lunedì 4 luglio 2022

Foster's

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La Foster's è una marca di birra australiana distribuita in tutto il mondo. Viene prodotta su licenza in molti Paesi, fra i quali USA, Canada e Repubblica popolare cinese. In molti Paesi europei - fra i quali l'Italia, il Regno Unito, la Grecia, la Francia, il Belgio, il Portogallo, la Finlandia, la Germania, la Spagna, la Svezia, l'Ucraina e l'Eire - la birra è prodotta e distribuita dalla Scottish & Newcastle. In India il marchio viene commercializzato da SABMiller.
L'azienda ha lanciato ampie campagne di sponsorizzazione dedicate al mondo dello sport, in particolare nel mondo della Formula 1 e del surf.
Secondo la stessa azienda ogni secondo nel Regno Unito si consumano 30 pinte della birra.
L'azienda è nata nel 1888, quando i due fratelli Foster si trasferirono da Melbourne a New York per produrre birra da vendere nelle colonie. Nel 1907 la Foster's Lager Brewing Company si fuse con la Carlton & United Breweries, un'azienda rivale con sede a Melbourne. Le esportazioni all'estero (a partire dagli USA) iniziarono nel 1972.
Nel 1981 l'azienda decise di lanciarsi decisamente nei mercati esteri, riuscendo a registrare ottimi successi commerciali.



domenica 3 luglio 2022

Applejack

 


Applejack è una bevanda alcolica forte prodotta dalle mele. Popolare nell'era coloniale americana, la prevalenza della bevanda è diminuita nel XIX e XX secolo in mezzo alla concorrenza di altri liquori.

L'Applejack è usato in diversi cocktail, incluso il Jack Rose. È un tipo di acquavite di frutta.

Il brandy di mele fu prodotto per la prima volta nel New Jersey coloniale nel 1698 da William Laird, un immigrato scozzese che si stabilì nella contea di Monmouth. La bevanda era una volta conosciuta come Jersey Lightning.

Il pronipote di Laird, Robert Laird, che prestò servizio nell'esercito continentale, incorporò la Laird's Distillery nel 1780, dopo aver precedentemente gestito una taverna. La più antica distilleria Applejack autorizzata negli Stati Uniti, Laird & Company di Scobeyville, New Jersey, è stato fino agli anni 2000 l'unico produttore di mela jack rimasto nel paese e continua a dominare la produzione di applejack.

Un tempo popolare all'inizio dell'America, l'applejack diminuì di popolarità a causa dell'ascesa di altri liquori più facili da produrre su base commerciale, tra cui rum, bourbon e whisky nel 19° secolo e gin, vodka e tequila nel 20° secolo. Nel 1920, con l'inizio dell'era del proibizionismo, Laird's pose fine alla produzione di liquori e iniziò a produrre succo di mela. Nel 1931, John Evans Laird ricevette il permesso di produrre acquavite di mele per "scopi medicinali" e ne fece scorta fino all'abrogazione del proibizionismo nel 1933.

Applejack è stato associato a quattro presidenti degli Stati Uniti : George Washington ha richiesto istruzioni per la produzione di applejack a Robert Laird per la ricetta di famiglia per applejack; Abraham Lincoln lo servì durante un breve periodo come taverniere a Springfield, Illinois; Franklin D. Roosevelt includeva applejack nei Manhattan che consumava regolarmente; e Lyndon B. Johnson diede una cassa di applejack al leader sovietico Alexei Kosygin nella conferenza del vertice di Glassboro del 1967.

Negli anni 2010, un certo numero di distillerie artigianali più piccole ha iniziato a produrre applejack in luoghi come New Hampshire, Lehigh Valley in Pennsylvania, Hudson Valley di New York, e Holland, Michigan.

Il nome applejack deriva dal metodo tradizionale di produzione della bevanda, jacking, il processo di congelamento del sidro fermentato e quindi rimozione del ghiaccio, aumentando la gradazione alcolica. Il sidro prodotto dopo il raccolto autunnale veniva lasciato all'aperto durante l'inverno. Periodicamente i pezzi di ghiaccio congelati che si erano formati venivano rimossi, concentrando così l'alcol non congelato nel liquido rimanente. Un metodo alternativo prevedeva di mettere una botte di sidro duro nella neve, consentendo la formazione di ghiaccio all'interno della botte quando il contenuto iniziava a congelarsi, quindi picchiettare la botte e versare la parte ancora liquida del contenuto. A partire dal succo fermentato, con una gradazione alcolica inferiore al dieci percento, il risultato concentrato può contenere il 25-40% di alcol. Poiché la distillazione per congelamento è un metodo di produzione a bassa infrastruttura rispetto alla distillazione per evaporazione e non richiede la combustione di legna da ardere per creare calore, il sidro duro e il jack di mele erano storicamente facili da produrre, anche se più costosi dell'alcol per cereali.

Lo svantaggio della distillazione per congelamento, chiamata anche cristallizzazione frazionata, è che le sostanze rimaste dopo la rimozione dell'acqua includono non solo etanolo, ma anche metanolo nocivo, esteri, aldeidi e alcoli fusibili. La riduzione del metanolo con l'assorbimento di un setaccio molecolare è un metodo pratico per la produzione.

Quando iniziò la produzione commerciale, Applejack iniziò anche a essere prodotto mediante distillazione evaporativa. Il moderno applejack prodotto in commercio spesso non viene più prodotto sollevando, ma piuttosto mescolando brandy di mele e alcolici di cereali neutri.

Applejack è in qualche modo simile al Calvados, un brandy di mele della Normandia, Francia, a cui viene spesso paragonato. Tuttavia, il Calvados è fatto con mele da sidro, mentre applejack è fatto con mele come Winesap.








sabato 2 luglio 2022

Un fatto che sembra essere stato distorto

Dopo oltre un secolo, il marchio Jack Daniel's ha ammesso che la ricetta proviene da uno schiavo.



La famosa bevanda, che è un riferimento in tutto il mondo, ha dovuto ammettere una voce che circolava da decenni.

Il marchio ha sempre dato credito a Jasper Daniel come creatore della formula di questo whisky, da cui la bevanda prende anche il nome.

Tuttavia, si scopre che è stato lo schiavo Nearis Green a insegnare l'intera ricetta a Jasper, senza ovviamente prendersi alcun merito.

Ciò che rimane ora è la verità sul suo nome e sulla sua invenzione.







venerdì 1 luglio 2022

Un alimento proibito dalla legge

Il vino fragolino, ottenuto dall’uva fragola o detta anche Isabella , perché donata da Colombo alla regina di rientro dalle Americhe.



Nel 1936, venne varata una legge che permetteva di possedere viti di uva fragola con la sola condizione che sia l’uva, sia un’eventuale bevanda venissero consumate esclusivamente a uso personale.

La ragione per cui ne fu vietata la commercializzazione dipende dall’eccessiva quantita di Metanolo che si sviluppa nella vinificazione, e il metanolo può rendere ciechi e portare alla morte .



giovedì 30 giugno 2022

Biergarten

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Un biergarten, letteralmente in italiano "giardino della birra", è uno spazio all'aria aperta dove vengono servite e si possono consumare bevande alcoliche, in particolare la birra.
Normalmente è situato in prossimità di strutture come i birrifici o le grosse birrerie o beer hall tedesche, che possono servire un grande numero di clienti. All'ora di merenda, si può consumare anche piatti come l'obatzda.
I biergarten si svilupparono in Baviera nel XIX secolo, periodo durante il quale era predominante la vendita della birra lager scura. Secondo un decreto del re Luigi I, questa avrebbe dovuto essere prodotta durante i mesi freddi, dal momento che la fermentazione doveva avvenire tra i 4° e gli 8° di temperatura. Al fine di fornire questa birra anche durante il periodo estivo, i grandi birrifici scavarono delle cantine lungo le rive del fiume Isar, che permettevano di tenere la birra al fresco. Per tenere ancora più bassa la temperatura all'interno delle cantine, gli argini del fiume furono coperti di ghiaia e furono piantati dei castagni in modo che garantissero una buona ombra in estate.
In seguito, le cantine della birra furono usate, non solo per conservare, ma anche per servire la birra. Tra gli alberi furono posizionati semplici tavoli e panche di legno, e presto i beer garden divennero un'attrazione popolare per i cittadini di Monaco. Tutto ciò preoccupò i piccoli birrifici che erano rimasti a Monaco, che per evitare un'ulteriore perdita di clienti, fecero una petizione a Luigi I, per vietare che le cantine della birra nei dintorni di Monaco servissero cibo. Di conseguenza i clienti dovettero portarsi il cibo da casa.
Attualmente questo decreto non è più in vigore e molti biergarten servono cibo. Tuttavia secondo il Bayerische Biergartenverordnung (Decreto bavarese sui biergarten) tuttora dovrebbero permettere ai loro clienti di portarsi le pietanze da casa. I biergarten più recenti sono chiamati "tradizionali" e in estate rappresentano un'alternativa economica e conveniente ai costosi ristoranti in città e sono diventati parte importante della vita di molti cittadini.
Il Waldwirtschaft vicino a Pullach e il Kugler-Alm, sono fra i più antichi biergarten. Il più grande del mondo è l'Hirschgarten di Monaco (8.000 posti a sedere).
Ormai, in molti paesi del mondo si trovano locali con annesso un biergarten. In Austria, viene chiamato Gastgarten (giardino degli ospiti). In Italia, come in molti altri paesi in cui è vietato fumare all'interno dei locali pubblici, spesso i biergarten sono organizzati con riscaldamento e musica per i clienti.  

mercoledì 29 giugno 2022

Organizzare un Cocktail Party

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I cocktail party sono un'ottima occasione di incontro perché permettono di invitare ospiti di vario tipo, dai vicini di casa ai soci d'affari. Qualunque sia il tipo di persone che vuoi invitare, se vuoi che sia un cocktail party favoloso ci sono alcune cose da tenere presenti...

1 Scegli l'orario adatto. L'orario tradizionale per un cocktail party è tra le 18:00 e le 20:30, con una durata di due o tre ore

2 Usa molto ghiaccio. Ricorda che non lo userai solo per le bevande ma anche per tenere in fresco bottiglie e lattine. In genere dovrebbe essere sufficiente mezzo chilo a testa.

3 Assicurati di avere vari tipi di bicchieri, a seconda di ciò che intendi offrire. Hai bisogno di bicchieri da vino, succo e acqua; gli highball per i long drink; tumbler per alcolici e succhi; bicchieri da Martini. Per quanto riguarda la quantità, serviranno circa due bicchieri a persona.

4 Fai scorta di bevande.
Per coloro che bevono vino calcola una bottiglia ogni due persone (cinque bicchieri circa a bottiglia).
Per i bevitori di birra serviranno sei lattine ogni due persone, calcolando dosi da 355 ml.
Compra uno o due liquori adatti a vari cocktail (scegli fra vodka, rum, gin, scotch, bourbon, blended whisky, o tequila).
Non dimenticare le bevande analcoliche e le guarnizioni, come succo d'arancia, soda, acqua tonica, ginger ale, Coca Cola, granatina, succo di pomodoro, Tabasco, limoni, lime, cren e salsa Worcestershire. L'ingrediente analcolico più importante è comunque il seltz.

5 Prepara il menù. Punta alla varietà (con carne, vegetariano caldo, freddo, piccante, e dolce). Se non servirai la cena calcola 6 bocconi a persona, ma ricorda che è meglio avere cibo in più che restarne senza.

6 Verso la fine del party offri il caffè, ma ricorda che un caffè non risolve i problemi di chi ha ecceduto con gli alcolici. Tieni a portata di mano il numero del servizio taxi per gli ospiti che non hanno pensato di scegliere chi avrebbe fatto da autista per la serata.
Se prevedi che gli ospiti berranno soprattutto vino, puoi stappare in anticipo alcune bottiglie e rimettere i tappi. Ricorda però che il vino rosso deve essere lasciato a “respirare”.
Se hai degli invitati che non conoscono le altre persone presenti pensa magari a organizzare un angolo dove preparerai i cocktail e intratterrai le persone che potrebbero non riuscire a socializzare con gli sconosciuti.
Chiedi agli ospiti di vestirsi in modo elegante. Un abbigliamento formale renderà l'esperienza più importante, e gli ospiti ben vestiti saranno meno propensi a esagerare con gli alcolici e comportarsi in modo non adeguato.
Se ci sono anche dei bambini fai in modo che abbiano a disposizione una stanza con libri e film, e se hai una piscina fallo sapere agli ospiti in modo che si possano organizzare e portare il necessario.
Se è prevista la cena, è buona regola avere 1 posto a sedere ogni due invitati, in questo modo le persone si muovono maggiormente e si divertono di più.
Per un party di circa 2 ore in cui pensi di servire solo vino e/o spumante (o champagne) ti servirà una bottiglia ogni due invitati. Offri sia bianchi che rossi.
Un cocktail party rende più facile mescolare ospiti che potrebbero non sentirsi a proprio agio seduti a tavola di fronte agli altri.
Se noti che un ospite non è in grado di guidare offriti di pagargli il taxi o portalo a casa tu stesso. Come padrone di casa ti devi assicurare non solo che tutti si divertano alla festa, ma che tornino a casa sani e salvi.

martedì 28 giugno 2022

Barley wine




Il barley wine o barleywine (letteralmente "vino d'orzo" in italiano) è un tipo di birra ad alta fermentazione di origine britannica. Ha questo nome perché è la birra che si accosta di più al vino sia per i sapori che per il tasso alcolico che risulta elevato rispetto alla media delle birre.
Fin dall'antichità la birra è stata chiamata "vino d'orzo", come la κρίθινος οἶνος kríthinos oînos nell'antica Grecia, menzionata fra gli altri da Senofonte nell'Anabasi e da Polibio, che nelle sue Storie descrive come i Feaci tenessero questa bevanda in crateri d'oro e d'argento. Ma la denominazione di "vin d'orzo" è stata usata anche da Tacito nelle sue opere, e pare che persino i Galli la usassero in alternativa a "brace", il termine che nella loro lingua indicava la birra.
Il termine moderno, in inglese, iniziò ad essere utilizzato in Gran Bretagna durante il XVIII secolo, come reazione all'invasione del mercato locale da parte dei vini francesi Bordeaux e Borgogna. Questi prodotti, che dichiaratamente volevano essere competitivi sul mercato del vino, venivano lasciati riposare nelle botti per un periodo piuttosto lungo, che poteva variare da uno a due anni. In questa maniera la birra, oltre a ricevere effettivamente una lavorazione ancora più simile a quella del vino, aveva il tempo di strutturarsi e di assorbire dal legno alcune caratteristiche organolettiche che tanto al naso quanto al palato potevano ricordare i sentori della bevanda rivale, pur rimanendo un prodotto radicalmente diverso. Verso la fine del secolo seguente i birrifici iniziarono ad usare il termine barley wine per indicare ognuno la propria birra con la gradazione alcolica più alta. La prima birra ad essere etichettata in questo modo fu la № 1 Barley Wine della Bass, intorno al 1870. In questo periodo il termine non indicava ancora una tipologia ben definita, infatti la birra col titolo alcolometrico più alto di un birrificio poteva non essere poi così forte, anche a causa delle imposte sulle bevande alcoliche, e si potevano quindi trovare barley wine con appena il 6% di alcol in volume, mentre altre avevano con un corpo e una gradazione alcolica simili a quelli di un vino.
Il barley wine si gusta meglio senza abbinamenti di cibi per esaltarne i sapori. Può variare dal colore ambrato allo scuro, ed è caratterizzato dalla quasi totale mancanza di schiuma. Viene servito spesso in un calice da vino o da brandy, con una temperatura intorno ai 15-16°C.
È una birra che se lasciata invecchiare migliora nel sapore.






 
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