martedì 6 febbraio 2024

Black and Tan: il cocktail che racconta una storia di contrasti

 

Il Black and Tan non è solo un drink: è un simbolo, un intreccio di sapori e storia che porta con sé il peso di una tradizione controversa. Questo cocktail a strati, fatto di birra scura e birra chiara, seduce per la sua semplicità e affascina per il suo passato, nato nei pub britannici ma carico di echi irlandesi. In un’Europa dove la cultura del bere si evolve tra innovazione e memoria, il Black and Tan resta un classico che parla di divisioni – nel bicchiere e oltre – offrendo spunti di riflessione e curiosità che lo rendono più di una bevanda.

La storia del Black and Tan affonda le radici nell’Inghilterra del XIX secolo, quando i publican iniziarono a mescolare due birre per accontentare clienti dai gusti opposti: una pale ale, leggera e dorata, e una stout o porter, scura e densa. La tecnica era semplice ma geniale: versare prima la birra chiara, poi far scivolare quella scura su un cucchiaio capovolto, creando due strati distinti che non si mescolano grazie alla diversa densità. Il nome, però, prende vita in un contesto più turbolento. Negli anni ’20 del Novecento, durante la Guerra d’Indipendenza irlandese, i “Black and Tans” erano un’unità paramilitare britannica nota per la brutalità contro i ribelli irlandesi. La loro uniforme – parte kaki, parte nera – ispirò il soprannome del drink, che in Irlanda divenne un simbolo controverso: ordinare un Black and Tan in un pub di Dublino ancora oggi può attirare sguardi storti.

Prepararlo è un’arte. La versione classica vuole una pale ale (come Bass o Harp) e una Guinness, versata lentamente per formare uno strato nero sopra il tan chiaro. In un pub medio, si servono circa 300 litri di birra al giorno (dati CAMRA 2024), e il Black and Tan resta tra i più richiesti nei locali tradizionali britannici, con una media di 2,5 euro a pinta. Negli Stati Uniti, dove il drink è stato esportato dagli immigrati irlandesi, si usa spesso una lager come Yuengling al posto della pale ale, ma il principio resta lo stesso: contrasto visivo e di gusto – amaro e cremoso sopra, fresco e leggero sotto.

Le curiosità abbondano. Una leggenda vuole che il primo Black and Tan sia nato per errore, quando un barista di Liverpool, nel 1880 circa, rovesciò per sbaglio una stout in una pinta già piena di ale: il cliente lo bevve lo stesso e ne chiese un altro. Negli anni ’60, durante i Troubles in Irlanda del Nord, il drink fu bandito da alcuni pub repubblicani, che lo vedevano come un insulto alla memoria nazionale – al suo posto si offriva il “Half and Half,” una variante senza il nome incriminato. E c’è chi giura che James Joyce, amante delle stout, lo apprezzasse in segreto, anche se preferiva berlo “sbagliato,” mescolando i due strati per scandalizzare i puristi.

Oggi, il Black and Tan resta un promemoria di come anche un bicchiere possa raccontare divisioni profonde. Negli ultimi anni, birrifici artigianali italiani – dove il settore vale 9 miliardi di euro (dati Unionbirrai 2024) – hanno sperimentato versioni locali, usando birre nere come la Nero di Sardegna e chiare come la Baladin Nazionale. È una bevanda che non si piega al tempo: semplice, divisiva, iconica. Curiosità finale? Negli Usa, Ben & Jerry’s ha dedicato un gelato al Black and Tan – stout e cioccolato – ma ha dovuto ritirarlo nel 2006 dopo le proteste della comunità irlandese. Anche nel cono, come nel bicchiere, la storia non si dimentica.



lunedì 5 febbraio 2024

Barback: l’eroe silenzioso del bar tra storia e curiosità


Dietro ogni cocktail servito con maestria, dietro ogni bancone che brilla sotto le luci soffuse di un locale, c’è una figura spesso ignorata ma indispensabile: il barback. Letteralmente “schiena del bar” – dal termine inglese “back of the bar” – questo lavoratore dietro le quinte è la spina dorsale di ogni bar che si rispetti, un ruolo che affonda le sue radici nella storia della mixology e che oggi, tra curiosità e aneddoti, merita di essere raccontato. In un’Europa sempre più attenta ai dettagli del servizio e alla narrazione che accompagna ogni professione, scopriamo chi è il barback, da dove viene e quali storie lo rendono un pilastro silenzioso del mondo della nightlife.

Il barback non è una novità del XXI secolo. La sua origine risale all’epoca d’oro dei saloon americani, nel XIX secolo, quando i bar erano crocevia di avventurieri, cowboy e cercatori d’oro. In quel caos di bicchieri sporchi, bottiglie vuote e ordini urlati, i barman avevano bisogno di un aiutante che tenesse il passo: nasceva così il “bar boy” o “bar porter”, antenato del moderno barback. Negli Stati Uniti degli anni ’20, con il Proibizionismo che trasformava i locali in speakeasy clandestini, il ritmo frenetico richiedeva qualcuno che rifornisse whisky di contrabbando e ghiaccio sottobanco: il barback diventava un complice essenziale. Un dato curioso? Durante la Grande Depressione, molti barback erano immigrati italiani o irlandesi, pronti a fare i lavori più duri per entrare nel sogno americano – un’eco che risuona ancora oggi nei bar di Roma o Milano.

Cosa fa un barback? Immaginiamolo come il motore nascosto di una macchina ben oliata. Rifornisce il ghiaccio – fino a 50 chili a sera in un locale affollato, secondo stime di Restworld – pulisce bicchieri, taglia lime, organizza bottiglie e corre a cambiare un fusto di birra quando il barman è sommerso dagli ordini. In Italia, dove il settore Horeca vale 87 miliardi di euro (dati Fipe 2024), il barback guadagna in media tra i 20.000 e i 30.000 euro l’anno, ma nei club di lusso o nelle discoteche le mance possono far lievitare il reddito. Non è raro che un barback ambizioso, dopo un paio d’anni, diventi barman: il 60% dei bartender italiani ha iniziato così, rivela un sondaggio di Accademia Barman del 2023.

Le curiosità sul barback abbondano. A New York, negli anni ’50, si diceva che i barback dei jazz club di Harlem fossero maestri di improvvisazione, capaci di inventare guarnizioni con quel poco che avevano a disposizione durante le jam session infinite. In Europa, invece, il ruolo ha una sfumatura più artigianale: a Londra, durante il revival dei cocktail negli anni 2000, il barback era spesso un apprendista mixologist, pagato per imparare i segreti del mestiere. E c’è chi giura che il termine “runner” – un sinonimo usato in Italia – derivi dai barback dei pub inglesi, costretti a correre tra le cantine umide e i banconi pieni di pinte. Nessuna prova storica lo conferma, ma l’immagine è troppo vivida per non crederci.

Il barback resta un simbolo di resilienza e umiltà. Non ha il glamour del barman che shaker in mano incanta i clienti, ma senza di lui il bar crolla. In un locale di Trastevere, un veterano del mestiere racconta: “Una sera del 2019, durante un concerto sold-out, ho trasportato 80 chili di ghiaccio da solo in mezz’ora. Il barman mi ha offerto un drink, ma ero troppo stanco per berlo.” È questa la storia del barback: un lavoro di fatica, intuito e dedizione, lontano dai riflettori ma vicino al cuore pulsante di ogni serata.

E una curiosità finale: negli anni ’70, a Las Vegas, i barback dei casinò di lusso erano pagati per spiare i clienti e riferire ai gestori chi barava al gioco – un compito da 007 che oggi farebbe sorridere. I barback, con le loro mani callose e il loro passo veloce, tengono in piedi un mondo che senza di loro si spegnerebbe. Meritano un titolo, sì: gli eroi invisibili della notte.

domenica 4 febbraio 2024

Il Famoso Grouse: Un Whisky Scozzese di Eccellenza

The Famous Grouse è uno dei whisky più iconici della Scozia, apprezzato per la sua qualità e la sua tradizione. Con la sua ricca storia che risale a più di 180 anni fa, questo blended whisky ha conquistato il cuore degli appassionati di tutto il mondo. Sin dalla sua creazione, The Famous Grouse ha rappresentato l'arte della distillazione scozzese, unendo sapori complessi e una lavorazione attenta. Ogni sorso racconta una storia di passione e dedizione, facendo di questo whisky un vero e proprio simbolo della cultura scozzese.

La storia di The Famous Grouse inizia nel 1800, quando un commerciante di whisky di Edimburgo, Matthew Gloag, decise di lanciare una propria miscela di whisky di alta qualità. Nel 1860, il marchio divenne ufficialmente noto come "The Famous Grouse" grazie alla sua crescente popolarità. Il nome deriva dal fatto che il fagiano rosso, un uccello che vive in abbondanza nelle terre scozzesi, venne scelto come simbolo per rappresentare la miscela di whisky. Il famoso marchio divenne rapidamente sinonimo di whisky di eccellenza e, nel corso dei decenni, ha continuato a crescere in fama e in riconoscimenti.

Nel 1970, The Famous Grouse si unì al gruppo di distillerie Macallan e Highland Park, consolidando ulteriormente la sua reputazione nel mercato internazionale. Questo blended whisky è prodotto con una selezione di whisky di malto e grano provenienti da diverse distillerie della Scozia, tra cui le famose distillerie di Speyside, nota per la sua produzione di whisky morbidi e ricchi di sfumature.

Curiosità su Il Famoso Grouse

  • Il nome "Grouse" : Il nome "Grouse" si riferisce al fagiano rosso, un uccello che vive nelle terre scozzesi, simbolo della natura selvaggia e incontaminata della Scozia. Il fagiano è anche considerato una preda pregiata durante le battute di caccia, associandosi quindi all'eccellenza e alla qualità.

  • La Ricetta Segreta : The Famous Grouse è una miscela di whisky di malto e grano, con alcuni degli ingredienti provenienti dalle distillerie più prestigiose della Scozia. La combinazione di diverse varietà di whisky conferisce a The Famous Grouse il suo caratteristico gusto rotondo e ricco, con note di frutta, vaniglia e un tocco affumicato.

  • Il Logo : Il logo di The Famous Grouse presenta un'immagine del fagiano rosso, che simboleggia il legame tra il whisky e la tradizione scozzese. Il logo è stato mantenuto nel tempo, diventando riconoscibile in tutto il mondo.

  • Un Whisky di Tradizione e Innovazione : Nonostante la sua lunga storia, The Famous Grouse ha saputo rimanere al passo con i tempi. Nel corso degli anni, sono state introdotte nuove varianti del whisky, come l'edizione “Famous Grouse Smoky Black”, che aggiunge un'intensa nota torbata alla classica miscela.

  • Premi e Riconoscimenti : The Famous Grouse ha ricevuto numerosi premi a livello internazionale. La sua qualità e il suo gusto equilibrato sono apprezzati in molti concorsi di whisky, rendendolo uno dei blended whisky più premiati al mondo.

The Famous Grouse non è solo un whisky, ma un vero e proprio simbolo della cultura e della tradizione scozzese. Con la sua lunga storia, la sua qualità superiore e la sua presenza in molte case e bar internazionali, è un whisky che continua a deliziare gli amanti di tutto il mondo, portando con sé l'autenticità e l'eleganza della Scozia.





sabato 3 febbraio 2024

Raki: L'Anima Liquida della Turchia

Il Raki è la bevanda nazionale della Turchia, un distillato a base di uva e anice che affonda le sue radici nell'Impero Ottomano. Conosciuto anche come il “latte del leone” ( aslan sütü ) per via del suo aspetto lattiginoso quando viene miscelato con acqua, il Raki è molto più di un semplice liquore: rappresenta un vero e proprio rituale sociale. Tradizionalmente servito durante lunghe cene conviviali, accompagnato da meze (piccoli antipasti) e conversazioni profonde, il Raki è parte integrante della cultura gastronomica turca.

Il Raki si ottiene attraverso un processo di distillazione attenta, che prevede i seguenti passaggi:

Fermentazione dell'uva o dei fichi – La frutta viene fatta fermentare per ottenere una base alcolica.

Prima distillazione – L'alcol grezzo viene distillato in grandi alambicchi di rame.

Aromatizzazione con anice – Il liquido viene ridistillato con semi di anice, che conferiscono al Raki il suo caratteristico aroma.

Maturazione – La bevanda viene lasciata riposare in botti di rovere o in acciaio per diversi mesi per sviluppare il suo sapore complesso.

Filtrazione e imbottigliamento – Il Raki viene filtrato per ottenere una consistenza limpida e imbottigliato per la vendita.

Il Raki si consuma generalmente diluito con acqua e servito con ghiaccio, il che provoca il caratteristico effetto lattiginoso noto come loucing . Accompagnato da piatti di formaggio, olive, melone, pesce o carne alla griglia, è il protagonista delle serate conviviali in Turchia.

Una delle tradizioni più affascinanti legate al Raki è il concetto di sofra —una tavola imbandita attorno alla quale amici e familiari si riuniscono per ore, condividendo piatti e riflessioni, spesso con musica turca in sottofondo. Il Raki non è solo un liquore, ma un simbolo di condivisione e di piacere della conversazione.

Con il suo aroma intenso e il suo legame profondo con la cultura turca, il Raki continua ad essere un'icona intramontabile delle tradizioni mediterranee.



venerdì 2 febbraio 2024

Nemiroff: Il Vodka Ucraina dal Gusto Inconfondibile

Nemiroff è uno dei marchi di vodka più prestigiosi e riconosciuto a livello internazionale, con radici che affondano nella città ucraina di Nemyriv, dove la produzione di distillati risale al 1872. Fondata con l'obiettivo di creare una vodka di altissima qualità, l'azienda ha saputo combinare tecniche di distillazione tradizionali con innovazioni moderne, diventando un simbolo dell'arte ucraina della vodka. Nemiroff si distingue per il suo processo di filtrazione avanzata e per l'uso di ingredienti selezionati, come l'acqua pura dei pozzi artesiani locali e alcol di prima qualità.

Nemiroff offre una vasta gamma di varianti, ma il processo base di produzione segue alcuni passaggi fondamentali:

Selezione degli ingredienti – La vodka è ottenuta da cereali pregiati e acqua purissima, filtrata per eliminare impurità.

Distillazione multipla – Il liquido viene sottoposto a diversi cicli di distillazione per ottenere una vodka cristallina.

Filtrazione – A seconda della varietà, la vodka Nemiroff può essere filtrata attraverso carbone attivo, argento o persino sabbia di quarzo per un gusto più morbido.

Aromatizzazione (per le versioni speziate) – Alcune linee, come Nemiroff Honey Pepper, includono ingredienti naturali come miele e peperoncino per un sapore più deciso.

Nemiroff è stata una delle prime marche di vodka ucraine a guadagnare fama globale, esportando in oltre 80 paesi. La sua variante più iconica, Honey Pepper , è una vodka speziata che combina la dolcezza del miele con il carattere piccante del peperoncino, una scelta perfetta per chi ama i sapori audaci.

Perfetta per essere gustata liscia, a temperatura ambiente o ben ghiacciata, la vodka Nemiroff è anche un'ottima base per cocktail classici come il Mosca Mule o il Bloody Mary . In Ucraina, viene spesso accompagnato da snack salati come cetrioli sottaceto, salmone affumicato o lardo speziato, seguendo la tradizione locale.

Con la sua lunga storia e il suo impegno nella qualità, Nemiroff continua a rappresentare il meglio della vodka ucraina, offrendo un'esperienza di degustazione autentica e raffinata.









giovedì 1 febbraio 2024

Tom & Jerry: Il Cocktail Natalizio che Ha Fatto la Storia

Il Tom & Jerry è una bevanda calda e cremosa, simile all'eggnog, che ha conquistato il cuore degli americani durante le festività natalizie. Creato nel XIX secolo, il cocktail è attribuito a Jerry Thomas, il leggendario bartender considerato il padre della mixology moderna. Si dice che Thomas abbia inventato il drink come trovata pubblicitaria per promuovere il suo libro sui cocktail, ma alcune fonti sostengono che la ricetta fosse già in uso prima della sua epoca. Popolare soprattutto negli Stati Uniti e in Canada, il Tom & Jerry è una tradizione delle feste, servito bollente in tazze decorate con il nome della bevanda.

Ingredienti (per 4 persone):

  • 2 uova

  • 50 g di zucchero a velo

  • 1 pizzico di cremor tartaro (opzionale, per stabilizzare gli albumi)

  • ½ cucchiaino di noce moscata grattugiata

  • ½ cucchiaio di cannella in polvere

  • 30 ml di brandy

  • 30 ml di rum scuro

  • 500 ml di latte caldo o acqua calda

  • Panna montata (opzionale, per decorazione)

  • Noce moscata aggiuntiva per guarnire

Procedimento:

  1. Separare le uova: Montate gli albumi a neve ferma con il cremor tartaro.

  2. Preparare il composto di base: In un'altra ciotola, sbattete i tuorli con lo zucchero a velo fino a ottenere una crema chiara e spumosa. Aggiungete la cannella e la noce moscata.

  3. Unire gli ingredienti: Incorporare delicatamente gli albumi montati al composto di tuorli, mescolando dal basso verso l'alto per mantenere l'aria.

  4. Preparare il cocktail: In una tazza capiente, versate 2 cucchiai del composto e aggiungete il brandy e il rum.

  5. Completare con il latte: Versare sopra il latte caldo (o l'acqua calda) e mescolare delicatamente.

  6. Servire: Guarnite con panna montata e una spolverata di noce moscata.

Il Tom & Jerry è stato per decenni il cocktail natalizio per eccellenza, tanto da avere tazze apposite con il nome della bevanda stampata sopra. Negli anni '50 e '60 era così popolare che veniva venduto già pronto nei supermercati americani. Tuttavia, la sua preparazione richiede un po' di tempo e manualità, il che ha contribuito alla sua progressiva scomparsa dal menu dei bar moderni.

Dal sapore avvolgente e speziato, il Tom & Jerry è un'alternativa sofisticata all'eggnog, perfetta da gustare accanto al caminetto nelle fredde serate invernali. Con il suo mix di rum, brandy e spezie, è la bevanda ideale per chi vuole riscoprire il fascino delle tradizioni natalizie d'altri tempi.





mercoledì 31 gennaio 2024

Wassail: Il Brindisi Natalizio della Tradizione Inglese

Il Wassail è una bevanda calda e speziata tipica dell'Inghilterra medievale, consumata durante le festività natalizie e le celebrazioni del solstizio d'inverno. Il nome deriva dall'antico saluto anglosassone "Waes hael" , che significa “alla tua salute”, e il suo consumo era legato a rituali propiziatori per garantire un buon raccolto e la prosperità dell'anno nuovo. La tradizione particolarmente del wassailing , diffusa nelle campagne inglesi, prevedeva che gruppi di persone andassero di casa in casa cantando e offrendo wassail in cambio di doni, una pratica che ha influenzato l'utilizzo moderno del caroling natalizio.

Preparazione: Un Elixir Profumato e Avvolgente

Ingredienti:

  • 1 litro di sciroppo di mele

  • 500 ml di birra scura o vino (facoltativo)

  • 1 mela (preferibilmente una varietà dolce)

  • 1 arancia

  • 3 chiodi di garofano

  • 1 stecca di cannella

  • 1 noce moscata grattugiata qb

  • 2 cucchiai di miele o zucchero di canna

  • 1 bicchiere di brandy o rum (opzionale)

Procedimento:

  1. Preparazione della frutta: Tagliate la mela a spicchi e infilzate i chiodi di garofano nell'arancia intera.

  2. Cottura della base: In una pentola capiente, scaldate il sidro (e la birra o il vino, se usati) a fuoco basso, evitando di farlo bollire.

  3. Aggiunta delle spezie: Unite la cannella, la noce moscata, la mela e l'arancia e lasciate sobbollire per circa 30 minuti, mescolando di tanto in tanto.

  4. Dolcificare e aromatizzare: Aggiungete il miele o lo zucchero e, se desiderato, il brandy o il rum per un tocco più deciso.

  5. Servire: Versare il wassail ben caldo in tazze o bicchieri resistenti al calore, guarnendo con una fetta di mela o un bastoncino di cannella.

Il wassail è legato a numerosi rituali, tra cui il Apple Wassailing , un'antica celebrazione contadina ancora praticata in alcune zone del Regno Unito, in cui si versa un po' di wassail sulle radici degli alberi da frutto per favorire un buon raccolto. Sebbene la versione moderna sia principalmente a base di sidro, in epoca medievale si preparava spesso con l'ale, una birra poco alcolica e speziata.

Perfetto da sorseggiare nelle fredde serate invernali, il wassail è un autentico simbolo di calore e convivialità, capace di riportare in vita le antiche tradizioni natalizie inglesi con ogni sorso aromatico e avvolgente.

 
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