Rispondo brevemente perche' al solo parlarne ho paura di ubriacarmi.
La tradizione vuole che fu il primo santo cristiano ortodosso e
fondatore del primo antico stato russo, il principe Vladimir di Kiev,
a benedire le bevute con la vodka. Sembra che proprio Vladimir disse:
"La gioia della Russia è bere, senza di ciò non possiamo
esistere". Una frase diventata proverbiale e quasi uno slogan
nazionale in Russia. Tuttavia, all'epoca di san Vladimiro i russi si
ubriacavano con idromele, bevanda a basso tasso alcolico prodotta
dalla fermentazione del miele. C’era anche una versione
superalcolica d’idromele, ma era per solo per ricchi perché doveva
stare sottoterra per almeno 40 anni. La ricetta dell'idromele era
stata smarrita già nel sedicesimo secolo. Ma l'ultima bevuta è
avvenuta nel 1883, all’incoronazione dello zar Alessando III di
Russia, quando agli invitati è stato offerto un idromele invecchiato
sottoterra per trecento anni.
Ufficialmente, a brevettare la vodka a quaranta gradi - né uno di
più, né uno di meno - è stato il chimico russo Dmitrij Mendeleev,
alla fine del diciannovesimo secolo. Ma nel giorno in cui la Russia
celebra la sua bevanda nazionale, un popolare giornale russo, MK
rivela: a inventare la vodka sono stati i genovesi. Mk scrive anche
che il primo barile di vodka distillata dalla segale è arrivato
dall'Italia nel 1386. Allora i russi non hanno apprezzato. Ma circa
cent'anni dopo e fino a oggi i russi hanno riproposto la ricetta ma a
base di segale. E ci hanno preso gusto, tanto che in Russia la vodka
è diventata allo stesso tempo bevanda e piaga nazionale.