischetto di plastica contenente cacao, acqua e latte che veniva filtrato meccanicamente. La fragranza della bevanda uscita dalla macchinetta era però diversa da quella originale, in quanto più acida. Si scoprì poco dopo che i progettisti della macchinetta avevano usato surrogato di cacao, che era meno gustoso rispetto al cacao originale ma che si legava più facilmente al latte e all'acqua calda.
Si è recentemente diffusa negli Stati Uniti d'America l'usanza di aggiungere la panna montata alla cioccolata calda: ciò rende la bevanda più dolce ma sicuramente più calorica. La fantasia dei baristi tuttavia non si ferma certo qui: dal miele al caffè, dal caramello alla crema, dai cereali alle noccioline, tutto può essere aggiunto (con risultati più o meno soddisfacenti) alla cioccolata calda. Oggi la cioccolata calda è bevuta ed apprezzata in tutto il mondo. La cioccolata calda è anche diffusissima in Europa (Italia compresa) ed in Asia (India in particolare). Recentemente è nata in Italia la cioccolata "fredda", la cui ricetta è uguale a quella calda ma che si ottiene attraverso un processo di raffreddamento del cacao.

Preparazione e consumo

La cioccolata calda si può preparare sia con cioccolato fondente in tavoletta sia con cioccolato in polvere, mescolati con latte e zucchero a piacere. Spesso viene aggiunto un addensante (farina, amido, fecola di patate, ecc.)
Soprattutto nelle zone di montagna dell'Europa, in relazione al fatto che la cioccolata calda viene spesso vista come una bevanda con cui riscaldarsi dopo lunghe esposizioni a temperature rigide, quali, ad esempio, quelle che si incontrano praticando lo sci alpino, si è diffusa la curiosa abitudine di considerare le 16:30, in contrapposizione alle 17:00 del famoso tè all'inglese, come l'ora della cioccolata calda, ossia il momento in cui, terminata l'attività sciistica, ci si può riunire per consumare insieme questa calda bevanda.

mercoledì 2 febbraio 2022

Cornetto





Il cornetto è una specialità di pasticceria: è la variante italiana del kipferl austriaco, o del più internazionale croissant (chiamato brioche nel Nord Italia). Si tratta di una specialità alimentare dolce o salata a forma di mezzaluna; la sua composizione è a base di: farina, burro, uova, acqua e zucchero, con l'aggiunta di tuorlo d'uovo spalmato sulla superficie per ottenere una colorazione più dorata.

Etimologia

Il nome di questa specialità deriva dalla sua forma che ricorda due piccole corna. Altresì in tedesco il nome trae origine dalla sua forma che ricorda una mezzaluna come d'altronde anche il termine francese croissant, ossia «crescente».

Origine

La specialità si diffuse in Italia e più specificatamente in Veneto subito dopo il 1683, grazie agli intensi rapporti commerciali tra l'allora Serenissima Repubblica di Venezia e Vienna. Bisognerà attendere invece il 1770 perché anche la Francia, con il matrimonio tra l'austriaca Maria Antonietta e il futuro re Luigi XVI, scopra il cornetto. La sua ricetta venne modificata dai pasticceri, che lo arricchirono di burro e lo battezzarono croissant.
Nel 1797, con il trattato di Campoformio e successivamente con l'istituzione del Lombardo Veneto, il kipferl o cornetto, insieme ai krapfen e al gulasch, accrebbe ulteriormente la propria popolarità. L'arte di prepararli divenne patrimonio di maestri fornai veneti.

Diffusione e preparazione

l cornetto può essere vuoto oppure farcito. Tra le possibili farciture troviamo la marmellata, la crema, la cioccolata e il miele, nonché formaggio e salumi nelle versioni salate. Tra le varianti dell'impasto vi è quella che utilizza farina integrale ai cereali. In Italia, il cornetto viene tradizionalmente consumato al bar per colazione insieme al cappuccino. Ma nel centro e sud Italia sono molto diffuse le cornetterie notturne.

Varianti

Polacca anconitana

Tipica di Ancona, ha una forma dritta, pasta gialla, tre soli giri di sfoglia, un ripieno costituito da un sottile strato di marzapane, ed è ricoperta da una leggera glassa a base di albume e zucchero. Le dimensioni sono più grandi rispetto a quelle del cornetto classico.
Deve il suo nome al fatto che i soldati del Secondo corpo polacco, che in seguito alla battaglia di Ancona avevano liberato la città, apprezzavano particolarmente questa variante del cornetto.

Polacca aversana

Tipica di Aversa, per una curiosa coincidenza ha lo stesso nome (ma non gli stessi ingredienti, né lo stesso aspetto) della variante precedente, dovuto però a motivi completamente diversi: una suora polacca diede la ricetta di un dolce tipico della sua terra ad un pasticciere aversano, che la rielaborò inventando due dolci diversi: un cornetto ed una torta.

 
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