sabato 27 marzo 2021

Piano bar

Immagine correlata



L'intrattenimento musicale è definito, con un neologismo diffuso ma non corretto, piano bar. Il termine "piano bar" infatti non inquadra in maniera completa la categoria di musicisti e cantanti che svolgono questa attività.
La locuzione "piano bar", di origine americana, si è andata affermando in Italia negli ultimi 20-30 anni.

Cenni storici

La figura del cantante-musicista che intrattiene con tastiera e microfono i frequentatori di locali pubblici o feste private viene considerata moderna; in realtà si tratta di un'attività tra le più antiche del mondo. L'intrattenimento musicale era già diffuso in Cina e in India (III millennio a.C.), nell'Egitto dei Faraoni, nell'antica Grecia e nella Roma dei Cesari. Anzi, nell'antichità e fino a tempi più vicini ai nostri (XVI - XVII secolo) era molto più sviluppato e vario di adesso. Vittorie in guerre e battaglie, commemorazioni e trionfi, oblazioni sacrificali e offerte agli dei, cerimonie propiziatorie, votive o di ringraziamento, lutti, raccolti agricoli e vendemmie, nascite, matrimoni e incoronazioni di regnanti. Ogni occasione era buona per feste, libagioni, banchetti, che si protraevano per giorni e settimane, a volte mesi. Feste memorabili durante le quali si esibivano cantori e musici, danzatrici e poeti, aedi e saltimbanchi, prestigiatori e giullari, acrobati e lottatori. E più le feste erano importanti più i partecipanti erano numerosi - fino alle decine e alle centinaia di migliaia di persone delle leggendarie feste della Roma imperiale - con un coinvolgimento ad libitum e totale del popolo.
Il prototipo moderno del cantante musicista di piano bar può esser considerato a pieno titolo il famoso Sam del film Casablanca: "Suonala ancora, Sam" (As time goes by). Ma oggigiorno il solo pianoforte acustico, in genere un mezza coda, è piuttosto in disuso e rimane ormai relegato ai soli night club d'impostazione classica o a far bella mostra di sé nei saloni di locali più o meno pretenziosi. Come pure è praticamente scomparsa la figura della cantante-entreneuse. È stato il massiccio diffondersi delle tastiere elettroniche polifoniche (inizi anni '80), a sancire il declino del classico pianista. Queste tastiere tuttofare appositamente studiate per gli intrattenitori musicali sono in grado di offrire al musicista stili arrangiativi già pronti e completi dei vari strumenti (batteria, basso, chitarre, percussioni, tappeti vari). Sono stili ben fatti, modificabili nella velocità e nella tonalità, con banchi di centinaia di suoni sintetici o campionati (compresi vari suoni di piano) richiamabili all'istante. È ovvio quindi che il sound offerto è decisamente più vario rispetto a quello che può venire da un solo pianoforte e relativo esecutore per quanto virtuoso. Ma i pianisti, pur non rinnegando il loro strumento, si sono prontamente aggiornati ponendo sul pianoforte una o più di queste tastiere.
Alla fine degli anni Ottanta, con l'apparizione dei primi midi-files (basi musicali) dapprima gestibili da floppy disk e successivamente archiviabili e organizzabili a migliaia direttamente nell'hard disk dello strumento, si è assistito ad un fenomeno singolare presentatosi per la prima volta nella storia della musica dal vivo. Far suonare dispositivi sempre più sofisticati e complessi comportava per alcuni musicisti non indifferenti problemi. Cambiare al volo da uno stile all'altro, modificare la velocità di un brano, inserire un fill di batteria, sostituire un sax con un flauto, poteva indurre molti esecutori (specie se impegnati pure a cantare) ad inesattezze e incongruenze più o meno evidenti nel corso di un'esecuzione. Ed ecco allora giungere provvidenziali le basi ad alleggerire il lavoro dell'intrattenitore. Messo in "mute" il volume della tastiera relativo ai preset arrangiativi, il musicista fa partire la base e con pochi interventi di rifinitura può disimpegnarsi e concentrarsi meglio nel canto. Volendo è possibile silenziare completamente tutti i tasti lasciando volume solo sulla base. Le mani del musicista però per un "dovere d'immagine" devono continuare ad andare avanti e indietro sulla tastiera come se stessero davvero suonando. Questo escamotage purtroppo ha fatto sì che taluni personaggi si siano improvvisati cantanti di piano bar senza la minima cognizione musicale, né canora, togliendo buona parte del lavoro ai veri musicisti. Ovviamente questo non accade in locali specificamente concepiti per serie esibizioni artistiche come pub, circoli culturali, caffè chantant, bistrot, auditorium, ecc. dove la musica è protagonista e spesso a buoni-ottimi livelli qualitativi. Effettivamente in queste ultime situazioni più che di intrattenimento si può cominciare a parlare di vero e proprio concerto.
Il boom degli ultimi venti/venticinque anni della musica dal vivo ha riguardato soprattutto ristoranti, balere, grandi bar e qualche sala da the. Nuove stigliature, ampliamento licenze, spostamenti, acquisto di locali adiacenti, allestimenti di giardini o terrazzi. Utilizzo (anche abusivo) di porzioni di marciapiedi o di spiagge, ripulitura di cantine. È stata una corsa, per molti ristoranti e bar, ad approntare spazi appositi per ospitare musica da offrire alla clientela. Nei casi più organizzati si è creato un palco con relativa pista da ballo. Per alcuni di questi locali si è presentato l'ulteriore non trascurabile problema del fastidio ai vicini. Con altra corsa all'isolamento acustico per altro costoso e quasi sempre mal realizzato.

Strumenti e stili musicali

Non esiste solo l'intrattenimento musicale consueto con la tastiera (o pianoforte). Ai livelli più raffinati o originali l'intrattenimento musicale viene offerto con strumenti acustici quali ad esempio l'arpa, l'oboe, il sitar, la chitarra flamenca, il bouzuki, in genere suonati da artisti solisti, qualche rara volta accompagnati dal canto. Naturalmente anche il genere è diverso e può spaziare dall'etno-folk più esotico, al medioevale, al classico cameristico.
Normalmente il musicista di piano bar è singolo. Sono comunque molto diffuse formazioni a due, di formula estremamente variabile: dal comunissimo tradizionale duo, tastierista uomo e cantante donna, ai due tastieristi, al chitarrista e tastierista, o tastierista e fisarmonicista, ecc. Meno frequenti i terzetti e quartetti, generalmente più richiesti e giustificati in situazioni ballerecce.
La serata musicale ordinaria sviluppa generalmente sempre allo stesso modo. Si parte con brani molto soft a un volume contenuto passando gradualmente a qualcosa di più vario e vivace fino - quando richiesti - ai brani ballabili più in voga in quel momento: balli di gruppo, liscio, musica latino americana, dance, salsa & merengue (anche se quest'ultimo genere va considerato a sé stante in quanto ballato dagli appassionati in specifiche balere). Con l'eccezione di cantanti chitarristi specializzati in repertori folk ad uso turistico (richiesti in genere in locali caratteristici), i musicisti cantanti di piano bar necessitano di un certo volume sonoro e quindi hanno bisogno di amplificare le loro performance. Vediamo qual è la strumentazione necessaria. Del tipo di tastiera abbiamo detto; in commercio ce ne sono davvero un'infinità di marche e modelli, per tutte le tasche ed esigenze. Si tratta di strumenti estremamente poliedrici e versatili, e assicurano ottime prestazioni fornendo buoni suoni e arrangiamenti ampliabili e personalizzabili dal musicista. La chitarra può essere acustica-amplificata o elettrica e quindi amplificabile direttamente con magneti o pick-up. I microfoni per la voce (anche se si è soli meglio sempre averne un altro di scorta o per eventuali ospiti-cantanti) devono essere del tipo dinamico cardioide, con o senza filo.
Per coprire tutte le situazioni possibili possono bastare un paio di casse eroganti complessivamente 500 watt effettivi (RMS) di potenza, rinforzate (nei casi in cui si balla in grandi locali) nelle basse frequenze da un sub-woofer di analoga potenza. Le casse acustiche possono essere attive (amplificatori incorporati) o passive (da pilotare con finali di potenza esterni). Ai fini di una buona resa musicale ma soprattutto canora è consigliabile anche un piccolo monitor-spia rivolto verso gli esecutori. Circa il livello sonoro a cui suonare non esiste un volume ottimale prefissabile: è determinato dal tipo di locale, dal tipo di festa e ovviamente dal tipo di clientela. Per due persone che suonano e cantano è sufficiente un mixer di 8 canali microfonici più 4-6 stereo. Sarebbe meglio se il mixer disponesse di un piccolo equalizzatore per poter adattare il suono prodotto alle mutevoli caratteristiche di risposta ambientale. I mixer hanno quasi sempre un multieffetto integrato, generalmente utilizzabile per la voce, ma è comunque possibile collegarne altri esterni.

Eventi e luoghi

L'intrattenimento musicale è molto richiesto in località turistiche montane o balneari (presso organizzazioni come Valtour, Mediterranèe, Alpitour) e classicamente durante le crociere. Queste ultime possono durare da un minimo di una-due settimane fino a sei mesi, qualche volta per lunghe permanenze (Caraibi, estremo Oriente, Polinesia) anche di più. I musicisti sono impegnati solo qualche ora la sera, per il resto della giornata fanno i turisti (giocoforza) come tutti gli altri. Ergo, la paga è striminzita (50-100 euro al giorno), ma per chi cerca la vacanza è certamente conveniente.
Le condizioni e gli ambienti in cui si fa musica possono essere dei più vari. Al chiuso: sale per banchetti, locali sotterranei, grandi e medi saloni con soffitti alti, bassi, a volta. Ma anche all'aperto: chiostri e giardini, pensiline, terrazzi, piazzette di paese, piscine, rotonde sul mare.

Organizzazione

Per ogni serata il titolare del locale dovrebbe far compilare ai musicisti il bordereau (italianizzato in borderò) appositamente rilasciato dalla Siae (Società Italiana Autori ed Editori). Si tratta di uno stampato nel quale vanno indicati i brani eseguiti affinché se ne possano riconoscere i diritti di riproduzione ai relativi compositori.
Di solito ristoranti e bar che offrono musica dal vivo lo fanno in prevalenza una, due o tre volte a settimana, nei giorni compresi fra il giovedì e la domenica. In alcuni locali con afflusso costante (per esempio in località turistiche) l'intrattenimento può venir offerto anche tutti i giorni. Stessa assiduità giornaliera può presentarsi nei grandi alberghi dove è sempre festa per arrivi-partenze importanti, convegni, dibattiti, congressi, ecc. Spesso sono i musicisti che si propongono ai locali (o alle agenzie artistiche) presentando un demo promozionale. Se dopo una serata di prova gli esecutori risultano graditi alla clientela vengono ricontattati dal titolare o dal mediatore. Alla fine di una serata può capitare che si avvicini alla postazione musicale un cliente, a chiedere bigliettino da visita, prezzo e disponibilità. Oppure può telefonare al musicista qualcuno consigliato da un amico, un parente, o da un altro cliente che ha apprezzato l'intrattenimento offerto. Il rapporto diretto senza intermediari è ritenuto il migliore. E non per questioni economiche. Nel caso di trattativa diretta sarà il cliente stesso, motivato in prima persona, ad attivarsi per far ottenere ai musicisti la giusta considerazione, sia che la festa si svolga in un locale pubblico, sia, ancora di più, se si svolge a casa sua. Sono in genere proprio le situazioni in casali o ville private quelle umanamente e artisticamente più appaganti.

venerdì 26 marzo 2021

Pub crawl

Risultati immagini per Pub crawl


Il pub crawl è l'azione di una o più persone di bere alcolici in diversi pub nell'arco di una sola serata, solitamente muovendosi da un pub all'altro a piedi. Esistono organizzazioni, soprattutto di americani in Europa, che gestiscono alcuni famosi pub crawl dando appuntamento ai turisti in un luogo prestabilito dove iniziare a bere. Normalmente il numero di pub visitati in un pub crawl è multiplo di 3: da un minimo di 3 ad un massimo di 18. L'orario tipico del pub crawl inizia dalle 20-21 fino all'1-2 di notte.

Dettagli

Stando all'Oxford English Dictionary il termine (incluse le sue varianti) è in uso sin dalla fine del XIX secolo.
Molte città europee hanno pub crawl pubblici con la finalità di far incontrare turisti e le comunità locali di immigranti. L'obiettivo principale di questi pub crawl è quello di fare nuove conoscenze e conoscere nuovi bar in una città straniera. Il più grande pub crawl della storia si è tenuto a Londra (2,278 partecipanti), in un evento organizzato da Tim The Tourman, entrando così nel Guinness dei primati.
In seguito al decesso di un ragazzo australiano caduto da un ponte sul Tevere dopo aver partecipato ad un tour partito da piazza di spagna, nella città di Roma, con ordinanza n. 86, è stata vietata la pratica dei pub crawl in alcuni periodi dell'anno. Tale ordinanza non è più in essere dal 2012.

Varianti

Vi sono anche molti pub crawl che attraggono molti partecipanti ogni weekend. Il Glasgow Subway "sub crawl" invita i partecipanti a bere ad un pub vicino ad ognuna delle stazioni lungo la tratta circolare. Un evento simile è il Circle Line Pub Crawl di Londra, il quale riunisce principalmente emigranti neozelandesi nel Waitangi Day. Molto singolare è anche il Monopoly Pub Crawl, che porta i partecipanti londinesi nei pub più vicini di ogni fermata che si trova lungo la strada del gioco del Monopoli. A Brescia, dal 2015, un gruppo di persone organizza un pub crawl di 6 tappe chiamato Il Miglio Dorato, ispirato al film La Fine Del Mondo del 2013: come nel film viene seguito un itinerario prestabilito, grazie a una mappa distribuita ai partecipanti, ed una web-app permette di segnare dei punti per ogni birra bevuta, sbloccando badge e vincendo gadget.
I pub crawl non necessariamente devono essere eventi organizzati, ad esempio il Louisville Bambi Walk riunisce sin dagli anni 80 gruppi di amici, senza tuttavia avere una ben precisa organizzazione.
Il pub crawl sta diventando una popolare categoria turistica, a dimostrazione di ciò diversi tour operator inglesi propongono questo tipo di turismo con week end nell'Europa dell'Est; l'azienda turistica australiana Thirsty Swagman offre addirittura un pub crawl intorno al mondo.

giovedì 25 marzo 2021

Marc





Il Marc è un'acquavite di vinaccia francese. Incolore, ha una gradazione alcolica minima del 42%.

Particolarità

Ogni regione francese ha il "suo" Marc che si può considerare l'equivalente della grappa italiana, infatti anch'esso è ricavato dalle vinacce, chiamate marc de raisin. È usuale dopo la dicitura Marc aggiungere la zona di provenienza, per cui si può trovare il Marc d'Aquitaine, Marc de Bourgogne e così via. Il liquore viene anche indicato con vezzeggiativi quali "anima ardente", "fuoco liquido", oppure "vieux Marc", "fine Marc", "eau de vie" ecc. In accordo con la regione di origine, viene venduto nelle stesse bottiglie da vino: il Marc del distretto della borgogna in bottiglie borgognone, quello dello champagne in bottiglie da champagne ecc. Il distillato si presta molto all'invecchiamento e raramente viene aromatizzato con erbe o radici, come accade in Alsazia per il Krütter.
La «c» finale è sempre muta, al singolare come al plurale: un marc/des marcs si pronuncia /maʁ/.

Degustazione

Il Marc può essere degustato sia come aperitivo o come dopo pasto centellinandolo o, secondo alcune tradizioni francesi, bevendolo tutto d'un fiato con la testa piegata all'indietro sino al massimo.

mercoledì 24 marzo 2021

La bottiglia di vino più antica al mondo

Si tratta della bottiglia di vino Speyer, così chiamata dal nome della regione tedesca dove fu scoperta durante lo scavo di una tomba di un nobiluomo romano del IV secolo dopo Cristo.

La bottiglia è datata tra il 325 e il 359 dC, ed è la più antica bottiglia di vino giunta fino a noi ancora chiusa.



martedì 23 marzo 2021

Perché si usa proprio lo champagne/spumante per festeggiare qualcosa?

Il botto dello spumante per festeggiare

I vini che usiamo per festeggiare sono vini effervescenti perché contengono anidride carbonica, le cosiddette bollicine.

Per questo, ogni volta che festeggiamo con una bottiglia di spumante o champagne, il botto fa scoppiare l'applauso e le felicitazioni.




lunedì 22 marzo 2021

Maotai

Risultati immagini per Maotai


Il Maotai (o Moutai come viene scritto sulla etichetta) (in cinese tradizionale 茅台酒, cinese semplificato 茅台酒, pinyin Máotái jiǔ) è il liquore più famoso di tutta la Cina. È distillato nel paese omonimo sito nel distretto di Renhuai, provincia del Guizhou (prefettura di Zunyi), Cina sud-occidentale. Ha una lunga storia risalente a oltre 2.000 anni. Si narra che all'epoca della dinastia Han gli imperatori preferissero bere il Maotai. Nel XX secolo il liquore conobbe la diffusione in tutto il mondo risultando vincitore di premi internazionali. Infatti il Maotai è diventato noto al mondo dopo aver vinto una medaglia d'oro al Panama-Pacific International Exposition (PPIE) tenutasi a San Francisco, California, nel 1915. Un altro momento di celebrità internazionale il Maotai lo visse quando, durante un pranzo di stato, Mao Zedong lo offrì a Richard Nixon, e si narra che Henry Kissinger disse a Deng Xiaoping, durante un incontro di lavoro, che "se avessero continuato a bere Maotai, avrebbero risolto qualsiasi problema sul tavolo".
Il villaggio Maotai sorge in una profonda vallata incassata fra i monti, a 400 metri di altitudine; il clima è relativamente mite, e questo fa sì che ci siano ottime condizioni per la fermentazione. Attraverso il villaggio scorre il fiume Chishui, che origina sui monti circostanti. La purezza delle acque del fiume è uno dei principali segreti del Maotai. Inoltre le vasche di fermentazione del Maotai sono fatte di una terra particolare chiamata, per il suo colore rosso, la terra “cinabro. Anche questa terra è originaria del villaggio Maotai e contribuisce anch'essa a conferire al distillato il suo particolare aroma.
Gli ingredienti del Maotai sono il frumento e il sorgo. La distillazione segue un iter molto complesso, con regole scritte in un preciso protocollo. Il preparato da cui si otterrà poi il Maotai subisce, una volta al mese, otto distillazioni successive. Dopo la distillazione, il liquore viene fatto invecchiare svariati anni in giare di una porcellana speciale. L'intero periodo di lavorazione richiede cinque o sei anni. Il Maotai ha una gradazione alcolica intorno al 54-55%.

domenica 21 marzo 2021

La birreria più vecchia d'Europa


L'abbazia di Weihenstephan, dove sorge il più antico birrificio al mondo, in una cartina di metà 1800

La produzione di birra è ormai diffusissima nel mondo, e con l'esplosione delle artigianali assistiamo ogni anno alla nascita di nuove realtà. Tutto è però cominciato in Europa centinaia di anni fa, e ancora oggi alcuni birrifici testimoniano la capacità di superare la prova del tempo. Eccoli, dal più 'recente' al più 'antico'.


SMITHWICK – IRLANDA
È il birrificio più antico d'Irlanda, attivo sin dal 1710 e orgoglio della città di Kilkenny. La loro strong ale è l'asso nella manica per rivaleggiare con l'altro grande birrificio irlandese, Guinness, più giovane di soli 49 anni.


THREE TUNS – INGHILTERRA
È un birrificio molto piccolo, fondato nel 1642 e capace di produrre solo modiche quantità di birra (presente in sei varietà). Si vanta di essere stato il primo in Inghilterra a ottenere una licenza legale. Si trova nella contea dello Shropshire.


GROLSCH – PAESI BASSI
Produce birra sin dal 1615 ed è famoso soprattutto per la sua lager, sia per la qualità del prodotto sia per la bottiglia che lo contiene, con tappo richiudibile. Per visitare Grolsch bisogna raggiungere Groenlo, località situata nel sud-est dei Paesi Bassi, nella provincia della Gheldria.


STIEGL – AUSTRIA
Sorge a Salisburgo, è attivo sin dal 1492 e nella seconda metà del Settecento ha prodotto la birra scura preferita da Wolfgang Amadeus Mozart. Oggi è famosa soprattutto per le edizioni limitate che ogni anno lancia sul mercato.


HUBERTUS – AUSTRIA
Il nome deriva da Sant'Umberto, vescovo di Maastricht e poi di Liegi, e lo stemma del birrificio riporta la testa di un cervo con la croce cristiana tra le corna: è un riferimento all'apparizione che ebbe Umberto e che interpretò come un invito a concentrarsi meno sui piaceri terreni (la caccia in particolare) e dedicarsi ai doveri che il suo ruolo imponeva. Attivo sin dal 1454, ha nella pils il suo cavallo di battaglia.


BOLTEN – GERMANIA
Si trova a Korschenbroich, città della Renania Settentrionale-Vestfalia, e produce sin dal 1266 una caratteristica altbier, cioè una scura ad alta fermentazione.


WELTENBURG – GERMANIA
L'abbazia di Weltenburg è vicina di casa dell'abbazia Weihenstephan e di fatto le contende il primato di birrificio più antico del mondo: conti alla mano, però, a Weltenburg iniziarono la produzione 10 anni più tardi, un distacco minimo che però conta per il podio. Possono invece vantare il primato della dunkel lager, la birra scura più vecchia del mondo, ancora oggi prodotta ad altissimi livelli.


WEIHENSTEPHAN – GERMANIA
Il birrificio si trova all'interno dell'abbazia di Weihenstephan, in Baviera, e secondo alcuni documenti potrebbe aver cominciato a produrre birra nell'anno 768. Sicuramente lo fa dal 1040 e questo ne fa il più antico birrificio al mondo. La specialità è la hefeweizen, cioè la birra di frumento in versione non filtrata, bionda e torbida con il lievito in sospensione.


 
Wordpress Theme by wpthemescreator .
Converted To Blogger Template by Anshul .