lunedì 21 marzo 2022

Strainer

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Il cocktail strainer (o, più brevemente e comunemente, strainer) è un accessorio da bar, assimilabile a un colino, usato per rimuovere il ghiaccio dai cocktail dopo essere stati miscelati o agitati. Lo strainer viene posto sopra la bocca del mixing-glass o sopra la parte dello shaker dal quale il cocktail viene versato (solo nel caso in cui non si utilizzi uno shaker del tipo con colino integrato). È dotato di fori o tagli che consentono esclusivamente il passaggio del liquido. Esistono differenti tipologie di strainer in base ai differenti usi.

domenica 20 marzo 2022

Stirrer

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Stirrer è un termine inglese il cui significato è fondamentalmente quello di "agitatore", sia pure con diverse applicazioni (tanto a persone quanto a oggetti) e sfumature. Nella lingua italiana, esistendo già vocaboli come "agitatore", "sobillatore", "provocatore" e simili riferiti alle persone, il suo impiego si è limitato agli oggetti e la parola non risulta ancora registrata dai dizionari proprio perché di uso poco comune e riservata ad ambiti specializzati. Essenzialmente lo stirrer indica un bastoncino per mescolare liquidi ("agitare", appunto) e rientra nella terminologia specifica o professionale di baristi e affini e in quella dei laboratori chimici. Con significato analogo ("rimescolatore"), ma applicato a prodotti di forma e natura ben diverse, si usa anche in campo siderurgico.

Lo stirrer per cocktail
Il cocktail stirrer, o anche drink stirrer, ma più spesso semplicemente stirrer, è uno strumento usato dal baristaper preparare i cocktail e altre bevande. Consiste in una bacchetta in acciaio o in materie plastiche con l'estremità terminante a bulbo o in una palettina, con funzione simile ad un lungo cucchiaio (il cucchiaio da bar, per l'esattezza). Serve soprattutto per miscelare le bevande e il ghiaccio all'interno del mixing glass evitando di mescolarli direttamente con lo "scuotimento" dello shaker, operazione che può provocare la perdita dei loro aromi.  Ne esistono di vari tipi, lunghezze e materiali, compresi alcuni ideati da designer di fama (come quelli in acciaio lucidato a specchio realizzati da Ettore Sottsass per un'originale utensileria della Alessi). Talvolta vengono inseriti nei bicchieri degli avventori; in tal caso non servono solo per mescolarne il contenuto, ma assumono anche una valenza estetica (quando non addirittura pubblicitaria).
Con il diffondersi dei distributori automatici di caffè, tè, latte ed altre bevande calde nei luoghi pubblici, negli uffici e ora anche a livello famigliare, il termine stirrer ha cominciato ad essere impiegato anche in Italia per indicare le palette monouso, solitamente in plastica ma talvolta anche in legno, con cui mescolare lo zucchero o altri dolcificanti in tali bevande.

Lo stirrer da laboratorio
Gli stirrer da laboratorio, talora detti anche "di precisione", sono invece realizzati in vetro e PTFE(PoliTetraFluoroEtilene); vengono utilizzati per miscelare o impedire la coagulazione di liquidi, cristalli, sospensioni solide e reagenti di varia natura presenti nei vasi e contenitori (relativamente lunghi e stretti) dei laboratori chimici e, se muniti di apposite scale graduate, per controllarne la temperatura (o altre caratteristiche). La moderna tecnologia elettronica tende comunque ad inglobare gli stirrer "scientifici" in apparecchiature decisamente più complesse nel funzionamento come nell'aspetto in confronto alle originarie e semplicissime asticelle di vetro, molto simili per altro alle loro omologhe dei bar. Oggi si parla quindi di macchinari come il digital stirrer, l'electronic stirrer o, fra i più noti, il magnetic stirrer, forse altrettanto conosciuto in Italia con il nome di agitatore magnetico.

Lo stirrer elettromagnetico
Utilizzato nell'industria siderurgica, lo stirrer (o "rimescolatore") elettromagnetico è una macchina elettrica congegnata in modo da produrre un campo magneticorotante con relativo flusso interno all'acciaio fuso, le cui particolari caratteristiche provocano un raffreddamento diffuso e, di conseguenza, una maggiore omogeneità di solidificazione del metallo durante tutto il processo di colata continua. L'acciaio così ottenuto è meno soggetto alle classiche imperfezioni di forma, superficiali o interne che riducono o compromettono le prestazioni metallurgiche del prodotto finale e la sua successiva lavorabilità.


sabato 19 marzo 2022

Martini (cocktail)

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Il Martini o Martini Dry è un celebre cocktail pre-dinner a base di gin e vermut dry. È un cocktail ufficiale della IBA, con il nome "Dry Martini".

Composizione e preparazione

  • 6 cl di gin
  • 1 cl di dry vermut
  • 1 oliva verde
  • 1 fettina di limone
Prendere una coppa da Martini e riempirla di cubetti di ghiaccio in modo da raffreddarne le pareti e farla restare molto fredda durante tutta la preparazione del cocktail, poi riempire anche un mixing glass di cubetti di ghiaccio. Eliminare l'acqua in eccesso dal mixing glass. Aromatizzare il ghiaccio aggiungendo 1 cl di vermouth dry nel mixing glass, mescolando. Ripetere l'aromatizzazione del ghiaccio rimasto nel mixing glass, questa volta con 6 cl di gin. Versare il gin nella coppa martini, sempre filtrandolo dal ghiaccio. Spremere leggermente l'olio di un pezzo di scorza di limone sopra il cocktail. Aggiungere quale guarnizione un'oliva verde.

Nome

L'origine del nome è dibattuta. Qualcuno dice sia il nome del barista italiano che per primo, nella New York del 1912, l'avrebbe preparato per John D. Rockefeller. Altri dicono derivi dal celebre cocktail di Jerry Thomas (detto the professor) il Martinez (1850), secondo altri il Martinez fu trasformato in Martini da Julio Richelieu nel 1870, altri ancora dicono sia legato alla "Martini & Rossi".

Varianti

Esistono diverse varianti del Martini, come lo Sweet Martini, il Martini Perfect ed il Medium Martini, oltre al Martini Vodka, la cui variante è il Vesper cocktail, divenuto celebre poiché cocktail preferito da James Bond. Il Martini Dry faceva parte delle 6 ricette fondamentali del "The Fine Art of Mixing Drinks" di David A. Embury, del 1948.
La ricetta proposta da Embury era la seguente:
  • 7 parti di gin
  • 1 parte di vermouth (dry)
Una versione molto secca è rappresentata dal Martini Hemingway, che prende il nome proprio dal famoso scrittore e si prepara mescolando Martini dry (1 parte) nel mixing glass con ghiaccio, quindi buttare via il Martini e mescolare alla stessa maniera 9 parti di gin. Versare quindi il contenuto nella classica coppetta precedentemente raffreddata e, prima di servire, strizzare una piccola scorza di limone 2 volte.







venerdì 18 marzo 2022

mixing-glass

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Il mixing-glass (letteralmente "bicchiere per mescolare") è un bicchiere in vetro utilizzato nella preparazione di cocktail. È generalmente graduato e dotato di un beccuccio per riversare il liquido in esso contenuto nei bicchieri in cui viene servita la bevanda. Il mixing-glass è indicato per miscelare quei cocktail che, contenendo ingredienti particolarmente delicati quali distillati, vini e liquori non opachi (definiti in gergo "limpidi"), devono essere semplicemente mescolati e non agitati con lo shaker.
La tecnica di utilizzo di questo strumento consiste nel suo riempimento con ghiaccio fino a tre quarti della sua capacità per raffreddarne le pareti, successivamente si scola l'acqua in eccesso, si versano gli ingredienti, si miscelano con un cucchiaio da bar a manico lungo (bar spoon) o con lo stirrer ed infine, prendendolo dall'estremità inferiore e aiutandosi con lo strainer (uno strumento per trattenere il ghiaccio), si versa il contenuto nei bicchieri.



giovedì 17 marzo 2022

Paszkowski

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Paszkowski è un locale storico di Firenze, situato in Piazza della Repubblica 31-35/r.
Fondato nel 1846 come birreria dall'omonima famiglia polacca, il locale assunse già dopo poco tempo quelle caratteristiche di Caffè Concerto che l'hanno fatto conoscere anche a livello internazionale, e presenta ancora oggi belle sale in stile primo Novecento. Tuttora vi si tengono serate musicali, anche se l'epoca d'oro della letteratura fiorentina è tramontata. Nelle sale interne si svolgono meeting, convegni e sfilate di moda.
Il caffè fu punto di incontro di intellettuali fiorentini o di passaggio a Firenze, tra i quali diversi protagonisti della cultura italiana della prima metà del XX secolo (basti pensare a Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini, Ardengo Soffici, Dino Campana, Gabriele D'Annunzio, e poi a Eugenio Montale, Vasco Pratolini, Gaetano Salvemini, Umberto Saba). Un suo celebre proprietario, Karol Paszkowski, fu console onorario di Polonia a Firenze, e suo figlio Stanislaw (italianizzato in Stanislao), i cui resti riposano nel Cimitero delle Porte Sante, sposò la figlia di Giovanni Papini, Viola.
Nel 1991 è stato dichiarato Monumento Nazionale.
Francesco Nuti si ispirò al nome del locale per il suo film del 1988 Caruso Pascoski di padre polacco.
Solo pochissimi fiorentini, naturalmente, riescono a pronunciare correttamente il nome polacco del locale (la cui pronuncia corretta sarebbe "Pashkòfski"), che viene quasi sempre storpiato in "Pascòschi".

mercoledì 16 marzo 2022

Questa distilleria olandese trasforma i bulbi di tulipani in pregiatissima vodka

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Una bottiglia di vodka "Pure" contiene circa 350 bulbi, e costa 295 euro. Però non produce scarti ed è una bomba.
Nel 2014, Joris Putman, giovane attore prodigio poi diventato regista, ha mollato tutto per inseguire il suo vero sogno di business: inventare qualcosa, un prodotto. A 30 anni, il giovane olandese non aveva la minima idea di cosa avrebbe creato, né da dove cominciare. Ma una cosa era già decisa: questo fantomatico prodotto avrebbe dovuto in qualche modo contenere l'iconico tulipano, simbolo del suo paese d'origine.
Quattro anni più tardi, la vodka di tulipani olandesi di Putman—un distillato da 40 gradi fatto esclusivamente con due ingredienti, acqua e tulipani—sta facendo perdere la testa agli esperti e ai curiosi di tutto il mondo.
Una volta trovata l'idea, a Putman sono bastati cinque minuti per definire l'intero processo.
"I miei amici mi avevano suggerito di produrre un distillato partendo da un cereale, ma non mi sembrava molto interessante, avrei semplicemente fatto la stessa cosa che avevano già fatto in tanti," dice. "Ma il suggerimento mi ha aiutato a unire i puntini. Ho subito immaginato i tulipani, il liquore e la vodka, e poi in pochi minuti avevo in testa il metodo e mi sono dato da fare per iniziare la fase di test."
Anche se la "vodka ai tulipani" potrebbe sembrare una trovata geniale per attirare i turisti, il legame tra Putman e il fiore iconico risale al 1637, l'anno della storica esplosione del mercato dei tulipani. Il prezzo dei bulbi si impennò per la prima volta, e poi calò drasticamente durante il secolo d'oro olandese, portando a una situazione di caos totale di acquisto di semi, nota come Mania dei Tulipani. Gli antenati di Putman cavalcarono quest'onda e si inserirono sul mercato, acquistando semi e iniziando la coltivazione dei propri campi.
La famiglia coltivò tulipani per secoli, e nonostante i primi tentativi e i primi fallimenti, Putman era sicuro che avrebbe potuto portare avanti con successo questa tradizione secolare, reinterpretandola a modo suo.
"Il tulipano ha una texture forte che rende il processo di distillazione piuttosto complesso, ma quando finalmente ha funzionato, è stato un momento indimenticabile," dice Putman. "Il gusto non era il massimo all'inizio, ma il mix di sapori era complesso e intrigante. Appurato quale fosse il metodo giusto, abbiamo iniziato con dei test di distillazione a lungo termine, per cercare di azzeccare i sapori giusti."
Da allora, Putman ha passato più di due anni a perfezionare le fasi di distillazione e fermentazione all'interno delle sue stesse distillerie Clusius Craft Distillers (dal nome del botanico olandese che portò i tulipani nel paese). Putman custodì la sua invenzione per sé, la famiglia e pochi amici prima di mettere a punto la ricetta perfetta: la Dutch Tulip Vodka fu presentata al mondo intero solo nel dicembre 2017.
Secondo Putman, la vodka viene distillata tre volte, ma si tratta di un processo molto diverso da quello praticato nelle normali distillerie. Lui, infatti, ha un distillatore personalizzato prodotto da un fornitore olandese che gli permette di avere controllo totale sui sapori.
"Il nostro sistema di distillazione in colonna ci permette di ottenere la massima precisione," dice. "Durante il processo, catturo e custodisco separatamente tutti i sapori, così alla fine, quando ottengo la vodka purissima, posso aggiungere i sapori originali per creare il bouquet finale, che rievoca l'esperienza soave e sfaccettata del profumo di un vero tulipano."
Sebbene Putman abbia sviluppato un processo impeccabile di fermentazione e distillazione della vodka, un'intera produzione potrebbe rivelarsi imbevibile se i bulbi dovessero essere contaminati—un problema a cui fa particolarmente attenzione visto che ogni ciclo di produzione dura tre mesi. Per questo, acquista i bulbi dei tulipani da un produttore locale e biologico, che li coltiva nel nord dell'Olanda. Qui i tulipani sono bagnati dall'acqua piovana e raccolti in grandi vasche di raffreddamento, in attesa di iniziare la fermentazione. Durante la fase di produzione, il suo team processa circa 2180 chili di tulipani al giorno.
Dall'acquisto dei bulbi al riciclo degli elementi di scarto, il processo di Putman non produce alcun tipo di rifiuto, un successo di cui è particolarmente fiero.
"Acquistiamo bulbi di tulipani biologici da un produttore locale, e una volta conclusa la distillazione, portiamo i resti della lavorazione dei tulipani a un'azienda di prodotti caseari qui vicino, dove vengono utilizzati come cibo per il bestiame," mi spiega. "Le mucche adorano i bulbi di tulipano, per loro è un regalo speciale!"
Un'altra cosa di cui Putman è molto fiero è il fatto che la sua vodka di tulipani—e la distilleria Clusius Craft Distillers collegata—sia un'attività a conduzione familiare. Il suo socio in affari, Bart Bouter, 36 anni, è suo cugino. E il giorno dell'imbottigliamento, tutta la famiglia si riunisce in distilleria per la festa.
"Quando dobbiamo imbottigliare, abbiamo una splendida catena di montaggio. Mio padre riempie e sigilla le bottiglie, mio zio fissa i tappi mentre mia zia e mia madre mettono le etichette a mano su ogni singola bottiglia," dice. "Mio padre ha persino disegnato la grafica sulla bottiglia."
Questo speciale tocco familiare e l'attenzione al dettaglio è quello che distingue la vodka al tulipano olandese da tutti i distillati al tulipano che potrete trovare nei gift shop di Amsterdam. La vodka di Putman è un prodotto di altissima qualità, e non è assolutamente pensato per i turisti.
Fin da subito, infatti, Putman si è dato da fare per fare breccia nei cuori dei migliori chef stellati con il suo prodotto unico. Nonostante all'inizio la presentazione non fosse il massimo—una semplice bottiglia d'acqua con un adesivo—gli chef hanno iniziato ad apprezzarne il gusto e la fattura raffinata. Oggi, è disponibile nei ristoranti più rinomati in Polonia e in Spagna, e in due esclusivi ristoranti stellanti nei Paesi Bassi.
Il prezzo della vodka al tulipano di Putman è all'altezza della sua reputazione. La versione “Pure”—fatta solamente con acqua e tulipani—costa 295 euro a bottiglia. Pensate che ogni bottiglia contiene l'estratto di circa 350 bulbi di tulipani.
La versione “Premium,” più accessibile, fatta con tulipani, acqua e alcol è venduta a 48 euro a bottiglia, e si trova anche nei cocktail bar. In questo caso, ogni bottiglia contiene circa 40 bulbi.
In futuro, Putman sta pensando di ampliare la sua distribuzione. Per quanto sia soddisfatto del risultato della sua distilleria (e del fatto che fino ad oggi abbiano processato oltre 4 milioni di bulbi), vuole puntare ancora più in alto. Putman e Bouter vogliono crescere a livello internazionale e sperano di passare dalle 40mila bottiglie prodotte quest'anno, fino a 100mila e oltre il prossimo anno.
Detto questo, probabilmente i suoi familiari si staranno facendo una domanda fondamentale: ma chi etichetterà a mano tutte quelle bottiglie?


martedì 15 marzo 2022

Se i panini non sono stati inventati fino al 1700, ma il pane è esistito fin dagli albori della civiltà, come hanno fatto a mangiare/usare il pane prima dell'invenzione del panino?

 


Il sandwich fu inventato (presumibilmente) nel XVIII secolo. Non il concetto di mangiare cose con il pane o di mangiare cose tra due fette di pane. L'innovazione nel sandwich è che è stato fatto con il pane bianco fine (qualcosa che la maggior parte delle persone non poteva di solito permettersi) e farcito con tutti i cibi che si potevano trovare su un tavolo: prosciutto, pollo arrosto, verdure fresche, maionese... Che cosa ha fatto il ragazzo che ha creato il club sandwich? Ha preso una tecnica semplice, utilizzata dai poveri e applicata agli ingredienti più eleganti.

Quindi, come è stato mangiato il pane? Prima di tutto, nella maggior parte dell'Europa il pane era il cibo. I poveri mangiavano un sacco di pane. Una grande fetta di pane era l'elemento principale sul tavolo. Più comunemente non si sarebbe consumato da solo: sarebbe stato servito con formaggio, salumi, verdure cotte o crude, ecc. Anche pane, birra o burro potrebbe essere sufficienti per fare un pasto di pane.


In italiano abbiamo una parola: companatico. Significa tutto ciò che va con il pane, ed è fondamentalmente qualsiasi cibo che non è pane, pasta, riso o polenta (ma a volte include le patate). Se ci avete mai visto mangiare, saprete che ogni volta che non abbiamo bisogno di tenere coltello e forchetta allo stesso tempo, la maggior parte di noi tiene la forchetta a destra e un pezzo di pane a sinistra. Spingiamo il cibo sulla forchetta con il pane, poi mordiamo il pane, puliamo i succhi lasciati dal cibo sul piatto e lo mangiamo. È così che si dovrebbe mangiare il pane.



Il pane medievale era anche usato come piatto. Una spessa fetta di pane duro è stato posto di fronte a ogni persona, e il cibo è stato posto sul pane in modo che potesse assorbire i nutrienti. In seguito si poteva mangiare il pane o, se si era molto ricchi e potevano permettersi più cibo, lo si lasciava per i poveri.


Questo tentativo di trincea medievale ha un grave errore: la parte superiore del pane viene rimossa, mentre nel Medioevo la parte inferiore, scura con polvere di carbone e cenere, era rimossa.






 
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