Curioso accordo commerciale tra
Pepsi e Unione Sovietica, con cui la compagnia entrò in possesso di
navi e sottomarini e divenne la sesta potenza militare al mondo
Come ha fatto la Pepsi,
seppure per pochi giorni, a
diventare la
sesta potenza militare al
mondo? Partiamo dall’inizio per raccontare meglio questa
curiosa storia.
1959: Eisenhower, Nixon, Khrushchev
e Kendall
Nel 1959 il mondo era in piena
Guerra Fredda.
Negli Stati Uniti il Presidente
Dwight Eisenhower desiderava
che i cittadini sovietici potessero conoscere il
capitalismo e lo
stile di vita americano.
Per tale motivo organizzò
l’Esposizione Nazionale Americana a Mosca, e il vice presidente
Richard Nixon
si recò in rappresentanza nel
paese sovietico.
Durante l’Esposizione
Nixon e
Khrushchev
dialogarono molto sui vantaggi e sui
benefici del consumismo e del capitalismo. Lo scambio di idee era
talmente acceso che Khrushchev risultava visibilmente sudato.
Donald Kendall,
vice Presidente Marketing Pepsi,
si rese conto della situazione e
offrì a Khrushchev un
bicchiere di Pepsi.
La foto scattata fece il giro del
mondo, trasformando il gesto nella
migliore operazione di
marketing mai realizzata dalla Pepsi.
1972, la Pepsi pagata con la Vodka
Nel 1972
Donald Kendall
è il
Presidente della Pepsi
(dal 1693), mentre
Richard Nixon è il
Presidente degli Stati Uniti.
Il numero 1 della società
desiderava fortemente introdurre la bibita nel
mercato sovietico,
e per tale scopo cercò di
sfruttare i contatti del nuovo Presidente degli States per un accordo
rivoluzionario.
Raggiunta l’intesa con l’Unione
Sovietica c’era il problema di
come pagare i rifornimenti.
Le leggi dell’epoca erano
stringenti, l’URSS non poteva accedere alla moneta straniera e il
rublo non poteva esser cambiato sul mercato.
Come pagare i rifornimenti di
Pepsi?
La soluzione fu quella di saldare
con la
vodka Stolichnaya
dato che la maggior parte delle
bibite erano di proprietà dello Stato.
Il vantaggio per
Pepsi
fu doppio:
primo prodotto occidentale
ad esser commercializzato
in URSS
e
importatore esclusivo della
Stolichnaya
per il mercato USA.
1989, la Pepsi diventa la sesta
potenza militare al mondo
Nel 1989, anno della caduta del muro di
Berlino, l’accordo commerciale era in scadenza e in Unione
Sovietica erano presenti 20 stabilimenti Pepsi. Il nuovo contratto
prevedeva un costo di
tre milioni di dollari,
il giro d’affari della Pepsi nel
paese comunista era cresciuto enormemente. La vodka non bastava
più,
così l’URSS propose di pagare
con l’eredità degli armamenti della Guerra Fredda, una flotta
di navi diesel composta da 17 sottomarini, 1 incrociatore, 1 fregata
e 1 cacciatorpediniere.
Per quanto strana la compagnia
accettò l’offerta,
anche perché alternative non
esistevano. Durante i giorni della contrattazione Pepsi divenne la
sesta potenza militare al mondo
per numero di sommergibili diesel
in possesso, ben 17 appunto. In seguito una compagnia svedese
specializzata nel riciclaggio di rottami acquistò la flotta.
Leggende narrano che
Donald Kendall,
il presidente della Pepsi,
parlando con il Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati
Uniti, gli avesse detto:
Stiamo disarmando l’Unione
Sovietica in tempi molto più rapidi di come hai fatto tu.