domenica 8 settembre 2019

Yellow Bird (cocktail)

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Lo Yellow Bird è un cocktail caraibico a base di rum bianco, Galliano e triple sec. È un cocktail ufficiale IBA dal 2011.

Storia
Le origini del nome "Yellow Bird" sono incerte. Alcuni riportano che il nome possa derivare da un popolare brano di Haiti, Yellow Bird, che è stata poi riscritta in inglese nel 1957 ed è in seguito diventata una sorta di inno nazionale dei Caraibi grazie alla popolarità ottenuta dalla registrazione di Harry Belafonte. Il cantante hawaiano Arthur Lyman pubblicò una versione della canzone che nel luglio del 1961 raggiunse la 4ª posizione nelle classifiche di Billboard, e venne eseguita ogni settimana presso lo Shell Bar dell'Hilton Hawaiian Village Waikiki Beach Resort, possibile locale d'origine del cocktail. Altri invece sostengono che il nome del cocktail derivi dal colore giallo conferito dal liquore Galliano, un liquore italiano dorato.

Composizione
Ingredienti
La ricetta ufficiale dell'IBA del 2011 prevede i seguenti ingredienti:
3 cl di rum bianco
1,5 cl di Galliano
1,5 cl di triple sec
1,5 cl di succo di lime

Preparazione
Raffreddare una coppetta da cocktail con del ghiaccio e shakerare tutti gli ingredienti in un mixing-glass, dopodiché rimuovere il ghiaccio dalla coppetta e versare il cocktail al suo interno utilizzando uno strainer.

sabato 7 settembre 2019

Zombie

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Lo Zombie è un cocktail esotico a base di Rum appartenente alla categoria dei Tiki. Un cocktail inventato nel 1934 da Ernest Raymond Beaumont Gannt più conosciuto come Donn Beach.
Nel tempo il cocktail Zombie diventa talmente popolare da diventare un classico, nonostante sia una potentissima combinazione di diversi stili di rums, tra cui un rum overproof.
Lo Zombie è talmente potente da creare leggende e racconti piuttosto bizzarri intorno la sua origine. Lo stesso Donn servirà alla clientela lo Zombie come un "riparatore dei sogni infranti" e obbligherà lo staff del locale a non servire più di due Zombie ad una stessa persona.
La ricetta dello Zombie rimane segreta per molti anni perché composta da indecifrabili ingredienti fatti in casa creati da Donn in persona. Tra questi troviamo il Don's Mix e il falernum. A differenza dei cocktail tiki della seconda era lo Zombie cocktail non viene servito in una Tiki Mug ma in semplice bicchiere di vetro rigorosamente a tubo. Anche la decorazione è molto semplice, un rametto di menta che servirà, con la sua freschezza, a preparare il palato ad un cocktail veramente potente e alcolico.
Oggi conosciamo lo Zombie a partire dalle testimonianze da alcuni dei barman filippini che dal 34' lavoravano nei Don the Beachcomber. Una testimonianza significativa della ricetta del 1934 si più trovare in un ricettario intitolato "Original Polynesian Tropical Bar Recipes" scritto nel 1963 da Dick Moano e Wally Turnbow. Lo stesso Donn divulgherà una ricetta di Zombie negli anni 50' a Luis Spievac, ma sarà la ricetta che Don modifica dopo aver aperto un Don the Beachcomber alle Hawaii.
Ad oggi il maggiore contributo alla ricerca dei cocktail di Donn ed in particolare dello Zombie Cocktail proviene da Jeff Berry, più noto come Beachbum Berry.

Ingredienti
4,5 cl di rum portoricano o cubano gold
4,5 cl di rum dark giamaicano
3 cl di rum demerara overproof
2 cl di succo di lime fresco
1,5 cl di falernum
1,5 cl di Don's mix
1 tsp di granatina
1 dash di Angostura bitters
6 drop di Pernod

Preparazione
La preparazione avviene nel blender, come solitamente preparava i cocktail Donn. Utilizzare il blender a basse velocità o con la funzione pulse facendo attenzione a non creare un cocktail frozen.

venerdì 6 settembre 2019

Moretta fanese

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La Moretta fanese, Moretta di Fano o Moretta è un caffè corretto originario della città di Fano (PU) diffuso anche nelle zone e città limitrofe. È forte e dolce, e solitamente si beve come digestivo dopo i pasti o come un energetico pomeridiano.

Preparazione
La correzione è una miscela di liquore a base di anice, rum e brandy, variabile a seconda delle ricette personali, ma approssimativamente in parti uguali. Una variante utilizza il cognac al posto del brandy. Utilizzando l'erogatore di vapore della macchina del caffè, si scaldano direttamente nel tradizionale bicchierino di vetro, tre cucchiaini di liquore con due cucchiaini di zucchero e una scorzetta di limone, fino a che lo zucchero non sarà completamente sciolto, dopodiché si aggiunge il caffè espresso bollente, tenendo il bicchierino leggermente inclinato in modo da evitare che i due liquidi si mescolino tra loro. Passaggio molto importante, perché una vera Moretta si contraddistingue per i suoi tre tipici strati (partendo dal basso): liquore, caffè e cremina del caffè.
In mancanza di una macchina da espresso può essere preparata anche con il caffè della moka e scaldando sui fornelli gli altri ingredienti.

Cenni storici
Secondo la tradizione la moretta ebbe origine tra i marinai e pescatori del porto di Fano, che prendevano bevande corrette e molto calde per scaldarsi e rinvigorirsi prima di "andare in mare".
In tempi passati la povertà portava ad evitare gli sprechi, perciò i rimasugli di liquori avanzati venivano raccolti insieme; da questi nacque in seguito la "Moretta".
Nel 2006 la moretta è stata inserita ufficialmente come cocktail nell'elenco dell'A.I.B.E.S. (Associazione Italiana Barman e Sostenitori). Nel 2011 è stata inserita nell'elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali delle Marche.

giovedì 5 settembre 2019

Ponce (bevanda)

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Il ponce è una bevanda alcolica nata a Livorno tra i secoli XVII e XVIII e derivata dal punch, diffuso in città dalla numerosa comunità britannica.
La composizione originale del punch inglese (a sua volta versione meno rozza del grog) prevedeva cinque ingredienti (da cui il nome, derivato dal termine della lingua hindi panca o pancha, "pugno" o "cinque"): tè, zucchero, cannella, limone e acquavite (oppure acqua bollente, succo di limone, rum delle Antille, spirito di noce moscata e arak, un distillato di vino di riso originario dell'Indonesia).
Il ponce livornese nacque sostituendo al tè o all'acqua bollente il caffè concentrato, mentre al posto del rum delle Antille (che mal si accorda con il sapore del caffè forte) fu usato il cosiddetto "rum fantasia" (localmente detto anche rumme), un'invenzione locale costituita da alcol, zucchero e caramello di colore scuro, a volte aromatizzato con un'essenza di rum (ricetta originale del rag. Gastone Biondi della ditta Vittori).
La versione diffusa tra Ottocento e Novecento prevedeva una preventiva bollitura del caffè macinato in una pentola piena d'acqua; da ciò si otteneva un infuso che veniva filtrato con un panno di lana e immesso nella caffettiera. Al caffè che usciva dalla macchina veniva poi aggiunto con un misurino il rumme o la "mastice", una versione del mistrà, liquore di semi di anice verde macerati in alcol.
Fino ai primi anni del Novecento, sia il rumme che la mastice erano generalmente fabbricate dal proprietario del locale nel proprio retrobottega, in quanto la legge lo permetteva.
Nella sua versione originale, il ponce è praticamente scomparso negli anni cinquanta.

Ricetta odierna e metodo di preparazione
Ai giorni nostri, la preparazione del ponce, come comunemente si può osservare nei bar di Livorno e delle zone limitrofe, avviene così: si utilizza un tipico bicchierino di vetro piuttosto spesso (localmente detto "il gottino"), leggermente più grande di quello che normalmente si usa per il caffè; si dosa lo zucchero e si aggiunge una scorza di limone (denominata "vela"); si versa il "rumme": nella ricetta del ponce si può usare questo liquore da solo, un mix di "rumme e cognac" o "rumme e sassolino": il giusto dosaggio del liquore si ottiene usando come riferimento il bordo superiore dei semicerchi che si trovano alla base del bicchiere. Quindi, con il beccuccio del vapore della macchina espresso, si porta la mistura ad ebollizione e, prontamente, si colma il bicchiere con un buon caffè ristretto. Il ponce deve essere bevuto caldo bollente, dopo una rapida mescolata dello zucchero che non si fosse ancora disciolto. Si consuma generalmente dopo pranzo o dopo cena. Alcuni lo consumano per scaldarsi dal freddo, anche se è dimostrato che l'uso di alcolici - pur dando un'iniziale sensazione di calore - comporta in realtà la perdita di calore corporeo attraverso le estremità.

Varianti
Varianti del ponce classico, nel passato, erano il "mezzo e mezzo", un caffè corretto con una mistura di rum e mastice, e il "ponce americano" aromatizzato all'arancia.
La torpedine è una versione "rinforzata" del ponce - si effettua aggiungendo alla polvere di caffè una punta di peperoncino. Il risultato è un ponce particolarmente forte.
Col nome ponce si identifica anche un'altra bevanda detta ponce rosso (o ponce al mandarino) che altro non è che un punch molto alcolico (intorno a 40% Vol.) aromatizzato al mandarino, riscaldato al vapore della macchina da caffè espresso e servito nel tipico gottino con la classica fetta di limone (vela).


mercoledì 4 settembre 2019

Tia Maria

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La Tia Maria è un liquore prodotto in Giamaica. Questo prodotto è composto da rum al caffè e da una selezione di vari tipi di spezie la cui selezione è tenuta segreta. Questo tipo di liquore può essere usato come ottimo digestivo oppure in numerosi cocktail come:
Corcovado;
Old Coffee;
Summer Fun;
English Coffee;

martedì 3 settembre 2019

Dom Bairo

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D.O.M. Bairo "l'Uvamaro" è uno storico amaro italiano a base di vino, noto negli anni settanta ma da tempo non più in produzione. Il nome iniziale stava a significare Deo Optimo Maximo, ma venne successivamente (1974) trasformato in Don Bairo poiché veniva comunemente chiamato in questo modo (complice il personaggio degli spot pubblicitari).

Cenni storici
La sede della distilleria era in origine a Bairo, nella regione Canavese del Piemonte. La ricetta originale del medico (archiatra) Pietro Michaeli, più noto come Pietro Bairo, risale al Quattrocento (1452) e fu in seguito ripresa dalla ditta Buton per produrre l'amaro su scala industriale.

Caratteristiche
L'amaro era a base di vino, che veniva aromatizzato con diverse erbe e radici aromatiche.

Degustazione
I consigli per la degustazione riportati sulla bottiglia dell'amaro recitavano testualmente:
Lo moderato usaggio donerà vieppiù sana consolazione et buonumore. Pigliato avanti e dopo 'l pasto et etiam a tute ore de la giornata.

Pubblicità
L'amaro fu pubblicizzato da una nota serie di spot di Carosello, Le avventure di Cimabue. Il protagonista era un fraticello di nome Cimabue che, per i molti errori commessi, veniva sempre canzonato dai confratelli che, cantando, intonavano in coro Cimabue, Cimabue, fai una cosa, ne sbagli due. La sua consueta replica, anch'essa al tempo passata nel parlare comune, era: Ma che cagnara, sbagliando si impara!.
Lo spot andò in onda tra il 1972 e il 1977 ed era basato su una animazione realizzata graficamente da Paolo Piffarerio per la Gamma Film.

lunedì 2 settembre 2019

Mulsum

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Il mulsum è una bevanda, ottenuta miscelando vino e miele, tipica dell'antica Roma.

Storia
Era in genere la bevanda offerta all'inizio della cena romana in concomitanza con la "gustus", quella che definiremmo la portata degli antipasti.
Anche per il mulsum esistevano diverse modalità di produzione e categorie qualitative del prodotto.
Il miglior mulsum era ottenuto dal mosto derivante dal non completo schiacciamento di uve provenienti da viti coltivate presso alberi e vendemmiate in giornate secche. A cinque parti di mosto si aggiungeva una parte di miele; dopo accurata agitazione la miscela veniva posta in un vaso che, chiuso, si lasciava a riposo per almeno un mese per essere filtrato e posto di nuovo a riposare.
Oltre che come bevanda, il mulsum era utilizzato come "medicina", ad esempio consumato caldo contro i dolori di stomaco, come stomachico, come corroborante.

 
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