L'abbazia di Bonne-Espérance, è
situata nel comune di Estinnes, a Vellereille-les-Brayeux in Belgio.
Fondata nel 1130, era destinata inizialmente per ospitare una
comunità canonica premostratense, Bonne-Espérance è la sola
abbazia della Provincia dell'Hainaut, i cui edifici sono
sopravvissuti alle sommosse ed alle distruzioni della Rivoluzione
francese. Quest'insieme architetturale è stato classificato ed
iscritto nell'elenco del « patrimonio eccezionale di Vallonia»,
riparato il 4 maggio 1830, è un istituto di insegnamento elementare
e secondario.
Blasone dell'abbazia
La principale fonte che permette di
illustrare parzialmente la storia dell'abbazia è il lavoro di
Englebert Maghe (42º abate di Bonne-Espérance), intitolato
Chronicum Ecclesiae Beatae Mariae Virginis Bonae Spei, o più
semplicemente, Chroniques de Bonne-Espérance (1704). Prima
della pubblicazione di questo lavoro stampato, Maghe ha dovuto
classificare, raccogliere e compilare tutti i documenti dell'abbazia
in una raccolta, catalogata in diciotto volumi, attualmente
conservato con cura.
Tutto inizia con certo Raynard, signore
di Croix-lez-Rouveroy. Suo figlio Guillaume, è sedotto da alcune
idee di Tanchelmo (Tanchelin o Tanchelme), che era un eretico, chi
imperversava nella regione di Anversa. Tuttavia, il fondatore
dell'Ordine dei Canonici Regolari Premostratensi, Norberto di Xanten,
riuscì a convertire Guillaume de Croix alla fede cattolica. In segno
di riconoscimento, Raynard offre allora alla comunità dell'abbazia
di Prémontré, una parte delle sue terre situate a Ramegnies, una
località vicina a Merbes-Sainte-Marie e Peissant.
Mentre Guillaume segue Norbert
all'abbazia di Prémontré, altri religiosi dello stesso ordine si
stabiliscono a Ramegnies nel 1126, per fondare un nuovo monastero.
Sono conadati da un certo Odon, inizialmente Canonico a Laon, quindi
a Cuissy-et-Geny, divenendo in seguito abate di Bonne-Espérance. La
Comunità non resta a lungo a Ramegnies e decide di stabilirsi più
tardi a Sart-Richevin, sul territorio di Vellereille-les-Brayeux. Nel
1128, la fondazione si stabilisce nell'abbazia l'anno successivo,
Odon viene nominato primo abate della comunità religiosa. Infine,
nel 1130 viene fatto un secondo trasloco, condotto da Odon con i suoi
canonici attuali, sopra la valle di Haine. Molto probabilmente,
questi due traslochi sono stati fatti per una mancanza d'acqua
potabile ed un'instabilità del terreno.
L'origine del nome Bonne-Espérance
sono un po' oscure. Questo nome appare per la prima volta nel 1131 in
una carta di Liéthard o Liétard, allora vescovo di Cambrai. Secondo
una prima ipotesi, i canonici, felici di avere infine trovato un
posto definitivo per stabilire la loro comunità, avrebbero
battezzato la loro casa Bona Spes, traduzione latina di buona
speranza. La leggenda dice anche che scoprendo l'unità, Odon esclamò
« Bonæ spei fecisti filios tuos », dal latino,
significa, « hai ispirato ai tuoi figli la buona speranza ».
La seconda ipotesi raccomanda che un culto a Notre-Dame de
Bonne-Espérance esisteva già al momento della fondazione
dell'abbazia.
Il XII secolo e il XIII secolo
rappresentano un periodo importante per lo sviluppo economico
dell'abbazia, in due secoli circa, la Comunità acquisisce molte
migliaia di ettari di terre disperse qua e là tra la contea di
Hainaut, il Ducato del Brabante e la Provincia di Namur. Alla fine
del Ancien régime (è un termine che indica il sistema di governo
vigente in Francia tra il XVI e il XVIII secolo), si contano circa
4.700 ettari di terre, ciò che fa di Bonne-Espérance un'importante
potenza fondiaria.
Già nel 1130, i canonici di
Bonne-Espérance non partono dal nulla, infatti Raynard offre alcuni
dei suoi terreni all'abbazia, seguito da altri cristiani generosi. I
terreni in questione sono rapidamente mantenuti dai fratelli laici,
chi esercitano soprattutto un'attività manuale e normalmente non
sono destinati a sacerdozio. Questi ultimi vivono in piccoli più
vicini ai terreni diretti. La situazione economica della Comunità
resta stabile fino al XVI secolo. Tuttavia, fin dal XIV secolo,
andava calando il numero di fratelli convertiti, così i canonici
devono fare appello ai domestici. Il declino progressivo di questa
prosperità dell'abbazia li porta anche a congedare quasi tutta la
gente assunta per lavorare.
Un personaggio chiave, che partecipa
sostanzialmente alla prosperità economica della Comunità, è il
fratello Filippo di Harveng (inizio XII secolo-1183), priore di
Bonne-Espérance nel 1130-1131. Verso il 1147, litiga con il famoso
monaco Bernardo di Chiaravalle sul trasferimento di un religioso di
Bonne-Espérance verso l'Abbazia di Clairvaux. Quest'incidente
conduce i superiori di Filippo a condannarlo all'esilio nel 1148. Ma,
tre anni più tardi, ritornano sulla loro decisione e finiscono per
scagionarlo. Nel 1152, Filippo di Harveng può dunque ritornare al
monastero, di cui diventa il secondo Prelato dal 1157 al 1182.
Accanto alla gestione quotidiana di
Bonne-Espérance, Filippo di Harveng è un grande intellettuale. Gli
attribuiscono molte lettere a carattere teologico o più personali,
come l'opera Exégèse (Esegesi, ossia lo studio
approfondito e critico di qualsiasi documento), come ad esempio un
opuscolo su Damnation de Salomon (Dannazione di Salomone), o la
Agiografia scritta in prosa e fatta in rima ed anche commenti su il
Cantico dei cantici. Alcune queste opere offrono informazioni utili
alla comprensione della vita religiosa durante XII secolo, in
particolare all'Ordine dei Canonici Regolari Premostratensi. Infine,
gli hanno attribuito molto spesso degli errori in alcune poesie.
La prima parte del XVI secolo è
segnata nella regione dai confronti tra le truppe di Francesco I di
Francia e quelle di Carlo V d'Asburgo. In quel periodo sorgono anche
le tensioni tra cattolici e protestanti. Nel 1542, la formazione del
futuro Re, Enrico II di Francia, figlio di Francesco I, assedia la
città di Binche, situata a quattro chilometri da Bonne-Espérance. I
dintorni sono inevitabilmente saccheggiati dai soldati e l'abbazia
non sfugge al saccheggio, chi si riprodurrà nuovamente nel 1554.
Ben peggiore ancora, il 10 novembre
1568, in pieno contesto di guerre religiose, il principe Guglielmo I
d'Orange, invade l'abbazia ed i suoi soldati incendiano tutti gli
edifici. La Comunità scappa verso i suoi rifugi stabiliti a Mons e a
Binche, ma il primo è attaccato nel 1572 dalle truppe di Luigi di
Nassau, e il secondo subisce la stessa sorte nel 1576. Così segue un
periodo d'indebitamento e di precarietà per la Comunità norbertina.
All'inizio del XVII secolo, la Comunità
norbertina tenta di sollevarsi ed inizia a prendere in prestito fondi
per potere restaurare gli edifici abbaziali. Possono anche contare su
tanti magnati, infatti, i governatori di Paesi Bassi spagnoli,
l'arciduca Alberto d'Austria e Isabella Clara Eugenia d'Asburgo si
mostrano generosi verso le Comunità religiose i cui edifici sono
stati devastati dalle guerre di religione. Così Bonne-Espérance può
dunque beneficiare di grandi restauri.
Tuttavia, i prestiti si moltiplicano
sotto la gestione di Agostino di Felleries (1642-1671), e la
situazione finanziaria dell'abbazia è come il suo successore,
Englebert Maghe (1671-1708), deve fare fronte a numerosi processi.
Per la difesa della Comunità, egli decise di riunire tutti i
documenti riguardanti l'abbazia in un prezioso catalogo, di cui i
diciotto volumi sono attualmente ancora conservati nella biblioteca.
Al XVIII secolo, la contea di Hainaut,
sotto la sovranità austriaca, conosce un lungo periodo di prosperità
e di pace. Un vasto cantiere d'ammodernamento degli edifici di
Bonne-Espérance cominciano fin dal 1714 con le realizzazioni
neo-classiche dell'architetto Nicola di Brissy di Mons e si
concludono poco prima della Rivoluzione francese, con in particolare
costruzione, dal 1770 al 1776, della nuova chiesa di abbazia
disegnata da Laurent-Benoît Dewez.
Dopo la Battaglia di Jemappes, che vede
affrontarsi le truppe rivoluzionarie ed austriache, la Comunità
norbertina è costretta a lasciare il monastero, dichiarato « bene
nazionale » da parte dei rivoluzionari francesi nel 1793. Gli
austriaci riprendono temporaneamente il controllo della regione ed i
canonici riacquistano l'abbazia. L'abbazia non sfugge tuttavia al
saccheggio dalle truppe francesi il 13 maggio 1794. Nello stesso
periodo, le abbazie vicine di Lobbes e d'Aulne sono distrutte dai
soldati del generale Charbonnier.
Il 6 marzo
1797, le truppe rivoluzionarie francesi cacciano definitivamente gli
ultimi religiosi da Bonne-Espérance. Gli edifici vengono venduti e
riacquistati in segreto dalla Comunità tramite l'agricoltore di
Basse-Cour. Ma le difficoltà a riprendere la vita monastica sono
tali che gli ultimi canonici sopravvissuti, il 29 dicembre 1821,
fanno regalo della loro abbazia al seminario episcopale della Diocesi
di Tournai[. Il vescovo di Tournai decide, il 4 maggio 1830, di
aprire negli edifici dell'abbazia un « piccolo seminario »,
cioè un istituto di insegnamento destinato alla formazione dei
sacerdoti.
Le Comunità norbertina seguiva la
regole di Sant'Agostino d'Ippona. La vita monastica si divideva tra
vita contemplative e vita attiva, secondo il desiderio di Norberto di
Xanten.
Uffici chiamate Matines (letture di
salmi) e Laudes venivano usati prima dell'alba. Laudes comprendeva
generalmente tre salmi, una lettura ed una cantico biblico. Il giorno
del canonico cominciava ordinariamente verso le 04:00 del mattino.
Avevano luogo delle messe, una meditazione, l'ufficio di Prime
(nell'avvanzare del giorno) e le colpe (confessione pubblica dei suoi
peccati). Verso le 07:30 della mattina, i giovani prendevano parte
alla lezione di teologia, mentre i più vecchi si dedicavano a studi
vari. Alle 09:00 veniva celebrata la liturgia delle ore di Tierce,
seguita da una grande-messa conventuale e dalla liturgia delle ore di
Sexte. Verso le 10:30 riprendeva un periodo di studio fino al pranzo.
Alle 11:30, un canonico suonava la campana per annunciare il pranzo.
Il pranzo si faceva in silenzio ed un canonico recitava, dal quadro
di comando, dei versetti della bibbia. La discussione tra canonici
tuttavia era autorizzata, in un pranzo alla settimana.
Dopo aver cenato, la Comunità si
spostava alla chiesa per Miserere e la liturgia delle ore di None.
Dopo tutte queste liturgie, i canonici avevano diritto ad un tempo di
ricreazione e una volta alla settimana, ad una passeggiata. Dopo la
ricreazione, si rimettevano a studiare fino ai Vespri, al crepuscolo.
Finita liturgia delle ore, ognuno raggiungeva la propria camera per
un ultimo momento di studio. Verso le 17:00 era il momento della
cena, sempre presa in silenzio, che chiamavano così spuntino. Alle
19:00 vi era un'ultima ricreazione che precedeva la liturgia delle
ore di Complies, verso le 20:00, tutti andavano a dormire.
La parte che funge ancora da
biblioteca, oggi è della prelatura degli abati di Patoul, cioè
verso 1713-1718, ma si attesta che un'altra parte è dal 1510- 1537,
che fungeva prima da biblioteca. Questo locale è stato interamente
rinnovato e funge anche da sala per conferenza. Le copie dei
manoscritti c'erano sin dagli inizi di Bonne-Espérance, continuando
anche dopo la comparsa della stampa.
Alla fine del XVIII secolo, un buono
numero di lavori è scomparso o è stato mosso in posti diversi.
Tuttavia, alcuni manoscritti si trovano ancora a Bonne-Espérance:
Un manoscritto del Décret de
Gratien (Decreto di Graziano copiato verso il 1300
Speculum historiale e
Speculum naturale di Vincenzo Bellovacense, copiato verso il
1300-1310
I diciotto volumi di cartulario
del 42º abate, Englebert Maghe, 15.000 pagine manoscritte che
descrivono le carte ed atti di proprietà dell'abbazia.
Altri manoscritti sono conservati in
posti diversi, come alla biblioteca dell'Università di Mons Hainaut,
alla Biblioteca reale del Belgio a Bruxelles, all'Abbazia di
Maredsous, a L'Aia, a Parigi ed anche a Tournai. Fra questi, si può
citare:
La bibbia del fratello Henri
datata 1132, parzialmente conservata alla Biblioteca reale del
Belgio, dopo essere stata riacquistata nel XIX secolo ad un
collezionista inglese
Le opere di Flavio Giuseppe,
(storico latino), ritrascritte nel 1155.
Fin dalla fondazione dell'abbazia,
succede che i canonici fossero destinati ad esercitare il ministero
parrocchiale, cioè la funzione di un sacerdote di campagna. Infatti,
numerose parrocchie delle regioni vicine appartenevano all'abbazia.
Si trattava, nell'ordine alfabetico, delle cure di Anderlues,
Bois-d'Haine, Carnières, Chaumont-Gistoux, Courcelles,
Croix-lez-Rouveroy, Erquelinnes, Familleureux, Fayt, Feluy,
Gentinnes, Gouy-lez-Piéton, Haine-Saint-Paul, Huizingen, Leugnies,
Mont-Sainte-Aldegonde, Mont-Sainte-Geneviève, Morialmé, Morlanwelz,
Orbais, Ressaix, Seneffe, Senzeille, Sombreffe, Soumoy,
Thorembais-Saint-Trond e non lontano dalla Comunità
Vellereille-les-Brayeux.
Questa similarità con il clero
secolare è soltanto apparente. Infatti, i canonici in parrocchia
dovevano sempre obbedire all'abate e ritornare nella Comunità quando
gli veniva ordinato di farlo. Inoltre, dovevano, come all'abbazia,
vivere male, digiunare, astenersi regolarmente, mangiare con
sobrietà... Inoltre non erano liberi di circolare e non potevano, ad
esempio, rendere visita ai loro genitori senza autorizzazione
dell'abate. Ogni azione temporale o personale dei norbertini era
disciplinata dall'abate, il ministero parrocchiale restante era
dell'autorità del vescovo di Cambrai.
Tre compiti fondamentali spettavano al
canonico in parrocchia. La prima era, naturalmente, decima. La
seconda consisteva in sopraddote, cioè risorse necessarie
all'intervista della chiesa presbiteriana, comprendente il salario
del sacerdote in funzione. L'ultima proveniva dalla casuale, in altri
termini le offerte versate dai fedeli in occasione della messa.
Si sa che un'infermeria esisteva a
Bonne-Espérance dopo il 1260. Vi si occupavano e curavano giovani
pazienti, anziani o invalidi della regione. Da sempre, l'abbazia di
Bonne-Espérance, si preoccupava di accogliere i più poveri e così
la gente del popolo doveva avere molta considerazione per questa
Comunità, di cui se ne occupava e nutriva. Nel 1787, si cita del
resto che il denaro dedicato alle elemosine ed alle spese
dell'ospizio rappresentava il quarto dei redditi ammucchiati
dall'abbazia. Questi redditi provenivano dalle numerose dipendenze
(aziende agricole, terre, estrazioni di carbone) che possedeva
l'abbazia.
Delle prime costruzioni in stile
romanico, non resta nulla. In compenso, esistono molte parti di stile
gotico, come il chiostro, la sala capitolare, la cucina, la
circonferenza della basilica ed alcuni elementi della vecchia chiesa
dell'abbazia (finestre, colonne) integrate nelle pareti dell'attuale
basilica. La parte principale dell'abbazia, di stile neoclassico, è
datata XVIII secolo. Altri annessi sono stati costruiti, nel XIX
secolo e nel XX secolo, l'ultima realizzazione in data è la piscina
del collegio, nel 1969.
L'unità abbaziale è la più segnalata
e fa parte del patrimonio principale riconosciuto come tale dalla
Regione di Vallonia da molti decenni. Durante gli anni 90, la
basilica di Bonne-Espérance, ha beneficiato di sovvenzioni destinate
al restauro esterno di questa chiesa abbaziale e della circonferenza,
il 95% di queste sovvenzioni provenivano dal contributo della Regione
di Vallonia, in materia di salvaguardia del patrimonio principale, il
5% restante che rappresenta il denaro raccolto dall'ASBL
(Associazione senza scopo lucrativo), i lavoratori dell'abbazia ma
anche le sovvenzioni versate dal comune d'Estinnes. Infine,
importanti restauri degli edifici che circondano il giardino sono
iniziati nel 2005, sempre grazie a sovvenzioni della Regione di
Vallonia, del comune di Estinnes ed alla generosità dei vecchi ed
amici di Bonne-Espérance, implicando altre associazioni senza scopo
lucrativo.
Occorre sapere che all'epoca, il
giardino botanico non esisteva. In sostituzione di questo giardino vi
era una corte, detta « Tribunale d'onore », è datava
XVII secolo. Tutti gli edifici che circondano il giardino sono
datati, intorno al XVIII secolo.
Entrando in questo giardino, si può
osservare inizialmente di ogni lato un edificio che presenta nel
proprio centro una vecchia porta caratterizzata da una torretta.
L'edificio di sinistra è occupato oggi dalla sezione primaria del
collegio, mentre quello di destra fa parte del vecchio « cortile »
(1765-1769), abitata anche tuttora. Lo vista si gira in seguito verso
la facciata principale al centro e le due ali principali del
giardino, di stile neoclassico, sono opere di Nicola di Brissy,
architetto originario di Mons.
La facciata (1738-1741), di una
lunghezza di 76 metri, è fiancheggiata da due padiglioni, tra cui
quello del padre abate a sinistra. Il resto dell'edificio da parte
sua era destinato all'alloggio degli ospiti. Si osserva che il centro
della facciata è costituito soltanto da pietre, è con ciò che gli
ospiti importanti accedevano ai loro appartamenti. Si accede allora
al piano di questa vecchia zona degli ospiti con un'ampia scala in
pietra blu ed in quercia scolpita. Le due rampe della scala
presentano dei motivi sotto forma di quadrati e raggiungono il piano
per formare una balaustra.
L'ala principale di sinistra (1767)
presenta al centro una barriera con un quadrante solare. Quella di
destra (1760) presenta da parte sua, un'arcata con molte vetrate.
Accanto a quest'ala principale di destra, tra l'ala e la facciata,
esiste un'ampia barriera chiamata barriera di Felleries,
costruita sotto la prelatura dell'abate eponimo.
Il padiglione a sinistra della facciata
riparava gli appartamenti del padre abate, vi si accede tramite una
scala curva di quercia. Al piano si trova un oratorio datato circa la
metà del XVIII secolo, incorniciato di quercia, con il suo altare.
La corte dell'oratorio rappresenta una stella, mentre la parte alta
rappresenta Dio nelle nuvole in Trompe-l'œil. L'esistenza di un
quartiere abbaziale a Bonne-Espérance è attestato fin dalla fine
del XV secolo, questo quartiere è stato rinnovato tra il 1570 e il
1588, aumentato nel 1640.
La chiesa di Bonne-Espérance, è in
stile gotica, datata nella sua parte principale verso la fine del
XIII secolo. L'ala del nord è stata leggermente costruita più
tardi. Le vene delle volte di testata ricadono su « fondi di
lampade » di due tipi, o in pietra bianca di Avesnes o in
pietra blu di Écaussinnes.
Molti elementi mostrano che il chiostro
ha subito rimaneggiamenti tra il XVI secolo e il XVIII secolo.
Resterà aperto sul giardino interno fino al 1715, data nella quale
delle finestre hanno sostituito le arcate aperte sul giardino.
L'ala occidentale del chiostro presenta
il resto di una porta gotica (XV secolo o XVI secolo), all'architrave
e una graffa.
Il primo refettorio che ha conosciuto
Bonne-Espérance è del XII secolo. Un secondo refettorio era stato
ricostruito tra 1510 e il 1537. Quest'ultimo è stato demolito
all'inizio del XVIII secolo per lasciare il posto a quello che si può
ancora ammirare oggi. L'attuale refettorio è datato 1738.
Lungo le pareti sono disposti dei
banchi in quercia che sostengono delle mensole scanalate. Su questi
stessi banchi, dinanzi ai quali si elaboravano le tavole, si sedevano
i canonici per prendere i loro due pasti quotidiani.
Nell'angolo sinistro del lato
occidentale si trova un pulpito da cui il lettore recitava voce alta
durante il pasto dei passaggi della bibbia. Davanti a questo pulpito
di legno, si osserva un basso rilievo che rappresenta un vescovo
barbuto. Gli specialisti pensano che si tratti di Sant'Agostino
d'Ippona. A destra del pulpito si trova un tessuto curvato, che
rappresenta Cristo in croce, tra Vergine Maria e San Giovanni.
La parete sudorientale quasi
interamente coperta di tessuti, curvati e lavorazioni in legno di
quercia (altezza massima: 2,80 m, larghezza: 1,30 m).
Cinque scene, dipinte da Bernard Fromont (1715-1755), di
Valenciennes, raccontano la vita di San. Norberto di Xanten. La prima
evoca la conversione di Norberto nel 1115, sulla strada di Xanten a
Vreden (città della Germania nella Renania
Settentrionale-Vestfalia). Una visione, che lo condurrà alla sua
conversione, lo sorprende mentre è a cavallo. Sulla seconda scena,
si può riconoscere la Vergine Maria con Gesù. Degli angeli mostrano
a San Norberto il vestito bianco che sarà portato dai norbertini. La
terza scena, il fondatore dell'ordine predica ad Anversa, nel 1122, è
verso una chiesa di Anversa, contro Tanchelin, eretico rappresentato
torse nudo. La quarta scena descrive l'entrata a Roma di Norbert.
Quest'ultimo aveva contribuito alla rimettere sul trono il Papa
Innocenzo II, cacciato dall'Antipapa Anacleto II. San. Norberto di
Xanten viene vestito di bianco, e viene insignito delle nomina di
Arcivescovo. Infine, l'ultima scena rappresenta Norberto ammalato,
che si prepara alla morte, nel giugno 1134. molti discipoli
circondano l'abate malato.
Questi cinque scene sono state
effettuate da Fromont tra 1740 e il 1755. Le iconografie di queste
scene sono state messe in stampe da Corneille Galle, pubblicate ad
Anversa in 1622.
Infine, il soffitto è incurvato, i
suoi architravi in pietra profilata che si posano su banchi di
comando che superano i pilastri di quercia.
La cucina attuale è datata circa metà
del XVI secolo ed è in stile gotico. Attualmente serve ancora per la
preparazione dei pasti. Due pilastri di pietra dividono il locale in
due navate di tre campate.
Scavi effettuati nel 1957 hanno portato
in evidenza, un metro sotto l'attuale pavimento, un altro pavimento
datato nella prima metà del XVII secolo e ancora più a circa
1,40 m, vi è un altro pavimento ancora più vecchio sul quale
posava la base delle colonne.
L'abbazia di Bonne-Espérance
è anche l'omonimo nome della birra belga prodotta, nella città di
Binche. La birra va servita fresca, intorno a 5º o secondo i gusti
a temperatura ambiente con circa 10º. Prodotta in:
Birra chiara leggermente ambrata,
con il 7% di alcool vol.
Birra chiara, con il 6,3% di
alcool vol.
Birra scura, con il 6,3% di
alcool vol.
Un formaggio fabbricato in modo
artigianale a base di latte crudo di mucca
Una torta fabbricata completamente
artigianalmente con materie di prime qualità. Ingredienti: fegato e
carne suina, spezie, sale e birra di Bonne-Espérance
Un pane grigio fabbricato senza
grasso e cucinato sulla pietra specialmente per l'abbazia di
Bonne-Espérancea. Composto da cereali: frumento, segale,
granoturco, orzo, avena, glutine, malto.
La sala delle assemblee presenta delle
volte in stile gotico ed è datata verso la fine del XVIII secolo o
dell'inizio del XIV secolo. Questa sala è composta da due volte da
tre campate, con due colonne centrali che ricevono la imposta delle
nervature delle sei portate. La parete laterale fu costruita bene
meglio molto dopo la costruzione iniziale di questa sala, infatti in
realtà, la sala era più vasta, e aveva quattro colonne centrali.
All'epoca anche, ampie aperture garantivano la comunicazione tra
l'ala del chiostro e questa sala, che sono state sostituite da una
parete più recente.
L'attuale chiesa dell'abbazia è di
stile neoclassico, è opera di un architetto famoso Laurent-Benoît
Dewez (1731-1812) dei Paesi Bassi austriaci. Si tratta in realtà
della terza chiesa costruita in questo posto. Una prima chiesa, di
cui non si è conservata alcuna traccia, è era stata costruita nel
1132. In seguito, nel 1212 ci sono state delle aggiunte che sono
state conservate per la costruzione della seconda chiesa tra il 1266
e il 1274, prima di crollare nel 1277. La seconda costruzione, in
neoclassico, si estende su 64 metri di lunghezza. In occasione di
lavori di ristrutturamento tra 1473 e il 1495, vi è stata aggiunta
una torre gotica che si può ancora ammirare oggi. Questa chiesa si è
incendiata nel 1568, quindi restaurata all'inizio del XVII secolo.
Dopo la sua demolizione, è stato deciso di sostituirla con l'attuale
chiesa, costruita tra 1770 e il 1776.
Nel 1957, una lettera apostolica del
Papa Pio XII, eleva l'abbazia Notre-Dame de Bonne-Espérance a un
rango di basilica minore.