venerdì 2 aprile 2021

Bicerin

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Il Bicerin (pronunciato in piemontese, letteralmente bicchierino) è una storica bevanda calda e analcolica tipica di Torino, evoluzione della settecentesca "bavarèisa", gustosa bevanda servita in grandi bicchieri tondeggianti, composta da una mescolanza di caffè, cioccolato e crema di latte dolcificata con sciroppo.
Il rituale del bicerin prevedeva che i tre ingredienti fossero serviti separatamente. Inizialmente erano previste tre varianti: pur e fiòr (l'odierno cappuccino), pur e barba (caffè e cioccolato), un pòch ëd tut (ovvero un po' di tutto), con tutti e tre gli ingredienti miscelati. È stata quest'ultima formula ad avere più successo e a prevalere sulle altre. Il tutto veniva accompagnato da "bagnati", dolcezze artigianali di ben 14 specie.
Tra i primi testi che raccontano la storia del Bicerin c'è il testo di Alberto Viriglio, Torino e i Torinesi, la cui prima edizione risale al 1898.
Nel 2001 il Bicerin è stato riconosciuto come "bevanda tradizionale piemontese" con pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.

La ricetta

Si ritiene che la sua origine sia dovuta allo storico locale torinese Caffè Al Bicerin (del 1763) situato in Piazza della Consolata, che da allora ne porta il nome e ne conserva gelosamente la tradizionale ricetta, difesa accanitamente: i dipendenti sono tenuti per contratto al segreto. È comunque possibile trovarlo nelle migliori caffetterie di Torino, in versioni sempre lievemente differenti nelle dosi, e nell'omonima caffetteria.

Gli ingredienti

Gli ingredienti sono semplici: cioccolato fatto in casa, caffè e fior di latte, ma le dosi della ricetta originale sono sconosciute. Il risultato è una bevanda gustosa, frutto della fusione dal bollente della cioccolata con il marcato sapore del caffè e la delicata schiuma raffreddata del fior di latte. Viene servito in alti bicchieri o calici di vetro che permettono di osservarne la sfumatura di colori dovuta al miscelarsi dei vari ingredienti.

Liquore

Il bicerin non va confuso con il liquore omonimo prodotto con altri ingredienti (è un liquore alla crema Gianduia).

Estimatori

Grandi appassionati di Bicerin furono Camillo Benso, conte di Cavour, Pablo Picasso, Alexandre Dumas (padre), Ernest Hemingway (che lo inserì fra le cento cose del mondo che avrebbe salvato), Umberto Eco (nel Il cimitero di Praga cita l'omonimo caffè storico) e Riccardo Pedraneschi (Il mistero della Pallacorda).



giovedì 1 aprile 2021

AMT Coffee

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AMT Coffee è una catena britannica di caffetterie principalmente situate nelle stazioni ferroviarie. Fu fondata nel 1992 da Alistair McCallum Toppin e i suoi due fratelli Angus e Alan. Il primo negozio ha aperto nel centro di Oxford.

Diffusione

AMT Coffee ha 68 bar nel Regno Unito ed Europa occidentale (aggiornato novembre 2010).
  • Stazioni UK 37
  • Aeroporti UK 8
  • Ospedali UK 5
  • Altro UK 9
  • Stazioni Eire 3
  • Stazioni Belgio 4
  • Stazioni Germania 2

mercoledì 31 marzo 2021

Caffè espresso

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Il caffè espresso è una tipologia di caffè, la più consumata e conosciuta in Italia. Ottenuta dalla torrefazione e macinazione dei semi della Coffea arabica e Coffea robusta, è preparata a macchina secondo un procedimento di percolazione sotto alta pressione di acqua calda. Normalmente, per ottenere un buon espresso da bar, il macinacaffè deve essere dotato di macina elicoidale centrifuga, l'unica adatta a frantumare i chicchi in fini granuli con dimensione uniforme; il grado di finezza della macinatura va scelto in base alle caratteristiche della macchina, della miscela e alle condizioni ambientali di umidità e temperatura; generalmente risulta più fine di quella da cui si ottiene il caffè da moka.

Storia

Il caffè espresso, oggi noto in tutto il mondo, è nato a Torino nel 1884, in seguito all'invenzione della macchina per produrlo, brevettata da Angelo Moriondo con il brevetto n. 33/256 del 16 maggio 1884. Fu successivamente realizzato con brevetto del 20 novembre 1884 vol. 34 n. 381. L'invenzione fu poi coperta da brevetto internazionale mediante registrazione avvenuta a Parigi il 23 ottobre 1885.
17 anni dopo, nel 1901, la macchina fu poi perfezionata dal tecnico milanese Luigi Bezzera e le migliorie tecniche apportate furono anch'esse coperte da brevetto. Nel 1905 il brevetto venne poi acquistato da Desiderio Pavoni che fondò la ditta La Pavoni e iniziò la produzione in serie (una al giorno), in una piccola officina di via Parini a Milano.

Preparazione

Da un punto di vista fisico l'espresso è una bevanda ottenuta dalla percolazione di acqua calda sotto pressione, per 25 secondi circa che passa attraverso uno strato di caffè (circa 6-7 g tostato, macinato e pressato; nel passaggio attraverso la polvere di caffè, la pressione dell'acqua si esaurisce e la bevanda fuoriesce a pressione atmosferica. Da un punto di vista chimico si tratta di un'estrazione solido-liquido dove il solvente è l'acqua calda. Il metodo espresso per la preparazione del caffè si contraddistingue dagli altri metodi soprattutto per l'utilizzo di un'elevata pressione dell'acqua e per una sua temperatura che non raggiunge il punto di ebollizione.
Inoltre la macinatura del caffè tostato particolarmente fine offre una resistenza all'acqua di percolazione tale che permette l'estrazione di sostanze lipofile e idrosolubili che regalano alla bevanda in tazza caratteristiche uniche in termini di crema, aroma, corpo e retrogusto. Di fondamentale importanza è la freschezza della miscela tostata, in termini pratici, la massima fragranza dell'espresso si ottiene all'apertura della confezione sigillata del produttore, col passare dei giorni, l'esposizione dei chicchi all'aria ambiente, tende ad irrancidire le sostanze oleose contenute, con conseguente minore produzione di crema ed alterazione del gusto. E' importante evidenziare che anche la macinatura al momento ha grossa importanza, poiché già 20 minuti dopo il 40% degli aromi si è volatilizzato.
Anche la tazzina ha la sua importanza: la forma conica permette di osservare con precisione la quantità scesa in essa, il forte spessore, ovvero grande massa, contribuisce a mantenere relativamente costante la temperatura dell'espresso, ovviamente la tazzina dovrà risultare calda già prima dell'uso, per questo motivo, le tazzine nei locali bar sono posizionate sopra la macchina, coperte da un tovagliolo di stoffa. Oltre che alla tazzina di porcellana servita con il piattino, molto spesso il caffè espresso viene servito in bicchierini di vetro usati per consumare superalcolici come la vodka, e viene definito caffè in vetro.

Varianti

Caffè ristretto

Si ottiene con la macchina per caffè espresso, semplicemente lasciando fluire meno liquido nella tazzina, così da estrarre dalla polvere macinata del caffè solo le prime frazioni che contengono i tannini; si ottiene un espresso più intenso e più denso (cremoso) non vengono però estratti al meglio gli aromi. La concentrazione di caffeina è molto ridotta. Si può preparare anche con la moka, spegnendo il fuoco non appena il caffè comincia a uscire. Pressione 9-10 bar, 15-18 millilitri.

Caffè corto

Diverso dal caffè ristretto, Il caffè corto è semplicemente mezza tazza di caffè preparato normalmente con la moka o con la napoletana, o con altro strumento che non sia la macchina per caffè espresso. In questa varietà si ha sempre la stessa concentrazione di caffeina di un caffè lungo ma una minor quantità di liquido. Pressione 9-15 bar, 50-65 millilitri.

Caffè lungo

Opposto al caffè ristretto, si ottiene lasciando fluire più acqua nella tazzina rispetto ad un normale espresso, si ha così un caffè con una dispersione degli aromi, un'amarezza pronunciata e un maggiore contenuto di caffeina, a causa del maggior quantità di caffè, anche se la concentrazione di caffeina è minore per la maggiore diluizione in acqua. La definizione "lungo" è spesso usata per disprezzare il caffè servito, per via dell'eccessiva quantità di acqua che deconcentra il gusto e l'aroma. Pressione 9-10 bar, più di 33 -45 millilitri.

Caffè macchiato

Si ottiene aggiungendo una piccola quantità di latte, freddo o caldo, nel normalissimo espresso appena preparato, e prende quindi il nome di macchiato freddo e macchiato caldo; il latte viene spesso schiumato prima di versarlo così da ottenere un caffè macchiato schiumato. Viene spesso confuso con il cappuccino ma quest'ultimo ha maggiori quantità di caffè e latte e viene servito in tazze più grandi, inoltre, sia caffè che latte vengono schiumati e spesso viene aggiunta polvere di cacao per esaltarne il gusto e l'aspetto. A Trieste il termine "cappuccino" definisce il caffè definito pressoché in tutto il resto d'Italia come "macchiato caldo" o semplicemente macchiato. In questa città il termine "caffelatte" definisce il cappuccino propriamente detto.
Una variante è quella di usare panna (da caffetteria) al posto del latte freddo. In commercio esiste un formato specifico (una piccola vaschetta rotonda) mentre nei caffè di lusso o in quelli delle pasticcerie si trova utilizzata la panna fresca.

Caffè corretto

Caffè corretto è una comune definizione usata per indicare un normale espresso modificato dall'aggiunta di una piccola quantità di un superalcolico, solitamente di grappa; si serve il caffè nella tazzina (o bicchierino) con tanto di alcolico già versato, oppure si servono caffè e alcolico separati. Si può intendere correzione anche con altri super alcolici come ad esempio brandy, mistrà, sambuca, rhum o altro. In questo caso va, però, specificato il super alcolico che si desidera. Per tale operazione è il caso di usare grappe derivanti da più vitigni (quindi non monovitigno), perché, in ogni caso, l'aroma specifico di un unico vitigno andrebbe a confondersi nel più forte aroma del caffè. In Spagna, si ha il corrispondente carajillo, anch'esso ottenibile con diversi tipi di correzione.

Rexentìn

In Veneto c'è l'usanza di fare il cosiddetto "rexentìn" (o anche "raxentìn" in alcune zone), ovvero risciacquo: dopo aver bevuto il caffè corretto rimane sul fondo della tazzina una piccola quantità di bevanda, che si pulisce versandovi e bevendo un po' dell'alcolico usato per la correzione. In Trentino-Alto Adige tale usanza è diffusa, chiamata resentìn, solo con caffè di moka.

Caffè decaffeinato

Espresso la cui polvere macinata è stata sottoposta ad un processo di estrazione della caffeina prima di essere usata per estrarre la bevanda.

martedì 30 marzo 2021

French 75

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Il French 75 è un cocktail a base di gin, champagne e succo di limone. È un cocktail ufficiale IBA.

Composizione

  • 6 cl di champagne
  • 3 cl di gin
  • 1,5 cl di succo di limone
  • 2 gocce di sciroppo di zucchero

Preparazione

Nello shaker versare 3 cl di gin, 1,5 cl di succo di limone e due gocce di sciroppo di zucchero. Agitare e filtrare in una flûte. Completare aggiungendo 6 cl di champagne. Mescolare delicatamente.

lunedì 29 marzo 2021

Flaming Lamborghini

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Il Flaming Lamborghini (che si può tradurre letteralmente in "Lamborghini infuocata") è un cocktail alcolico. Viene servito flambé. Esistono alcune varianti nel presentare questo cocktail; una di queste è presentarlo a forma di torre.

Storia

La paternità del Flaming Lamborghini è sconosciuta ma molti locali si dichiarano "home of the famous Flaming Lamborghini" (casa del famoso Flaming Lamborghini) come, ad esempio, il Flames di Ios (Grecia).

Preparazione

Gli ingredienti per preparare un tradizionale Flaming Lamborghini sono principalmente quattro:
  • Sambuca
  • Kahlua
  • Baileys (che alcuni sostituiscono con latte per diminuire il grado alcolico)
  • Curaçao
Per preparare il cocktail servono inoltre tre bicchieri: uno da cocktail poco profondo e con apertura piuttosto ampia e due piccoli da shot. Si versa la Sambuca e la Kahlua in parti uguali nel bicchiere più grande cercando di bagnare anche i bordi interni del bicchiere con la Sambuca. Negli altri due bicchierini si versano i restanti ingredienti: in uno il Baileys e nell'altro il Blue Curacao. Prima di consumare il cocktail occorre "accenderlo" ovvero servire flambé il bicchiere più grande ed iniziare a bere, con una cannuccia, il contenuto mentre, appena iniziato a bere, il barista esperto versa i due bicchierini in quello più grande spegnendo il cocktail. Secondo la tradizione il cocktail va bevuto tutto in una volta. Ci sono delle piccole varianti che consistono nel versare un po' di zucchero quando il fuoco si sta spegnendo in modo da avere un piccolo effetto coreografico. È necessario prestare molta attenzione nella preparazione di questo cocktail in quanto è assolutamente indispensabile spegnere il fuoco prima di iniziare a bere e maneggiare con estrema cautela i vari bicchieri. Per questo il cocktail deve essere preparato esclusivamente sotto la supervisione di un esperto. Esistono altre varianti di questo cocktail in cui si aggiunge il terzo bicchierino shoot di Galliano, un liquore italiano aromatizzato alla vaniglia. Questa variante è presente in vari locali della zona Soho di Londra.

domenica 28 marzo 2021

Gay bar

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Un gay bar è una tipologia di bar rivolto principalmente a una clientela gay o lesbica. Altri nomi adottati che includono questa fattispecie di clientela sono: gay club o gay pub, queer bar, lesbian bar, dyke bar, o boy bar.

Caratteristiche

I locali gay, siano essi club o bar, servono innanzitutto come punto di incontro per la comunità gay, come del resto lo sono i suoi corrispettivi eterosessuali.
La musica, come nei bar eterosessuali, può essere live, mixata da uno o più DJ, latino americano, jazz, blues, disco, drum and bass, punk, house, trance, techno, pop. Generalmente il genere di musica viene associato a un particolare giorno settimanale, dalle dimensioni, dall'immagine e dalla clientela del bar stesso. Una particolartà appariscente di questi locali è l'effetto scenico prodotto dell'illuminazione, attuata con tecnologia elettronica impiegante moderni dispositivi LED ad alta intensità, oltre alla sfera specchiata, alla macchina del fumo (fog-machine), alla proiezione di effetti speciali o filmati video, cubi, piattaforme su cui ballare o vedere spettacoli, gabbie, cubi per i ragazzi immagine (chiamati go-go boy/girl). Alcuni club gay hanno anche la backroom o dark room, che sono solitamente camere buie dove le coppie si possono appartare in intimità.
I bagni dei gay bar, ove vige una stretta politica di ingresso, solitamente, non vengono discriminati per il sesso della clientela, infatti alcuni bar hanno bagni unisex, mentre altri seppur discriminati per sesso vengono utilizzati dalla clientela come bagni unisex, questo potrebbe risultare illegale in alcune giurisdizioni. Bar dedicati unicamente a persone lesbiche sono generalmente meno comuni, soprattutto in Italia.
Alcuni bar gay restringono l'entrata solo a persone gay o lesbiche, altri optano per una clientela mista con una prevalenza omosessuale. Generalmente i gay bar con darkroom hanno una politica di ingresso più restrittiva. I gay bar sono spesso aperti anche per i transgender e i travestiti, e possono offrire esibizioni in drag.

Storia

Uno dei più antichi gay bar fu il White Swan, in Vere Street, a Londra, che nel 1810 venne attaccato, conducendo a due esecuzioni (il Vere Street Coterie) per il crimine di sodomia, e che fu frequentemente la scena di matrimoni gay svolti dal Reverendo John Church.
Stonewall Inn, situato in Greenwich Village, New York, l'area dei noti moti di Stonewall del 1969, considerati come punti principali per il movimento dei diritti gay in America.

Famosi nightclub gay

Canada
  • Unity II, Montreal, Canada
  • Woody's è il più grande e il più popolare gay bar della città di Toronto
  • The Odyssey, è il primo gay nightclub di Vancouver
  • The Twisted Element, è il gay bar più popolare di Calgary.

Repubblica Ceca
  • Friends, il più antico ed il più famoso gay bar attivo a Praga.
Germania
  • Die Busche, è il più grande nightclub omosessuale a Berlino, dove tutta la provincia gay e lesbica si incontra il fine settimana.
Giappone
  • Arty Farty, Shinjuku ni-chome, Tokyo
Messico
  • El Taller, Città del Messico, il più antico gaybar attivo dell'America latina.
Filippine
  • Adonis, Timog Ave. Quezon.
Spagna
  • Metropol, Murcia. La disco gay più famosa del sud della Spagna.
Regno Unito
  • Poptastic, Manchester
  • Heaven, si descrive come "il gay nightclub più famoso del mondo nel mondo," è stato aperto più di 20 anni fa (ndr. oggi 2006). Londra.
  • G-A-Y, creato all'Astoria in Charing Cross Road. Londra.
  • Love Muscle, il malvagio club a 'The Fridge' in Brixton, Londra
  • Rubyz, Bournemouth
  • Dover Castle, il primo gay pub nel Regno Unito. Situato a Dover Street, Leicester.

Stati Uniti d'America
  • Bourbon Pub / Parade, situato a New Orleans, è il gay nigthclub più attivo, e con operatività continua, degli USA.
  • Pleasuredome, un nightclub tendenzionalmente SOMA dall'inizio degli anni 1990 al 2002 l sabato conosciuto come Club Universe). San Francisco California
  • The Endup, un gay dance club aperto dal 1973. Citato nelle novelle di Armistead Maupin: Tales of the City. San Francisco, California
  • Roscoe's Tavern, Chicago, Illinois
  • Neighbours, Seattle, Washington
  • Woody's è il gay bar più conosciuto nella città di Filadelfia, Pennsylvania
  • South Beach è il gay nightclub più popolare nella città di Houston, Texas
  • El Jardin, conosciuto come El Hard-on, fu un gay bar a San Antonio, Texas, conosciuto per la sua quotidiana "nelly hour" invece di una happy hour.

Curiosità

Gay Bar è anche il nome di un singolo, del 2003, degli Electric Six.

sabato 27 marzo 2021

Piano bar

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L'intrattenimento musicale è definito, con un neologismo diffuso ma non corretto, piano bar. Il termine "piano bar" infatti non inquadra in maniera completa la categoria di musicisti e cantanti che svolgono questa attività.
La locuzione "piano bar", di origine americana, si è andata affermando in Italia negli ultimi 20-30 anni.

Cenni storici

La figura del cantante-musicista che intrattiene con tastiera e microfono i frequentatori di locali pubblici o feste private viene considerata moderna; in realtà si tratta di un'attività tra le più antiche del mondo. L'intrattenimento musicale era già diffuso in Cina e in India (III millennio a.C.), nell'Egitto dei Faraoni, nell'antica Grecia e nella Roma dei Cesari. Anzi, nell'antichità e fino a tempi più vicini ai nostri (XVI - XVII secolo) era molto più sviluppato e vario di adesso. Vittorie in guerre e battaglie, commemorazioni e trionfi, oblazioni sacrificali e offerte agli dei, cerimonie propiziatorie, votive o di ringraziamento, lutti, raccolti agricoli e vendemmie, nascite, matrimoni e incoronazioni di regnanti. Ogni occasione era buona per feste, libagioni, banchetti, che si protraevano per giorni e settimane, a volte mesi. Feste memorabili durante le quali si esibivano cantori e musici, danzatrici e poeti, aedi e saltimbanchi, prestigiatori e giullari, acrobati e lottatori. E più le feste erano importanti più i partecipanti erano numerosi - fino alle decine e alle centinaia di migliaia di persone delle leggendarie feste della Roma imperiale - con un coinvolgimento ad libitum e totale del popolo.
Il prototipo moderno del cantante musicista di piano bar può esser considerato a pieno titolo il famoso Sam del film Casablanca: "Suonala ancora, Sam" (As time goes by). Ma oggigiorno il solo pianoforte acustico, in genere un mezza coda, è piuttosto in disuso e rimane ormai relegato ai soli night club d'impostazione classica o a far bella mostra di sé nei saloni di locali più o meno pretenziosi. Come pure è praticamente scomparsa la figura della cantante-entreneuse. È stato il massiccio diffondersi delle tastiere elettroniche polifoniche (inizi anni '80), a sancire il declino del classico pianista. Queste tastiere tuttofare appositamente studiate per gli intrattenitori musicali sono in grado di offrire al musicista stili arrangiativi già pronti e completi dei vari strumenti (batteria, basso, chitarre, percussioni, tappeti vari). Sono stili ben fatti, modificabili nella velocità e nella tonalità, con banchi di centinaia di suoni sintetici o campionati (compresi vari suoni di piano) richiamabili all'istante. È ovvio quindi che il sound offerto è decisamente più vario rispetto a quello che può venire da un solo pianoforte e relativo esecutore per quanto virtuoso. Ma i pianisti, pur non rinnegando il loro strumento, si sono prontamente aggiornati ponendo sul pianoforte una o più di queste tastiere.
Alla fine degli anni Ottanta, con l'apparizione dei primi midi-files (basi musicali) dapprima gestibili da floppy disk e successivamente archiviabili e organizzabili a migliaia direttamente nell'hard disk dello strumento, si è assistito ad un fenomeno singolare presentatosi per la prima volta nella storia della musica dal vivo. Far suonare dispositivi sempre più sofisticati e complessi comportava per alcuni musicisti non indifferenti problemi. Cambiare al volo da uno stile all'altro, modificare la velocità di un brano, inserire un fill di batteria, sostituire un sax con un flauto, poteva indurre molti esecutori (specie se impegnati pure a cantare) ad inesattezze e incongruenze più o meno evidenti nel corso di un'esecuzione. Ed ecco allora giungere provvidenziali le basi ad alleggerire il lavoro dell'intrattenitore. Messo in "mute" il volume della tastiera relativo ai preset arrangiativi, il musicista fa partire la base e con pochi interventi di rifinitura può disimpegnarsi e concentrarsi meglio nel canto. Volendo è possibile silenziare completamente tutti i tasti lasciando volume solo sulla base. Le mani del musicista però per un "dovere d'immagine" devono continuare ad andare avanti e indietro sulla tastiera come se stessero davvero suonando. Questo escamotage purtroppo ha fatto sì che taluni personaggi si siano improvvisati cantanti di piano bar senza la minima cognizione musicale, né canora, togliendo buona parte del lavoro ai veri musicisti. Ovviamente questo non accade in locali specificamente concepiti per serie esibizioni artistiche come pub, circoli culturali, caffè chantant, bistrot, auditorium, ecc. dove la musica è protagonista e spesso a buoni-ottimi livelli qualitativi. Effettivamente in queste ultime situazioni più che di intrattenimento si può cominciare a parlare di vero e proprio concerto.
Il boom degli ultimi venti/venticinque anni della musica dal vivo ha riguardato soprattutto ristoranti, balere, grandi bar e qualche sala da the. Nuove stigliature, ampliamento licenze, spostamenti, acquisto di locali adiacenti, allestimenti di giardini o terrazzi. Utilizzo (anche abusivo) di porzioni di marciapiedi o di spiagge, ripulitura di cantine. È stata una corsa, per molti ristoranti e bar, ad approntare spazi appositi per ospitare musica da offrire alla clientela. Nei casi più organizzati si è creato un palco con relativa pista da ballo. Per alcuni di questi locali si è presentato l'ulteriore non trascurabile problema del fastidio ai vicini. Con altra corsa all'isolamento acustico per altro costoso e quasi sempre mal realizzato.

Strumenti e stili musicali

Non esiste solo l'intrattenimento musicale consueto con la tastiera (o pianoforte). Ai livelli più raffinati o originali l'intrattenimento musicale viene offerto con strumenti acustici quali ad esempio l'arpa, l'oboe, il sitar, la chitarra flamenca, il bouzuki, in genere suonati da artisti solisti, qualche rara volta accompagnati dal canto. Naturalmente anche il genere è diverso e può spaziare dall'etno-folk più esotico, al medioevale, al classico cameristico.
Normalmente il musicista di piano bar è singolo. Sono comunque molto diffuse formazioni a due, di formula estremamente variabile: dal comunissimo tradizionale duo, tastierista uomo e cantante donna, ai due tastieristi, al chitarrista e tastierista, o tastierista e fisarmonicista, ecc. Meno frequenti i terzetti e quartetti, generalmente più richiesti e giustificati in situazioni ballerecce.
La serata musicale ordinaria sviluppa generalmente sempre allo stesso modo. Si parte con brani molto soft a un volume contenuto passando gradualmente a qualcosa di più vario e vivace fino - quando richiesti - ai brani ballabili più in voga in quel momento: balli di gruppo, liscio, musica latino americana, dance, salsa & merengue (anche se quest'ultimo genere va considerato a sé stante in quanto ballato dagli appassionati in specifiche balere). Con l'eccezione di cantanti chitarristi specializzati in repertori folk ad uso turistico (richiesti in genere in locali caratteristici), i musicisti cantanti di piano bar necessitano di un certo volume sonoro e quindi hanno bisogno di amplificare le loro performance. Vediamo qual è la strumentazione necessaria. Del tipo di tastiera abbiamo detto; in commercio ce ne sono davvero un'infinità di marche e modelli, per tutte le tasche ed esigenze. Si tratta di strumenti estremamente poliedrici e versatili, e assicurano ottime prestazioni fornendo buoni suoni e arrangiamenti ampliabili e personalizzabili dal musicista. La chitarra può essere acustica-amplificata o elettrica e quindi amplificabile direttamente con magneti o pick-up. I microfoni per la voce (anche se si è soli meglio sempre averne un altro di scorta o per eventuali ospiti-cantanti) devono essere del tipo dinamico cardioide, con o senza filo.
Per coprire tutte le situazioni possibili possono bastare un paio di casse eroganti complessivamente 500 watt effettivi (RMS) di potenza, rinforzate (nei casi in cui si balla in grandi locali) nelle basse frequenze da un sub-woofer di analoga potenza. Le casse acustiche possono essere attive (amplificatori incorporati) o passive (da pilotare con finali di potenza esterni). Ai fini di una buona resa musicale ma soprattutto canora è consigliabile anche un piccolo monitor-spia rivolto verso gli esecutori. Circa il livello sonoro a cui suonare non esiste un volume ottimale prefissabile: è determinato dal tipo di locale, dal tipo di festa e ovviamente dal tipo di clientela. Per due persone che suonano e cantano è sufficiente un mixer di 8 canali microfonici più 4-6 stereo. Sarebbe meglio se il mixer disponesse di un piccolo equalizzatore per poter adattare il suono prodotto alle mutevoli caratteristiche di risposta ambientale. I mixer hanno quasi sempre un multieffetto integrato, generalmente utilizzabile per la voce, ma è comunque possibile collegarne altri esterni.

Eventi e luoghi

L'intrattenimento musicale è molto richiesto in località turistiche montane o balneari (presso organizzazioni come Valtour, Mediterranèe, Alpitour) e classicamente durante le crociere. Queste ultime possono durare da un minimo di una-due settimane fino a sei mesi, qualche volta per lunghe permanenze (Caraibi, estremo Oriente, Polinesia) anche di più. I musicisti sono impegnati solo qualche ora la sera, per il resto della giornata fanno i turisti (giocoforza) come tutti gli altri. Ergo, la paga è striminzita (50-100 euro al giorno), ma per chi cerca la vacanza è certamente conveniente.
Le condizioni e gli ambienti in cui si fa musica possono essere dei più vari. Al chiuso: sale per banchetti, locali sotterranei, grandi e medi saloni con soffitti alti, bassi, a volta. Ma anche all'aperto: chiostri e giardini, pensiline, terrazzi, piazzette di paese, piscine, rotonde sul mare.

Organizzazione

Per ogni serata il titolare del locale dovrebbe far compilare ai musicisti il bordereau (italianizzato in borderò) appositamente rilasciato dalla Siae (Società Italiana Autori ed Editori). Si tratta di uno stampato nel quale vanno indicati i brani eseguiti affinché se ne possano riconoscere i diritti di riproduzione ai relativi compositori.
Di solito ristoranti e bar che offrono musica dal vivo lo fanno in prevalenza una, due o tre volte a settimana, nei giorni compresi fra il giovedì e la domenica. In alcuni locali con afflusso costante (per esempio in località turistiche) l'intrattenimento può venir offerto anche tutti i giorni. Stessa assiduità giornaliera può presentarsi nei grandi alberghi dove è sempre festa per arrivi-partenze importanti, convegni, dibattiti, congressi, ecc. Spesso sono i musicisti che si propongono ai locali (o alle agenzie artistiche) presentando un demo promozionale. Se dopo una serata di prova gli esecutori risultano graditi alla clientela vengono ricontattati dal titolare o dal mediatore. Alla fine di una serata può capitare che si avvicini alla postazione musicale un cliente, a chiedere bigliettino da visita, prezzo e disponibilità. Oppure può telefonare al musicista qualcuno consigliato da un amico, un parente, o da un altro cliente che ha apprezzato l'intrattenimento offerto. Il rapporto diretto senza intermediari è ritenuto il migliore. E non per questioni economiche. Nel caso di trattativa diretta sarà il cliente stesso, motivato in prima persona, ad attivarsi per far ottenere ai musicisti la giusta considerazione, sia che la festa si svolga in un locale pubblico, sia, ancora di più, se si svolge a casa sua. Sono in genere proprio le situazioni in casali o ville private quelle umanamente e artisticamente più appaganti.

 
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