mercoledì 16 febbraio 2022

Buchette del vino a Firenze

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A Firenze sulle mura di parecchi palazzi del centro storico esistono alcune curiose aperture di piccole dimensioni usate per la vendita del vino direttamente in strada e chiamate le buchette del vino.
L'usanza di vendere vino direttamente dai palazzi nobiliari risale più o meno al XVII secolo quando gli stravolgimenti nei mercati europei portarono a una ridefinizione dei commerci internazionali e delle attività manifatturiere, che portò a un inesorabile declino di quelle attività che avevano reso Firenze ricca e potente durante il medioevo e il Rinascimento. In quel periodo le grandi famiglie aristocratiche iniziarono a convertire le proprie attività in terreni agricoli e latifondi, dalla rendita più stabile, dove venivano prodotti vari beni, tra i quali un posto preminente era legato proprio alla produzione vinicola.
Le buchette permettevano di vendere con discrezione il vino al minuto direttamente in strada, evitavano di ricorrere all'intermediazione degli osti e dovevano avere una clientela molto vasta, come dimostra la loro diffusione.
Altra utilizzazione di queste "buchette" riservata esclusivamente ai palazzi nobiliari, era quella di beneficenza. Infatti, si usava lasciare nel piccolo vano che, considerata la sua ridotta altezza da terra garantiva l'anonimato, cibo o una brocca di vino appunto per i più bisognosi.
Dal punto di vista architettonico le buchette aprivano su un vano al pian terreno del palazzo facilmente collegabile alla cantina, dove un servitore curava la vendita delle bottiglie del vino in determinate ore del giorno. Le aperture permettevano appena il passaggio di un fiasco e presentano quasi sempre una forma a porticina con un archetto superiore, spesso decorato da una cornice con punta a goccia, chiuso da una porticina in legno. Le eleganti cornici di pietra liscia o bugnata che gli conferivano un sobrio aspetto tanto da essere detti in antico "tabernacoli del vino".
Alcune buchette sono oggi murate, mentre altre riportano ancora lapidi che informano i clienti sugli orari di vendita stagionali. Le meglio conservate si trovano in via del Giglio e in via del Sole.

martedì 15 febbraio 2022

Brandy spagnolo





Il Brandy spagnolo è un distillato di vino con gradazione alcolica dal 36 al 40%.

Produzione

Le tecniche di distillazione del vino attraverso le quali si ricava il brandy possono essere:
  • Distillazione continua ad alta gradazione alcolica (oltre 90%) alambicco a colonna
  • Distillazione continua a bassa gradazione alcolica (dal 52 al 66%) alambicco a colonna
  • Distillazione singola in alambicco discontinuo tipo Charentais
  • Distillazione duplice in alambicchi discontinui tipo charentais, metodo usato nella distillazione del cognac

Invecchiamento

L'invecchiamento avviene in botti di rovere americano precedentemente utilizzate per l'invecchiamento di vino sherry. Il metodo di invecchiamento più elaborato e fine è detto Criaderas y Soleras.

Uve

Tra le uve dalle quali si ricava il vino per la distillazione si segnalano le seguenti:
  • Airen
  • Folle blanc
  • Macabeu
  • Palomino
  • Parellada
  • Ugni blanc
  • Xarel·lo
Per il brandy de Jerez si usa esclusivamente la varietà palomino e talvolta airen.

Categorie

  • Brandy de Jerez Solera: invecchiato per sei mesi in botte
  • Brandy de Jerez Solera Reserva: invecchiato per un anno in botte
  • Brandy de Jerez Solera Gran Reserva: invecchiato oltre tre anni in botte
La dicitura brandy de Jerez si riferisce solo ai prodotti invecchiati nella regione di Jerez. Il brandy de Jerez è l'unico tutelato da denominazione di origine. Per gli altri brandy valgono le stesse classificazioni ma senza "de Jerez" anteposto.

Produttori e marchi

  • Grupo Osborne
    • Veterano - brandy de Jerez solera
    • Carlos III - brandy de Jerez solera reserva
    • Carlos I - brandy de Jerez solera gran reserva
    • Carlos I Imperial - brandy de Jerez solera gran reserva
  • Domecq
    • Fundador - brandy de Jerez solera
  • Gonzales Byass
    • Soberano
    • Soberano 5
    • Soberano 8
    • Lepanto - brandy de Jerez solera gran reserva (12 anni)
    • Lepanto OV - Oloroso Viejo - brandy solera gran reserva (12 anni + 3 di affinamento)
    • Lepanto PX - Pedro Ximenez - brandy solera gran reserva (12 anni + 3 di affinamento)
  • Sanchez Romate Hermanos
    • Cardenal Mendoza Clasico - brandy de Jerez solera gran reserva
    • Cardenal Mendoza Lujo - brandy de Jerez solera gran reserva
    • Cardenal Mendoza Non Plus Ultra - brandy de Jerez solera gran reserva
    • Cardenal Mendoza Carta Real - brandy de Jerez solera gran reserva
    • Abolengo - brandy solera
    • Monseñor 5 - brandy solera
    • Monseñor 10 - brandy solera
    • Cisneros - brandy solera reserva
    • Uno en mil - brandy de Jerez solera gran reserva
  • Torres
    • Torres 5
    • Torres 10
    • Torres 20
    • Fontenac
    • Jaime I
    • Honorable
  • Williams & Humbert
    • 1877 - brandy de Jerez solera gran reserva
    • Marques de Misa - brandy de Jerez solera reserva
    • Williams - brandy de Jerez solera
    • Gran Duque d'Alba - brandy de Jerez solera gran reserva
    • Gran Duque d'Alba oro - brandy de Jerez solera gran reserva special
  • Bodegas 501
  • Bodegas Terry
  • Bodegas Lustau
    • Brandy de Jerez Solera Reserva
    • Brandy de Jerez Solera Gran Reserva
    • Brandy de Jerez Solera Gran Reserva Finest Selection
    • Brandy de Jerez Solera Gran Reserva Añada 1977

lunedì 14 febbraio 2022

Dark drink

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I dark drink (in inglese "bevanda scura") sono una categoria di cocktail, freddi o caldi, il cui ingrediente principale è il caffè, lungo o espresso, unito a distillati o liquori ed eventualmente panna (montata o semi-montata) o creme di gelato. Possono essere serviti in diversi tipi di bicchiere, inclusi il balloon e la coppa da champagne.

domenica 13 febbraio 2022

Cantina sociale

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Una cantina sociale è una cooperativa alla quale i soci conferiscono i prodotti dei propri vigneti per la produzione e lavorazione del vino e per la vendita all'ingrosso o al minuto.

Finalità

La vinificazione in forma associata ha tra le proprie finalità quella di realizzare economie di scala e consente l'acquisizione di attrezzature di vinificazione, l'assunzione di enologi e tecnici esperti e la messa in atto di tecniche di pubblicizzazione e commercializzazione dei prodotti che i soci singolarmente non si potrebbero permettere. Ciò rende la presenza delle cantine sociali più rilevante nelle regioni vinicole dove le aziende sono di piccole dimensioni, e dove l'associazionismo per alcune aziende diventa quindi quasi una necessità.
Inoltre dovrebbe premettere ai soci di remunerare in modo adeguato il proprio lavoro e di gestire l'azienda in forma trasparente, democratica e solidaristica.
Tra i vantaggi della vinificazione in forma cooperativa in molti paesi c'è anche la possibilità di accedere a finanziamenti pubblici specifici, come ad esempio quelli previsti dall'Unione europea.

Storia

Le prime cantine sociali furono costituite in Germania, dove in genere le cooperative per la vinificazione vengono chiamate Winzergenossenschaft. Le prime associazioni di questo tipo risalgono ad un periodo che precede l'adozione di specifiche leggi sull'associazionismo in agricoltura. Già nel 1834 una unione di viticoltori del Neckarsulm (Württemberg) produceva e comercializzava il mosto ottenuto dalla pigiatura dell'uva prodotta dai soci, vinificandone anche una parte. In Prussia nel 1867 venne adottata una legge sull'associazionismo (Genossenschaftsgesetz) che entrò in vigore in tutta la Confederazione Tedesca del Nord nel 1868. Una delle prime cooperative tra viticoltori fondata sulla base di tale legislazione, la Winzerverein Mayschoß, venne costituita nel 1868 a Mayschoß nella valle dell'Ahr ed è oggi la più antica cantina sociale tedesca tuttora in attività.
In Italia la fondazione della prima cantina sociale risale al 1891 ed avvenne ad Oleggio, in provincia di Novara.
In Francia viene citato a volte come prima cantina sociale (cave coopérative de vinification) quella fondata a Damery nel 1891 da Renè Lamarre, un agitatore politico che aveva come obiettivo quello di organizzare i vignaioli locali contro lo strapotere delle grandi case vinicole. L'esperimento ebbe vita breve e funzionò solo fino al 1893. Alcune delle più antiche cantine sociali francesi si trovano in Alsazia, come ad esempio quella di Ribeauvillé (Rappoltsweiler Winzerverein), fondata nel 1895 e tuttora in attività. Va però tenuto conto che tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo la regione faceva parte dellImpero Tedesco.

Funzionamento

Le cantine sociali possono o meno prevedere il conferimento totale delle uve da parte dei soci. Questa condizione viene in genere stabilita nello statuto della cantina sociale, e può avere effetti anche importanti sulla qualità del vino prodotto. Il conferimento totale da parte dei soci evita il rischio che questi vinifichino in proprio le uve migliori oppure le vendano a vinificatori terzi nel caso che questi offrano loro un prezzo più alto. Comportamenti di questo tipo possono evidentemente mettere in forse la stabilità qualitativa e quantitativa dei vini prodotti dalla cantina. Proprio per questo gli statuti ed i regolamenti interni delle cantine prevedono a volte specifiche penalità a carico dei soci che non adempiono agli obblighi assunti per quanto riguarda il conferimento delle uve alla cantina. Non sempre le cantine sociali imbottigliano e commercializzano in proprio il vino prodotto, che a volte viene invece venduto ad imbottigliatori terzi.

Qualità dei prodotti

I vini prodotti dalle cantine sociali vengono a volte percepiti dal consumatore come di qualità medio-bassa e lontani dalla eccellenza qualitativa che possono offrire le case vinicole private più blasonate. Se questo può essere vero nel caso di alcune grandi cantine sociali le realtà più piccole si indirizzano invece spesso su prodotti di alta qualità, spesso decisamente di nicchia. In alcuni territori viticoli le cantine sociali nel loro complesso (e non solo quindi la singola realtà aziendale) vengono considerate dagli esperti del settore in grado di offrire prodotti di ottima qualità.

sabato 12 febbraio 2022

Brasserie d'Orval






La Brasserie d'Orval (Birrificio Orval) è un birrificio trappista situato entro le mura dell'abbazia di Notre Dame d'Orval nella regione della Gaume, in Belgio.

Storia

La produzione di birra nell'abbazia è iniziata fin dai primi giorni della stessa. Un documento scritto dall'abate nel 1628 fa riferimento diretto al consumo di birra e vino da parte dei monaci. L'ultimo mastro birraio ad essere anche monaco fu Fratello Pierre, deceduto nell'incendio del 1793.
Il birrificio attuale fu realizzato nel 1931 e impiegò laici; il suo scopo era quello di fornire un reddito ai monaci con il quale finanziare la ricostruzione in atto in quegli anni. Fu progettato da Henry Vaes, che progettò anche il caratteristico bicchiere di birra Orval. La prima birra fu consegnata dal birrificio il 7 maggio 1932, e fu venduta in barili anziché nelle bottiglie, come avviene oggi. La Orval fu la prima birra trappista ad essere venduta in tutto il Belgio.
Il primo mastro birraio fu un tedesco, Martin Pappenheimer.
Il logo del birrificio è basato sulla leggenda dell'abbazia.

La birra

Il birrificio produce due birre trappiste:
  • Orval Trappist Ale, 6.2 gradi alcolici, spesso chiamata La Regina delle Trappiste. Fu prodotta per la prima volta nel 1931 e ha un gusto complesso ed inusuale. Il colore è chiaro, leggermente torbido ed è molto schiumosa.
  • Petite Orval, 3.5 gradi, birra prodotta esclusivamente per i monaci (Patersbier). Viene ottenuta per diluizione con acqua del mosto di Orval originale, prima della fermentazione. Nonostante non sia generalmente reperibile, può essere acquistata nel monastero stesso o nel caffè adiacente.
Come in tutti gli altri birrifici trappisti, la birra è venduta solo per supportare economicamente il monastero e per altre opere di bene. Tutti i profitti provenienti dalla vendita della birra vengono distribuiti tra le popolazioni della regione per lo sviluppo della comunità.
La birra Orval viene imbottigliata in particolari bottiglie da 33 cl a forma di birillo; l'impianto riesce a riempire 24000 bottiglie all'ora. Prima di essere distribuita, la birra viene lasciata maturare sul sito alla temperatura di 15 °C per almeno quattro settimane. La birra che viene venduta presso l'abbazia viene maturata per sei mesi.
Normalmente il processo produttivo avviene a porte chiuse, anche se è possibile assistervi per due giorni all'anno. Nel birrificio ci sono 32 lavoratori laici.

venerdì 11 febbraio 2022

Brombeergeist

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Il Brombeergeist è un liquore ricavato dal succo e dal distillato di mora selvatica. È una specialità tedesca tipica della Foresta Nera la cui produzione è regolata da un consorzio (come per l'Himbeergeist). La gradazione alcolica è intorno al 40%.

Degustazione

Il liquore va degustato freddissimo in appositi bicchierini.

giovedì 10 febbraio 2022

Derby

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Il Derby è un all day cocktail a base di gin, peach bitters e menta. È un cocktail ufficiale dell'IBA.

Composizione

  • 6 cl di gin
  • 2 gocce di peach bitters
  • 2 foglioline di menta

Preparazione

Riempire di ghiaccio una coppetta da cocktail e un mixing glass. Aggiungere nel mixing glass 6 cl di gin e 2 gocce di peach bitters, poi mescolare bene. Filtrare il contenuto del mixing glass nella coppetta da cocktail una volta rimosso il ghiaccio in essa. Guarnire con due foglioline di menta. Servire senza cannuccia.
 
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