La cioccolata calda è una
bevanda dolce composta da latte, zucchero e cacao o cioccolato, da
cui il nome. Divenne molto popolare in Europa dopo che nel vecchio
continente arrivò la pianta di cacao, proveniente dalle Americhe.
Storia
I primi coltivatori e assidui
consumatori del cacao furono probabilmente gli Olmechi, un'antica
popolazione che visse e si sviluppò nella regione Mesoamericana
(l'odierno Messico centrale) e che colonizzò e civilizzò l'America
intorno al 1500-1400 a.C. I Maya produssero in seguito una bevanda
calda a base di cacao cui però aggiungevano i fagioli delle loro
piantagioni, che si trovavano nella regione di Tabasco, nell'attuale
Messico.
Loro chiamarono questa bevanda
"xocoatl" (da "xocoztli" che significa "piccante,
amaro" e "atl" che sta per "acqua": la "x"
è un fonema derivante dalla lingua spagnola arcaica e che è stato
sostituito nella lingua inglese dal fonema "sh"). La
ricetta dello "xocoatl" era molto semplice: si arrostivano
i fagioli insieme al cacao, ed a questo miscuglio semi solido si
aggiungeva acqua (in modo da farlo diventare liquido) e un po' di
pepe.
I Maya veneravano in maniera quasi
religiosa questa bevanda ed i chicchi di cacao erano preziosi, tanto
da essere usati come valuta di scambio economico. Dopo la scoperta
dell'America (1492) Cristoforo Colombo inviò in Europa semi di
cacao, ma le grandi potenze europee rispedirono al mittente tali
piantagioni, preferendo accogliere al loro interno coltivazioni più
facili da produrre. Quelli che il navigatore italiano chiamava
indiani d'America continuarono a divinizzare le piante di
cacao fino al 1517, anno in cui il conquistatore Hernán Cortés
sbarcò sul litorale messicano, vicino l'odierna Veracruz, dove era
ubicato l'impero azteco.
L'imperatore Montezuma II fece
conoscere all'esploratore spagnolo la "chocolatl", una
bevanda dolcissima a base di cioccolato condito con vaniglia e le
spezie ed in modo che una volta preparato sia ridotto ad una schiuma
avente la stessa consistenza del miele. La grande innovazione del
"chocolatl" era che una volta introdotta in bocca essa
diventava liquida grazie al freddo della saliva. Montezuma II
consumava tale bevanda prima di entrare nel suo harem perché era
convinto che la sostanza fosse afrodisiaca. Dopo la morte di
Montezuma e la conquista dell'impero azteco, Cortés fu nominato
governatore dei territori da lui conquistati (il "nuovo mondo").
In questa veste egli decise di inviare
gratuitamente in Spagna tanti chili di cacao: la corte
dell'imperatore Carlo V gradì moltissimo la nuova bevanda, tanto che
la cioccolata calda divenne il vero status symbol delle classi
sociali economicamente avanzate. La cioccolata calda era anche il
regalo di nozze che Carlo V inviava quando un membro della sua
famiglia sposava un nobile straniero: questi regali contribuirono
alla diffusione della cioccolata calda in tutta Europa, diffusione
favorita anche dal fatto che il sovrano non volle mai rendere
pubblica la ricetta della cioccolata calda; nacquero in queste modo
varie leggende sulla preparazione di questa dolcezza.
Sviluppo
La ricetta originale della cioccolata
calda era una miscela di cacao, acqua, vino e vari tipi di spezie.
Gli spagnoli cominciarono presto a riscaldare la miscela ed a
dolcificarla con lo zucchero, che importavano dalle colonie dopo
avere introdotto la coltivazione della canna da zucchero oltre oceano
(la disponibilità di zucchero, cacao e caffè diede un notevole
impulso all'arte culinaria, permettendo la nascita della pasticceria
europea come arte autonoma). Furono i britannici ad avere l'idea di
sostituire l'acqua con il latte e di consumare la "hot
chocolate" dopo pranzo.
Nel XVIII secolo nacquero a Londra ed
in varie zone dell'Inghilterra le chocolate house, che
divennero celebri almeno quanto le coffee house: in questi
luoghi i clienti potevano consumare liberamente una tazza di
cioccolata calda e parlare senza censura di politica, economia,
scienza e filosofia. La prima "Casa del Cioccolato" nacque
proprio nella capitale londinese nel 1657, ma a causa del suo costo
eccessivo la cioccolata calda fu per più di un secolo una bevanda
rivolta esclusivamente all'élite della società. Il termine
"cioccolata calda" è stato coniato probabilmente in Italia
molto tempo dopo: inizialmente la bevanda era chiamata semplicemente
cioccolata.
Quando però si diffusero le tavolette
di cioccolato, vendute soprattutto nei bar, fu chiaro che bisognava
aggiungere un aggettivo alla cioccolata liquida per distinguerla da
quella solida. Nel 1828 nacque nei Paesi Bassi la prima macchinetta
che produceva la cioccolata calda tramite un dischetto di plastica
contenente cacao, acqua e latte che veniva filtrato meccanicamente.
La fragranza della bevanda uscita dalla macchinetta era però diversa
da quella originale, in quanto più acida. Si scoprì poco dopo che i
progettisti della macchinetta avevano usato surrogato di cacao, che
era meno gustoso rispetto al cacao originale ma che si legava più
facilmente al latte e all'acqua calda.
Si è recentemente diffusa negli Stati
Uniti d'America l'usanza di aggiungere la panna montata alla
cioccolata calda: ciò rende la bevanda più dolce ma sicuramente più
calorica. La fantasia dei baristi tuttavia non si ferma certo qui:
dal miele al caffè, dal caramello alla crema, dai cereali alle
noccioline, tutto può essere aggiunto (con risultati più o meno
soddisfacenti) alla cioccolata calda. Oggi la cioccolata calda è
bevuta ed apprezzata in tutto il mondo. La cioccolata calda è anche
diffusissima in Europa (Italia compresa) ed in Asia (India in
particolare). Recentemente è nata in Italia la cioccolata "fredda",
la cui ricetta è uguale a quella calda ma che si ottiene attraverso
un processo di raffreddamento del cacao.
Preparazione e consumo
La cioccolata calda si può preparare
sia con cioccolato fondente in tavoletta sia con cioccolato in
polvere, mescolati con latte e zucchero a piacere. Spesso viene
aggiunto un addensante (farina, amido, fecola di patate, ecc.)
Soprattutto nelle zone di montagna
dell'Europa, in relazione al fatto che la cioccolata calda viene
spesso vista come una bevanda con cui riscaldarsi dopo lunghe
esposizioni a temperature rigide, quali, ad esempio, quelle che si
incontrano praticando lo sci alpino, si è diffusa la curiosa
abitudine di considerare le 16:30, in contrapposizione alle 17:00 del
famoso tè all'inglese, come l'ora della cioccolata calda, ossia il
momento in cui, terminata l'attività sciistica, ci si può riunire
per consumare insieme questa calda bevanda.