Un uomo beve birra davanti a un chiosco
dopo aver riempito due barattoli.
In tutta l’Unione Sovietica ce
n’erano otto varietà, a cui si aggiungevano quelle prodotte dalle
singole repubbliche. Ma quando in città finiva, bisognava aspettare
il lotto successivo
Prima della rivoluzione, l’Impero
russo spillava diverse varietà di birra, prodotte secondo gli
standard occidentali: Venskoe (Viennese), Munchenskoe (di Monaco di
Baviera), Pilsener, Bavarian (bavarese), Kulmbachkoe (di Kulmbach),
Bogemskoe (boema) e altre. Dopo il 1917, i nomi “borghesi” furono
progressivamente sostituiti con quelli sovietici. Ad esempio, la
viennese divenne Zhigulevskoe (Zhiguli), la Pilsener, Russkoe
(russa), e la birra di Monaco di Baviera, Ukrainskoe (ucraina).
Operaie di un birrificio industriale
che produceva oltre 10 mila bottiglie al giorno. Mosca, 1991.
In Unione Sovietica venivano preparati
otto tipi di birra diffusi su tutto il territorio statale, ciascuno
con un contenuto diverso in alcool: Zhigulevskoe (Zhiguli), Russkoe
(russa), Moskovskoe (moscovita), Ukrainskoe (ucraina), Leningradskoe
(leningradese), Porter, Martovskoe (marzolina) e Caramelnoe
(caramellata).
Barista serve boccali al
bancone del bar Gambrinus, nel 1967.
Le Repubbliche che costituivano l’Urss
potevano poi produrre le loro varietà locali. Per esempio c’erano
la Bakinskoe Spetsialnoe (Baku Special; azera), la Erevanskoe Temnoe
(Scura di Erevan; armena), la Minskoe (di Minsk, Bielorussia), la
Ferganskoe (di Fergana, Uzbekistan) e molte altre. In totale, in
Unione Sovietica sono state prodotte più di 350 marche di birra.
Molte, semplicemente, si copiavano l’un l’altra, spiega Pavel
Egorov, autore del sito webspecializzato.
Punk russi occupano un
edificio abbandonato nei pressi di Piazza Pushkin, a Mosca e,
ovviamente, bevono birra.
Nell’Unione Sovietica, la birra era
disponibile alla spina o nel vetro. Quella in bottiglia, normalmente,
era scolata a casa durante il fine settimana. Chi voleva quella alla
spina, poteva comprarla a uno dei tanti chioschi, presenti ovunque.
D’estate, la birra era servita fredda, ma in inverno era a
temperatura ambiente. I sovietici potevano anche acquistare la birra
in botti di strada, come quelli che contengono ancora oggi il kvas.
Giovani sovietici si fanno
una birra, 1987.
Nessuno batteva ciglio se qualcuno
comprava birra la mattina o se, a sera, era ormai introvabile. Le
persone erano disposte a stare in attesa a lungo per la birra appena
preparata, tenendo in mano vasetti e contenitori di tutte le forme e
dimensioni da riempire. Spiluccavano pesci secchi mentre aspettavano
di essere serviti.
I cittadini sovietici che non volevano
bere nei chioschi potevano andare nelle birrerie. Le persone di
solito ordinavano qualche boccale e piluccavano, masticando senza
sosta, il vobla o altri pesci secchi. Quelli più inclini a farsi un
cicchetto un po’ più forte, si portavano si nascosto della vodka
e, facendo attenzione a non farsi beccare dal cameriere, la versavano
nei bicchieri sotto il tavolino, risciacquandoli poi con la birra.
Altri invece, mescolavano birra e vodka, ottenendo un cocktail
davvero di classe, lo Ersh.
Un brindisi con birra al
ristorante Chaika (Gabbiano) di Leningrado (oggi San Pietroburgo),
nel 1990.
I primi bar apparvero negli anni
Settanta. Persino la parola “bar” era una novità e suonava molto
occidentale. Questi locali avevano di solito interni semplici e
servivano birra alla spina, snack e, se eravate fortunati,
addirittura sigarette americane. Dopo l’inizio del proibizionismo,
nel 1985, questi bar restarono aperti, perché la birra era
considerata un male minore, rispetto alla vodka.
Birra bavarese prodotta
dal birrificio “Rossija”.
Anche se esistevano solo poche varietà
nel Paese, la birra era fresca, con un periodo di scadenza molto
breve. Per questo motivo, venivano vendute nelle città solo le
marche prodotte sul posto, il che significava che quando la birra era
finita, era praticamente impossibile da trovare, finché non veniva
prodotto il nuovo lotto. Tempi duri!
Il dirigente Boris Fomenko
ha aperto un impianto di birrificazione nella fattoria statale
“Rossija”, regione di Krasnodar, 1991.
In Urss non esisteva la birra in
lattina. Solo alla metà degli anni Settanta, in previsione delle
Olimpiadi di Mosca del 1980, venne lanciata la birra in lattina
Golden Ring. Ma visto che il metallo era molto costoso, subito dopo
la fine dei Giochi, la produzione venne fermata.
Minatori si bevono una
birra, 1977.
Inoltre, in Unione Sovietica si poteva
trovare in giro la birra proveniente da cosiddetti Paesi “fratelli”,
come la Polonia e la Cecoslovacchia, ma in quantità limitate. Le
birre estere occidentali apparvero sugli scaffali dei negozi solo
dopo la caduta della Cortina di Ferro, quando molte fabbriche russe
iniziarono a produrre birra sotto la licenza dei marchi
internazionali. Tuttavia, la Zhigulevskoe è ancora molto amata in
Russia.