martedì 10 maggio 2022

Bombardino

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Il bombardino è una bevanda a base di panna, zabajone caldo, brandy e caffè (la ricetta varia a seconda delle zone). Ha origini lombarde nasce a Livigno, in provincia di Sondrio, alla baita del Mottolino, ma è ormai diffuso in molte località sciistiche di tutta Italia.
È venduto nelle baite e sulle piste da sci. Il suo nome deriva infatti dalla vampata di calore che ne seguirebbe l'ingerimento, reazione dovuta sia alla temperatura della bevanda che alla gradazione alcolica (circa 30°).
Esistono tre varianti sempre a base di zabajone caldo:
  • Calimero (zabajone e caffè espresso),
  • Pirata (zabajone e rum),
  • Scozzese (zabajone e whisky).

Origine

La leggenda narra che un giovane genovese, di cui non è certo il nome, girò le spalle al mare per andare a vivere in montagna. Dopo un lungo periodo da Ufficiale degli Alpini gli venne dato in gestione il rifugio del Mottolino. Quattro amici seduti al bar del rifugio si misero a pensare ad un possibile cocktail che potesse riscaldare dal freddo gelido dell'inverno. Tra tutte le combinazioni possibili quella più promettente fu latte, whisky e zabajone, il tutto scaldato fino a renderlo quasi bollente. Un cliente lo provò e disse: "Accidenti! È una bombarda!". Il genovese non se lo fece ripetere due volte e lo chiamò Bombardino.
Con il tempo il latte è stato sostituito dalla panna e il whisky con del brandy o rum.
In seguito un lavorante diffuse la ricetta alle baite concorrenti finché il bombardino non diventò bevanda servita comunemente in altre mescite del paese ed in seguito pressoché in tutte le località sciistiche.





lunedì 9 maggio 2022

Boza

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La Boza, anche Bosa (dal turco: boza), è una bevanda fermentata popolare in Kazakistan, Turchia, Kirghizistan, Albania, Bulgaria, Macedonia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, parti della Romania, Serbia, Ucraina, Polonia e Lituania.
È una bevanda di malto, a base di mais e di grano in Albania, grano fermentato in Turchia e di frumento o di miglio in Bulgaria e Romania. Ha una consistenza densa e una bassa gradazione alcolica (di solito circa l'1%), oltre ad avere un sapore leggermente acido dolce. Ci sono diversi tipi di Boza, i più importanti dei quali sono la Boza bulgara, albanese e turca.

domenica 8 maggio 2022

Brindisi (saluto)

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Con brindisi s'intende l'atto di alzare un bicchiere pieno di una bevanda (generalmente alcolica) e di bere alla salute di qualcuno. Il gesto comprende il toccare o lo sfiorare i bicchieri dei commensali.
Il brindisi è diffuso in tutto il mondo; variano, ovviamente, le esclamazioni accompagnatorie usate.

Etimologia

Brindisi deriva dallo spagnolo brindis, mutuato dal tedesco bring dir's, cioè “lo porto a te", intendendo il saluto, espressione trasmessa dai lanzichenecchi alle truppe spagnole.

Esclamazioni tipiche

Cin cin è l'esclamazione più comune in Italia all'atto del brindisi. Ha origini cinesi: deriva infatti da qǐng qǐng (请请; Wade-Giles: ch'ing ch'ing), che significa "prego, prego", promosso nell'uso anche per la somiglianza onomatopeica con il suono prodotto dal battere due bicchieri tra loro. Usato tra i marinai di Canton come forma di saluto cordiale ma scherzoso, fu esportato nei porti europei.
Prosit è una parola latina significa "sia utile, faccia bene, giovi", o anche "sia a favore", terza persona singolare del congiuntivo presente del verbo latino prōsum, prodes, prōfui, prodesse ("giovare", "essere di vantaggio"). È utilizzata come esclamazione all'atto del brindisi. La parola è usata anche in campo liturgico al rientro in sagrestia, dopo la conclusione della Messa, dai ministranti verso il celebrante, il quale risponde con "Deo gratias vobis quoque".
Nell'antica Grecia si usava declamare discorsi o versi poetici durante il brindisi e l'usanza richiedeva che le parole fossero improvvisate.
Dal Seicento in poi, si diffuse il cosiddetto brindisi poetico e numerosi furono gli autori che se ne occuparono, da Gabriello Chiabrera a Giovanni Mario Crescimbeni, per non parlare del Brindisi funebre carducciano.

Nelle altre lingue

  • afrikaans: gesondheid.
  • albanese: gëzuar.
  • armeno: genatzt.
  • azero: afiyæt oslun.
  • bulgaro: наздраве (nazdrave).
  • cantonese: gom bui.
  • ceco: na zdraví.
  • cinese yung sing, gan bei, gānbēi.
  • coreano: konbae (più raro: chukbae).
  • croato: živjeli.
  • danese: skål.
  • ebraico: l'chaim.
  • egiziano (arabo): fee sihetak, bisochtak.
  • esperanto: je via sano.
  • estone: tervist.
  • finlandese: kippis.
  • francese: santé, tchin tchin.
  • gaelico: slangiva.
  • georgiano: vakhtanguri.
  • giapponese: kanpai.
  • greco: στην υγειά σου/σας (stín ygeiá sou/sas); Εις υγείαν! (eis ygeían)
  • groenlandese: kassutta, imeqatigiitta.
  • hawaiano: okole maluna.
  • hindi: pro.
  • inglese: cheers.
  • irlandese: sláinte.
  • islandese / norreno: skál.
  • lettone: uz veselibu.
  • libanese (arabo): kessak.
  • lituano: į sveikatą.
  • malayalam: adi aliya.
  • macedone: na zdravje.
  • norvegese: skål.
  • olandese: proost, gezondheid.
  • polacco: na zdrowie.
  • portoghese: saúde.
  • romena: pentru sanatate, noroc.
  • russo: ваше здоровье (vaše zdorov'e).
  • scozzese: slainte.
  • siriano (arabo): kasak.
  • slovacco: na zdravie.
  • somalo: auguryo.
  • spagnolo: salud.
  • svedese: skål.
  • swahili: maisha marefu.
  • tedesco: Prost, zum Wohl.
  • tagalog: tagay, kampay.
  • turco: şerefe.
  • ucraino: будьмо (budmo).
  • ungherese: kedves egeszségedre.
  • srpski: "ziveli","na zdarvlje".

Origine

L'edizione del 1910 dell'Enciclopedia Britannica, in merito all'origine dell'usanza, dice: "L'usanza di bere ‘alla salute' dei vivi deriva molto probabilmente dall'antico rito religioso di bere in onore degli dèi e dei defunti. Ai pasti i greci e i romani versavano libagioni agli dèi, e ai banchetti cerimoniali bevevano in onore degli dèi e dei defunti", aggiungendo: "Il bere alla salute dei vivi dev'essere stato strettamente collegato a queste usanze che in sostanza equivalevano a libagioni". Un'opera più recente (1995) dice: "[Il brindisi] è probabilmente un vestigio religioso di antiche libagioni sacrificali in cui un liquido sacro veniva offerto agli dèi: sangue o vino in cambio di un desiderio, una preghiera riassunta con le parole 'lunga vita!' o 'alla salute'".

Curiosità

  • In giapponese cin cin può confondersi facilmente con la parola chinchin (hiragana: ちんちん; katakana: チンチン, fonologicamente tintin), che significa, tra le altre cose, "pene" (specie nel linguaggio infantile); simile, con lo stesso significato, anche ochinchin (kanji: 御珍々).


sabato 7 maggio 2022

A livello di produzione : Le birre artigianali sono qualitativamente migliori delle birre industriali?

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Perché una domanda del genere abbia senso dobbiamo stabilire che per "birra industriale" non si intenda la Peroni o la Becks ma una birra di qualità, come Birra del Borgo o Birrificio del Ducato, ovvero ex birrifici artigianali ora acquistati da grandi gruppi.
Detto ciò, dal punto di vista prettamente produttivo una birra industriale non può che essere migliore.
I controlli sanitari sono rigidi, così come quelli sulle materie prime, le modalità di conservazione sono studiate, gli imballaggi di qualità ed il tutto orchestrato da una grande società.
Se compro una Machete di Birrificio del Ducato sono sicuro sia sempre uguale, sia che la compri a Parma sia che la compri a Napoli.
Purtroppo invece per quanto riguarda i microbirrifici artigianali, spesso la birra è differente da una cotta all'altra e non è per nulla raro trovare una bottiglia/lattina non buona. E lo dice un grandissimo appassionato.
Certo, il piccolo birrificio può permettersi di sperimentare e creare birre fantastiche, dato anche il bacino di clientela molto piccolo. Una grande azienda brassicola lancerà sul mercato un nuovo prodotto solo dopo che questo è già stato sdoganato dai piccoli.

venerdì 6 maggio 2022

Che cosa sono le birre di natale?

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Le birre di natale sono birre tipicamente di tradizione Belga che hanno delle specifiche proprietà:
  • Grado alcolico tipicamente elevato
  • luppolatura pressochè inesistente
  • speziatura estremamente elevata
  • colorazione tipicamente ‘scura’ (dal marrone al nero)
  • decisamente poco beverine
  • tendenza allo stucchevole
Questo significa che si possono trovare delle eccezioni ma tendenzialmente il risultato sarà una birra molto corposa, con sentori di anice stellato (per dare un esempio di quali effetti porti la speziatura), con una presenza di alcool di minimo 9% del volume.
Cosa apporta queste caratteristiche?
  • Grado alcoolico: zucchero candito, gravità del mosto estremamente alta e un lievito selezionato per poter ‘resistere’ e vivere in un ambiente molto alcolico
  • luppolatura inesistente: in belgio il luppolo è davvero poco usato
  • speziatura: dalla presenza di frutta alle bacche, in belgio tendono ad usare davvero una quantità ed una varietà di spezie da renderli famosi o in alcuni casi famigerati :)
  • colorazione: l’utilizzo di malti fortemente tostati al limite tale da ritrovare sentori di cioccolato.
  • poco beverine: stesso motivo della colorazione, l’utilizzo di malti poco fermentabili comporta una densità finale decisamente alta.





giovedì 5 maggio 2022

Caffè alla valdostana

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Il caffè alla valdostana (in francese, café à la valdôtaine; in patois valdostano café à la cognèntse) è un modo comunitario di bere il caffè, tipico costume della cucina valdostana. Richiede un contenitore apposito, grolla o coppa dell'amicizia, intagliato in un pezzo di legno.

Storia

In Valle d'Aosta, come nel resto d'Europa, il caffè si diffuse a cavallo tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo.
La diffusione iniziale, come si deduce dal nome in patois valdostano, café à la cognèntse, si riferisce a Cogne.
Le varietà di caffè normalmente utilizzate per il caffè alla valdostana sono quella arabica e quella robusta.

Attrezzi

Esistono due modi per bere il caffè alla valdostana: con la grolla o con la coppa dell'amicizia.
  • La coppa dell'amicizia (in francese, coupe de l'amitié) è un recipiente di legno con coperchio e vari beccucci usato soprattutto in Valle d'Aosta.
Viene spesso chiamata erroneamente grolla, che invece è più alta e stretta.
  • La Grolla (nome connesso con Graal), è un calice da vino in legno tradizionale della Valle d'Aosta. Solitamente è realizzata al tornio e rifinita con intagli a mano. Il legno più utilizzato è quello di noce seguito da quello di acero. Questi tipi di legno conferiscono un sapore particolare al contenuto senza il rischio di spaccarsi per il calore.
Una volta usato solo per bere in compagnia (à la ronde), è ora utilizzato quasi esclusivamente come souvenir e trofeo in varie manifestazioni.

Ricetta

Esistono numerose ricette abbastanza simili per preparare questo caffè:

Ingredienti

4 tazzine di caffè 2 tazzine di grappa valdostana 8 cucchiaini di zucchero scorzette di limone scorzette d'arancio.

Preparazione

Versate, nella tipica coppa dell'amicizia, il caffè, che deve essere lungo, aggiungete lo zucchero, le scorze d'arancio e di limone. Cospargete l'orlo della coppa con zucchero, bagnandolo con la grappa e versandone il resto nel caffè. Appiccate il fuoco al liquido, rimestando con un cucchiaio e lasciando bruciare fino a quando lo zucchero sul bordo non sia caramellato. I convitati berranno, una volta spenta la fiamma con il coperchio, uno dopo l'altro e in senso antiorario, dai diversi beccucci della coppa (“à la ronde”).






mercoledì 4 maggio 2022

Calimocho

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Il calimocho (dal basco kalimotxo) è una bevanda alcolica composta approssimativamente per la metà di vino rosso (solitamente di bassa qualità) e per il restante 50% da una bevanda analcolica a base di cola. Tra i nomi alternativi ricordiamo rioja libre (da rioja e cuba libre), El Cuba Libre del pobre (Cuba libre da poveri) e kali o motxo (abbreviazione del nome basco). Spesso viene consumato durante il botellón. Il celebre filosofo Marco Invernizzi la apprezzava particolarmente, specialmente nel periodo estivo.

Diffusione

Probabilmente nato nel nord della Spagna, più precisamente nei Paesi Baschi, si è diffuso successivamente in tutta la nazione iberica; nel corso degli anni è diventato comune anche nel resto d'Europa e non solo. In Cile questa bevanda è conosciuta come jote (avvoltoio collorosso in spagnolo cileno), in Croazia come bambus, in Repubblica Ceca come houba, in Italia come Venerabile, in Ungheria come vadász (cacciatore) o vörösboros kóla.

Ortografia

La parola kalimotxo è stata usata nei Paesi Baschi meridionali fin dagli anni settanta. Divenendo una parola di uso comune in tutta la Spagna è stata in seguito adottata la grafia castellana calimocho. In catalano è in uso anche la grafia calimotxo.
Dopo la diffusione in Italia di questa bevanda il nome è stato talvolta italianizzato in calimocio.






 
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