giovedì 20 agosto 2020

Bevande che erano famose in passato e che sono ormai passate di moda


L'orzata, da non confondere con il latte di mandorla. Era una bevanda ottenuta dall'orzo con aggiunta di vaniglia e aroma di fiori d'arancio.


La spuma, una bibita venduta negli anni '20 a base di acqua gassata, zucchero, aromi e caramello in due versioni, bionda o nera e poi alla menta e agli agrumi.


La granatina, una bibita a base di succo di melograno, anticamente chiamato granata. Veniva ottenuta dai chicchi di melograno a cui veniva aggiunto miele e zucchero e poi diluita in acqua e ghiaccio. Oggi viene usata solo come ingrediente per cocktail come il Singapore sling.


Il rosolio, un liquore ottenuto a partire da alcool ed essenza di rose diffuso in tutta Italia a partire dal Rinascimento. Vennero anche prodotti rosoli di menta, agrumi, caffè e anice.


Il mandarinetto, una variante del limoncello e dell'arancello. Molto diffuso negli anni '60-'70, oggi viene prodotto solo in distillerie artigianali.


Il bargnolino o prunella, un liquore ottenuto dal frutto del prugnolo con aggiunta di alcool, zucchero e vino rosso.


Il genepì, un liquore ottenuto da un arbusto aromatico del genere Artemisia che cresce spontaneo sulle Alpi. Era diffuso soprattutto in Piemonte e Valle d'Aosta e nella Savoia francese. Oggi viene prodotto solo in piccole distillerie locali del Piemonte.


L'anisetta, un liquore ottenuto da semi di anice, da non confondere con l'anice che viene aggiunto al caffè o nei dolci. Era molto diffuso nella seconda metà dell'800 fino ai primi anni del '900, oggi é praticamente scomparso.


La sambuca, da non confondere con la pianta del sambuco. É un liquore ottenuto dall'infusione di semi di anice stellato, molto nota in Italia fino agli anni '80, era spesso bevuta d'estate con ghiaccio o con chicchi di caffè.


L'assenzio. Una volta questo liquore era il piú diffuso in tutta Europa e America. Era uno dei simboli della Belle Époque sebbene avesse la fama di liquore maledetto, una fama datagli dai produttori di vino che ne temevano la concorrenza. Veniva prodotto a partire da erbe, fiori e foglie dell'assenzio maggiore e bevuto con ghiaccio e zucchero e allungato con acqua (berlo puro era impossibile). Nel 1915 ne venne proibita la produzione a seguito delle pressioni dei produttori di vino ma oggi il divieto di produrlo é caduto ed é di nuovo in produzione.


Il brodo di giuggiole; in realtà non é un brodo ma un liquore ottenuto dai frutti dell'albero del giuggiolo, una volta molto diffuso nella penisola mentre oggi é una specie protetta. Viene ottenuto partendo da giuggiole appassite, mele cotogne, uva, zucchero, vino e scorza di limone. L'espressione "andare in brodo di giuggiole" deriva proprio dalla bontà e diffusione del prodotto.




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