venerdì 15 maggio 2020
giovedì 14 maggio 2020
Chartreuse
La chartreuse (o
certosino) è un liquore prodotto in origine dai monaci
certosini nelle cantine della certosa Grande Chartreuse,
situata nelle prealpi della Chartreuse a Voiron, nel dipartimento
dell'Isere nella Francia meridionale. Oggi il liquore è prodotto in
una fabbrica nei pressi di Voiron, sotto la supervisione dei monaci
della certosa.
Storia
La Chartreuse nacque nel 1605
quando i monaci certosini di Vauvert (Parigi), nel luogo dell'attuale
Giardino del Lussemburgo, rinvennero un manoscritto con la
formula di un elisir di lunga vita. A causa della sua
complessità, la ricetta non venne prodotta, ma nel 1737, presso la
grande certosa di Grenoble cominciarono a fare uno studio
approfondito. Iniziarono quindi la produzione che rimase però
limitata alle città vicine di Grenoble e Chambery. Questo elisir è
tutt'oggi commercializzato sotto il nome di "Elisir vegetale
della Grande-Chartreuse". La Chartreuse verde venne invece
elaborata nel 1764. Durante la Rivoluzione francese i monaci, volendo
conservare la ricetta, la diedero al farmacista di Grenoble, Liotard.
La ricetta tornerà ai monaci alla sua morte nel 1816. La Chartreuse
gialla fu commercializzata per la prima volta nel 1838.
I certosini vennero espulsi dalla
Francia nel 1903, e la Chartreuse venne prodotta a Tarragona in
Spagna fino al 1929, quanto ritornò ad essere prodotta in Francia, a
Fourvoir. Dal 1935, a seguito di una frana a Fourvoirie, il liquore
viene prodotto a Voiron dove è situata la più lunga cantina di
liquori al mondo (164 m). Dal 1990, data nella quale la
distilleria di Tarragona venne chiusa, la Chartreuse è prodotta
soltanto a Voiron. Investiti da questa missione dal loro ordine
religioso, i certosini della grande certosa sono i soli a
conoscere la famosa ricetta (in realtà solo due o tre di loro la
conoscono realmente). Ancora oggi la formula è rimasta un mistero
nonostante i moderni metodi di indagine.
I liquori
I principali liquori Chartreuse sono:
- l'Elisir vegetale della Grande-Chartreuse: elaborato secondo la ricetta del 1605, la sua fabbricazione richiede l'impiego di 130 erbe ed ha il grado alcolico di 71°.
- la Chartreuse Verde: il suo colore unico è dovuto alle 130 erbe che la compongono ed il suo grado alcolico è di 55°.
- la Chartreuse Gialla: prodotta con le stesse piante della
verde ma in proporzioni differenti, ha un grado alcolico di 40°.
Le sue etichette speciali sono:
- la Chartreuse VEP (invecchiata 12 anni): 130 erbe e fiori sono impiegate nella sua produzione. Ne esistono due versioni: la Verde (55°) e la Gialla (42°). Si tratta della stessa ricetta ma l'invecchiamento prolungato dona al liquore un sapore caratteristico.
- il liquore del nono centenario.
- la Chartreuse 1605.
Gusto
Il Chartreuse ha un sapore
caratteristico molto forte. È molto dolce, ma varia fra lo speziato
e il pungente. Come paragone è abbastanza simile al Liquore Strega o
al Galliano. Il sapore dipende dalla temperatura di servizio. Spesso
è servito con ghiaccio, e può essere aggiunto ai cocktail o in un
mixer. Alcune ricette di drink richiedono soltanto poche gocce di
Chartreuse, tanto è assertivo il suo aroma.
mercoledì 13 maggio 2020
Perché le lattine sono rotonde?
Le lattine sono cilindriche, non
rotonde.
Una lattina sferica sarebbe l'ideale per usare meno alluminio possibile, una cubica invece sarebbe perfetta per l'immagazzinaggio e il trasporto.
Però la prima sarebbe scomoda da usare e la seconda, oltre a dover essere più spessa per sopportare la pressione interna, presenterebbe degli spigoli ed è scomoda da tenere in mano.
Per cui la soluzione migliore è avere una lattina la cui forma sia l'unione tra sfera e cubo: il cilindro!
Funziona: le lattine oggi sono spesse anche un decimo di millimetro eppure reggono una pressione 6 volte più alta del normale e si usano con comodità. Per reggere meglio la pressione, le lattine sono anche concave sotto.
Una lattina sferica sarebbe l'ideale per usare meno alluminio possibile, una cubica invece sarebbe perfetta per l'immagazzinaggio e il trasporto.
Però la prima sarebbe scomoda da usare e la seconda, oltre a dover essere più spessa per sopportare la pressione interna, presenterebbe degli spigoli ed è scomoda da tenere in mano.
Per cui la soluzione migliore è avere una lattina la cui forma sia l'unione tra sfera e cubo: il cilindro!
Funziona: le lattine oggi sono spesse anche un decimo di millimetro eppure reggono una pressione 6 volte più alta del normale e si usano con comodità. Per reggere meglio la pressione, le lattine sono anche concave sotto.
Lattina non cilindrica, comoda forse
per sistemarla nelle scatole quando viene distribuita ai negozi, ma
scomoda da tenere in mano, spigolosa e meno performante riguardo la
pressione della bevanda gassata che contiene.
martedì 12 maggio 2020
Cataia
La cataia è una bevanda molto popolare
nella costa settentrionale della stato del Paraná, nella Valle del
Ribeira e sul litorale meridionale dello stato di San Paolo. Si
prepara con la foglie di un albero conosciuto localmente lo stesso
nome, mescolate con la cachaça.
Fermo restando che il nome vernacolare
(cataia) è condiviso da varie specie vegetali, il nome
sistematico è oggetto di informazioni a volte contrastanti.
L'attribuzione corretta è quella che l'associa alla Pimenta
pseudocaryophyllus - Myrtaceae ma altri l'associano alla Drimys
brasiliensis Miers - Winteraceae, una specie che si presenta per
molti aspetti simile alla precedente. Uno studio comparativo è stato
fatto proprio allo scopo di chiarire l'eventuale apporto della
Drimys, invece o in addizione alla Pimenta, nella
preparazione della bevanda.
In considerazione del fatto che si
tratta di una pianta autoctona e quindi il suo sfruttamento è
potenzialmente una fonte di diversificazione sostenibile del reddito
delle popolazioni agricole, la produzione e distribuzione delle
piantine è incoraggiata anche se la zona interessata è all'interno
del parco nazionale di Superaguì.
Storia
Il nome cataia deriva dal tupi e
significa foglia che brucia. La bevanda è preparata con le
foglie, che sono infuse nella cachaça riducendone molto l'acidità e
dando come risultato una bevanda di sapore gradevole. Generalmente è
consumata pura o accompagnata con il miele, che ne rinforza il
sapore.
Secondo le leggende locali, la bevanda
è stata inventata nella comunità della Barra do Ararapira, sul
litorale nord paranaense nel 1985, quando Rubens Muniz provò a
mescolare le foglie di cataia, originalmente utilizzate come
tisana o erba anestetica, con la cachaça. A partire da quel
momento, la fama della bevanda si diffuse rapidamente nei dintorni,
diventando un consumo abituale dei pescatori nei giorni di freddo e
poi dei turisti, soprattutto quelli che venivano da San Paolo o
Curitiba e hanno poi contribuito a diffondere la bevanda in ambienti
più vasti. Adesso, la bevanda è nota anche come "whisky
caiçara" o "whisky della spiaggia".
A seconda della tecnica di preparazione usata, il tenore alcolico
varia tra il 20% e il 40%.lunedì 11 maggio 2020
domenica 10 maggio 2020
Drambuie
Drambuie è un liquore scozzese
all'aroma di miele ed erbe ricavato da whisky, miele di brugo e una
miscela segreta di erbe e spezie. Il sapore rimanda a zafferano,
miele, anice, noce moscata ed erbe.
È prodotto in Broxburn, nel Lothian
dell'ovest, in Scozia e può essere servito "puro" (a
temperatura ambiente senza ghiaccio), on the rocks (con ghiaccio), o
usata come ingrediente in un cocktail.
La gradazione alcolica del Drambuie è
del 40%.
Etimologia
Il nome Drambuie proviene dalla
frase in gaelico scozzese An Dram Buidheach, che significa "la
bevanda che soddisfa". Fu coniata nel 1893 alla locanda di
Broadford, sull'isola di Skye.
Storia
Dopo la battaglia di Culloden (1746),
il principe Charles Edward Stuart fuggì sull'isola di Skye. Qui fu
accolto dal capitano John MacKinnon del clan MacKinnon. Secondo la
leggenda, il principe lo ricompensò con la preziosa ricetta della
bevanda, inventata anni prima dal suo farmacista personale. Alcuni
storici considerano la storia solo una trovata pubblicitaria.
Un'altra leggenda sostiene che la
ricetta fu tramandata nella seconda metà del XIX secolo dal clan
MacKinnon a James Ross, il gestore del Broadford Hotel sull'isola di
Skye. Ross sviluppò e migliorò la ricetta, inizialmente per una
ristretta cerchia di amici, uno dei quali avrebbe poi battezzato il
liquore. Ross si espanse, esportando il liquore in Francia e negli
Stati Uniti e brevettò la ricetta a Londra.
Ross morì giovane; per provvedere
all'istruzione dei figli la vedova vendette la ricetta a un
differente MacKinnon, nella prima metà del XX secolo e da allora la
ditta MacKinnon ha prodotto la bevanda.
La prima distribuzione commerciale di
Drambuie si ebbe ad Edimburgo nel 1910. Ne furono vendute solo dodici
casse. Nel 1916 il Drambuie fu il primo liquore ammesso nelle cantine
della Camera dei Lords e fu spedito in tutto il mondo alle
guarnigioni dell'Esercito di Sua Maestà. Negli anni 1980 i
produttori cominciarono a pubblicizzare il liquore, e recentemente si
è cercato di rafforzare il marchio dopo un calo di popolarità e di
vendite.
sabato 9 maggio 2020
È giusto che i camerieri pretendano di essere ringraziati per il servizio quando in realtà sono pagati?
No, non e' giusto che ci sia la
"pretesa" di essere ringraziati per un lavoro per cui si e'
pagati. Chiunque ha quella pretesa e lo fa ben capire con gesti o
parole e' un'arrogante e un piantagrane.
Certamente non perdo tempo a discutere
con certi personaggi, quindi dopo aver fatto notare al titolare
l'esperienza negativa avuta nel suo locale, me ne vado per la mia
strada ed e' finita li.
Detto questo, ricevere un complimento
per un lavoro ben fatto fa piacere a chiunque, in qualunque industria
e a qualsiasi livello il lavoro viene svolto, con o senza paga.
Visto che un sorriso e un grazie non
sono ancora tassati, per il momento, cosa costa elargirne qualcuno in
piu' e far sentir bene una persona che ha lavorato bene per renderci
un servizio?
Piu' sorrisi, piu' grazie e meno astio
rendono la vita migliore per tutti.
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