Il caffè al ginseng è una
bevanda di origine asiatica.
In oriente si è diffusa molti anni fa
come preparato solubile confezionato in monodose denominate sachet,
in particolar modo nella dorsale asiatica individuabile in
Thailandia, Malesia, Singapore. Il mercato di riferimento locale è
la distribuzione organizzata per un consumo prettamente domestico.
La bevanda si presenta nell'aspetto
simile al caffelatte, avendo come ingredienti caratterizzanti la
crema di latte (di solito di origine vegetale), lo zucchero, il caffè
istantaneo e l'estratto secco di ginseng.
Nei primi anni duemila il caffè al
ginseng ha iniziato a diffondersi in Italia, primo paese occidentale
a farne uso in misura significativa. Le poche aziende operanti nel
settore importavano i primi caffè al ginseng esclusivamente dai tre
stati asiatici citati e solo con il passare degli anni anche delle
aziende italiane hanno iniziato a produrlo, senza affermarsi nel
settore. L'importazione del caffè al ginseng è soggetta ai
controlli del Ministero della Salute: i prodotti devono essere
analizzati e certificati.
In Italia la sua diffusione nei bar è
avvenuta soprattutto con l'ausilio di macchine automatiche per
l'erogazione di prodotti solubili, che venivano utilizzate per
offrire principalmente il caffè d'orzo, altro prodotto molto
consumato, ma si trova anche nei negozi, supermercati per esempio, in
confezioni adatte al consumo casalingo, simili alle bustine da tè.
La concorrenza della vendita del
prodotto ha portato ad una modifica rispetto all'originale asiatico,
che utilizza l'estratto secco di Ginseng.
Una variazione sul tema è stata
effettuata con la creazione del caffè espresso italiano con estratto
secco di ginseng.
Una variante del caffè al ginseng è
la Tongkat Ali, che prevede l'aggiunta dell'estratto di questa
pianta, nativa della Malesia e dell'Indonesia.