Il caffè in capsule è un’usanza che
si è molto diffusa in tempi recenti andando a sostituire ciò che
ogni italiano pensava insostituibile: la moka. L’acquisto delle
cialde di caffè genera però un grande problema come la produzione
di grandi quantità di materiale usa e getta. Che siano di plastica o
di alluminio, le milioni di capsule consumate giornalmente nel nostro
paese portano ad un forte aumento delle emissioni inquinanti sia in
fase di produzione, che di smaltimento del prodotto (o di riciclo,
nel raro caso in cui le capsule siano riciclabili). Si pensi che ad
Amburgo è stato vietato l’utilizzo delle capsule negli
uffici amministrativi a causa del loro alto potere inquinante. Se non
si riesce a rinunciare al piacere del caffè bisognerebbe optare per
quello della moka o comprare macchine del caffè sprovviste del
meccanismo a cialda, l’ambiente e i propri figli ringrazieranno.
mercoledì 16 settembre 2020
lunedì 14 settembre 2020
Angostura
L'angostura è un amaro ottenuto
dall'infusione di chiodi di garofano, radice di genziana, cardamomo,
essenza di arance amare e china in una miscela alcolica al 44.7%. Si
usa nella preparazione di cocktail tra cui il Manhattan in particolar
modo per aromatizzare distillati come gin e vodka e in maniera più
limitata in gastronomia, nella preparazione di salse per carne e
pesce, e per insaporire zuppe di verdura.
Storia
La sua invenzione si deve al dottor
Johann Siegert, medico militare prussiano ingaggiato nell'Armata di
Liberazione di Simon Bolivar, il fondatore dello stato del Venezuela.
Il dottor Siegert curava i soldati colpiti da febbre e problemi
intestinali. Dopo 4 anni di ricerche e di analisi delle virtù delle
piante tropicali, sviluppò nel 1824 il suo "bitter"
(amaro) per stimolare l'appetito e la digestione dei soldati
ammalati.
Il nome angostura (dallo spagnolo
angosto, stretto nel senso nautico del termine) è il
nome della città dove si era installato il dr Siegert (dal 1846
ribattezzata Ciudad Bolívar in Venezuela). All'epoca era già un
porto commerciale importante visitato da navi di tutto il mondo. I
marinai sofferenti di malanni dovuti alle lunghe navigazioni si
curavano con il "bitter" e ne portavano con loro durante il
viaggio di ritorno, facendo conoscere quindi l'angostura in tutto il
mondo.
domenica 13 settembre 2020
C’è un motivo scientifico per cui bere uno Jägerbomb non è mai una buona idea
Gli scienziati potrebbero avere
risposto inavvertitamente alla domanda sul perché mai le persone
fanno strani mix con lo Jägermeister.
Ah, gli energy drink. Oltre a darti
quella bottarella di energia che è sempre apprezzabile durante un
lungo viaggio in auto o una partita di calcio, sembrano fare più
male che bene. Aumenterebbero
i comportamenti sessuali a rischio, incasinerebbero la chimica del
cervello: insomma queste
bibite sembrano essere la causa di ogni male e il carburante di
alcuni tra i comportamenti peggiori nella vita.
Perfetto. Quindi perché non prenderli
e mescolarli con un'altra sostanza problematica - quella che solo
negli Stati Uniti causa
880mila morti all'anno? Sì, l'alcol. Esatto, stiamo parlando
dello Jaegerbomb.
Per quanto possa sembrare folle come
idea, combinare le sostanze eccitanti presenti negli energy drink con
gli effetti rilassanti dell'alcol è una cosa normalissima, che crea
un mix potente i cui effetti sono ancora quasi sconosciuti.
Secondo un recente studio della
Research Society on Alcoholism,
mischiare alcol e drink ricchi di caffeina ti spingerebbe a
bere oltre la tua soglia di sopportazione, ben più di quanto non
faccia l'alcol da solo. I ricercatori della Northern Kentucky
University hanno selezionato un campione di 26 adulti definiti
"bevitori sociali" (13 maschi e 13 femmine) e li hanno
fatti partecipare a sei sessioni di bevuta in cui alcol e energy
drink erano mischiati in ogni possibile combinazione.
In ognuna di queste sessioni, ai
partecipanti allo studio veniva fatto bere uno di sei possibili
"cocktail": vodka e un soft drink senza caffeina, vodka e
un energy drink di potenza media, vodka e un energy drink potente, un
soft drink decaffeinato da solo, un energy drink medio da solo e un
energy drink potente da solo.
Dopo ogni sessione, ai partecipanti
veniva misurato il tasso alcolico e gli veniva chiesto di esprimere
con un valore numerico il loro desiderio di bere ancora. Dai
risultati i ricercatori hanno scoperto che in generale quando i
partecipanti bevevano alcol tendevano a desiderare di bere ancora, ma
che in particolare se bevevano alcol mischiato con un energy drink
tendevano a esprimere questo desiderio con un punteggio numerico
superiore.
"In conclusione, lo studio
fornisce una prova sperimentale che gli energy drink mischiati
all'alcol ti fanno desiderare di bere ancora più di quanto non
faccia l'alcol da solo, il che conferma alcuni studi effettuati sugli
animali da cui è emerso che la caffeina aumenta la capacità
dell'alcol di dare dipendenza," hanno concluso i ricercatori.
In altre parole la caffeina sembra
mascherare gli effetti dell'alcol e spingere chi beve a bere ancora
di più. La caffeina è
inoltre uno stimolante, ti tiene sveglio, e questo effetto ti fa
sentire meno ubriaco di quanto saresti in realtà stando solo al tuo
tasso alcolico nel sangue.
Come chiunque abbia avuto la sfortuna
di provarlo in prima persona certamente sa,
drink come lo Jägerbomb possono portare ad alcune delle
sbronze peggiori della vita. Stando allo studio, gli scienziati
avrebbero anche una risposta per il motivo per cui la gente se lo
beve, nonostante il terrificante mix di sapori che deriva dal
mischiare un liquore alle erbe come lo Jägermeister e una bevanda
zuccherina come la Red Bull: per evitare di sbronzarsi troppo in
fretta, a quanto pare.
sabato 12 settembre 2020
Amarula
Amarula è una crema di liquore
prodotta principalmente in Sudafrica, a base di frutta selvatica e
dal sapore di caramello leggermente fruttato, con una gradazione
alcoolica di 17 gradi e zuccherina di 20 gradi. Gli ingredienti
principali sono zucchero, panna e il frutto dell'albero denominato
Marula (Sclerocarya birrea), chiamato anche "Albero degli
Elefanti" o "Albero del Matrimonio".
Il lancio commerciale dell'Amarula come
crema di liquore è avvenuto nel settembre del 1989, preceduto nel
1983 dal lancio dello spirito ottenuto dal frutto. L'Amarula ha
ricevuto costantemente recensioni positive (pur con la nota di
essere, come peraltro molte creme di liquore, troppo dolce per taluni
palati) diventando il secondo prodotto più venduto al mondo nella
categoria delle creme di liquore dopo la Baileys Irish Cream,
riscuotendo un successo particolare in Brasile. L'Amarula è molto
popolare e comune in tutta l'Africa, specialmente nelle coste
meridionali e orientali, ed è importata sui principali mercati
mondiali.
Una credenza popolare vuole che agli
elefanti piaccia mangiare i frutti di Marula fermentati e finiscano
per ubriacarsi, tuttavia secondo alcune ricerche ciò non corrisponde
a verità. Un docufilm divulgativo del 1974 ("Animals are
beautiful people") mostra invece elefanti e diversi altri
animali ubriacarsi cibandosi di tali frutti. Per via del collegamento
dell'albero della Marula con gli elefanti, la casa produttrice -
Distell Group Limited - li ha assunti come suo simbolo e si impegna
alla causa della loro tutela, attraverso la cofondazione dell'Amarula
Elephant Research Programme, presso l'Università di Natal a Durban.
Per scopi di marketing essa produce
inoltre oggetti da collezione connessi alla figura dell'animale. La
cantante svedese Amanda Jenssen canta della Marula nel brano "Amarula
Tree".
Processo produttivo
I frutti, prodotti dalla femmina della
Marula, maturano a febbraio, nel mezzo dell'estate sudafricana. Hanno
forma oblunga e dimensione simile a quella di una prugna media, con
una scorza coriacea di colore giallo vivo e una polpa bianca e
fibrosa al cui interno si nasconde un grosso nocciolo con due o tre
semi, ricchi d'olio e proteine.
La frutta raccolta viene selezionata e
lavorata in modo da separare la polpa dalla scorza e dal nocciolo. La
polpa così ottenuta viene trasportata, in cisterne alla temperatura
di 8 °C per evitare le fermentazione, al centro di distillazione di
Stellenbosch.
A questo punto la polpa viene fatta
fermentare alla temperatura di 18-20 °C per 7 – 10 giorni
fino ad ottenere una specie di vino. La polpa depositatasi sul fondo
delle cisterne di fermentazione viene pressata per estrarre i succhi
residui che vengono distillati. Il distillato viene quindi aggiunto
al vino ottenuto in precedenza che viene nuovamente distillato
secondo diversi procedimenti per ottenere lo spirito che viene
invecchiato 2 anni in piccoli barrique di quercia.
Dopo i due anni di invecchiamento il liquore viene miscelato con
panna fresca per ottenere la crema di liquore.venerdì 11 settembre 2020
Alcune curiosità sulla Pepsi
Curioso accordo commerciale tra
Pepsi e Unione Sovietica, con cui la compagnia entrò in possesso di
navi e sottomarini e divenne la sesta potenza militare al mondo
Come ha fatto la Pepsi,
seppure per pochi giorni, a
diventare la
sesta potenza militare al
mondo? Partiamo dall’inizio per raccontare meglio questa
curiosa storia.
1959: Eisenhower, Nixon, Khrushchev
e Kendall
Nel 1959 il mondo era in piena
Guerra Fredda.
Negli Stati Uniti il Presidente
Dwight Eisenhower desiderava
che i cittadini sovietici potessero conoscere il
capitalismo e lo
stile di vita americano.
Per tale motivo organizzò
l’Esposizione Nazionale Americana a Mosca, e il vice presidente
Richard Nixon
si recò in rappresentanza nel
paese sovietico.
Durante l’Esposizione
Nixon e
Khrushchev
dialogarono molto sui vantaggi e sui
benefici del consumismo e del capitalismo. Lo scambio di idee era
talmente acceso che Khrushchev risultava visibilmente sudato.
Donald Kendall,
vice Presidente Marketing Pepsi,
si rese conto della situazione e
offrì a Khrushchev un
bicchiere di Pepsi.
La foto scattata fece il giro del
mondo, trasformando il gesto nella
migliore operazione di
marketing mai realizzata dalla Pepsi.
1972, la Pepsi pagata con la Vodka
Nel 1972
Donald Kendall
è il
Presidente della Pepsi
(dal 1693), mentre
Richard Nixon è il
Presidente degli Stati Uniti.
Il numero 1 della società
desiderava fortemente introdurre la bibita nel
mercato sovietico,
e per tale scopo cercò di
sfruttare i contatti del nuovo Presidente degli States per un accordo
rivoluzionario.
Raggiunta l’intesa con l’Unione
Sovietica c’era il problema di
come pagare i rifornimenti.
Le leggi dell’epoca erano
stringenti, l’URSS non poteva accedere alla moneta straniera e il
rublo non poteva esser cambiato sul mercato.
Come pagare i rifornimenti di
Pepsi?
La soluzione fu quella di saldare
con la
vodka Stolichnaya
dato che la maggior parte delle
bibite erano di proprietà dello Stato.
Il vantaggio per
Pepsi
fu doppio:
primo prodotto occidentale
ad esser commercializzato
in URSS
e
importatore esclusivo della
Stolichnaya
per il mercato USA.
1989, la Pepsi diventa la sesta
potenza militare al mondo
Nel 1989, anno della caduta del muro di
Berlino, l’accordo commerciale era in scadenza e in Unione
Sovietica erano presenti 20 stabilimenti Pepsi. Il nuovo contratto
prevedeva un costo di
tre milioni di dollari,
il giro d’affari della Pepsi nel
paese comunista era cresciuto enormemente. La vodka non bastava
più,
così l’URSS propose di pagare
con l’eredità degli armamenti della Guerra Fredda, una flotta
di navi diesel composta da 17 sottomarini, 1 incrociatore, 1 fregata
e 1 cacciatorpediniere.
Per quanto strana la compagnia
accettò l’offerta,
anche perché alternative non
esistevano. Durante i giorni della contrattazione Pepsi divenne la
sesta potenza militare al mondo
per numero di sommergibili diesel
in possesso, ben 17 appunto. In seguito una compagnia svedese
specializzata nel riciclaggio di rottami acquistò la flotta.
Leggende narrano che
Donald Kendall,
il presidente della Pepsi,
parlando con il Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati
Uniti, gli avesse detto:
Stiamo disarmando l’Unione
Sovietica in tempi molto più rapidi di come hai fatto tu.
giovedì 10 settembre 2020
La Diet Coke è peggio della Coca Cola normale
Non lo è affatto ... con
un'IMPORTANTE avvertimento.
La Diet Coke ha zero zucchero e viene
addolcita con aspartame.
L'aspartame è stato studiato a lungo.
È una delle sostanze che consumiamo più ricercate nella storia
della ricerca moderna.
L'aspartame è una proteina centinaia
di volte più dolce dello zucchero, quindi la diet coke contiene meno
di un grammo di edulcorante per lattina, ma per il resto è uguale
alla coca.
La disparità del dolcificante gli dà
meno densità permettendogli di galleggiare.
L'aspartame metabolizza fino a 3
diversi aminoacidi.
Ecco l'avvertenza che ho menzionato
sopra:
Uno degli aminoacidi è la
fenilalanina. Se sei fenilchetonurico, avrai una brutta reazione a
bere diet coke.
A parte questo, non è peggio della
normale coca cola. Affatto.
Ci sono alcune prove che l'aspartame
potrebbe aumentare il desiderio di zucchero poiché non ha alcun
effetto reale sui livelli di insulina e il tuo corpo si aspetta
glucosio dopo il sapore dolce.
Ci sono un po' di prove che l'aspartame
potrebbe darti una leggera dose di insulina a causa del sapore, ma
non abbastanza da spingere le organizzazioni diabetiche a
raccomandarlo come bevanda.
Ci sono inizi di ricerca sugli effetti
che l'aspartame potrebbe avere sui batteri intestinali, il che
potrebbe rendere il tuo corpo più incline a bramare i dolci o
aumentae l'efficienza nell'estrazione di nutrienti dall'aspartame.
La coca cola dietetica non ti farà
perdere peso ...
a meno che non lo utilizzi per
sostituire le calorie effettive. Se smetti di bere coca cola e inizi
a bere coca cola dietetica e non cambi nient'altro, sono 160 calorie
per lattina che non ricevi più. Per la maggior parte delle persone
non è sufficiente per iniziare il loro viaggio di perdita di peso.
Non consiglierei di starci a lungo...
la carbonatazione è acida e può causare la putrefazione dei denti,
per esempio.
Mi piace il caffè, ma è anche quello
acido, ma non gassato e contiene molta più caffeina (inoltre è
molto più economico).
Non c'è molto di cui preoccuparsi per
la dieta coca cola. Gran parte di esso è pura paranoia.
No, la soda non ti pulirà il bagno.
No, non ti dissolverà un dente. No, non pulirà il tuo motore. Se ha
qualche effetto è dovuto all'acido fosforico. L'aceto avrebbe
probabilmente lo stesso effetto essendo un altro acido che è anche
completamente commestibile.
Questi sono miti diffusi dai
chimicofobi che non hanno voglia di fare nessuna ricerca perché è
più divertente mentire su cose che sembrano essere vere piuttosto
che essere onesti.
mercoledì 9 settembre 2020
È possibile ottenere una sostanza alcolica al 100%
Una bevanda alcolica non è altro che
una soluzione, ossia un sistema omogeneo di qualcosa (l'alcool)
disciolto in qualcos'altro (acqua).
Col termine di alcool in una bevanda si
fa riferimento a quello etilico o, per meglio dire, all'etanolo
(CH₃CH₂OH). Il contenuto di
etanolo in una bevanda poi si chiama ABV (Alcohol By Volume)
ed è la percentuale di etanolo in un dato volume di acqua. In altre
parole, ABV è il numero di millilitri di etanolo in 100 millilitri
di soluzione a una data temperatura. Il metodo di misura dell'ABV non
è semplice, perché quando si mescolano acqua ed etanolo i loro
volumi non sono additivi (c'è una buona dose di termodinamica
chimica coinvolta) ma, in generale, più etanolo c'è e più una
bevanda è alcolica. Fin qui, tutto chiaro.
Un esempio di come possa variare l'ABV:
Bevande ad alta gradazione alcolica si
conoscono in tutto il mondo: si va dalle grappe nostrane (ABV fino al
60–70%) al celeberrimo assenzio (ABV tra il 45 e il 90%) fino al
cosiddetto spirito rettificato, l'alcool "puro" per
liquori.
Aumentando la percentuale di etanolo
quindi si ridurrebbe il volume di acqua e, perciò, una "sostanza
alcolica al 100%" sarebbe solo etanolo. Questo è ottenibile
solo attraverso pratiche di laboratorio molto difficili che, perciò,
ne sconsigliano l'uso pratico: le bevande alcoliche si ottengono per
distillazione
di erbe o sostanze che possiedono
un certo contenuto di etanolo. Questo contenuto è però presente in
una matrice acquosa, per cui la distillazione evapora l'etanolo (che
ha un punto di ebollizione più basso dell'acqua), lo rimuove
dall'acqua e lo condensa.
In teoria, questo processo ripetuto
molte volte dovrebbe estrarre frazioni di etanolo sempre meno ricche
di acqua. E così è, infatti. In realtà, però, la massima
percentuale di etanolo che si possa distillare arriva a un ABV di
circa 95–96%.
Questo fenomeno è dovuto al fatto che
le miscele acqua-etanolo formano un cosiddetto azeotropo
(parola fighissima! L'accento cade
sulla prima "o"), ossia una miscela di due liquidi la cui
composizione è costante e non si può cambiare per mezzo di una
semplice distillazione. Gli azeotropi sono un argomento affascinante
e complesso, molto comune in miscele di due o tre liquidi miscibili
le cui molecole possono interagire fortemente: acqua ed etanolo, ma
anche acqua e isopropanolo, cloroformio e metanolo eccetera.
In pratica, la distillazione prolungata
di miscele di acqua ed etanolo farà raggiungere al distillato una
composizione costante in cui l'ABV è circa 95–96.
La rimozione totale dell'acqua
residuale dalle miscele acqua-etanolo si può effettuare in
laboratorio con reagenti speciali (sodio metallico aggiunto alla
miscela che reagisce con l'acqua restante prima che con l'etanolo) o
a livello industriale con l'osmosi inversa.
In ogni caso, si tratta di processi
estremi che, anche se rimuovono l'acqua, sono sconvenienti dal punto
di vista commerciale perché l'etanolo arraffa acqua in qualsiasi
momento e, perciò, un'ipotetica bottiglia di "alcool 100%"
appena aperta assorbirebbe qualsiasi minima traccia di umidità
atmosferica.
Meglio accontentarsi della grappa col
suo ABV del 50–60%, ottenuta da una semplice ed efficiente
distillazione.
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