sabato 28 marzo 2020

Bergamino

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Il Bergamino (anche noto come Bergamello) è un liquore calabrese tipico di Reggio. Prodotto nel reggino, è ottenuto macerando per alcuni giorni nell'alcool la scorza del bergamotto. Il bergamotto deve essere di colore giallo-verde per dare il miglior risultato; il periodo più idoneo per la preparazione del liquore è dicembre-gennaio.
L'infusione viene filtrata e viene miscelata con uno sciroppo ottenuto con acqua e zucchero. Si consuma generalmente fresco (o meglio ancora ghiacciato) per meglio gustarne l'aroma, come dopo pasto oppure per la preparazione di dolci e gelati.

venerdì 27 marzo 2020

Pálinka

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Pálinka è una bevanda alcolica tradizionale dell'Ungheria, della Romania e della Serbia.
Si ottiene da diversi tipi di frutti, più comunemente dalla prugna, dalla pera, dall'albicocca, dalla pesca, dalla mela, dalla ciliegia, dai frutti di bosco o dalle mele cotogne. Esistono varietà anche estratte dal miele, dalle rose o dall'uva.

Definizione legale

Dal 1º luglio 2002 il nome Pálinka è protetto dall'Unione europea e può essere ufficialmente attribuito solo ai liquori provenienti al 100% da frutta o erbe autoctone coltivate nel bacino dei Carpazi in Ungheria e senza additivi artificiali, aventi una gradazione alcolica tra il 37,5% e 86%. Deve inoltre essere distillato e imbottigliato in Ungheria.

Conflitto con la Commissione Europea sulla distillazione tradizionale

La distillazione casalinga della Pálinka fa parte del patrimonio culturale e tradizionale dell'Ungheria da tempi molto antichi. Per questa ragione nel 2010 il governo ungherese emanò una legge che consentiva la produzione casalinga dei primi 50 litri di bevanda con esenzione totale dalle accise. Ritenendo che l'Ungheria non avesse rispettato le regole dell'Unione europea relative alle accise sulle bevande alcoliche, la Commissione europea presentò un ricorso per inadempimento dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea. Il ricorso fu accolto, costringendo il governo magiaro ad imporre accise sulla produzione casalinga anche di modiche quantità di Pálinka e suscitando l'indignazione del ministro ungherese dell'Agricoltura che dichiarò che la decisione della corte è stata “un'altra scioccante provocazione perpetrata dai burocrati di Bruxelles”.

giovedì 26 marzo 2020

Sour

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I sours sono una famiglia di cocktail formati da una base di distillato (spesso il whisky), succo di limone (o di lime) e un dolcificante (un liquore come il triple sec o anche succhi).
Sono caratterizzati dal gusto acidulo del limone che si fonde con un distillato come il whisky. Al posto del whisky si possono impiegare, ad esempio, brandy, gin, e altri alcolici. Anche il Margarita e finalmenteil Sidecar hanno una ricetta molto simile.
I sours compaiono nel libro di Jerry Thomas "How to mix drinks" del 1862.

Voci correlate

  • Whiskey Sour
  • White lady
  • Daiquiri
  • Margarita (cocktail)
  • Pisco sour
  • Kamikaze (cocktail)
  • Sidecar (cocktail)
  • Amaretto sour



mercoledì 25 marzo 2020

Come può un bar fidelizzare i clienti nell'era del digital marketing?

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Domanda in teoria e pratica molto difficile.
Difficile perché il digital marketing non ha un rapporto a filo diretto con un bar ed i suoi clienti. I clienti si conquistano (fidelizzano) con la qualità.
La qualità di un servizio del bar e dei generi alimentari che offre non sono collegati con il digital marketing.
Anche con il prezzo, seppur marginalmente per un bar, dato che sono pressoché simili. A parte che non sia situato in zone/città dove i prezzi medi sono maggiori.
La tipologia di clientela può anche far fidalizzare le persone a ritornare in un bar. Sta anche al barista/proprietario selezionare la clientela, incentivando certi usi e costumi e disincentivandone altri.
A parte questo possono comunque esserci varie strategie/possibili implementazioni di digital marketing per incentivare i clienti di ritorno, ma sono un evoluzione di quello che è il bar.
Un Bar ( quindi attività locale ) dovrebbe innanzitutto creare e ottimizzare il profilo Google My Business e il profilo su Yelp.
L'obiettivo è incentivare le persone a lasciare recensioni su entrambe le piattaforme così da aumentare la reputazione dell'attività in questione.
Consiglio inoltre di aprire una pagina instagram e creare dei contenuti a tema, come latte art, macinazione del caffè, e argomenti correlati.
Magari creare anche una rubrica di stories di attività quotidiane del bar, e richiedere testimonianze dei clienti.
Questo permette di attirare clientela e permette di essere percepiti come un bar più professionale rispetto agli altri e sopratutto attento al digital, il futuro della comunicazione è lì…
Sarebbe interessante (dopo aver creato molti contenuti) aprire una pagina facebook per creare eventi a tema e installare un chatbot, così da raccogliere le persone interessate tra i contatti.
Consiglio un programma di referral, ovvero un modo per incentivare le persone a invitare i loro amici al bar per usufruire dei servizi, un esempio classico è la carta fedeltà, dopo 10 caffè uno e in omaggio.
Puoi fare anche che chi invita un amico ( a cui si da una carta fedeltà ) riceva un caffè gratuito, se ne invita 5 riceve un cappuccino gratuito e così via fino a ricevere una colazione completa.
Si possono fare molte cose, chiaramente va studiata la posizione del bar e la città in cui si trova.



martedì 24 marzo 2020

Perché il cocktail reso famoso da James Bond deve essere rigorosamente "agitato non mescolato"?

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La frase "shaken, not stirred" appare in un paio di romanzi di Ian Fleming, riferito a un Martini cocktail ordinato da James Bond, ma poi è stato il cinema a consacrarla e celebrarla come un marchio inequivocabile dell'agente 007.
Da bevitore di cocktail, direi che se mi servissero il medesimo cocktail al buio, difficilmente noterei la differenza tra la sua versione agitata in uno shaker o mescolata con un cucchiaio.
Potrei notarla in qualche cocktail fruttato o cremoso, dove una shakerata energica causerebbe le bollicine e la conseguente schiuma in superficie, ma in un cocktail come il Martini (o la sua variante "Vesper") dove le componenti sono limpide e praticamente trasparenti, le differenze direi che sono veramente minime.
I più accaniti bevitori di Martini sostengono che il fatto di agitare la bevanda, piuttosto che mescolarla causi effetti negativi piuttosto che positivi: il cocktail mescolato nello shaker infatti appare torbido (comunque molto poco, trattandosi di liquidi facilmente miscibili) e annacquato (il ghiaccio tende a rompersi e a sciogliersi più rapidamente).
Il dipartimento di biochimica di una famosa Università canadese (l'Università del West Ontario) ha addirittura fatto uno studio sulla quantità di ossidanti residui dopo un'energica agitazione o un più blando mescolamento, ne è risultato che shakerando il cocktail la sua resistenza all'ossidazione è maggiore rispetto al suo analogo mescolato. Peccato che parliamo di differenze percentuali dell'ordine dello 0,7%, praticamente indistinguibili dal palato umano.
Ma lui, la spia James Bond, l'agente 007, a queste cose ci tiene!



lunedì 23 marzo 2020

Quali sono alcune gustose bevande alcoliche per chi non gradisce il gusto dell'alcol?


Ok, quindi, in pratica, vuoi bere una bevanda alcolica, ma non vuoi sentire l'alcol. Penso di poterti aiutare.
Per cominciare, ti dirò che stai andando effettivamente controcorrente. La maggior parte delle persone vuole assaggiare più alcol nel loro drink. Come risultato, di solito preferiscono bevande che durano il più a lungo possibile (in modo da non dover acquistare più bevande), e hanno il maggior gusto alcolico possibile. È ancora possibile fare ciò che è più o meno l'opposto. Ecco alcune idee per te...

  • Ordinare una bevanda mista "alta", o con nessuno/poco ghiaccio
Mentre un normale rum e cola (per esempio) potrebbe avere un sapore un po' troppo forte, è possibile ordinare la bevanda "alta". Ciò significa che useranno un bicchiere più grande. Ma per riempire completamente il bicchiere, aggiungeranno più mixer - e non più alcool. La maggior parte delle bevande miste contengono 29 ml di alcol, indipendentemente dalle dimensioni del bicchiere. Facendo questo, si potrebbe avere 29 ml di rum, e 180 ml di cola, in contrasto con i 120 oz o giù di lì di mixer che si otterrebbe in un normale rum e cola. Questo diluirà il gusto dell'alcol, il che significa che avrete più cola che rum.
A parte questo, è possibile ordinare una bevanda mista (alta o meno) senza ghiaccio, o meno ghiaccio. Ovviamente, sarà meno freddo in questo modo, ma ricorda che il ghiaccio occupa una notevole quantità di spazio in un bicchiere. Anche in questo caso, metteranno la stessa quantità di alcool (di solito 29 ml, a meno che non si ordina un doppio) - ma il mixer andrà dritto al bordo. Su un bicchiere normale, questo potrebbe farvi ottenere 180–200 ml di mixer - forse fino a 270 o 300 ml su un bicchiere alto.

  • Vini a bassa gradazione
I vini, in media, hanno di solito circa il 13% vol (alcol in volume). Naturalmente varia da un vino all'altro quando si tratta di quanto alcol si può sentire, ma un po' di vino con 13% vol avrà tutti il 13% vol, che nella maggior parte dei casi sarà troppo forte per chi non ama l'alcol.
Alcuni vini, in particolare i vini da dessert come il moscato e il rosato, possono avere percentuali vol molto basse. Ho visto vini rosati con appena il 9% vol, e il moscato a partire da 5% vol. Se stai guardando una carta dei vini, puoi facilmente dare la caccia a quello con la percentuale più bassa e poi ordinarlo come se fosse il tuo solito.
La parte migliore del moscato è che è un vino bianco che assomiglia a qualsiasi altro. Per chiunque altro, stai bevendo vino bianco.

  • Spritz
Questo, trovo di essere il go-to drink per coloro che vogliono bere un drink, ma vogliono rimanere più sobri possibile. E' molto semplice...è vino (di solito vino bianco, ma l'ho visto con il rosso), con soda. Ecco fatto. Il vino è letteralmente diluito da una semplice e vecchia soda. Sia che usiate un vino 13% vol o forse una percentuale ancora più bassa, % vol netto non sarà superiore all'8% se viene aggiunta la giusta quantità di soda.
Se sei davvero deciso a non assaggiare l'alcol/vino, ordinalo con sprite o ginger ale invece che con la soda (ad esempio "Avrò uno spritz di vino bianco, ma con sprite, non soda"). In questo modo, avrai il sapore della soda per nascondere il gusto dell'alcol, oltre a ridurre la percentuale alcolica totale.
Il bonus? Sembra davvero grande. Trovo che alcune guarnizioni più belle faranno i loro spritz con piccoli e graziosi contorni - e questo può catturae l'attenzione.


  • Ordinare cocktail con liquori a basso tenore di % vol
La maggior parte dei cocktail contiene un liquore principale con 40% vol (es. vodka, gin, rum, ecc.). Ma alcuni di loro usano alcoli molto più leggeri. Per esempio, lo sapevate che la Baileys ha solo il 17% vol? Se si ordina un cocktail con Baileys dentro, si ottiene solo il 17% di alcol - che sarà nascosto da qualsiasi altro ingrediente in esso contenuto.


Perché in tutto il mondo trovano gradevole una bevanda amara come il caffè, che tra l'altro è spesso servito tanto caldo da essere quasi imbevibile?

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Lo ripeto perché molti penseranno di aver letto male: il caffè non deve essere amaro.
Nella nostra cultura, la cultura dell’espresso, il caffè è amaro. La ragione alle spalle di cio è una scarsa comprensione da parte nostra del caffè come elemento dalla complessità elevata.
Nel mondo ci sono migliaia di tipi di caffè diversi, ognuno con i propri aromi derivanti dalla propria specie e dal terroir in cui crescono. Il motivo per cui l’espresso italiano ricade sempre in un range limitato di sapori e aromi è perché siamo abituati ad una tostatura troppo aggressiva.
Tostando il caffè scuro come lo tostiamo noi, tutte le caratteristiche individuali del caffè vengono omogeneizzate, e di fatto perse. Questo non viene fatto per semplice ignoranza, infatti questa pratica permette alle grandi torrefazioni di comprare grandi quantità di caffè di quantità e provenienze diverse, dargli una bella cucinata, e venderle scrivendo sul sacchetto 80% arabica e 20% robusta senza che nessuno si domandi da dove possa provenire quella robusta o quell’arabica, perché tanto il caffè in tazza avrà lo stesso identico sapore della maggior parte dei caffè in Italia.
E’ chiaro che questo permette ai grossi distributori di buttare dentro di tutto, perché tanto sarà impossibile veramente essere in grado di captare una qualsiasi differenza.
Provate ad andare al supermercato e a comprare quattro o cinque marche e tipi di caffè diversi. Una volta arrivati a casa apriteli e metteteli di fronte a voi su un tavolo. Ora provate a mettere il naso in ognuna delle confezioni e a cercare di descriverne le differenze. Non ci riuscirete perché virtualmente non ci sono differenze.
E ora al calore.
Il calore maschera il sapore.
Quando bevete qualcosa di caldo, più la bevanda è calda e meno le vostre papille gustative riusciranno a decodificarne il sapore. Per mettere alla prova quest’affermazione vi basta ordinare un caffè al bar, aspettare 3–4 minuti che si raffreddi e provare a berlo. Vi renderete conto che si tratta di una bevanda esageratamente amara. Ah certo ci potete sempre mettere lo zucchero, ma il discorso diventa assurdo:
Beviamo un caffè amaro che non dovrebbe essere amaro, bollente così non ci rendiamo conto che è amaro, e se è ancora troppo amaro ci mettiamo lo zucchero in modo da eliminare l’amarezza e forse essere in grado se ci sforziamo di apprezzare un po’ del gusto naturale del caffè, che comunque a questo punto ha subito talmente tante batoste da essere praticamente irriconoscibile.
Quindi per chiudere questa risposta, vi ripeto che il caffè non andrebbe bevuto amaro, e che il caffè di bassa qualità non può che essere bevuto caldo perché se no risulta imbevibile.
Il caffè di alta qualità invece non è amaro, e se bevuto un po’ più freddo addirittura diventa più ricco ed articolato.



 
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