Si definisce bevanda alcolica
qualsiasi bevanda contenente alcol etilico (anche detto etanolo). La
parola alcol deriva dall'arabo الغول
(al-ġuḥl, spirito) o da الكحل
(al-kuḥl, polvere di stibnite ottenuta per
sublimazione dall'antimonio), termine che rivela l'origine alchemica
di questa sostanza, a cui erano attribuite le proprietà magiche e
spirituali contenute negli elisir. Commercialmente si possono
distinguere due grandi categorie di bevande alcoliche, ovvero gli
alcolici a bassa gradazione, inferiore ai 21 %vol, come ad esempio la
birra o il vino, ed i superalcolici, con gradazione alcolica
superiore ai 21 %vol.
Una bevanda alcolica si può ottenere mediante:
fermentazione alcolica degli
zuccheri contenuti nei frutti o nei cereali (ad esempio il vino
dall'uva o la birra dall'orzo)
distillazione (per ottenere
acquavite) di:
bevande fermentate (ad esempio il
brandy dal vino)
cereali o altri vegetali ricchi
di glucidi o amidi (ad esempio la vodka da grano e patate)
residui della produzione di
bevande fermentate (ad esempio la grappa dalle vinacce)
assemblaggio diretto di alcol di
origine agricola con olii essenziali ottenuti dalla distillazione di
erbe officinali, frutta, scorze di agrumi, ecc., oppure ottenuti
dalla macerazione (a freddo), infusione (a caldo) o percolazione
dell'alcol o altro solvente con le essenze citate. Questi miscugli
vengono successivamente completati con sciroppo di zucchero, acqua
(per il raggiungimento della gradazione alcolica desiderata), ed
eventualmente coloranti. In tali casi le bevande alcoliche vengono
denominate liquori o amari (che sono due prodotti diversi)
aromatizzazione del vino (vini
aromatizzati) o altri prodotti vitinicoli aromatizzati
miscelazione di prodotti alcolici
con altre sostanze per ottenere cocktail.
Storia
Le bevande alcoliche prodotte per
fermentazione erano conosciute fin dall'antichità da quasi tutte le
civiltà, e usate sia per ragioni mediche (in alcuni luoghi e periodi
non era disponibile acqua sicura) o igieniche (in quanto l'alcol ha
proprietà antisettiche), sia come integratori alimentari (per il
loro apporto di zuccheri), sia per scopi conviviali, per ispirazione
artistica o come afrodisiaci.
È un caso se i distillati alcolici
siano stati definiti con le parole aqua vitae ("acqua
della vita"), che è lo stesso significato del gaelico uisge
beatha, da cui prenderà la denominazione il whisky.
Peraltro processi naturali in grado di
produrre sostanze contenenti alcol esistono sul nostro pianeta da
milioni di anni, ed è stato scoperto nel bagaglio genetico dell'uomo
un gene specializzato per il trattamento dell'alcol, più
precisamente quello che codifica per l'enzima alcol-deidrogenasi;
questo dettaglio può far pensare che l'uomo, per molto tempo, sia
stato a contatto con questa sostanza, tuttavia non si posseggono
notizie storiche che confermino questa ipotesi e pare che fino a 10
mila anni fa il consumo di alcol possa essere stato fortuito ed
episodico.
L'ipotesi che gli esperti formulano sui
primi contatti con l'alcol avvenuti forse nel tardo Paleolitico,
sembrano indirizzarsi verso un assaggio occasionale di una quantità
di miele scaduto, o di un dattero o della linfa di alcune piante,
tutte sostanze caratterizzate dalla presenza di un elemento
zuccherino che fermenta in modo naturale. Per la scoperta della
birra, l'uomo ha dovuto attendere almeno lo sviluppo della
cerealicoltura, basate su grandi raccolti di orzo e frumento.
Tavolette mesopotamiche antiche 6.000 anni fa, contengono ricette
illustrate per la produzione della birra.
Le fonti storiche confermano, in
qualunque caso, che già prima del III millennio a.C., Egizi e
Mesopotamici conoscessero bevande simili alla birra. Lo sviluppo
dell'agricoltura agevolò la nascita di insediamenti sempre più
grandi e sollevò quel grande problema che per molti secoli angustiò
i popoli, ossia l'approvvigionamento di acqua potabile.
Per quanto riguarda l'Oriente,
l'abitudine molto antica di bollire l'acqua per la preparazione del
tè, ha consentito un suo utilizzo sicuro come bevanda, e questa è
una delle motivazioni per le quali in Oriente non si è diffusa,
anticamente, l'abitudine alle bevande alcoliche.
In Occidente, al contrario, le bevande
alcoliche sono servite anche per sopperire carenze alimentari,
oltreché come antidoto contro le fatiche della vita, e infine come
analgesico.
Il
procedimento della distillazione è invece relativamente più
recente; la sua scoperta si fa risalire agli alchimisti islamici
dell'VIII secolo d.C., e ai loro epigoni come Raimondo Lullo e
Arnaldo da Villanova,[4] che aprirono le porte al consumo dei
superalcolici, consentendo di superare la barriera del 16 per cento
di gradazione alcolica, causata dalla non tollerabilità dei lieviti
nei confronti di una concentrazione superiore.
All'alchimia araba medievale si deve
pertanto la denominazione odierna di alcool, che propriamente
cosisteva nello «spirito» vivente, assimilabile a un demone,
ottenuto appunto dalla distillazione, cioè dal procedimento
alchemico di morte degli elementi materiali e grossolani di una
sostanza, per coglierne l'essenza pura e aeriforme, come avveniva ad
esempio nel caso della trasmutazione dei metalli vili in oro, o in
qualunque trasformazione di un elemento corrotto nella sua Luce
divina originaria.
Il consumo di superalcolici si diffuse
rapidamente in Europa e impazzò almeno fino al XVII secolo, quando
anche nel Vecchio Continente penetrarono bevande come il caffè, il
tè e il cacao, analcoliche e sicure, grazie all'acqua bollita.
L'abuso di alcol venne catalogato come
malattia, anche da un punto di vista medico-sanitario, solamente nel
XX secolo, quando l'uso corrente di acqua potabile, rese non
plausibile l'uso della bevanda alcolica per ragioni di salute.
Nel 2013, il 63,9% della popolazione italiana over 11 ha consumato
almeno una volta nell'anno una bevanda alcolica.
Alcol e salute
L'etanolo ha molteplici effetti sull'organismo umano, di natura:
energetica, viene
convertito in acetil CoA bypassando il ciclo di Krebs
farmacologica, di ampio
spettro: ha sia funzione diretta su recettori determinati, sia
azione aspecifica, in particolar modo destabilizzando le membrane
cellulari
tossica, a livello epatico,
pancreatico e cerebrale, ma non solo (ad esempio delirium tremens)
di dipendenza, sviluppando
diversi disturbi psichici: demenza, psicosi, disturbi dell'umore,
d'ansia, disfunzione sessuale, disturbi del sonno.
Nel consumo cronico, invece, si tende
alla sostituzione di maggior parte della dieta con l'alcol: questo
porta alla caratteristica deficienza in tiamina tipica dell'etilista,
con conseguenti neuropatie del sistema nervoso centrale. Inoltre è
fattore di rischio di numerose patologie come cirrosi epatica, e
cancro.
L'abuso di alcol in gravidanza può causare danni fisici e
mentali al feto.
L'etilismo o malattia dell'alcolismo è
considerato un problema sociale essendo una causa importante di
violenze e di incidenti automobilistici: dal 2002 il livello di
alcolemia accettato per i guidatori è sceso da 80 a 50mg/100mL.
Nella classifica di pericolosità delle varie droghe stilata dalla
rivista medica Lancet, gli alcolici occupano il quinto posto.
Esempi
di bevande alcoliche
Origine
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Bevanda fermentata
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Bevanda distillata
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Liquore
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succo d'agave
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Pulque
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tequila, mescal
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anice
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Mastika, ouzo, pastis, arak, sambuca, mistrà
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sciroppo di canna da zucchero
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aguardiente, rum, cachaça
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Sang som
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succo di palma
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vino di palma
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arrak
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cereali
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birra (orzo), sake (riso), chicha, kvas,
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bourbon, gin, mei kwei lu chew (riso), shōchū (riso), whisky,
vodka
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sciroppo di miele
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idromele
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latte
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kumis, kéfir
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succo di mela o di pera
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sidro
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Calvados
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succo di prugna
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slivovitz, schnaps
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umeshu
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succo d'uva
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vino
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Armagnac, brandy, Cognac, grappa, marc acquavite d'uva
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banana
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birra di banana
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erbe aromatiche
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acquavite di genziana
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Centerba, Amaro Lucano, Certosino, Latte di suocera, Arquebuse,
Bénédictine, Chartreuse
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Alcolici
e dottrine spirituali
Alle bevande alcoliche sono stati anche
attribuiti significati simbolici o religiosi, ad esempio nell'antica
Grecia nell'ambito dei riti dionisiaci, nella religione cristiana
come elemento simbolico nell'eucaristia, o nella Pasqua ebraica
(Pesach). Nonostante questo, complessivamente l'Antico
Testamento condanna l'abuso di alcol e i Padri della Chiesa
invitarono alla moderazione nell'assunzione del vino. Altre religioni
invece (principalmente l'Islam) proibiscono il consumo di bevande
alcoliche.