domenica 14 luglio 2019

Cipster

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Cipster è uno snack salato a base di patate prodotto dalla Saiwa dagli anni settanta.

Varianti
Il seguente è l'elenco dei vari prodotti Cipster, attualmente in commercio:
  • Cipster 100%: è il principale prodotto della linea, al cui nome è stato aggiunto "100%", per distinguerlo dalle altre varianti.
  • Cipster Freeky Fries: Cipster dalla forma classica delle patatine fritte.
  • Cipster Elix: Cipster dalla forma di piccole spirali.
  • Cipster Sunlight: Cipster realizzati con farina di mais integrale.
  • Cipster Surfies: Cipster dalla forma di onde.

Promozione
Cipster è stato oggetto di un'operazione di Product Placement all'interno del film del 2009 Amore 14, scritto e diretto da Federico Moccia.
Inoltre in collaborazione con MTV, la Saiwa aveva lanciato un concorso legato a Cipster, il cui vincitore è stato scelto come protagonista della campagna pubblicitaria del prodotto.


sabato 13 luglio 2019

Shirley Temple (cocktail)

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Lo Shirley Temple è un cocktail analcolico inventato all'hotel Royal Hawaien di Waikiki (nelle Hawaii) in onore della giovane attrice Shirley Temple negli anni trenta, e successivamente ripreso dai barman del mondo intero. Si ottiene miscelando due parti di ginger ale con una parte di sciroppo di granatina.

Composizione e preparazione
La ricetta originale prevede:
  • una parte di sciroppo di granatina
  • due parti di ginger ale
  • due parti di acqua aromatizzata gassata (limonata, soda)
Il cocktail va servito fresco, accuratamente mescolato in un bicchiere alto (come per esempio il "Collins") o un generico Tumbler, con del ghiaccio o liscio e guarnito con un disco di limone e/o una ciliegia candita.

Varianti
Sostituendo il ginger ale con la cola si ottiene un altro famoso coctkail analcolico: il Roy Rogers che va preparato senza aggiunta di acqua aromatizzata.

Lo Shirley Temple nella cultura di massa
Nel videogioco Monkey Island 2: LeChuck's Revenge la bevanda è citata in un dialogo tra il protagonista e il gestore di un bar di Scabb Island, il quale sarcasticamente gli propone tale analcolico per la ragion del fatto che egli sarebbe troppo giovane per bere il grog.



venerdì 12 luglio 2019

Duff Beer

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La Duff Beer è una marca di birra presente nella serie animata I Simpson. Inizialmente presente forse come parodia delle birre americane di massa, di qualità non elevata, economiche e fortemente pubblicizzate. Si nota una certa ispirazione al marchio americano Budweiser. È la bevanda preferita del protagonista della serie, Homer Simpson.
Il "testimonial" ufficiale della Duff è Duffman.

Sottomarche
In numerosi episodi della serie, vengono presentate diverse birre caratterizzate dal marchio Duff:
  • Duff Hilary
  • Duff Lite
  • Duff Dry
  • Duff Dark
  • Lady Duff
  • Tartar Control Duff
  • Henry K. Duff's Private Reserve
  • Duff Blue (slogan: "Tap into the peppermint glacier")
  • Duff Stout ("la birra che ha reso famosa l'Irlanda", secondo Duffman)
  • Duff Zero (analcolica)
  • Duff Extra Cold
  • Duff al lampone (raspberry)
  • Duff baffo grigio
  • Düff (finta birra svedese spacciata da Boe)
Quando Homer partecipa a un tour del birrificio Duff, viene rivelato che le prime tre varietà di birra elencate provengono dalla stessa produzione della Duff regolare. In un altro episodio (Springfield Files), si scopre anche che l'ingrediente principale della concorrente Birra Zecca rossa sono i cani che vengono fatti nuotare in branchi nelle vasche di birra (memorabile il degustatore "Mmm... ancora un po' di cane")
La Duff Zero, varietà analcolica, è invece prodotta durante il periodo proibizionista a Springfield, sostenendo che la gente beveva la birra Duff per il suo sapore robusto piuttosto che per il contenuto alcolico, ma tale scelta porta la compagnia alla bancarotta in trenta minuti.
In aggiunta, la Düff è creata nell'episodio in cui il barista Moe disegna un umlaut su una bottiglia di Duff per convincere Homer che si tratta di birra svedese di importazione.
La Fudd è un'altra variante parodica della Duff che Homer compra ad un bar di campagna (d'ispirazione Texana) lontano miglia e miglia da Springfield. Homer diventa subito un fan della Fudd e la richiede al bar di Boe che ne rimane sconcertato citando inoltre il motivo della scomparsa dal mercato: "l'hanno tolta dal mercato dopo che quel gruppo di zoticoni divenne cieco".

Birre Duff reali
Nella realtà sono esistite almeno tre marche di birra di nome Duff: la prima venne prodotta verso la fine degli anni novanta dal birrificio australiano Lion Nathan, che iniziò a produrre una birra chiamata appunto "Duff Beer".
Nel 2006 il commerciante messicano Rodrigo Contreras ha preso accordi con i detentori dei diritti e ha iniziato a commercializzare la birra Duff in Sudamerica, Europa e Asia (i diritti della Fox sono relativi a USA e Australia). Dall'estate 2008 tale birra viene commercializzata anche in Italia. La Duff commercializzata in Europa veniva prodotta in Belgio dalla birreria Haacht, mentre dal gennaio 2009 la produzione è stata spostata in Svizzera.
È realmente in commercio anche un energy drink di produzione statunitense ispirato dalla lattina della birra Duff de I Simpson, ovvero il The Simpsons Duff Beer Energy Drink.


giovedì 11 luglio 2019

Churro

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Il churro (spesso detto al plurale: churros) è uno spuntino, tipico della cucina iberica e latino-americana, a base di una pastella fritta, di solito spolverata di zucchero.
In Spagna i churros sono normalmente disponibili tutto l'anno presso le apposite bancarelle che si trovano lungo le strade principali, nelle piazze e nei mercati, nonché durante le ferias estive e nei luna park.
Molto amati sono però la domenica a colazione, intinti in una tazza di densa cioccolata calda, e all'alba di capodanno o genericamente dopo una nottata di festeggiamenti; in ogni caso vanno però preparati al momento e consumati ancora caldi.
In Argentina si usa gustare i churros ripieni col dulce de leche.

Preparazione
La pastella base dei churros è molto semplice ed è composta da farina, acqua e sale. Altrettanto semplice è la preparazione: si introduce l'impasto in una churrera (specie di tasca o siringa da pasticciere con la bocca di estrusione avente un diametro di circa 15 mm e tipica sezione a stella) e lo si estrude in un contenitore di olio bollente effettuando al contempo un movimento rotatorio.
La spirale di pastella così ottenuta deve friggere da ciascun lato per meno di un minuto, fino a diventare leggermente croccante; dopodiché viene spezzettata, spesso cosparsa di zucchero e servita in un cartoccio.


mercoledì 10 luglio 2019

Moscow mule

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Il Moscow mule è un long drink riconosciuto ufficialmente dall'IBA.
Viene preparato con:
  • 4,5 cl Vodka
  • 12 cl Ginger beer
  • 0,5 cl succo di lime fresco
  • 1 fetta di lime
Viene generalmente preparato e servito in un bicchiere di rame, miscelando tutti gli ingredienti direttamente nel bicchiere con ghiaccio e guarnendo con una fetta di lime e zenzero
In mancanza del boccale di rame si può ovviare con un bicchiere old fashioned.

Storia
Nel 1941, nel bar Chatham[1] di New York, due imprenditori progettarono di rilanciare le proprie attività: John G. Martin, che distribuiva negli Stati Uniti la vodka Smirnoff e Jack Morgan, proprietario di un locale a Hollywood, che stava cercando di lanciare la sua marca di Ginger Beer (soft drink a base di zenzero), combinando insieme i due ingredienti, con l'aggiunta di lime. Il cocktail, con quel gusto aspro, in gola scalciava come un mulo. Quindi: "Moscow" per l'ingrediente base, la vodka, e "mule", forse, per l'effetto al palato. Ad integrare questa versione un po' "leggendaria" della genesi del nome di questo long drink, va aggiunto che pare ci fosse anche l'esigenza di smaltire uno stock di mug (tazze) in rame da 5 once, con inciso sopra un asino. La sua popolarità in Europa e soprattutto in Italia è aumentata esponenzialmente a partire dai primi anni 2010.

Curiosità
"Moscow mule" è il titolo dell'ottavo episodio della prima stagione della serie TV Orange Is the New Black, puntata dedicata alla detenuta russa Galina "Red" Reznikov.


martedì 9 luglio 2019

Yellow Tail

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Yellow Tail (graficamente stilizzato: [ yellow tail ]) (traducibile in italiano come: Coda gialla) è un marchio di vino prodotto da Casella Family Brands a Yenda in Australia.
Yellow Tail fu sviluppato nel 2000, in origine era messo in commercio per l'esportazione e divenne il primo vino importato negli Stati Uniti dal 2003. Da quel momento la produzione fu incrementata di 10 volte arrivando a 300 milioni di litri.
Il nome prende origine dal wallaby delle rocce dai piedi gialli, un parente del canguro.

Vitigno
Il vitigno, nell'area di 540 ettari produce approssimativamente il 3% di tutto il vino, e si trova nella regione di Riverina, a Griffith nel Nuovo Galles del Sud.

Vini
Approssimativamente 1/3 dell'uva che sono raccolte da Yellow Tail si trovano nei vitigni di Riverina in Australia. Le altre provengono da altri vitigni nell'Australia Sud-orientale. Tutti i Vini Yellow Tail hanno la loro specifica etichetta colorata
Yellow Tail produce varietà di vino dai seguenti: Moscato, Riesling, Semillon, Sauvignon blanc, Pinot gris, Chardonnay, Pinot noir, Merlot, Grenache, Syrah e Cabernet Sauvignon oltre ai Rosé


lunedì 8 luglio 2019

Armagnac

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L'armagnac è un'acquavite di vino francese a denominazione di origine controllata prodotta nella regione storica della Guascogna, suddivisa tra i dipartimenti delle Landes, del Gers, e di Lot-et-Garonne nel Sud-Ovest della Francia. Prende il nome dall'antica contea di Armagnac, il cui territorio storico corrisponde all'attuale zona di produzione.

Storia

L'armagnac è a buon diritto la più antica acquavite di Francia. La sua prima menzione a stampa è del 1531, ma il manoscritto da cui deriva il libro, custodito nella Biblioteca Vaticana, è del 1310, ad opera di Vital du Four, abate del monastero di Eauze nel cuore della contea di Armagnac, che ne elencava quaranta virtù "medicinali".
Le prime tracce dell'Armagnac risalgono al Medioevo quando veniva indicato come aygue ardente (aqua vitae), distillata ed usata come medicinale nelle antiche università e nei monasteri. La produzione per uso voluttuario inizia attorno alla metà del Quattrocento e circa mezzo secolo più tardi se ne sviluppa il commercio in botte.
Il distillato, caricato a bordo di carri fino a Mont de Marsan oppure Auch veniva poi trasportato a Bayonne oppure a Bordeaux per via fluviale e da qui esportato dai mercanti olandesi nei Paesi Bassi, Regno Unito e perfino nei Paesi baltici.
La diffusione dell'armagnac è quindi anteriore di almeno un secolo a quella del cognac, il cui commercio tuttavia poté svilupparsi maggiormente grazie alla vicinanza e alle più facili comunicazioni fluviali con La Rochelle, importante porto ed emporio commerciale della Francia sudoccidentale. La regione dell'Armagnac è infatti più interna e non ha fiumi navigabili con imbarcazioni importanti, a differenza della Charente.

Vitigni e vino

I vini dai quali viene ricavato l'armagnac derivano da quattro vitigni principali: l'Ugni blanc (con tale nome è conosciuto in Francia il Trebbiano, introdotto in età basso-medievale), il Colombard, la Folle blanche (detto anche Piquepoult) e il Baco blanc. Altri vitigni, meno diffusi nella zona di produzione del celebre distillato, sono il Jurançon blanc, la Clairette de Gascogne, il Mauzac, la Plainte de Graisse e il Meslier Saint-François. Il vitigno della Folle Blanche, per migliorarne la resistenza alla fillossera, è stato incrociato con l'americano Noah creando l'ibrido Baco blanc: questo è l'unico esempio di vitigno ibrido ammesso in una AOC francese.
Il mosto si ottiene per pressatura soffice, senza aggiunta di solfiti o lieviti: la fermentazione crea un vino di bassa gradazione e parecchio acido. Appena terminata la fermentazione si passa alla distillazione per mantenere intatti gli aromi del vino.

Zone di produzione

Il territorio dell'Armagnac si divide in tre zone di produzione in base alle caratteristiche dei terreni:
  • Bas-Armagnac, a sua volta suddiviso per tradizione antica e non ufficialmente in:
    • Grand Bas-Armagnac,
    • Fins Bas-Armagnac,
    • Petits Bas-Armagnac '.
Il Bas-Armagnac è considerato come la migliore delle tre zone di produzione, in virtù del terreno sabbioso, povero di calcare, e ricco di sedimenti marini. La micro-zona del Grand Bas-Armagnac corre a cavallo del confine tra i dipartimenti del Gers e delle Landes, ed è ritenuto produrre le acquaviti in assoluto più fini ed armoniche. L'area è intensamente coltivata a vite.
  • Ténarèze. La zona intermedia possiede ancora qualche terreno sabbioso, ma contiene in prevalenza suoli argillo-calcarei ed argillo-sabbiosi. Le acquaviti sono affini a quelle del Bas-Armagnac in funzione dei terreni più o meno sabbiosi. È zona mista di viti e cereali; si produce circa la metà dell'armagnac rispetto al Bas.
  • Haut-Armagnac: questa zona è sfavorita per possedere terreni calcarei ed argillo-calcarei; le uniche zone adatte sono le cime delle colline, in cui c'è qualche deposito argillo-sabbioso. L'area produce pochissimo armagnac.

Metodo di produzione

L'armagnac viene distillato in continuo con un alambicco a colonna a piatti, chiamato alembique armagnaçais (alambicco armagnacchese), a volte montato su un rimorchio ed alimentato a legna, in cui il vino scende dall'alto attraverso i piatti, viene riscaldato nella caldaia sul fondo, e risale come vapore passando attraverso i ripiani dal basso verso l'alto, dove esce distillato e viene condensato da una serpentina raffreddata.
La distillazione avviene entro l'inverno. L'acquavite ricavata viene riposta in botti di quercia guascone con capacità da 400 a 420 litri, o di altre zone francesi, e fatta invecchiare in depositi fuori terra detti chai; ad ogni anno di invecchiamento evapora una quantità di prodotto tra il 3 ed il 5%, la parte degli angeli. L'invecchiamento è variabile secondo il prodotto che si vuole ottenere, fino ad un massimo di 50 anni circa. L'armagnac viene quindi miscelato con altri armagnac, secondo il giudizio del maître de chai (cantiniere), per ottenere un prodotto armonico. infine la miscela si lascia riposare ancora qualche mese.
Terminato il periodo di invecchiamento, il prodotto viene confezionato in bottiglie scure schiacciate dette basquaise da 75 cl, o trasparenti come quelle del cognac, oppure nei tipici bottiglioni chiamati pot gascon, da 250 cl.

Classificazione dell'invecchiamento

Dal 2010 a seconda dell'età dei distillati, le etichette riportano le seguenti sigle, o direttamente gli anni di invecchiamento:
  • VS oppure *** - da uno a tre anni di invecchiamento
  • VSOP - da quattro a nove anni di invecchiamento
  • Napoléon - da sei a nove anni di invecchiamento
  • Hors d'âge, XO - da dieci a diciannove anni, o il millesimo di distillazione
  • XO Premium - da vent'anni in poi, od il millesimo di distillazione
Gli armagnac di oltre dieci anni recano l'anno di distillazione sull'etichetta se millesimati, e di solito sulla controetichetta si trova anche l'anno della messa in bottiglia, rendendo facile il calcolo del periodo trascorso in botte; oppure se sono assemblati, dichiarano l'età del distillato più giovane che si trova nella bottiglia (es. 15 Ans).

Usi e degustazione

L'armagnac è un distillato da fine pasto o da meditazione; si beve in piccoli bicchieri a ballon, o meglio a tulipano, lentamente. Entra raramente nei cocktail; è parte di un noto aperitivo guascone, la pousse-rapière; si usa per conservare frutta al liquore; infine si usa nel floc di guascogna, un mosto fortificato con armagnac, analogo al pineau des Charentes, come aperitivo.

Tutela della denominazione d'origine

Una convenzione italo-francese (28 maggio 1948) stabilì che i termini cognac e armagnac fossero riservati ai soli prodotti francesi tutelati dalle corrispondenti denominazioni di origine. Ogni acquavite di vino di qualunque altra origine, francese od estera, può quindi chiamarsi solo brandy.

I produttori di armagnac

Commercianti - esportatori (Négociants)

Come per il cognac, sono grossisti ed affinatori che non producono vino in proprio. I principali si dividono in queste categorie:
  • comprano vino, distillano, invecchiano, imbottigliano e commerciano col loro marchio:
    • Dartigalongue
    • Delord
    • Janneau
    • Marquis de Montesquieu (Pernod Ricard)
    • Samalens
  • comprano armagnac già in botte dai produttori indipendenti e lo invecchiano nei loro depositi (chais), imbottigliano e commerciano col loro marchio:
    • Darroze
    • Gelas
  • comprano distillato giovane dalle cooperative, poi invecchiano, imbottigliano e commerciano col loro marchio:
    • Cles des Ducs
    • Larresingle
    • Sempé
    • Trepout
    • Veuve Goudulin
  • comprano distillato millesimato dai produttori indipendenti e lo commerciano col loro marchio:
    • pressoché tutti i négociants

Produttori indipendenti

Sono numerosissimi, talvolta con produzioni minuscole di uno/due barili all'anno. Per molti produttori l'armagnac non è che una parte della loro attività agricola, tra allevamento di oche e pollame, coltivazione di cereali, foraggi, e produzione di vino; per altri è la loro attività principale. L'elenco comprende soltanto i più noti in commercio in italia:
  • Chateau de Briat
  • Chateau de Lacquy
  • Chateau de Laubade
  • Chateau de Tariquet
  • Domaine Boingnères
  • Domaine de Joy
  • Domaines Laberdolive
  • Domaine de Lartigue




 
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