L'intrattenimento musicale è
definito, con un neologismo diffuso ma non corretto, piano bar.
Il termine "piano bar" infatti non inquadra in maniera
completa la categoria di musicisti e cantanti che svolgono questa
attività.
La locuzione "piano bar", di
origine americana, si è andata affermando in Italia negli ultimi
20-30 anni.
Cenni storici
La figura del cantante-musicista che
intrattiene con tastiera e microfono i frequentatori di locali
pubblici o feste private viene considerata moderna; in realtà si
tratta di un'attività tra le più antiche del mondo.
L'intrattenimento musicale era già diffuso in Cina e in India (III
millennio a.C.), nell'Egitto dei Faraoni, nell'antica Grecia e nella
Roma dei Cesari. Anzi, nell'antichità e fino a tempi più vicini ai
nostri (XVI - XVII secolo) era molto più sviluppato e vario di
adesso. Vittorie in guerre e battaglie, commemorazioni e trionfi,
oblazioni sacrificali e offerte agli dei, cerimonie propiziatorie,
votive o di ringraziamento, lutti, raccolti agricoli e vendemmie,
nascite, matrimoni e incoronazioni di regnanti. Ogni occasione era
buona per feste, libagioni, banchetti, che si protraevano per giorni
e settimane, a volte mesi. Feste memorabili durante le quali si
esibivano cantori e musici, danzatrici e poeti, aedi e saltimbanchi,
prestigiatori e giullari, acrobati e lottatori. E più le feste erano
importanti più i partecipanti erano numerosi - fino alle decine e
alle centinaia di migliaia di persone delle leggendarie feste della
Roma imperiale - con un coinvolgimento ad libitum e totale del
popolo.
Il prototipo moderno del cantante
musicista di piano bar può esser considerato a pieno titolo il
famoso Sam del film Casablanca: "Suonala ancora, Sam" (As
time goes by). Ma oggigiorno il solo pianoforte acustico, in
genere un mezza coda, è piuttosto in disuso e rimane ormai relegato
ai soli night club d'impostazione classica o a far bella mostra di sé
nei saloni di locali più o meno pretenziosi. Come pure è
praticamente scomparsa la figura della cantante-entreneuse. È stato
il massiccio diffondersi delle tastiere elettroniche polifoniche
(inizi anni '80), a sancire il declino del classico pianista. Queste
tastiere tuttofare appositamente studiate per gli intrattenitori
musicali sono in grado di offrire al musicista stili arrangiativi già
pronti e completi dei vari strumenti (batteria, basso, chitarre,
percussioni, tappeti vari). Sono stili ben fatti, modificabili nella
velocità e nella tonalità, con banchi di centinaia di suoni
sintetici o campionati (compresi vari suoni di piano) richiamabili
all'istante. È ovvio quindi che il sound offerto è decisamente più
vario rispetto a quello che può venire da un solo pianoforte e
relativo esecutore per quanto virtuoso. Ma i pianisti, pur non
rinnegando il loro strumento, si sono prontamente aggiornati ponendo
sul pianoforte una o più di queste tastiere.
Alla fine degli anni Ottanta, con
l'apparizione dei primi midi-files (basi musicali)
dapprima gestibili da floppy disk e successivamente archiviabili e
organizzabili a migliaia direttamente nell'hard disk dello strumento,
si è assistito ad un fenomeno singolare presentatosi per la prima
volta nella storia della musica dal vivo. Far suonare dispositivi
sempre più sofisticati e complessi comportava per alcuni musicisti
non indifferenti problemi. Cambiare al volo da uno stile all'altro,
modificare la velocità di un brano, inserire un fill di batteria,
sostituire un sax con un flauto, poteva indurre molti esecutori
(specie se impegnati pure a cantare) ad inesattezze e incongruenze
più o meno evidenti nel corso di un'esecuzione. Ed ecco allora
giungere provvidenziali le basi ad alleggerire il lavoro
dell'intrattenitore. Messo in "mute" il volume della
tastiera relativo ai preset arrangiativi, il musicista fa partire la
base e con pochi interventi di rifinitura può disimpegnarsi e
concentrarsi meglio nel canto. Volendo è possibile silenziare
completamente tutti i tasti lasciando volume solo sulla base. Le mani
del musicista però per un "dovere d'immagine" devono
continuare ad andare avanti e indietro sulla tastiera come se
stessero davvero suonando. Questo escamotage purtroppo ha fatto sì
che taluni personaggi si siano improvvisati cantanti di piano bar
senza la minima cognizione musicale, né canora, togliendo buona
parte del lavoro ai veri musicisti. Ovviamente questo non accade in
locali specificamente concepiti per serie esibizioni artistiche come
pub, circoli culturali, caffè chantant, bistrot, auditorium, ecc.
dove la musica è protagonista e spesso a buoni-ottimi livelli
qualitativi. Effettivamente in queste ultime situazioni più che di
intrattenimento si può cominciare a parlare di vero e proprio
concerto.
Il boom degli ultimi venti/venticinque
anni della musica dal vivo ha riguardato soprattutto ristoranti,
balere, grandi bar e qualche sala da the. Nuove stigliature,
ampliamento licenze, spostamenti, acquisto di locali adiacenti,
allestimenti di giardini o terrazzi. Utilizzo (anche abusivo) di
porzioni di marciapiedi o di spiagge, ripulitura di cantine. È stata
una corsa, per molti ristoranti e bar, ad approntare spazi appositi
per ospitare musica da offrire alla clientela. Nei casi più
organizzati si è creato un palco con relativa pista da ballo. Per
alcuni di questi locali si è presentato l'ulteriore non trascurabile
problema del fastidio ai vicini. Con altra corsa all'isolamento
acustico per altro costoso e quasi sempre mal realizzato.
Strumenti
e stili musicali
Non esiste solo l'intrattenimento
musicale consueto con la tastiera (o pianoforte). Ai livelli più
raffinati o originali l'intrattenimento musicale viene offerto con
strumenti acustici quali ad esempio l'arpa, l'oboe, il sitar,
la chitarra flamenca, il bouzuki, in genere suonati da artisti
solisti, qualche rara volta accompagnati dal canto. Naturalmente
anche il genere è diverso e può spaziare dall'etno-folk più
esotico, al medioevale, al classico cameristico.
Normalmente il musicista di piano bar è
singolo. Sono comunque molto diffuse formazioni a due, di formula
estremamente variabile: dal comunissimo tradizionale duo, tastierista
uomo e cantante donna, ai due tastieristi, al chitarrista e
tastierista, o tastierista e fisarmonicista, ecc. Meno frequenti i
terzetti e quartetti, generalmente più richiesti e giustificati in
situazioni ballerecce.
La serata musicale ordinaria sviluppa
generalmente sempre allo stesso modo. Si parte con brani molto soft a
un volume contenuto passando gradualmente a qualcosa di più vario e
vivace fino - quando richiesti - ai brani ballabili più in voga in
quel momento: balli di gruppo, liscio, musica latino americana,
dance, salsa & merengue (anche se quest'ultimo genere va
considerato a sé stante in quanto ballato dagli appassionati in
specifiche balere). Con l'eccezione di cantanti chitarristi
specializzati in repertori folk ad uso turistico (richiesti in genere
in locali caratteristici), i musicisti cantanti di piano bar
necessitano di un certo volume sonoro e quindi hanno bisogno di
amplificare le loro performance. Vediamo qual è la strumentazione
necessaria. Del tipo di tastiera abbiamo detto; in commercio ce
ne sono davvero un'infinità di marche e modelli, per tutte le tasche
ed esigenze. Si tratta di strumenti estremamente poliedrici e
versatili, e assicurano ottime prestazioni fornendo buoni suoni e
arrangiamenti ampliabili e personalizzabili dal musicista. La
chitarra può essere acustica-amplificata o elettrica e
quindi amplificabile direttamente con magneti o pick-up. I microfoni
per la voce (anche se si è soli meglio sempre averne un altro di
scorta o per eventuali ospiti-cantanti) devono essere del tipo
dinamico cardioide, con o senza filo.
Per coprire tutte le situazioni possibili possono bastare un paio
di casse eroganti complessivamente 500 watt effettivi (RMS) di
potenza, rinforzate (nei casi in cui si balla in grandi locali) nelle
basse frequenze da un sub-woofer di analoga potenza. Le
casse
acustiche possono essere attive (amplificatori incorporati) o
passive (da pilotare con finali di potenza esterni). Ai fini di una
buona resa musicale ma soprattutto canora è consigliabile anche un
piccolo
monitor-spia rivolto verso gli esecutori. Circa il
livello sonoro a cui suonare non esiste un volume ottimale
prefissabile: è determinato dal tipo di locale, dal tipo di festa e
ovviamente dal tipo di clientela. Per due persone che suonano e
cantano è sufficiente un
mixer di 8 canali microfonici più
4-6 stereo. Sarebbe meglio se il mixer disponesse di un piccolo
equalizzatore per poter adattare il suono prodotto alle mutevoli
caratteristiche di risposta ambientale. I mixer hanno quasi sempre un
multieffetto integrato, generalmente utilizzabile per la voce,
ma è comunque possibile collegarne altri esterni.
Eventi e luoghi
L'intrattenimento musicale è molto
richiesto in località turistiche montane o balneari (presso
organizzazioni come Valtour, Mediterranèe, Alpitour) e classicamente
durante le crociere. Queste ultime possono durare da un minimo
di una-due settimane fino a sei mesi, qualche volta per lunghe
permanenze (Caraibi, estremo Oriente, Polinesia) anche di più. I
musicisti sono impegnati solo qualche ora la sera, per il resto della
giornata fanno i turisti (giocoforza) come tutti gli altri. Ergo, la
paga è striminzita (50-100 euro al giorno), ma per chi cerca la
vacanza è certamente conveniente.
Le condizioni e gli ambienti in cui si
fa musica possono essere dei più vari. Al chiuso: sale per
banchetti, locali sotterranei, grandi e medi saloni con soffitti
alti, bassi, a volta. Ma anche all'aperto: chiostri e giardini,
pensiline, terrazzi, piazzette di paese, piscine, rotonde sul mare.
Organizzazione
Per ogni serata il titolare del locale
dovrebbe far compilare ai musicisti il
bordereau
(italianizzato in
borderò) appositamente rilasciato
dalla
Siae (
Società Italiana Autori ed Editori). Si
tratta di uno stampato nel quale vanno indicati i brani eseguiti
affinché se ne possano riconoscere i
diritti di riproduzione
ai relativi compositori.
Di solito ristoranti e bar che offrono musica dal vivo lo fanno in
prevalenza una, due o tre volte a settimana, nei giorni compresi fra
il giovedì e la domenica. In alcuni locali con afflusso costante
(per esempio in località turistiche) l'intrattenimento può venir
offerto anche tutti i giorni. Stessa assiduità giornaliera può
presentarsi nei grandi alberghi dove è sempre festa per
arrivi-partenze importanti, convegni, dibattiti, congressi, ecc.
Spesso sono i musicisti che si propongono ai locali (o alle agenzie
artistiche) presentando un demo promozionale. Se dopo una serata di
prova gli esecutori risultano graditi alla clientela vengono
ricontattati dal titolare o dal mediatore. Alla fine di una serata
può capitare che si avvicini alla postazione musicale un cliente, a
chiedere bigliettino da visita, prezzo e disponibilità. Oppure può
telefonare al musicista qualcuno consigliato da un amico, un parente,
o da un altro cliente che ha apprezzato l'intrattenimento offerto. Il
rapporto diretto senza intermediari è ritenuto il migliore. E non
per questioni economiche. Nel caso di trattativa diretta sarà il
cliente stesso, motivato in prima persona, ad attivarsi per far
ottenere ai musicisti la giusta considerazione, sia che la festa si
svolga in un locale pubblico, sia, ancora di più, se si svolge a
casa sua. Sono in genere proprio le situazioni in casali o ville
private quelle umanamente e artisticamente più appaganti.