martedì 25 giugno 2019

Binge drinking

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Il binge drinking è l'assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve. Secondo l'Osservatorio Nazionale Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità esso corrisponde all'assunzione in un'unica occasione di consumo in breve tempo di oltre 6 Unità Alcoliche (UA = 12 grammi di alcol puro) di una qualsiasi bevanda alcolica. In questa definizione non è importante il tipo di sostanza che viene ingerita né l'eventuale dipendenza alcolica: lo scopo principale di queste "abbuffate alcoliche" è l'ubriacatura immediata nonché la perdita di controllo. Spesso si associa al compimento di un reato, a volte è assunto come moda giovanile. L'esatta consistenza dell'intossicazione, comunque, varia da paese a paese. Il punto critico può essere raggiunto dopo molte ore o anche diversi giorni di assunzione. A causa degli effetti a lungo termine, il binge drinking è considerato uno dei più grandi problemi di salute al giorno d'oggi.
Il binge drinking è molto comune tra le persone di sesso maschile, colpisce durante l'adolescenza ed in prossimità della maturità. La prima assunzione di alcol per uomini e donne avviene all'età media di 15 anni, "età di passaggio" in cui si vuole essere indipendenti dalla famiglia e in cui si subiscono fortemente le influenze del gruppo dei pari. Molti bevitori non sono informati sui fattori di rischio sottesi a questo problema che rappresenta un'arma a doppio taglio nel momento in cui i costi economici per la comunità superano quelli sociali dovuti alla diffusione del fenomeno. Il binge drinking è sotteso a diversi effetti sui vari sistemi del corpo umano come quello neurologico, cardiaco, gastrointestinale, ematico, immunitario, endocrino e muscolo-scheletrico al pari degli altri fattori di rischio per la salute mentale. Circa un terzo di adolescenti abusa in maniera critica di alcolici, e almeno il 6% ha un membro in famiglia con problemi alcol-correlati. Approssimativamente, una donna su venticinque assume dosi critiche di alcol durante la gravidanza, tanto da indurle a subire la sindrome alcolica fetale e altre patologie correlate al feto. Durante l'adolescenza, invece, il fenomeno è collegato ad incidenti stradali, comportamento violento e tentativi di suicidio. Più spesso un giovane bevitore è più incline al binge drinking dei propri coetanei che soffrono già di disturbi legati all'assunzione di alcolici. Un ampio numero di giovani bevitori, inoltre, è anche tossicodipendente.


Definizioni

Al giorno d'oggi, non c'è consenso tra gli alcologi su come quantificare il binge drinking, ma negli Stati Uniti il termine è usato spesso per indicare l'assunzione di cinque o più superalcolici in una sola volta. In Inghilterra, il binge drinking è definito come l'assunzione doppia di quanto si fa quotidianamente, cioè, bere otto superalcolici o più per i maschi e sei o più per le femmine. Rimangono una serie di controversie su come meglio definire il binge drinking, così come molte persone percepiscono la definizione ufficiale ancora imprecisa in quanto non considera i contesti nei quali avviene il reato.
Altre meno comuni definizioni sono basate sulla concentrazione di alcol nel sangue, ad esempio, il National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism degli Stati Uniti (NIAAA) recentemente ha dichiarato che il binge drinking si verifica con una concentrazione di 0,08% o superiore indipendentemente dal numero di alcolici assunti in una volta. I risultati di una ricerca dimostrano che gli studenti universitari spesso definiscono in maniera diversa il binge drinking a seconda delle proprie abitudini alimentari, insieme a quei bevitori che considerano un ventaglio di definizioni superiore ai non bevitori. Se è presa in considerazione la definizione quantitativa, il rapido consumo in un breve periodo di tempo con l'intenzione di intossicarsi rientra spesso nell'utilizzo verbale del termine, fino a che si può rimanere relativamente sobri dopo quattro o cinque superalcolici assunti durante il corso della serata e a stomaco pieno.
Negli Stati Uniti qualche volta il termine “etilismo estremo” è utilizzato per descrivere diverse forme di binge drinking in seguito all'assunzione di dieci o più superalcolici in una sola volta.
Dopo due o tre ore, un adulto potrebbe avere una concentrazione di circa 0,20% di alcol nel sangue.


Eziologia

Le motivazioni che spingono i giovani ad avvicinarsi all'alcol sono: i ragazzi per uniformarsi al gruppo e per provare sensazioni piacevoli; le ragazze per solitudine, per scappare dai problemi, per curarsi dalla depressione. Secondo una recente ricerca i giovani bevono perché:
  1. è divertente (36%)
  2. disinibisce (25%)
  3. rende felici (25%)
  4. fa dimenticare i problemi (14%)
Altri motivi comprendono la socializzazione, la suggestione e l'erotismo.
I "binge drinker" bevono maggiormente cocktail, birra e vino mentre in misura minore i liquori. Sono attenti alla moda dell'"happy hour" proposta dai pub in stile inglese, dove in ore pomeridiane viene venduta birra a prezzi inferiori rispetto alla sera.
I fattori di rischio per gli etilisti critici includono:
  1. status sociale inferiore
  2. molte disponibilità economiche
  3. suggestionabilità
  4. pessimo self-control
  5. delinquenza minorile
  6. disturbi della condotta
  7. problemi emotivi
  8. bevute di gruppo
  9. problemi in famiglia
  10. altri fattori ambientali che possono indurre al consumo critico di alcol (es. criminalità organizzata, sistema penale inefficiente, ecc.)
Il binge drinking è spesso associato con ridotte relazioni amicali, incidenti, vandalismo, violenza, dispersione scolastica e altri problemi sociali. Anche sotteso con un rischio crescente di attività sessuale non protetta, sono le gravidanze indesiderate ed il rischio di contrarre l'infezione HIV. Il 10% di donne ed il 19% di uomini ha registrato un tentativo di aggressione sotto effetto di alcolici. I maschi che bevono più di 35 superalcolici a settimana dichiarano di aver subito violenze fisiche mentre il 15% ammettono di aver aggredito a loro volta. Circa il 16% di etilisti critici dichiarano di bere per motivi erotici ed l'8% dichiara di averlo fatto per un anno. Il binge drinking può causare diversi danni sull'organismo come alterazione della omeostasi, variazione circadiana, aritmia cardiaca, ischemia, variazioni nella pressione del sangue, scompensi delle piastrine, menomazioni ormonali nonché effetti perversi sul feto se gravide e danni al cervello. Il binge drinking è anche associato al ciclo mestruale femminile. Chetoacidosi può intervenire sia in chi abusa di alcol sia nei bevitori critici.

Fattori ereditari

Ricerche recenti dimostrano che giovani bevitori che assumono 4/5 superalcolici in più di tre occasioni nelle ultime due settimane sono statisticamente 19 volte più propense a sviluppare una dipendenza alcolica rispetto ai non bevitori, specialmente il rapporto tra fattori ereditari e quelli ambientali. Approssimativamente il 40% degli etilisti dichiara di averne abusato durante l'adolescenza. Episodi reiterati di abuso di alcolici, specialmente in giovane età, accrescono il rischio di contrarre disturbi alcol-correlati (ICD-10, sindrome da dipendenza), specialmente per coloro che iniziano a bere prima del compimento del quindicesimo anno di età.
La principale causa di decesso per i giovani etilisti critici è rappresentata dagli incidenti stradali, dei quali un terzo coinvolgono giovanissimi tra i quindici ed i venti anni. Corridori e pedoni sono spesso vittime dei cd. “pirati della strada” e in aggiunta ci sono molti giovani che risultano a bordo dell'automobile insieme al pilota ubriaco. In America il 50% di tutti gli incidenti stradali sono causati dall'abuso di alcolici. Violenza e tentativi di suicidio sono diventati la terza causa più frequente di decessi sopravvenuti al consumo critico di sostanze tra gli adolescenti per i quali il rischio di suicidio è maggiore di quattro volte rispetto ai non bevitori.
Giovani bevitori di sesso femminile rischiano di subire violenza sessuale tre volte di più rispetto alle loro coetanee non bevitrici; il 50% di ragazze minorenni denunciano le violenze sessuali mentre erano sotto l'influenza di alcolici o altre sostanze stupefacenti. Questi, insieme ad altri fattori, concorrono all'eziologia del binge drinking: l'attività sessuale precoce, anche con partner diversi, alto tasso di gravidanze indesiderate, malattie trasmissibili sessualmente, sterilità, danni inferti al feto.
Ragazzi che regolarmente partecipano a bevute di gruppo per diversi anni mostrano, in base alle analisi radiografiche, minori dimensioni dell'ippocampo, in particolare coloro che iniziano a bere molto presto. Il continuato è associato a deficit neuro-cognitivi del lobo frontale nonché problemi legati all'udito e alla memoria orale (Sindrome di Korsakoff). Gli esperimenti sugli animali indicano che gli effetti neurodegenerativi dovuti all'abuso etilico durante l'adolescenza possono essere anche permanenti, anche se tali effetti non sono del tutto stati chiariti dalla scienza medica.
Negli adulti, il binge drinking è più comune nelle persone celibi/nubili, con un livello d'istruzione inferiore e poco e per nulla religiose. La cultura e il condizionamento del gruppo svolgono un ruolo importante nel portare al binge drinking.


Fattori socio-culturali

Le religioni rappresentano da sempre un disincentivo al consumo di bevande alcoliche. Basti guardare al quinto precetto del buddismo che impedisce di assumere sostanze inebrianti (Pancasila), all'accostamento paolino tra ubriachi e peccatori (Epistola ai Corinti 6,9), per i musulmani addirittura è maledetto (Corano 2: 219).
Il progetto migratorio di ciascuno si riflette nelle nuove rappresentazioni dell'alcol, venendo a cadere così i luoghi comuni che associano l'etilismo ai paesi nordici. In base a una ricerca compiuta presso immigrati cingalesi tra Mestre e Venezia si è scoperto che l'abitudine di assumere bevande alcoliche era già presente prima dell'ingresso in Italia e che rispondeva alla cultura tradizionale locale. Ad es. in Sri Lanka «l'alcol svolge anche una funzione di prestigio sociale: il numero di bottiglie servite in una festa costituisce segno di ricchezza». Non c'è cultura umana che non conosca l'utilizzo dell'alcol e chi non ha uva la ottiene da altre materie: i cinesi dal riso, i kazaki dal latte delle giumente, gli arabi dalle palme, ecc.

Epidemiologia

Tra gli studenti americani, circa la metà dei maschi e il 39% delle femmine soffre di binge drinking. Differenze etniche sussistono tra bevitori latino-americani seguiti dagli autoctoni che hanno il livello più alto di questo problema. Gli afroamericani, invece, hanno un basso livello seguiti dagli asiatici. In quest'ultimo caso la predisposizione è dovuta alla presenza nel DNA di queste persone di un gene particolare aldehyde dehydrogenase gene (ALDH2, Cromosoma 12) che non permette di metabolizzare bene l'alcol e di conseguenza concorre al verificarsi di alcuni effetti perversi quali l'eruzione cutanea.
Le persone, inoltre, che sono omozigoti del aldehyde dehydrogenase gene (ALDH2, Chromosome 12) sono meno propensi a soffrire di binge drinking dovuto agli effetti perversi di un bere moderato.
L'intossicazione acuta, così come il binge drinking nonché l'alcolismo, sono indicati come fattori di rischio per i tentativi di suicidio.


Sistema nervoso centrale

Scompensi nella memoria e nei modelli cognitivi possono riscontrarsi in tutti gli etilisti critici così come l'incapacità a controllare gli impulsi, specialmente nelle ragazze. In aggiunta, la percezione delle informazioni per via orale o visuale risulta ritardata. Gli studi compiuti sugli adolescenti dimostrano che il consumo etilico critico continuato può causare scompensi cognitivi a lungo termine. Negli adulti, invece, solo un esperimento non dimostra alcuna correlazione tra binge drinking e scompensi cognitivi. Altri scompensi possono registrarsi tra gli amminoacidi inibitori e stimolati nonché mutamenti nel rilascio di acetilcolina, dopamina, noradrenalina e serotonina nel sistema nervoso centrale, con l'incremento di tossine, problemi psicologici e danni irreversibili sia nei minorenni che negli adulti.
Gli esperimenti compiuti sulle cavie indicano che l'alcol è più tossico durante l'adolescenza che dopo; tentativi effettuati sugli esseri umani, invece, indicano che gli etilisti cronici possedevano delle strutture cerebrali sottosviluppate rispetto ai propri coetanei non bevitori. Sebbene le comparazioni sperimentali tra esseri umani ed animali sono piuttosto difficili, i danni a lungo termine causati al sistema cognitivo sono gli stessi di quelli dei bevitori contratti durante l'adolescenza o più tardi.



Gravidanza

Il binge drinking è il più importante fattore di rischio per danni arrecati al feto, in particolare sulle capacità sensoriali e sullo sviluppo psichico del fanciullo approssimativamente una su cinque donne bevitrici e una su venticinque donne incinte. Il binge drinking durante la gravidanza è associato alla Sindrome alcolica fetale, complicazioni alla nascita e disturbi di tipo neurologico. Il neonato dopo la nascita può soffrire di ritardo mentale o problemi di apprendimento, di memoria, di attenzione, di gestione e socializzazione. Difetti estetici, deformità scheletriche e organiche così come una minore circonferenza del cranio sono tutti rischi che comporta il parto. Gli esperimenti sulle pecore indicano che il livello d'intossicazione di tipo neurologico può essere dovuto all'acidemia e all'ipercapnia. Il binge drinking durante la gravidanza è anche associato ad un aumento del rischio che di aborto spontaneo.



Sopravvenuto decesso

Il binge drinking è anche associato al colpo apoplettico e a morte improvvisa che sono più frequenti nei paesi dove il consumo di alcolici è maggiore. La fase di regressione di un episodio di binge drinking è anche associata con ischemie, emorragia subaracnoidea e altre emorragie. Nei giovani che soffrono di scompensi cardiaci, è maggiore il rischio di contrarre ischemia miocardiaca e angina. Il binge drinking ha effetti deleteri sul metabolismo, sul profilo lipidico, sulla coagulazione del sangue e sulla fibrinolisi, sulla pressione del sangue e sui fasci vascolari associati a embolia ed infarto. I bevitori critici che credono di essere dei consumatori normali hanno un rischio maggiore di contrarre problemi cardiovascolari anche letali a causa degli effetti avversi che il consumo critico ha sul sistema di conduzione elettrica cardiaca e sui processi di aterotrombosi. Il rischio più frequente nel consumare dosi elevate di superalcolici in un così ristretto intervallo di tempo è l'avvelenamento ematico cd. “overdose”, che può condurre a conseguenze letali. Rimanere soffocati dal proprio vomito e altresì una causa di morte, così come cadute, combattimenti, incidenti stradali e gare su auto-motoveicoli.


Sistema endocrino

La vescica può subire seri danni se riempita oltre le sue proprie normali capacità; ciò capita nei casi di etilisti critici che hanno assunto quantità abnormi di superalcolici ma che non percepiscono, per un disturbo dei neurotrasmettitori, il bisogno di urinare. I sintomi comprendono panico e uremia. Il tasso di ricovero è alto con maggiori rischi dovuti a setticemia. In Inghilterra il si sta diffondendo a macchia di leopardo così come aumentano le spese di intervento chirurgico sull'addome.


Diagnosi

Ai fini di identificare un disturbo da abuso di alcol per valutare il binge drinking, si utilizza un arco di tempo di 6 mesi precedenti ai quali si eliminano i falsi negativi. Per es. si è scoperto che l'uso di un intervallo di tempo di due settimane per la valutazione delle abitudini alimentari porta al 30% dei regolari bevitori erroneamente ad essere classificati come se non avessero un disturbo d'uso di alcol.


Prognosi

« Nella terapia delle tossicomanie o dell'alcolismo si usa un de-condizionamento che prevede la somministrazione di una frustrazione sottesa alla messa in atto del comportamento non accettato (es. astinenza); il “lavaggio del cervello” consiste nel privare l'individuo delle sue capacità critiche tramite l'isolamento, la deprivazione delle libertà personali, l'indottrinamento continuo e la continua somministrazione di farmaci psicotropi »
(Canevicci)



A causa dei rischi cui incorrono gli adolescenti nelle terapie farmacologiche, gli esperti concordano che sono necessari interventi di tipo preventivo quali ad es. controlli periodici, riabilitazione psicosociale e tutor coetanei che possono ridurre il livello di consumo critico.
In alcuni casi si ricorre alla psicoterapia coinvolgendo i familiari del paziente. Un'efficace strategia di intervento adatta agli adolescenti è il counselling organizzato in tre o quattro sedute, anche di gruppo, ciascuna di 30-60 minuti. Durante la terapia si cerca di valutare i modelli comportamentali associati al bere e, se non è possibile estinguere del tutto la sete, si cerca di educare al “bere responsabile”. In ogni caso, chi termina con successo una terapia per la disintossicazione etilica, non può più tornare a bere, pena il rischio di ricadere nella dipendenza.


Difesa sociale

Il binge drinking è considerato nocivo, indipendentemente dall'età di una persona, e ci sono state richieste per gli operatori sanitari di prestare maggiore attenzione alle proprie abitudini di consumo dei pazienti, soprattutto ex bevitori. Alcuni ricercatori ritengono che aumentare l'età legale per bere alcolici così come di screening brevi da parte degli operatori sanitari sono il mezzo più efficace per ridurre la morbilità e la mortalità associata al binge drinking. I programmi negli Stati Uniti hanno pensato a molti modi per aiutare a prevenire il binge drinking. I Centri per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione propongono di aumentare il costo dell'alcol o delle accise, inibendo le modalità per ottenere una licenza per vendere alcolici (cd. "densità di uscita"), e l'attuazione di applicazione di leggi più rigorose per i minorenni. Ci sono anche una serie di approcci di consulenza individuale, come colloqui motivazionali e gli approcci cognitivo-comportamentali, che hanno dimostrato di ridurne il consumo tra gli studenti universitari. Nell'agosto del 2008, un gruppo di ricercatori ha affermato che l'abbassamento del età legale per bere a 18 anni sia stato un modo per frenare la cultura del bere tra gli studenti universitari. Tale idea è attualmente soggetta a controversie: i favorevoli sostengono che la legge induce al bere clandestino e lo rende più pericoloso di ciò che sembra, mentre gli avversari sostengono che così facendo può solo peggiorare il problema.


Prospettive sulla lotta al binge drinking

In Inghilterra questo problema costa alle casse del governo circa 20 miliardi di sterline l'anno pari a 17 milioni di giorni di lavoro perduti dovuti alle patologie alcol-correlate. Il costo sugli impiegati è stimato intorno ai 6,4 miliardi e il costo annuale sul sistema sanitario nazionale ammonta a circa 2,7 miliardi di sterline l'anno. Occorre prendere seri provvedimenti sia sul livello scientifico al fine di comprendere meglio il fenomeno sia sul livello pragmatico per informare i giovani sui rischi del binge drinking.
In Italia sussiste ancora una forte cultura alcolista. I giovani sono prematuramente iniziati al consumo di alcolici, anche sotto forma di dolci con dirette ricadute sulla salute, sull'economia e sul lavoro. Mai quanto in questo caso è richiesto un impegno di tutti i settori produttivi e politici per far fronte all'emergenza: tramite le forze di polizia per prevenire le sofisticazioni, es. del metanolo e altri additivi; tramite l'agricoltura per migliorare la qualità dei prodotti ed eliminare le partite scadenti ed invendute; tramite i mass media si tratta di limitare la pubblicità specialmente dei superalcolici; tramite l'ambiente si tratta di promuovere la raccolta differenziata in modo da riciclare i contenitori inutilizzati delle bevande.
Efficaci strategie per ridurre il binge drinking, quindi, sono: aumentare l'attenzione pubblica e diffondere informazioni sui rischi derivati dal fenomeno, magari conducendo inchieste dai dipartimenti di emergenza sul comportamento pericoloso e persuadere i giovani ad accettare counselling individuali o in gruppo, incoraggiare le attività di ricreazione come ad es. discipline fisiche e competizioni sportive, la previsione di programmi educativi, l'assistenza specialistica ed il tutoring.

lunedì 24 giugno 2019

Proibizionismo

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Con il termine proibizionismo s'intende per antonomasia il periodo fra il 1919 e il 1933 in cui negli Stati Uniti, tramite il XVIII emendamento e il Volstead Act, venne sancito il bando sulla fabbricazione, vendita, importazione e trasporto di alcool; il proibizionismo in questo senso è conosciuto anche come The Noble Experiment.
Più specificatamente per proibizionismo oggi s'intende, nella sua accezione più comune e generale, quello in vigore dal 1937 sui derivati della cannabis, contestato dal movimento antiproibizionista che ne chiede la legalizzazione o anche la liberalizzazione.
Ci si può comunque riferire, con questo termine, ad ogni interdizione al consumo o alla vendita di determinate sostanze definite illecite da parte di governi o enti sovranazionali come l'ONU, col fine dichiarato di tutelare la salute pubblica e quella individuale dei cittadini. In questa chiave un proibizionismo è attualmente in vigore per sostanze come l'oppio, l'eroina, la cocaina, i derivati della cannabis e molte altre, a seconda della zona geografica e del contesto culturale. Può comunque essere anche interpretata in questo senso ogni proibizione proveniente "dall'alto", come ad esempio quella in vigore sulla prostituzione.
I proibizionismi possono essere generalmente distinti in due tipologie: quelli più blandi, che proibiscono solo la vendita ed il traffico della sostanza considerata illecita e quelli a regime di tolleranza zero, dove anche il semplice consumo è sanzionato, amministrativamente o penalmente.

Storia

Il proibizionismo nacque negli Stati Uniti d'America su forte pressione delle cosiddette società di temperanza, gruppi religiosi e gruppi politici caratterizzati in genere da un forte moralismo e fondamentalismo rispetto alle posizioni sostenute: alcuni di questi erano il Woman's Christian Temperance Union, l'Anti-Saloon League, l'American Temperance Society, la Daughters of Temperance, il Prohibition Party, lo Scientific Temperance Federation e la New York Society for the Suppression of Vice.
Quest'ultima società inoltre, tramite il fondatore Anthony Comstock, dopo anni di pressioni al Congresso degli Stati Uniti riuscì a far promulgare una legge che proibiva la spedizione a mezzo posta di stampe erotiche di ogni tipo (libri, riviste, foto, giornali, perfino pubblicazioni riguardo al controllo delle nascite e testi di biologia che mostrassero rappresentazioni accurate del corpo umano) e addirittura di corrispondenza epistolare privata con accenni o riferimenti di natura sessuale; vi fu persino un tentativo di vietare nei musei le statue e i quadri di nudo.
La prima Società di temperanza sorse nel 1789 presso una comune agricola; il fenomeno prese piede quando, dal 1808 in poi, alcuni di questi movimenti riuscirono a trasformarsi in organizzazioni nazionali, capaci d'influenzare fortemente, tramite i loro voti, la politica di Washington. L'American Temperance Society ad esempio, fondata nel 1826, godette del rinnovato interesse del periodo per la religione e la moralità: dopo 12 anni dalla fondazione contava più di 8.000 gruppi locali ed oltre un milione e mezzo di affiliati. Nel 1839 erano stampati diciotto differenti giornali di temperanza e, nel medesimo tempo, molte chiese protestanti iniziarono a promuovere la "temperanza". Fra i numerosi scopi "religiosi" di queste società vi erano in primo piano il bando di ogni bevanda alcolica e del gioco d'azzardo, oltre ad una forte castità dei costumi che contemplava temi spazianti dal sesso a pagamento alla lunghezza delle gonne (a Norphelt, nell'Arkansas, furono proibiti i rapporti sessuali "sconvenienti e lascivi" perfino tra coppie sposate, oltre al sesso pre-matrimoniale).
Va detto che l'alcol era soggetto, specie in quel periodo, ad un eccesso di consumo che aveva delle conseguenze spesso devastanti a livello sociale, in particolar modo quando unito alla povertà e alla criminalità. Si trova infatti causa prima del forte ascendente che le Società di Temperanza avevano soprattutto nei confronti delle donne, nel fatto che molte di loro erano costrette a subire maltrattamenti e violenze a causa di mariti o padri in stato di ubriachezza, ormai completamente dipendenti dalla sostanza; è accertato infatti che in alcuni soggetti l'assunzione di grossi quantitativi di alcol può aumentare l'aggressività, cosa su cui le Leghe fecero molto conto riuscendo a fare proselitismi anche al di fuori dell'ambito religioso, a causa dell'esperienza diretta negativa che i futuri affiliati avevano avuto con la sostanza.
All'inizio del Novecento e dell'era industriale s'insinuò inoltre la percezione che l'uso di alcol portasse a carenze sul lavoro, all'assenteismo, allo spendere i soldi in bevande alcoliche piuttosto che in beni generati dal sistema produttivo: fra i nomi eccellenti che in questo periodo si dichiararono favorevoli alla proibizione totale ci sono John D. Rockefeller, Henry Ford ed Henry Joy, i quali aderirono all'Anti-Saloon League apportando enormi quantità di denaro.
Con tali fondi a disposizione la Anti-Saloon League fra tutte ottenne in questo periodo una grande visibilità e un potere in grado di esercitare forti pressioni sulla politica nazionale. Le campagne per il regime "dry" (asciutto) iniziarono ad essere incentrate sui numeri: "I liquori sono responsabili del 25% della miseria, del 37% del depauperamento, del 45,8% della nascita di bambini deformi, del 25% delle malattie mentali, del 19,5% dei divorzi e del 50% dei crimini commessi nel nostro Paese", citano le statistiche del Congresso fornite dalla Anti-Saloon League nel 1914.
Nello stesso clima di moralismo inviso ad ogni tipo di uso, anche moderato, di qualsiasi sostanza alterante in cui venne bandito tramite l'Harrison Narcotics Act del 1914 l'uso dell'oppio, venne sancito il bando sull'alcol tramite il Volstead Act del 1919 e il XVIII emendamento degli Stati Uniti, entrato in vigore il 16 gennaio 1920. La sera del 15 gennaio in tutti gli Stati Uniti decine di migliaia di persone si riversarono nei negozi per fare rifornimento delle ultime bottiglie legalmente in vendita.
Il Senatore Andrew Volstead, che promosse la legge, dichiarò all'indomani dell'entrata in vigore: "I quartieri umili presto apparterranno al passato. Le prigioni e i riformatori resteranno vuoti. Tutti gli uomini cammineranno di nuovo eretti, tutte le donne sorrideranno e tutti i bambini rideranno. Le porte dell'inferno si sono chiuse per sempre".
Dal giorno successivo il prezzo dell'alcol schizzò alle stelle, facendo nascere il conseguente mercato nero.

Già a mezzanotte e tre quarti del 15 gennaio, a Chicago, una banda armata assaltò un treno e rapinò un carico di whiskey dal valore di 100.000 dollari, dando così ufficialmente i natali al contrabbando e al mercato nero sugli alcolici; le prime conseguenze logiche della proibizione, di qualunque sostanza, sono infatti la sua comparsa (spesso in forma adulterata, impura e realmente pericolosa in quanto non soggetta a controlli sanitari e qualitativi) sul mercato nero relazionato al traffico criminale, oltre al suo aumento esponenziale di valore in quanto la proibizione sancisce un'apparente rarità del prodotto che i narcotrafficanti, istituiti in cartelli, mantengono in piedi così come i prezzi standardizzati.
Dopo l'istituzione del Proibizionismo, infatti, milioni di americani vollero continuare a bere e erano disposti a pagare quanto richiesto dal mercato nero per farlo; il prezzo degli alcolici aumentava di dieci volte dopo l'acquisto all'ingrosso in paesi dov'era ancora legale, come il Canada o il Messico, e il conseguente contrabbando in territorio statunitense. Sovente gli alcolici arrivavano con barche via mare, altre volte (fenomeno questo che, a un certo punto, divenne molto diffuso) venivano direttamente istituiti laboratori clandestini, perfino nei boschi, dove si realizzavano birra o surrogati del whiskey e di altri superalcolici, chiamati generalmente "Moonshine", adulterati con vari coloranti e liquidi da taglio.
All'inizio le bottiglie venivano vendute in negozi di generi comuni, che tenevano una modesta quantità da parte a fronte dell'elevato margine di guadagno comparato al rischio; in seguito iniziarono a fiorire in tutti gli Stati Uniti i cosiddetti "Speak-easy", sorte di club con ingresso tramite parola d'ordine dove si poteva bere tranquillamente.
Nel 1920, anno dell'entrata in vigore del Proibizionismo, nella sola New York erano presenti 32.000 Speak-easy, contro i soli 15.000 bar legittimi di prima della proibizione.

Proibizionismo e criminalità


Il Proibizionismo e i "ruggenti anni venti" furono indissolubilmente collegati alla nascita del fenomeno noto come gangsterismo, periodo la cui figura di spicco fu Al Capone; la sua fortuna infatti, così come quella di molti altri criminali conclamati e non, fu raggiunta tramite i proventi del traffico di alcol, sfruttando la proibizione e la conseguente crescita esponenziale del prezzo, oltre al fatto che essendo la sostanza in questione non controllata e illecita era possibile utilizzare metodi estranei al comune mercato per imporre il proprio prodotto e/o ottenere condizioni più favorevoli in generale.
All'inizio Capone si rifornì da importatori della Florida, di New York, di Detroit o dai distillatori clandestini di Chicago, per poi rivendere gli alcolici agli Speak-easy, ovvero locali in cui si vendevano bevande alcoliche al pubblico illegalmente, spesso in regime di esclusiva: questo garantiva all'esercizio commerciale prezzi più favorevoli e tagliava, a favore dell'offerente, la concorrenza di altre bande criminali. Anche l'esclusiva, a differenza che nel mercato legale, era ottenuta con mezzi spesso coercitivi, applicando una legge propria che esulava da governo e polizia, la quale tra l'altro veniva sistematicamente corrotta. Fra le bande iniziarono violenti scontri a colpi di Thompson nelle strade delle città allo scopo di guadagnare territorio (esattamente come accade fra le bande di oggi legate al narcotraffico); chi avesse voluto entrare nel mercato avrebbe dovuto armarsi e strutturare un'organizzazione criminale per competere con quelle esistenti.
Si trattava di un giro d'affari nell'ordine dei miliardi di dollari dell'epoca, esentasse; Capone era il numero uno del business nella città di Chicago, con un accertamento fiscale datato 1927 di oltre cento milioni di dollari. I proventi del "narcotraffico" di Capone venivano reinvestiti in altre attività, legali e illegali, servirono a pagare la sua candidatura in politica e il controllo che egli esercitava sul Municipio, perfino nella figura del Sindaco William "Big Bill" Hale Thompson, Jr., e sulla polizia.
"Ho fatto i soldi fornendo un prodotto richiesto dalla gente. Se questo è illegale, anche i miei clienti, centinaia di persone della buona società, infrangono la legge. La sola differenza fra noi è che io vendo e loro comprano. Tutti mi chiamano gangster. Io mi definisco un uomo d'affari", ebbe a dichiarare Capone durante una delle frequenti interviste che ormai rilasciava come personaggio pubblico.
Nel 1929 il Congresso votò un ampliamento alla legge sul Proibizionismo: ritenendo che la stessa non avesse funzionato, per quasi un decennio, a causa della sua blandezza, si approvò una norma che stabiliva pene detentive anche per chi consumasse alcol, mentre fino a quel momento erano vietate solo la produzione, l'importazione e la vendita. La teoria era che, se si arrestava chi beveva, ci sarebbero state meno vittime dell'alcol e dei crimini correlati.
Fino a quel momento, innegabilmente, gli unici che stavano traendo guadagno a vario titolo dalla proibizione erano coloro i quali l'avevano concepita e coloro i quali la sfruttavano per evaderla.
Si aprì così una fase di forte belligeranza fra la polizia e le bande criminali, in risposta a efferati atti di sangue come la Strage di San Valentino e al conseguente malcontento dell'opinione pubblica, che iniziava a domandarsi se proibire una sostanza fosse il modo più razionale per arginare gli eventuali problemi collegati al suo consumo. Il 14 febbraio 1929, infatti, la banda di Al Capone tese un agguato per sterminare quella del concorrente Bugs Moran: travestiti da poliziotti i suoi uomini fecero irruzione in un garage al 2122 di North Clark Street, sede del quartier generale della North Side Gang, organizzazione capeggiata in passato da Dean O'Banion e guidata poi da George "Bugs" Moran, principale concorrente di "Big Al" nel mercato degli alcolici; allineati i sette presenti lungo un muro, come per un normale controllo di polizia, li fucilarono alla schiena. L'episodio resta a tutt'oggi uno dei più cruenti regolamenti di conti della storia della malavita e destò all'epoca un forte scandalo nell'opinione pubblica.
Venne istituito un regime di tolleranza zero nei confronti della "droga" e degli "spacciatori": la polizia sparava in modo sensazionalistico ai barili sui camion, spaccava a manganellate le bottiglie nei locali sotto gli occhi dei media, ingaggiava frequenti conflitti a fuoco in strada con i gangster. Le vittime fra gli agenti furono molte, così come quelle fra i cittadini inermi, ai quali bastava un gesto equivoco per finire sotto i proiettili della polizia: la Commissione Wickersham, istituita dal Presidente USA Hoover, documentò decine di casi di vittime civili.
Al Capone venne imprigionato per evasione fiscale ad Atlanta nel 1932, ma molti altri che avevano fatto fortuna col business dell'alcol proibito continuarono a mantenere in piedi il loro impero per decenni, come Lucky Luciano, o provvidero a renderlo completamente legale, come Joseph P. Kennedy, Sr., contrabbandiere di alcol negli anni della proibizione e padre del futuro Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy. I più grossi finanziatori dell'Anti-Saloon League (coloro i quali avevano apportato i maggiori capitali e quindi il maggior potere all'istituzione, ossia Henry Bourne Joy della casa automobilistica Packard e il magnate del petrolio John D. Rockefeller) avevano appoggiato la Temperanza perché ritenevano che gli operai non avrebbero bevuto prima di lavorare o sul posto di lavoro, aumentando e rendendo più efficiente la produttività, e perché avrebbero speso i loro soldi in beni prodotti dalle imprese, piuttosto che sperperarli nei bar.

La verità era però che chi voleva bere, dopo l'entrata in vigore del Proibizionismo, poteva tranquillamente bere ancora, che i lavoratori scarsamente produttivi a causa dell'alcol lo erano ancora meno a causa dei beveroni adulterati che ingerivano (è dovuta al Proibizionismo, ad esempio, l'insorgenza dell'avvelenamento da alcol del legno) e che tramite la proibizione e il relativo decuplicarsi dei prezzi correlato al mercato nero, i cittadini spendevano per bere molti più soldi di prima.
Joy e Rockefeller uscirono quindi dalla Anti-Saloon League e confluirono nella neonata Association Against the Prohibition Emendament. Joy ebbe a dichiarare "Ho fatto un errore. Mi sono stupidamente sbagliato. L'America deve aprire gli occhi".
Altro motivo fondamentale per il cambio di fronte dei grossi imprenditori, oltre al riscontro delle incoerenze della proibizione, fu che il Governo degli Stati Uniti, avendo perso svariati miliardi di dollari l'anno con la cancellazione della tassazione sulle bevande alcoliche, fu costretto a istituire una nuova tassa che penalizzava le grandi imprese e i contribuenti più ricchi. Passarono così al fronte antiproibizionista anche colossi come la dirigenza di General Motors e il presidente della banca J.P. Morgan Guarantee Trust Co., Charles Hamilton Sabin.
Anche la moglie di quest'ultimo, Pauline Morton Sabin, fu una grande sostenitrice della Temperanza, affermando: "Sono favorevole pensando ai miei ragazzi. Penso che un mondo senza liquori sarebbe un bel mondo".
Dopo l'esplosione degli Speak-easy e del Whiskey, più pratico da trasportare della meno potente birra, nelle neonate fiaschette da tasca, molte donne iniziarono a cambiare idea. Nel maggio 1929 la Sabin organizzò un incontro presso un albergo di Chicago, rivolto a mogli e madri di famiglie dell'alta società; in quell'occasione dichiarò: "Non vogliamo che i nostri ragazzi crescano nell'atmosfera degli Speak-easy. Prima del proibizionismo i miei figli non avevano accesso all'alcol, ora lo trovano ovunque". Da quell'esperienza nacque la WONPR, Women Organization for National Prohibition Reform, lega antiproibizionista che dopo due anni contava 300.000 adesioni, dopo quattro anni un milione e mezzo.
La Sabin tenne perfino un discorso al Congresso degli Stati Uniti, dove venne applaudita da tutti i Parlamentari, molti dei quali, avendo raggiunto quella posizione tramite le Società di Temperanza, non osavano parlare contro la proibizione per quanto fossero convinti della sua erroneità e pericolosità sociale. Il Presidente Hoover, eletto nel 1928, non volle prendersi la responsabilità di abrogare la legge, limitandosi a istituire la Commissione Wickersham per indagare sui risultati della proibizione. Si dovette aspettare Roosevelt che, nella campagna elettorale del 1932, dichiarò di voler cancellare il Proibizionismo, ottenendo l'appoggio della Sabin e di tutto l'elettorato a lei collegato.
Alle ore 17.27 (Eastern Time) di martedì 5 dicembre 1933, si sancì la fine del XVIII emendamento e del Volstead Act: milioni di Americani poterono acquistare l'alcol liberalizzato e regolarmente tassato, facendo impennare le entrate del Governo: vennero anche creati circa un milione di posti di lavoro collegati all'industria degli alcolici.
Migliaia di affiliati a bande criminali correlate al mercato nero dell'alcol videro andare in fumo, da un giorno all'altro, un business da miliardi di dollari.





domenica 23 giugno 2019

Pub

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Una public house, normalmente conosciuta con l'abbreviazione pub (usato in italiano al maschile), è un locale pubblico dove sono servite bevande alcoliche (soprattutto birra) da consumarsi sul posto, in genere comodamente seduti.
I pub, che originariamente nacquero nei paesi anglosassoni (soprattutto in Irlanda e nel Regno Unito), oggi si trovano in tutto il mondo. Nei piccoli villaggi dei paesi britannici, i pub sono il centro della vita della comunità. Alcuni pub invitano gruppi musicali o cantanti per intrattenere i clienti. Se il pub offre delle stanze per passare la notte, normalmente viene detto “inn” (taverna). Nei pub tradizionalmente sono praticati dei giochi come ad esempio freccette, birilli, domino, carte e biliardo, anche se oggigiorno stanno prendendo piede giochi moderni come i videogioco arcade o le slot machines.


I pub britannici

Nel Regno Unito ci sono circa 60.000 pub, praticamente almeno uno in ogni città, paese e villaggio.
I pub sono luoghi sociali di aggregazione, basati sulla vendita e il consumo di bevande alcooliche (birra, vino, liquori e soft-drinks). Molti pub sono controllati direttamente dalle case produttrici di birra e quindi questa bevanda prevale su tutte le altre. Normalmente, nei pub la birra viene spillata e servita alla spina. Tutti i pub mettono a disposizione anche bevande non alcooliche.
Tradizionalmente le finestre dei pub sono fatte di vetro offuscato in modo da nascondere la clientela dalla strada. Tuttavia, soprattutto negli ultimi vent'anni, nel Regno Unito si sta diffondendo la tendenza ad utilizzare vetri normali per permettere di vedere dall'esterno le decorazioni interne.
Generalmente ogni pub ha la sua clientela abituale, che sceglie proprio quel locale per i più svariati motivi: vicinanza da casa o dal posto di lavoro, particolari attrazioni personali, come la presenza dei propri amici, disponibilità di un certo tipo di birra alla spina, presenza di zone non-fumatori o al contrario di un posto dove fumare liberamente, o magari la presenza della propria squadra di freccette.

Storia

Gli abitanti del Regno Unito bevono birra ad alta fermentazione dall'età del bronzo, ma fu solo con l'arrivo dell'Impero romano e la creazione della rete stradale romana che iniziarono a nascere le prime taverne dove i viaggiatori potevano trovare ristoro. La nascita dei pub come li intendiamo oggi, va fatta risalire all'epoca in cui i romani lasciarono le isole britanniche; divennero così diffusi che nel 965 re Edgar emise un decreto per il quale non poteva essercene più di uno in ogni villaggio.
Il pub chiamato "Royal Standard of England", situato vicino a Beaconsfield, in Inghilterra, è tra i meglio conservati di quelli dell'epoca dei Sassoni. In questo popolo era diffusa un'usanza secondo la quale la birraia dovesse esporre un'insegna verde in cima a un palo per avvertire la gente che la birra era pronta. Si produceva sia birra forte che leggera. Nell'alto medioevo un viaggiatore, per riposarsi, poteva alloggiare nei monasteri; in seguito però la domanda di ostelli per la notte iniziò a crescere, di pari passo con la popolarità e il numero dei pellegrinaggi. Gli osti di Londra furono ammessi ad una corporazione nel 1446, che nel 1514 divenne la Venerabile Compagnia degli Albergatori.
La tradizionale birra ale inglese è fatta esclusivamente con il malto fermentato. L'usanza di aggiungere luppolo per produrre birra fu introdotta dagli olandesi all'inizio del XV secolo. Le birrerie, spesso producevano da sole la birra che vendevano e ognuna ne aveva una caratteristica; tuttavia dalla fine del XVII secolo iniziarono ad apparire birrifici indipendenti. Entro la fine del secolo la quasi totalità della birra era prodotta da birrifici commerciali.
Il XVIII secolo vide una smisurata crescita del numero di pub, dovuta essenzialmente all'introduzione del gin. Questo liquore fu portato in Inghilterra dagli olandesi dopo la Gloriosa rivoluzione del 1688 e iniziò ad essere molto popolare dopo che il governo permise la produzione di gin senza licenza e allo stesso tempo impose dei pesanti tributi su tutti i liquori importati. Questa operazione creò un mercato di grano di bassa qualità che non poteva essere usato per produrre birra, e di conseguenza migliaia di gin-shop si diffusero in tutta l'Inghilterra. Nel 1740 la produzione di gin era aumentata di sei volte rispetto a quella della birra, e a causa del suo costo contenuto divenne popolare soprattutto fra i poveri. Più di metà dei 15000 pub di Londra erano gin-shop.
Nel 1751 il "Gin Act" obbligò le distillerie a vendere il gin esclusivamente ai venditori al dettaglio autorizzati, e riportò i gin-shop sotto la giurisdizione dei magistrati locali.

Insegne

Nel 1393 Re Riccardo II obbligò gli osti a erigere insegne al di fuori dei loro edifici. La legislazione stabiliva: "Chiunque abbia intenzione di produrre birra in città, con l'intento di venderla, dovrà appendere all'esterno un'insegna, altrimenti perderà per confisca la propria birra."
Questa legge fu emanata per rendere più riconoscibili i pub, al passaggio degli ispettori che dovevano giudicare riguardo alla qualità della birra che veniva somministrata.
Un altro importante fattore fu quello che, durante il Medioevo, la maggior parte della popolazione era analfabeta, e perciò le figure erano molto più utili delle parole per identificare un pub. Spesso non c'era motivo di scrivere il nome del locale sull'insegna, e le taverne nascevano senza un nome formalmente scritto (spesso il nome veniva derivato in seguito dalla figura che c'era sull'insegna).
Le prime insegne spesso non erano dipinte, ma consistevano di strumenti legati al processo produttivo come mazzi di luppolo o attrezzi della produzione che erano sospesi sopra la porta del pub. In alcuni casi erano usati soprannomi locali, termini agricoli o giochi di parole. Nelle insegne spesso venivano rievocati anche eventi storici locali, simboli naturali o religiosi ("Il Sole", "La Stella", "La Croce") e talvolta elementi di araldica del signore locale a cui apparteneva la terra sulla quale sorgeva il pub.
La gran parte dei pub britannici hanno tuttora insegne decorate appese sopra le porte e queste conservano la funzione originale di mettere in grado di identificare il locale. Le insegne di oggi portano il nome del pub, rappresentato sia in parole che in figure.


Cibo

Tradizionalmente in Inghilterra i pub erano luoghi dove si consumavano bevande alcoliche e si dava poca enfasi sul fatto che servissero da mangiare. I tipici spuntini consistevano in pietanze tipiche della cucina britannica, come cotenna di maiale, uova sottaceto, insieme a patate fritte e arachidi, snack salati per aumentare la sete dei clienti. Se un pub serve dei piatti tipici, normalmente saranno di cucina tipica come il "pranzo del contadino". Nel Sud-Est dell'Inghilterra, e a Londra in particolare fino ai giorni nostri è facile trovare vongole, molluschi ed altri frutti di mare in vendita durante la serata o alla chiusura.


Limitazioni

Per consumare alcolici in pubblico in Inghilterra occorrono 18 anni. Dai 16 anni, accompagnati da un adulto, si può bere (ma non acquistare) birra, vino o sidro durante un pasto. Sotto i 16 anni, si può andare in un pub se accompagnati da un adulto, ma non consumare alcolici. Tuttavia alcuni locali possono rifiutare l'ingresso ai minori di 16 anni.


I pub irlandesi

Ci sono molte differenze tra un pub irlandese e la sua controparte britannica. Innanzitutto le facciate sono meno decorate e, appese sopra la porta, generalmente non ci sono delle insegne con scritto il nome del pub. L'uso del termine "bar" al posto di pub è più frequente in Irlanda che nel Regno Unito.
Prima degli anni sessanta, quando si diffusero i supermercati, le drogherie erano molto diffuse nel paese, e i pub irlandesi spesso operavano anche come “drogherie di liquori”, conciliando le due attività (in alcuni casi i padroni dei pub erano anche becchini, e questa strana combinazione è tuttora comune in Irlanda. Questa attività di osti-droghieri nacque verso la metà del XVIII secolo, quando si diffuse una tendenza alla moderazione che obbligò i padroni dei pub a diversificare i loro affari per far fronte alla diminuzione di vendite dei liquori.
Con l'aumento della concorrenza, molti pub decisero di abbandonare la loro attività per dedicarsi esclusivamente alla vendita sotto licenza; tuttavia molti pub in Irlanda hanno conservato le caratteristiche della drogheria del XIX secolo, con il bancone e gli scaffali che occupano la maggior parte dello spazio, lasciandone poco per i clienti. In Irlanda del Nord le “drogherie di liquori” furono obbligate a scegliere tra le due attività con la divisione dell'Irlanda nel 1922, e per questo motivo lì non si trovano più pub di questo tipo.
A differenza dei pub inglesi, quelli irlandesi spesso prendono il nome dal proprietario (attuale o precedente) come ad esempio Murphy's o O'Connor's, e sono assenti nomi tradizionali di pub. Tra i più famosi pub tradizionali di Dublino che hanno le caratteristiche sopra sottolineate citiamo O'Donoghue's, Doheny, Nesbitt's, e Brazen Head, che si vanta di essere il più antico pub d'Irlanda (onorificenza che invece spetta al Sean's Bar ad Athlone).
I pub dell'Irlanda del Nord sono per gran parte identici a quelli del resto dell'isola. Un effetto marginario dei "Troubles" è la mancanza di un'industria del turismo, e questo implica che è sopravvissuta una più grande percentuale di pub tradizionali irlandesi, riadattati negli interni allo stile di quelli inglesi degli anni cinquanta e sessanta. Queste modifiche furono guidate dall'esigenza di espandere gli spazi in cui i clienti potevano sedersi, soprattutto dovuta alla crescita del numero di turisti in seguito alla fine dei "disordini". Tra i più tipici pub di Belfast ricordiamo il National Trust's Crown Liquor Saloon, e il più antico della città: McHugh's. Al di fuori di Belfast, alcuni pub come ad esempio The House of McDonnell a Ballycastle o Grace Neill's a Donaghadee sono rappresentativi del tipico pub di campagna.
Sebbene alcuni dei pub appena elencati siano stati ampliati nel tempo, in tutti i casi sono state conservate le caratteristiche zone dei banconi così com'erano originariamente, e per questo possono essere considerati dei tipici esempi di "pub tradizionali irlandesi". La maggior parte dei pub, al giorno d'oggi, sono stati riammobiliati secondo lo stile originale durante gli anni novanta, in molti casi per aumentare la loro attrattiva verso i turisti e per assomigliare agli "Irish pub" che si trovano sparsi per il mondo; di conseguenza hanno più caratteristiche in comune con questi (spesso sono stati ammobiliati dalle stesse compagnie) che con i veri pub tradizionali a cui pretendono di assomigliare.
L'immagine sentimentale che molti turisti o emigranti hanno dell'Irlanda, in molte zone ha influenzato le trasformazioni dei pub. Il fatto che spesso all'interno dei pub ci sia musica dal vivo è un mito creato dall'industria del turismo. A testimonianza di questo, i "singing pub" sono del tutto assenti in zone dove il turismo non è la principale voce dell'economia locale, come le Midlands, le contee di confine o l'Irlanda del Nord.
Spesso i pub "turistici" servono cibo ai clienti, fenomeno di nascita abbastanza recente (a partire dagli anni settanta). Prima di allora, nella grandissima maggioranza dei pub irlandesi non era servito cibo, dal momento che mangiare fuori non era un'usanza molto comune in Irlanda, e tutti i paesi e le città avevano almeno un luogo di ristoro, dove il cibo era disponibile per tutto il giorno. La stessa situazione la troviamo ancora nei pub tradizionali di campagna che tuttora non servono cibo; tuttavia nelle principali aree urbane come Dublino, Armagh, Galway e Sligo i pub fanno da mangiare a qualsiasi ora del giorno e come risultato si è avuto un incremento del numero di irlandesi che mangiano fuori casa.
Dopo l'entrata in vigore della legge antifumo in Irlanda, molti pub hanno creato per i fumatori, delle aree esterne spesso riscaldate. La legge è stata applicata anche in Irlanda del Nord dall'aprile del 2007.
Soprattutto negli anni ottanta e negli anni novanta sono stati aperti molti Irish pub in tutto il mondo, da Boston a Francoforte, da Johannesburg a Pechino. Questi, in molti casi hanno molte caratteristiche in comune con i pub in Irlanda, ma in molti altri sono solo pallide imitazioni.


I pub in Italia

In Italia, storicamente, il ruolo dei pub è stato svolto dalle osterie, tipici luoghi di ritrovo e socializzazione popolare. Soprattutto a partire dagli anni ottanta sono sorti un po' ovunque degli Irish pub, sullo stile di quelli irlandesi.
Il primo pub in Italia sorge nel 1964 a Rimini ed è lo storico Rose & Crown.
Dal 20 gennaio 2003, anche in Italia è entrata in vigore la legge antifumo che impedisce di fumare all'interno dei locali pubblici.



sabato 22 giugno 2019

Happy hour

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Happy hour (letteralmente "ora felice" in lingua inglese) è una espressione di marketing anglosassone che indica un periodo nel quale un pubblico esercizio come un ristorante o un bar offre sconti sulle bevande alcoliche quali la birra, il vino e i cocktail.
È una pratica di promozione delle vendite nata nei paesi anglosassoni per attirare la clientela nei pub dopo l'uscita dal lavoro con l'offerta di consumazioni a prezzo ridotto per una o due ore nel tardo pomeriggio, coprendo di solito l'intervallo tra le 17 e le 18. È oggetto di forti critiche perché incentiva il consumo di alcol, rendendolo accessibile in grandi quantità a basso prezzo. Nel maggio 2005 la British Beer and Pub Association (BBPA), che rappresenta 32.000 pub nel Regno Unito, ha annunciato la rinuncia da parte di tutti i suoi soci alla happy hour e ad altre promozioni analoghe.


Origine

Una possibile origine del termine è la Marina Militare degli Stati Uniti d'America. Negli anni 20 con happy hour si indicava nella marina militare un periodo di ricreazione programmato a bordo di una nave durante il quale avevano luogo attività di boxe, boxe a mani nude e lotta libera amatoriale. Tale periodo era una preziosa opportunità per i marinai di alleviare lo stress accumulato durante i lunghi periodi di navigazione.
Negli USA l'idea di bere prima dei pasti ha le sue radici nell'epoca del Proibizionismo. Quando furono approvate le leggi del XVIII Emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti e il Volstead Act che bandivano il consumo d'alcol, le persone, prima di mangiare al ristorante dove l'alcol non sarebbe stato servito, partecipavano a happy hour o cocktail hour presso gli speakeasy (distillerie illegali di alcol). Successivamente i cocktail lounge tennero viva l'abitudine di bere prima della cena.
Lo happy hour entrò nell'uso civile americano intorno al 1960, specialmente dopo un articolo del Saturday Evening Post del 1959 sulla vita militare.
La pratica o semplicemente lo slogan happy hour sono stati via via adottati in altri paesi e da altre categorie di esercizi commerciali, con variazioni nelle fasce orarie e nella tipologia dei prodotti soggetti a sconto.
In Italia la happy hour nei locali che la propongono comincia in genere più tardi che nella versione originaria e si prolunga nella serata, spesso fino alle 20 o alle 21. Nel caso di locali notturni, gli sconti sulle consumazioni sono praticati nelle prime ore di apertura. Non mancano comunque casi di esercizi che pubblicizzano happy hour in altri momenti della giornata.


Regolamentazione

Stati Uniti d'America

Il Massachusetts è stato uno dei primi stati americani ad applicare un divieto statale alle happy hour, nel 1984. Altri stati hanno restrizioni simili, inclusi Illinois e North Carolina.
Nel 1984 l'esercito americano ha abolito le happy hour nei club delle basi militari.
Nel 2011 il Parlamento dello Utah ha approvato una legge che proibisce le happy hour, in forza dal 1º gennaio 2012.
Nel Luglio del 2011 la Pennsylvania ha esteso il periodo precedentemente regolamentato per lo happy hour da due a quattro ore.
Nel Giugno 2012 la happy hour è diventata legale in Kansas dopo un periodo di proibizione durato 26 anni

Canada

La provincia canadese dell'Alberta ha imposto restrizioni alle happy hour, effettive da agosto 2008. Tutte le promozioni devono terminare alle ore 20 e i prezzi delle bevande devono essere conformi al minimo prezzo assoluto stabilito dalla Alberta Gaming and Liquor Commission.
Nell'Ontario i locali pubblici possono variare i prezzi di liquori non potendo mai vendere a un prezzo minore di quello stabilito dalla Alcohol and Gaming Commission of Ontario; inoltre i locali pubblici non possono promuovere le loro offerte "in una maniera che promuove il consumo di alcol esagerato". L'espressione happy hour non può essere usata nella pubblicità delle promozioni.

Irlanda

La happy hour è illegale in Irlanda fin dal 2003, ai sensi della legge Intoxicating Liquor Act.

Regno Unito

Glasgow ha vietato la happy hour allo scopo di ridurre il fenomeno del binge drinking.

Paesi Bassi

La Koninklijke Horeca Nederland, una catena locale di bar e caffè, ha deciso con i suoi affiliati di sospendere le happy hour per ostacolare la pratica del binge drinking da parte dei giovani, nella speranza di evitare che il parlamento olandese votasse l'innalzamento dell'età minima legale per bere alcolici da 16 a 18 anni. Nel Marzo 2013 è passata la legge che innalza questa età a 18 anni.
 
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