Il famoso assenzio.
Oggetto di mille dicerie (tutte
fasulle), bevanda ispiratrice di leggende viventi (vere, stavolta)
quali Picasso, Van Gogh, Heminghway e molti altri - che elogiavano il
famoso liquore in tutti i modi possibili - l'assenzio è una delle
bevande più fraintese nella storia dell'umanità.
Nato verso fine 1700 come panacea
medicinale (già gli antichi romani usavano già la pianta di
assenzio come medicina), l'assenzio 'da bere' è un distillato non di
una, ma di ben tre piante: anice, finocchio e ovviamente assenzio.
All'epoca, tale ricetta veniva chiamata 'la santa trinità', ma in
origine l'anice e il finocchio servivano soltanto a mitigare l'amaro
della proverbiale pianta, che altrimenti sarebbe stata imbevibile. In
realtà, il mix si rivelò sorprendentemente delizioso. Il motivo per
il quale l'assenzio ha una gradazione alcolica tanto alta (fino a
74°) non era mica 'sballare'. Ancora oggi, l'assenzio ha infatti una
certa gradazione perché senza di essa alcuni dei suoi ingredienti si
rovinerebbero. Una volta aperto, è facile infatti che l'assenzio si
rovini se il tappo con cui lo chiudi non tiene bene!
Uno dei tanti dipinti
che elogiano le virtù oniriche della musa verde.
Quel primo assenzio 'medicinale' (il
'primissimo' assenzio) nacque in Svizzera ma divenne una bevanda
popolare per la prima volta in Algeria, tra i soldati Francesi,
quando questi cominciarono a berlo come medicina, ma poi continuarono
perché gli piaceva. E poi i soldati, una volta tornati a casa,
cominciarono a cercarlo anche in Francia perché lo reputavano
migliore di altri amari. A quel punto,
cominciarono a nascere le prime
distillerie 'commerciali' così, senza tanto baccano e giusto per
fare un po' di soldi su questa nuova tendenza. Ovviamente, col tempo,
gli scopi medicinali vennero abbandonati per affinare il sapore della
bevanda, ma la ricetta base (il distillato della santa trinità)
rimase sempre il punto di partenza dell'assenzio 'vero', su cui poi
magari aggiungere altre piante, magari con un secondo processo di
macerazione per colorarlo o cambiargli sapore.
A quel punto scoppiò un piccolo
finimondo.
Il distillato di tre erbe o più, noto
col nome di 'assenzio' divenne una delle bevande più bevute d'Europa
soprattutto in Francia, dove la sua produzione, diffusione e consumo
arrivò a eguagliare quella del vino (!!!).
L'assenzio è uno dei pochi drink al
mondo che bevi alla gradazione alcolica che preferisci: sei tu, al
momento del consumo, ad allungarlo con acqua. E no… NESSUNO lo
beveva puro.
La fontana: un
accessorio da bar fatto apposta per aggiungere lentamente l'acqua
all'assenzio.
Quando l'assenzio venne
bandito, sparirono anche le fontane perché erano ormai inutili.
Detto questo no, quello che avete
bevuto a Praga prima l'assenzio che tornasse legale non era assenzio.
Non lo era nemmeno di striscio. Quello non era altro che alcool
industriale colorato di verde con coloranti artificiali, e
nient'altro. Detto per inciso: quando Praga vendeva assenzio prima
che tornasse legale, non sapevano nemmeno quale fosse la sua vera
ricetta. Okay? Ficcatevelo in quella zucca. Lo so che fa male, ma
purtroppo è così.
Inoltre, contrariamente a quello che il
mondo intero crede oggi, l'assenzio era l'equivalente del nostro
spritz: si beveva leggerissimo (10–20%) spesso come aperitivo, e
mai più di uno o due al giorno esattamente come lo
spritz, che nessuno beve 'a
litri', né 'per tutta la sera' (a parte me, ogni tanto. Lo ammetto.
E Verlain. E Baudelaire. E altri pazzi…).
Negli stessi anni in cui l'assenzio
diventava la bevanda 'più forte' del momento (1850–1900)
cominciavano però un po' in tutta Europa e America quei problemi di
alcolismo che portarono poi gli USA - tanto per dire - al famoso
proibizionismo dei ruggenti anni venti.
Siccome l'assenzio era una cosa nuova,
venne molto amato dai giovani e assunse un'identità trasgressiva,
innovativa. Era nuovo, aveva un colore alieno. Il vino era roba da
conservatori e perbenisti, l'assenzio era nuovo e trasgressivo, e
tale lo videro anche i perbenisti. Si sparsero allora le più
pazzesche leggende urbane: l'assenzio faceva impazzire, faceva venire
le allucinazioni, eccetera, eccetera.
Ho letto un libro che raccoglie tutte
le testimonianze dell'incredibile lista di artisti leggendari
'incantati' dalla fata verde: Oscar Wilde, Baudelaire, Verlain, Vang
Gogh e perfino Picasso, che vi dedicò più di un quadro e una statua
(!!!). Una lista infinita di persone che diceva che l'assenzio faceva
sentire
'i tulipani nelle gambe',
che non c'era 'altra musa paragonabile alla fata verde', che
funzionava addirittura da afrodisiaco… Di tutto, di più.
L'assenzio divenne una vera e propria icona degli artisti
Bohemienne.
Alla fine, un'ondata di perbenismo
invase l'Europa, e la vittima designata fu ovviamente l'assenzio, che
venne dichiarato illegale dopo una brutta tragedia familiare.
Un contadino aveva ucciso moglie e
figli.
Quel giorno, il disoccupato e
alcolizzato aveva bevuto qualcosa come tre litri di vino, vari cognac
e uno o due assenzi, ma la colpa ricadde tutta quanta solo
sull'assenzio (!!!).
L'assenzio subì una campagna
d'informazione peggiore di quella contro le sigarette.
Ciò nonostante, alcune di queste
stampe sono magnifiche.
E così, il bando partì prima in
Francia, per poi spargersi a macchia d'olio in tutti gli altri paesi
Europei ad eccezione di Spagna e Inghilterra, dove l'assenzio non era
mai diventato veramente di moda, e non avevano la minima idea di che
diavolo stessero parlando i Francesi.
La fata verde venne
uccisa nel 1910. Poster dell'epoca.
Dopo la guerra, ogni volta che
Hemingway andava in Spagna, si procurava dell'assenzio e lo beveva
come se fosse un'esperienza mistico-religiosa. Ma alla fine, rimasto
legale solo nei paesi dove non lo beveva quasi nessuno, alla lunga
l'assenzio cadde nell'oblio, e venne dimenticato.
Ma a un secolo esatto dalla sua
scomparsa, colpo di scena!
Un inghippo legale fece tornare
l'assenzio improvvisamente legale in tutta Europa, e probabilmente
senza che i legislatori se ne rendessero nemmeno conto.
L'unione Europea, a qualche anno dalla
sua fondazione, si sedette infatti a un tavolo e decise di adottare
una legislazione comune in materia di alcolici tra tutti i paesi,
allo scopo di rendere il mercato comune più chiaro e lineare per
tutti.
I paesi accettarono allora le nuove
regole facendole proprie, e nel giro di qualche anno qualcuno si rese
conto che la nuova legislazione rendeva 'di fatto' legale RIPRENDERE
la produzione di assenzio
VERO.
Fu così che, durante gli anni duemila,
alcune distillerie cominciarono, pian piano, a produrre assenzi
sempre più fedeli alla ricetta originale. Tra queste distillerie ce
n'erano anche alcune storiche che semplicemente 'ripresero' a farlo
perché esistevano ancora. Però gli ci volle qualche anno, okay? I
primi assenzi dopo il ritorno alla legalità non erano infatti
granché. A un secolo di distanza, il mondo intero era cambiato e le
prime versioni dell'assenzio erano reinterpretazioni ''troppo libere
per ragioni produttive. Gli alcolici oggigiorno si fanno in maniera
industriale, e le loro ricette sono adeguate ai nuovi macchinari.
L'assenzio, purtroppo per noi, non lo è, e per questo motivo costerà
sempre un po' troppo. Ad ogni modo, col passare degli anni i
produttori cominciarono a fare le cose fatte bene. E così adesso, se
volete bere un assenzio 'vero', non solo potete farlo, ma non dovete
nemmeno sborsare un occhio della testa. Oggigiorno parte della
produzione 'pregiata' di certe distillerie viene dedicata infatti
alla produzione di assenzio vero, fatto come si deve.
Un assenzio oggi troppo
sottovalutato: l'assenzio Pernod. Il Pernod fu in sostanza la Coca
Cola dell'assenzio: quello in base al quale venivano giudicati tutti
gli altri. A cento anni di distanza dall'ultima bottiglia che Pernod
avesse mai prodotto e sebbene fosse passata di mano a nuovi
proprietari, quando l'assenzio tornò legale la Pernod rincominciò a
produrlo.
Ma dopo un breve periodo di entusiasmo
inziale tra il 2005 e il 2015, quando il ritorno dell'assenzio ebbe i
suoi cinque minuti di gloria… Purtroppo tale ritorno non funzionò
mai del tutto.
Una delle ragioni principali è
economica:
l'assenzio 'vero' non sarà mai
economico da produrre quanto lo sono tequila, sambuca e altre bevande
simili. La sua produzione è semplicemente troppo lunga e complicata.
E purtroppo sì, il portafoglio ha il suo peso sulla faccenda.
L'assenzio verde in particolare (che poi è il più richiesto) è
ancora più laborioso da fare perché dopo la distillazione occorre
un secondo processo di colorazione naturale (che costa altro tempo e
altro denaro). Purtroppo per noi, tra il 2005–2015 l'assenzio non
divenne mai talmente richiesto da eguagliare l'abbassamento dei
prezzi raggiunto nell'ottocento, quando un bicchiere di assenzio
costava come un bicchiere di vino.
L'altra ragione del suo insuccesso è
pratica:
l'assenzio è troppo lento da
servire, e questo per i bar è un punto debole. Viene servito infatti
al cliente assieme a dell'acqua a parte, e il cliente perde tempo
nell'aggiungere acqua lentamente perché farlo è letteralmente uno
spettacolo. Si chiama LOUCHE, ed è un spettacolo per davvero.
E' a questo che Oscar Wilde
paragonava la bellezza di un bicchiere di assenzio a quella di
un'alba o di un tramonto.
L'assenzio AUTENTIQUE della Pernot è
un assenzio molto pregiato. Notate il colore giallo. Molti assenzi
storici erano gialli, piuttosto che verdi. Nota: gli assenzi Blanche
(bianchi) sono trasparenti e probabilmente nacquero prima del più
famoso assenzio verde.
La terza ragione del suo mancato
ritorno
è il gusto: l'assenzio sa
principalmente di anice, e se alcune bevande a base di anice come la
Sambuca sono di moda oggi, lo devono proprio al fatto che presero il
posto dell'assenzio quando questo divenne illegale. Ad ogni modo,
l'assenzio oggi giorno 'suona' né più né meno che come una
variante della Sambuca, dunque per molti il prezzo non vale la
candela. E pensare che è tutto il contrario!
In conclusione…
L'assenzio finalmente è tornato 'per
davvero', ma purtroppo lo conoscono pochi, e tantissimi credono (a
torto) che non sia più quello di una volta
'perché non da' allucinazioni'
(!!!). E così, alla fine della
fiera, tra ragioni economiche, gusto fuori moda e aspettative legate
a leggende urbane, ecco che la fata verde non ha mai più ripreso
piede come un tempo.
Quanto ai suoi sedicenti poteri
allucinogeni… No, non li ha.
Lasciate perdere le stupidaggini sul
TIJUONE, una molecola che 'assomiglierebbe' a quella della
marijuana, e altre fesserie
simili. I vecchi assenzi avevano meno Tijuone di quelli moderni!
Una cosa però è vera, e questa ve la
posso garantire personalmente.
NIENTE ti dà alla testa come fa
l'assenzio. Esattamente come la birra ti dà alla testa in un modo e
il vino in un altro, l'assenzio ti dà alla testa in un altro modo
ancora. Non ti da alluncinazioni, ma la 'balla' leggera da assenzio è
diversa da qualunque altra. E stranamente sì, certe cose artistiche
ti vengono meglio bevendo assenzio. Io sono uno scrittore (romanzi) e
scrivere da brillo mi ha sempre dato un grande fastidio. Sul serio:
birra, vino, superalcolici… Niente da fare. L'unica cosa che va
bene per scrivere per me è sempre stato solo il caffé o l'assenzio,
ma non troppo. Magari anche tanto, ma mai troppo.
Perché qualcosa di diverso, l'assenzio
ce l'ha per davvero.
E' come se fosse una sorta di caffé
nascosto tra gli alcolici: dove gli altri drink ti stordiscono,
quello invece ti tiene in carreggiata… mentre ti ubriaca.
Ti ubriaca ma ti aumenta la
concentrazione al tempo stesso. Diciamo che ti tiene in carreggiata
mentre ti porta lentamente fuori strada, perché comunque ti
ubriachi.
Non saprei descriverlo meglio di così.
E sì, per me berlo è diverso da qualunque altra cosa.
Una cosa è certa: non si tratta di
allucinazioni. Se è questo che andate cercando non lo troverete. E
stiamo comunque parlando di una cosa sottilissima che si sente solo
nel lungo periodo, quando lo bevi regolarmente per un po'. Ti accorgi
veramente della differenza più che altro confrontandolo con gli
altri alcolici, ma qualcosina di diverso ce l'ha di sicuro.
E stranamente, uno dei massimi esperti
mondiali di assenzio, Ted Bureaux, la pensa in maniera molto simile
alla mia. Anche lui parla di una sorta di 'svegliata' interiore che
non ti dà nessun altro tipo di alcolico.