domenica 18 settembre 2022

Birra nostalgica: come ci si sbronzava ai tempi dell’Urss.


Un uomo beve birra davanti a un chiosco dopo aver riempito due barattoli.

In tutta l’Unione Sovietica ce n’erano otto varietà, a cui si aggiungevano quelle prodotte dalle singole repubbliche. Ma quando in città finiva, bisognava aspettare il lotto successivo

Prima della rivoluzione, l’Impero russo spillava diverse varietà di birra, prodotte secondo gli standard occidentali: Venskoe (Viennese), Munchenskoe (di Monaco di Baviera), Pilsener, Bavarian (bavarese), Kulmbachkoe (di Kulmbach), Bogemskoe (boema) e altre. Dopo il 1917, i nomi “borghesi” furono progressivamente sostituiti con quelli sovietici. Ad esempio, la viennese divenne Zhigulevskoe (Zhiguli), la Pilsener, Russkoe (russa), e la birra di Monaco di Baviera, Ukrainskoe (ucraina).


Operaie di un birrificio industriale che produceva oltre 10 mila bottiglie al giorno. Mosca, 1991.

In Unione Sovietica venivano preparati otto tipi di birra diffusi su tutto il territorio statale, ciascuno con un contenuto diverso in alcool: Zhigulevskoe (Zhiguli), Russkoe (russa), Moskovskoe (moscovita), Ukrainskoe (ucraina), Leningradskoe (leningradese), Porter, Martovskoe (marzolina) e Caramelnoe (caramellata).

Barista serve boccali al bancone del bar Gambrinus, nel 1967.


Le Repubbliche che costituivano l’Urss potevano poi produrre le loro varietà locali. Per esempio c’erano la Bakinskoe Spetsialnoe (Baku Special; azera), la Erevanskoe Temnoe (Scura di Erevan; armena), la Minskoe (di Minsk, Bielorussia), la Ferganskoe (di Fergana, Uzbekistan) e molte altre. In totale, in Unione Sovietica sono state prodotte più di 350 marche di birra. Molte, semplicemente, si copiavano l’un l’altra, spiega Pavel Egorov, autore del sito webspecializzato.

Punk russi occupano un edificio abbandonato nei pressi di Piazza Pushkin, a Mosca e, ovviamente, bevono birra.


Nell’Unione Sovietica, la birra era disponibile alla spina o nel vetro. Quella in bottiglia, normalmente, era scolata a casa durante il fine settimana. Chi voleva quella alla spina, poteva comprarla a uno dei tanti chioschi, presenti ovunque. D’estate, la birra era servita fredda, ma in inverno era a temperatura ambiente. I sovietici potevano anche acquistare la birra in botti di strada, come quelli che contengono ancora oggi il kvas.


Giovani sovietici si fanno una birra, 1987.


Nessuno batteva ciglio se qualcuno comprava birra la mattina o se, a sera, era ormai introvabile. Le persone erano disposte a stare in attesa a lungo per la birra appena preparata, tenendo in mano vasetti e contenitori di tutte le forme e dimensioni da riempire. Spiluccavano pesci secchi mentre aspettavano di essere serviti.



I cittadini sovietici che non volevano bere nei chioschi potevano andare nelle birrerie. Le persone di solito ordinavano qualche boccale e piluccavano, masticando senza sosta, il vobla o altri pesci secchi. Quelli più inclini a farsi un cicchetto un po’ più forte, si portavano si nascosto della vodka e, facendo attenzione a non farsi beccare dal cameriere, la versavano nei bicchieri sotto il tavolino, risciacquandoli poi con la birra. Altri invece, mescolavano birra e vodka, ottenendo un cocktail davvero di classe, lo Ersh.


Un brindisi con birra al ristorante Chaika (Gabbiano) di Leningrado (oggi San Pietroburgo), nel 1990.


I primi bar apparvero negli anni Settanta. Persino la parola “bar” era una novità e suonava molto occidentale. Questi locali avevano di solito interni semplici e servivano birra alla spina, snack e, se eravate fortunati, addirittura sigarette americane. Dopo l’inizio del proibizionismo, nel 1985, questi bar restarono aperti, perché la birra era considerata un male minore, rispetto alla vodka.

Birra bavarese prodotta dal birrificio “Rossija”.


Anche se esistevano solo poche varietà nel Paese, la birra era fresca, con un periodo di scadenza molto breve. Per questo motivo, venivano vendute nelle città solo le marche prodotte sul posto, il che significava che quando la birra era finita, era praticamente impossibile da trovare, finché non veniva prodotto il nuovo lotto. Tempi duri!


Il dirigente Boris Fomenko ha aperto un impianto di birrificazione nella fattoria statale “Rossija”, regione di Krasnodar, 1991.


In Urss non esisteva la birra in lattina. Solo alla metà degli anni Settanta, in previsione delle Olimpiadi di Mosca del 1980, venne lanciata la birra in lattina Golden Ring. Ma visto che il metallo era molto costoso, subito dopo la fine dei Giochi, la produzione venne fermata.


Minatori si bevono una birra, 1977.


Inoltre, in Unione Sovietica si poteva trovare in giro la birra proveniente da cosiddetti Paesi “fratelli”, come la Polonia e la Cecoslovacchia, ma in quantità limitate. Le birre estere occidentali apparvero sugli scaffali dei negozi solo dopo la caduta della Cortina di Ferro, quando molte fabbriche russe iniziarono a produrre birra sotto la licenza dei marchi internazionali. Tuttavia, la Zhigulevskoe è ancora molto amata in Russia.


sabato 17 settembre 2022

Quali sono i dolci più costosi del mondo?

Si trova a Napoli. Non sono sicuro che sia realmente il dolce più costoso al mondo, anche se molti sostengono che lo sia.

Quando andai a Napoli ne avevo mangiato uno, 25 euro, realizzato in edizione limitata.

E, dedicato a San Gennaro per la sua festa patronale.




Si tratta di una sfoglia ischitana al cioccolato fondente, unita ad un impasto di brioche di lamponi con un cuore di crema al latte di bufala e vaniglia.

Farcito con una salsa di lamponi al pepe rosa e pesche del Vesuvio.

In superficie si trova poi della liquirizia calabra, per ricordo alle origini del Patrono e scaglie d'oro che rappresentano il tesoro di San Gennaro.


venerdì 16 settembre 2022

Mettere il formaggio su (o dentro) un croissant: va bene o è una bestemmia?

Dipende dal formaggio; mascarpone, Philadelphia e ricotta (che non è propriamente un formaggio ma facciamo finta che…) vanno bene.

Formaggi stagionati decisamente no, a meno che non si tratti di un croissant salato.

Un croissant salato infatti lo puoi farcire come fosse un panino oppure un toast ottenendo un risultato strepitoso:





giovedì 15 settembre 2022

Perché ora si raccomanda di mettere un cucchiaio di metallo nel microonde quando si riscaldano i liquidi?

Prima di fare qualsiasi cosa, ACCERTATEVI CHE IL VOSTRO MICROONDE ABBIA QUESTA ETICHETTA DA QUALCHE PARTE.



Prima era una cosa assolutamente impensabile: mettere non solo un cucchiaio, ma anche qualcosa di metallico all'interno del microonde poteva provocarne l'esplosione. Ora i produttori di microonde lo consigliano.

A quanto pare, quando si tratta di riscaldare liquidi (come il caffè che avete lasciato raffreddare perché non l'avete bevuto in fretta), i produttori sostengono che inserire un cucchiaio di metallo nel liquido lo fa riscaldare più velocemente e in modo più uniforme.



mercoledì 14 settembre 2022

Cosa bevono i russi durante i pasti?

Non sono amanti dell'acqua. Preferiscono bere la loro amata vodka prima, durante e dopo i pasti.

Non sono nemmeno così tanto amanti del vino dato che l'unica parte in cui cresce l'uva è in Crimea e la qualità non è nemmeno eccelsa.

Come noi beviamo il caffè i russi bevono il te: colazione, fine pranzo, fine cena e durante i pasti non fa differenza.

Infine, specie d'estate, bevono una pseudococa-cola naturale chiamata "kvas".



martedì 13 settembre 2022

Quale alcolico è tra i più particolari del mondo?

Sapevate che l’Uganda è lo Stato con il maggior consumo di alcol pro capite al mondo con ben 17 litri all'anno per abitante?



Il non invidiabile record è figlio anche del Waragi.

È un gin prodotto nel continente nero a partire dal 1965 e deve il suo nome dalla crasi dei termini “war gin”, dato che veniva bevuto prima di andare in battaglia.

Oggi è una bevanda illegale proprio per cercare di limitarne la diffusione, ma con scarso successo dato che viene prodotta clandestinamente.

Si ottiene miscelando la farina di manioca, lo zucchero di canna.

Ma perchè è così apprezzata?

A causa della sua estrema dolcezza è consumata perfino dai giovanissimi che la miscelano anche con i superalcolici più forti dato che è in grado di mitigarne il sapore.


lunedì 12 settembre 2022

Sweet and sour mix

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Lo sweet and sour mix, o semplicemente sweet and sour, è una miscela composta da un dolcificante (solitamente sciroppo di zucchero) e un acidificante (solitamente succo di limone).

Descrizione
Lo sweet and sour mix è una miscela molto simile alla limonata, dal sapore che varia dal dolce all'aspro a seconda delle ricette. Lo sweet and sour mix è frequentemente utilizzato nella la preparazione di diversi cocktail; è inoltre l'ingrediente principale della famiglia di cocktail sour.

Preparazione artigianale
Lo sweet and sour mix non prevede una ricetta univoca, ma gli ingredienti più comunemente utilizzati sono lo sciroppo leggero di zucchero (ossia una parte di zucchero e una parte d'acqua) e il succo di limone. Le proporzioni variano a seconda delle ricette e dei risultati desiderati:
  • Classica: 1/2 sciroppo leggero di zucchero, 1/2 succo di limone
  • Rich syrup: 2/3 sciroppo leggero di zucchero, 1/3 succo di limone
  • Acid mix: 1/3 sciroppo leggero di zucchero, 2/3 succo di limone
Ai tradizionali ingredienti vengono spesso aggiunti o sostituiti ingredienti: le varianti più comuni prevedono l'aggiunta di succo di lime o arancia o l'uso dello zucchero di canna; l'aggiunta di albume d'uovo dà al composto proprietà lievemente schiumogene.

Preparazione industriale
Esistono in commercio miscele di sweet and sour mix prodotto industrialmente. fra gli ingredienti più utilizzati vi sono l'acido citrico, l'acido malico, l'acido tartarico e l'acido ascorbico come acidificanti, glucosio e maltodestrina come dolcificanti. Lo sweet and sour mix industriale è distribuito sotto forma di premix, ossia in bottiglie pronte, o come polvere da addizionare all'acqua.

Nomenclatura
Il nome del preparato è in lingua inglese ed è traducibile in italiano come miscela agrodolce. Spesso, sui menù e sui ricettari, viene abbreviato nelle forme sweet and sour, sweet'n'sour, sweet & sour, s'n's, s&s, ss, sour mix o sour; raro l'ultilizzo della versione italianizzata sweet e sour.


 
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