martedì 24 maggio 2022

Boccale

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Un boccale è un robusto bicchiere appartenente alla tradizione tedesca, ideato per contenere birra, caratterizzato dall'avere un solo manico ad ansa.
Il tipico boccale tedesco ha una capacità di 1 litro, mentre in paesi come la Repubblica Ceca è più diffuso quello da 0,5 litri; ne esistono anche di molto più capienti, fino a 5 litri. Il materiale di cui sono fatti può essere peltro, argento, legno, porcellana, ceramica o, più frequentemente, vetro.
Esistono anche modelli che presentano un coperchio in metallo.
In Germania è chiamato Steinkrug se in porcellana, Glaskrug se in vetro. Il termine generico Maßkrug indica il boccale da un Maß, unità di misura originariamente corrispondente a 1,069 litri ed oggi "adattata" ad un litro esatto. I boccali eccessivamente decorati, che si è soliti trovare nei negozi di souvenir bavaresi, sono per lo più oggettistica da turisti e raramente sono adoperati per bere. Decorazioni tipiche sono i classici motivi bavaresi come il Neuschwanstein, l'orologio della Marienplatz a Monaco o il simbolo dell'annuale Oktoberfest. In Germania, in particolare all'Oktoberfest di Monaco o nei numerosi biergarten, ordinando una birra ci si vedrà servire un litro della bevanda in un Maßkrüge, a differenza della "media" che ci si aspetterebbe in un qualsiasi bar italiano.

Coperchio

Il coperchio previene la fuoriuscita di birra se il bevitore è coinvolto in attività movimentate, come cantare e ballare in un biergarten, oppure ondeggiare il boccale a tempo di musica oppure ancora semplicemente brindare. Originariamente fu concepito come misura di igiene: durante le estati di fine XV secolo, l'Europa centrale era infatti sovente infestata da sciami di mosche e questo portò ben presto le autorità tedesche a legiferare affinché fosse obbligatorio che tutti i contenitori di cibo e bevande avessero un coperchio. Aggiungendo una semplice leva al leggero coperchio, fu reso possibile il sollevamento dello stesso con il pollice della stessa mano con cui si reggeva il boccale.




lunedì 23 maggio 2022

Sang som

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Sang Som (แสงโสม) è un rum prodotto in Thailandia, distillato dalla canna da zucchero.
Sang Som venne inizialmente prodotto nel novembre 1977 e da allora è diventato il marchio distintivo dei liquori tailandesi. Oltre 70 milioni di litri ne vengono venduti ogni anno in Thailandia, aggiudicandosi il 70% del mercato nella sua categoria.
Questa bevanda alcolica vinse la Medaglia d'Oro nella competizione per liquori a Madrid, Spagna nel 1982 e 1983, a Düsseldorf, Germania nel 1983 e ancora in Spagna nel 2006. Le medaglie sono impresse sull'imballaggio del prodotto.

La bevanda è praticamente sconosciuta al di fuori della Thailandia. I produttori, la società Sang Som, esporta il suo rum in circa 20 paesi ma, ciononostante, l'esportazione rappresenta solo l'1% delle vendite totali. Sang Som Company fa parte della Thai Beverage Public Company, che è di per sé parte dell'International Beverage Holdings Limited.


domenica 22 maggio 2022

Centerba

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Il Centerba è un liquore aromatico tipico abruzzese ottenuto per infusione di erbe aromatiche e officinali montane.


Descrizione, storia ed etimologia

Si tratta di un liquore dalle alte gradazioni alcoliche (70° vol, per la precisione) ricavato dalla infusione di erbe mediche (cento erbe). Inventato dal farmacista Beniamino Toro, abruzzese di Tocco da Casauria, prima utilizzato come medicamento contro la peste diviene negli anni a seguire un liquore dal gusto raffinato e secco.
Il nome centerbe si riferirebbe, originariamente, ad una bevanda alcolica prodotta — a partire dal XIII secolo fino al XVII secolo — all'abbazia di San Clemente a Casauria. Il liquore divenne particolarmente noto in tutto l'Abruzzo durante il dominio della famiglia aquilana dei Branconio che, successivamente lo esportarono anche a Roma.
Attualmente il nome (Amaro Centerbe, Centerbe, Centerba, Antico Centerbe, Rosolio Centerbe) viene utilizzato per indicare vari liquori (con ricetta equivalente o simile) sia di produzione commerciale che artigianale.
Il liquore raggiunge, ma può anche superare, la gradazione alcolica di 70% vol ed è uno dei più forti liquori italiani oltre che uno dei più rinomati. Viene sovente utilizzato anche come "correttivo" al caffè e in pasticceria.

sabato 21 maggio 2022

Angelo azzurro

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L'Angelo azzurro è un cocktail alcolico italiano.

Composizione

Ingredienti

  • 9 clGin
  • 2 cl Triple sec o Cointreau
  • 0,5 cl Blue Curaçao

Preparazione

Versare gli ingredienti in uno shaker pieno di ghiaccio, agitare e versare in un calice martini precedentemente raffreddato. Guarnire con scorza di limone

Storia

L'origine dell'angelo azzurro è piuttosto oscura. L'ipotesi più accreditata afferma che il cocktail è una variante del Blue Lagoon nata in Italia fra gli anni cinquanta e gli anni sessanta. Il cocktail, noto quasi esclusivamente in Italia, è diventato celebre a partire dagli anni novanta, periodo in cui i clienti delle discoteche hanno iniziato, dato l'elevato tenore alcolico, a richiederlo.

Nome

Vi sono diverse ipotesi sull'origine del nome: la più comune vuole che sia dovuto al suo grado alcolico molto elevato che permette di "volare" ed al tipico colore azzurro del cocktail dovuto all'utilizzo del blue curaçao.Secondo un'altra teoria sarebbe un omaggio all'omonimo film con Marlene Dietrich.

Varianti

La variante più comune chiamata anche "Bomba Blu" consiste nell'aggiunta di 9cl di Lemon Soda preparata On The Rock nel bicchiere Highball.
Non essendoci una codifica ufficiale esistono diverse versioni di questo cocktail, alcune prevedono l'uso della Vodka (anche aromatizzata), altre del rum. Fra le più comuni vi sono:
  • Diavolo Rosso (o Demone Rosso): si sostituisce al blue curaçao il bitter (es. Campari)
  • Orishas Azul (o Ángel Azùl): si sostituisce al gin il rum bianco
  • Valchiria Azzurra: si sostituisce al gin la vodka


venerdì 20 maggio 2022

Magners

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Magners (o Bulmers) è una marca di sidro prodotta a County Tipperary, in Irlanda, dal C&C Group. I prodotti includono diverse varietà di sidro: Magners Original, Magners Light, Magners Pear e Magners Berry. Il sidro fu originariamente prodotto sotto il nome di "Bulmers" e continua ad essere venduto con quel nome in Irlanda, sebbene l'azienda non sia più di proprietà di H. P. Bulmer. Magners è lo sponsor del Celtic Football Club ed era lo sponsor ufficiale della Celtic League.

giovedì 19 maggio 2022

Anisetta

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L'anisetta è un liquore a base di anice verde (Pimpinella anisum) e il suo nome deriva proprio dalla pianta che ne è la principale aromatizzatrice. Questa varietà appartiene alla famiglia delle Apiaceae e produce semi il cui sapore è simile a quello del finocchio con un retrogusto di menta.
Si ottiene dalla lavorazione dell'”aniciato” che consiste nella distillazione dell'alcool con l'aggiunta di semi di anice che cedono, attraverso il rilascio degli oli essenziali, il loro sapore. Partendo da questa base di lavorazione, con ulteriori interventi e l'aggiunta di altri ingredienti, quali lo zucchero e altri aromi naturali, si produce il liquore.
Nel sapore rassomiglia molto all'acquavite di anice, alla sambuca o al mistrà.
La città di Ascoli Piceno ha dato i natali alla famosa Anisetta Meletti prodotta, dal 1870, da Silvio Meletti, allora proprietario dello storico Caffè Meletti, che ideò un originale sistema di distillazione e perfezionò la ricetta del liquore di sua madre, mediante l'uso di un alambicco a bagno maria con evaporazione molto lenta per estrarre tutto il sapore dai semi dell'anice e rendere più profumato possibile il liquore.
L'anisetta deve essere invecchiata in appositi contenitori di ferro per consentirle di formare “il deposito sulle pareti interne del recipiente e amalgamare i vari componenti che le conferiscono quel gusto che è inconfondibile”.
Questo sistema di produzione viene utilizzato tuttora; l'anice usato è coltivato nelle immediate vicinanze di Ascoli Piceno, in terreni argillosi.


Modi di degustazione

Liscia

L'anisetta può essere bevuta liscia, come "ammazzacaffè" o come drink.

Con la mosca

L'anisetta può essere servita liscia con dentro il bicchiere un chicco di caffè tostato.

Correzione per caffè

L'anisetta può essere aggiunta, in piccole dosi, come correzione aromatica per il caffè.

Liquori simili

  • Ouzo, Grecia
  • Pastis, Francia
  • Raki, Turchia
  • Arak, Medio Oriente
  • Tutone, Sicilia
  • Mistrà, Marche
  • Assenzio, Francia


Curiosità

Il più noto riferimento all'Anisetta Meletti si trova al capitolo 3 del romanzo di Carlo Emilio Gadda, "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", in cui compare come bevanda costosa ed è presentata come un "classico".
L'Anisetta è citata anche nella letteratura cinematografica: il personaggio Johnny Ola, interpretato da Dominic Chianese nel film capolavoro "Il padrino - Parte II", nella scena in cui va a far visita a Michael Corleone (Al Pacino), presso la residenza di famiglia del Padrino, accetta per drink proprio un bicchiere di anisetta.
L'Anisetta viene altresì citata in "Yuppies - I giovani di successo", film del 1986 diretto da Carlo Vanzina, ed in particolare da Guido Nicheli, direttore di Giacomo (Jerry Calà), essendo quello il liquore preferito dalla propria amante (Cinzia De Ponti).
L'Anisetta viene inoltre citata nel film Casinò (1995) diretto da Martin Scorsese, con Robert De Niro, Sharon Stone e Joe Pesci, mentre proprio quest'ultimo narrava infastidito il dolce far nulla dei capi mafia mentre sorseggiavano Anisetta.


mercoledì 18 maggio 2022

Nocino

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Il nocino è un liquore italiano ottenuto dal mallo della noce, a mezzo di infusione in alcool.

Origine e leggenda

Le origini del liquore sono incerte. Si sa che esistono versioni di liquore di noci in molti paesi europei, dall'Italia, agli Urali, all'Inghilterra. Documenti romani antichi riportano che i Picti, popolo dei Britanni, si radunavano "nella notte di mezza estate e bevevano "da uno stesso calice uno scuro liquore di noce". Fonti successive riportano che tra i francesi era in uso un liqueur de brou de noix, o ratafià di mallo.
Il liquore fece il suo probabile ingresso in Italia dalla Francia, diffondendosi prima nella zona del Sassello e poi nel Modenese. Il noce mantenne sempre un alone di leggenda, legato alla presenza di streghe e incantesimi, che si trasmise alla preparazione del liquore. Infatti, per tradizione, le noci venivano raccolte nella notte di San Giovanni dalla donna più esperta nella preparazione che, salita sull'albero a piedi scalzi, staccava solo le noci migliori, servendosi delle sole mani e senza intaccarne la buccia.
Lasciate alla rugiada notturna per l'intera nottata, si mettevano in infusione il giorno dopo. La loro preparazione terminava la vigilia di Ognissanti, cioè la notte del 31 ottobre. La tradizione prescrive di non usare attrezzi di ferro per la raccolta dei frutti, in base alla credenza secondo cui quel metallo fosse in grado di compromettere le proprietà delle piante officinali. L'usanza è comunque molto antica e già i druidi la seguivano cogliendo il vischio con un falcetto d'oro.

Ingredienti

La ricetta del nocino è semplice. La dose base comprende:
  • 1 kg di malli di noci (30/33 in numero)
  • 1 litro alcool etilico a 95°
  • 700-900 g di zucchero
  • facoltativa è l'aggiunta di alcuni aromi, quali chiodi di garofano, cannella, etc, ma in piccole quantità, tali da non sovrastare l'aroma prevalente di noce.

Preparazione

Per produrre il nocino si utilizzano noci acerbe ancora nel mallo, raccolte dalla pianta all'inizio dell'estate, quando sono ancora tenere a sufficienza da poter essere passate da parte a parte con uno spillo. Le noci vanno lavate sotto l'acqua corrente e tagliate in quattro spicchi. Vanno messe in un vaso di vetro a bocca larga, coprendole interamente con lo zucchero e lasciandole macerare al sole per non più di quattro giorni. Uun tempo superiore renderebbe il prodotto troppo amaro.
Dopodiché si aggiunge l'alcool, mescolandolo all'infuso che nel frattempo si è prodotto e ha contribuito a sciogliere lo zucchero senza l'aggiunta di acqua. La macerazione va continuata, sempre al sole sino a Natale, con raccomandazione di aprire il vaso per mescolare ed ossigenare il prodotto quotidianamente per almeno i primi due mesi.
Anticamente l'acquavite veniva preparata in casa, lasciando macerare le vinacce della vendemmia. L'uso quotidiano sostituisce l'acquavite con l'alcool da cucina a 95°, facile da reperire in commercio. Sono in molti a ritenere che questo sia un ripiego e dia un risultato finale inferiore per gusto e per delicatezza.
Dopo la macerazione, l'infuso viene filtrato attraverso un pezzo di stoffa di lino: le noci vanno torchiate e le torchiature, pure filtrate, vanno aggiunte con sapienza e nella giusta dose al prodotto che andrà imbottigliato in bottiglie di vetro scuro a chiusura ermetica o affinato in botti di rovere già avvinate in precedenza per togliere il tannino dal legno. Si ritiene abbia effetti benefici sulle digestioni difficili e sui dolori ventrali causati da gas intestinali.
È ricco di acido gallico: la tradizione erboristica lo consiglia come digestivo, come tonico e contro i disturbi del fegato. Tuttavia, come per ogni alcolico e superalcolico, va bevute solo in modeste quantità. Una ricetta più recente e molto delicata prevede, per 30-33 noci, un litro di cognac (o brandy), 400 grammi di zucchero, 6 chiodi di garofano e, se disponibile, 1 grammo di macis.
Il contenitore con l'infuso di noci, chiodi di garofano e macis, cui non va aggiunto lo zucchero per il primo mese, va lasciato al sole, chiuso ermeticamente, e agitato due o tre volte al giorno. Passato il mese si aggiunge lo zucchero, si mescola e si lascia di nuovo al sole per due settimane, sempre agitando due o tre volte al giorno. Poi si filtra, anche due volte se necessario, si imbottiglia e si lascia riposare per almeno due mesi in luogo buio e fresco.

Risultato

Il nocino deve risultare denso, bruno brillante, limpido, con sentori e profumi di noce intensi e persistenti, con buon corpo, con sapore di noce primario ed una perfetta risultanza armonica di tutti i suoi componenti.

Utilizzo

Il modo migliore di servirlo è liscio a temperatura di 16-18°, come digestivo alla fine dei pasti. Alcune varianti lo vedono servito con il Parmigiano reggiano o sul gelato per un ottimo dessert.

Come fare

Il difficile sta nella scelta delle noci e del loro periodo di maturazione, scelta che richiede capacità ed esperienza. Le noci debbono possibilmente provenire da piante vecchie, meglio se di collina ed esposte al sole. Il frutto del noce è una drupa. La parte esterna, esocarpo o mallo, carnosa e profumata, scurisce rapidamente una volta a contatto con l'aria, a causa della presenza di tannini. Quella interna (endocarpo) è composta da un involucro legnoso a due valve divisa in quattro partimenti distinti da setti legnosi imperfetti, che ospitano il gheriglio (seme) di aspetto cerebriforme.
Il periodo della raccolta delle noci destinate alla preparazione del nocino, chiamato dagli erboristi tempo balsamico, va colto con precisione in quanto dura pochi giorni e può “scappare”. Le noci vanno seguite attentamente durante la maturazione: occorre, infatti, tagliarle in due parti per controllare i quattro incavi presenti all'interno, ove in più fasi si genera il gheriglio. Dapprima la consistenza appare liquida, poi più densa o gelatinosa, infine consistente nella sua fase finale di maturazione. Il periodo giusto per la produzione del nocino (o "tempo balsamico", come detto), si ha quando la parte interna del frutto appare gelatinosa.

Difetti

Le noci troppo acerbe danno per risultato un nocino troppo verde, mentre quelle troppo mature danno un prodotto legnoso, amarognolo ed allappante a causa del troppo tannino. Anche il nocino messo a invecchiare in botte usata per la prima volta sarà difettoso a causa dei tannini. La botte dovrà quindi essere spurgata con alcool, vino ,o soluzioni con acido citrico, per almeno sei mesi.

Associazioni

A Spilamberto, in provincia di Modena, esiste dal 1978 l'associazione Ordine del Nocino Modenese che ha lo scopo di organizzare, promuovere e sostenere iniziative e manifestazioni atte a tutelare, valorizzare e diffondere l'antica tradizione del nocino. In origine l'Ordine era formato da sole donne, ed anche oggi, pur con qualche concessione alla parità dei diritti, la maggioranza del Consiglio è formato da donne. Questo per ricordare le origini del nocino, legate soprattutto alle "rezdore", che nelle case contadine erano le depositarie della tradizione della produzione di questo liquore. Tutti gli anni, nei mesi di gennaio e febbraio, l'Ordine organizza un Palio aperto a tutti coloro che producono per passione il nocino e che vede premiato il migliore dei concorrenti il giorno di S. Valentino (14 febbraio).
Inoltre da alcuni anni l'Associazione organizza eventi legati alla tradizione della "Guazza" di S. Giovanni, ossia della supposta magica rugiada che scende nella notte fra il 23 ed il 24 di giugno. L'Ordine inoltre organizza corsi per imparare a produrre, a degustare e a valutare il nocino, formando così gli assaggiatori e i maestri assaggiatori che andranno a condurre il Palio. A Modena è da anni operante l'Albo Assaggiatori di Nocino Tipico di Modena "Il Matraccio“, associazione no profit che si occupa di diffondere questo prodotto attraverso una scuola itinerante per allievi assaggiatori di Nocino Tipico di Modena.
Inoltre in collaborazione con il comune di Castelfranco Emilia, organizza "Nocinopoli" – La città del Nocino : una serata in cui tutto è riconducibile al Nocino, il vero protagonista dell'evento. La manifestazione si svolge nel cuore di Castelfranco nella domenica più vicina al 24 giugno: la Via Emilia, che come le altre vie e piazze del centro cambia nome per l'occasione, viene chiusa al traffico automobilistico per lasciare spazio ai numerosi stand che rappresentano i prodotti di eccellenza del territorio modenese. Oltre all'immancabile Nocino, con tutti i suoi derivati, che funge da padrone di casa, sono presenti il Parmigiano Reggiano, l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, il Prosciutto di Modena, il Lambrusco, il Melone, i Borlenghi, i Ciacci, le Crescentine…), oltre a quelli provenienti da altre province e regioni d'Italia invitati per l'occasione.


 
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