venerdì 20 novembre 2020

Qual è la bevanda più dissetante?

Innanzitutto sfamerei il mito secondo cui l'acqua è la bevanda che disseta più di tutti. Grazie a un nuovo indice, l'indice di idratazione delle bevande, si è scoperto che il latte idrata di più



Da uno studio emergerebbe infatti la totale mancanza di evidenze scientifiche che giustifichino i famosi otto bicchieri di acqua al giorno –in totale un litro e mezzo o due– ovunque consigliati per garantirsi l’idratazione ottimale.

Molto più significativo, invece, sarebbe il nuovo “indice di idratazione delle bevande”, messo a punto proprio nello studio inglese.

Un sistema formulato pensando al più noto indice glicemico – che misura come l’organismo umano reagisce ai carboidrati contenuti negli alimenti –, basato sulla proprietà di alcuni liquidi di restare all’interno del nostro corpo più a lungo di altri, fornendo quindi una maggiore idratazione.

In pratica, infatti, se si beve un bicchiere d’acqua e poco dopo la metà se ne va con l’urina, ciò che resta di utilizzabile per l’organismo è soltanto mezzo bicchiere.

Lo studio è stato condotto su 72 individui maschi di circa 25 anni, a cui è stato chiesto di bere un litro di acqua per stabilire il parametro di riferimento: alla quantità di acqua trattenuta nell’organismo due ore dopo, cioè non eliminata con l’urina, è stato assegnato un punteggio di 1.0.

Dopodiché, sono state misurate nella stessa maniera altre 12 bevande, modellando il loro punteggio su quello dell’acqua: un punteggio superiore a 1.0. indicava che nell’organismo, dopo due ore, era rimasto più liquido rispetto all’acqua (maggiore idratazione), mentre un punteggio inferiore a 1.0 indicava una velocità di eliminazione superiore rispetto all’acqua (minore idratazione).

Alla fine è risultato che quattro bevande –soluzione reidratante, latte scremato, latte intero e succo di arancia– hanno un indice di idratazione maggiore dell’acqua: le prime tre con un indice di 1,5, e il succo di arancia con un indice di 1,39.

Il maggior indice di idratazione del latte è dato in pratica dalle sostanze in esso contenute, elettroliti e nutrienti come sodio e potassio, che porterebbero lo stomaco a svuotarsi più lentamente e avere un’azione meno importante sui reni.

Anche birra e caffè si sono rivelati buoni idratanti, con un indice vicino a quello dell’acqua gasata, e ancora meglio sono risultate le famigerate bevande zuccherate –come ad esempio la Coca Cola, tra i finanziatori dello studio–, sconsigliate sì per il contenuto di zuccheri, ma con un buon indice di idratazione.

In particolare, la Coca Cola avrebbe un indice di idratazione pari a 1,23, il caffè a 0,91, l’acqua gasata 0,98, le bevande energetiche 1,02, la soluzione reidratante 1,54, il succo d’arancia 1,39 e il latte intero 1,50.

Lo studio arriva a un’altra utile conclusione: se si ha in programma un lungo viaggio, in cui si prevede di non avere facile accesso a bagni e servizi, è meglio bere un bicchiere di latte piuttosto che acqua o caffè freddi.

E non importa se, con il sole a picco e le temperature tropicali, un bicchiere di ricco e denso latte è l’ultima cosa che vi passa per la testa: ciò che che conta è mantenersi idratati il più possibile, e il latte fresco si è rivelato perfetto per questa nostra esigenza.



giovedì 19 novembre 2020

A quali bevande saresti sorpreso vedere qualcuno che ci aggiunge del ghiaccio?

Un mio amico faceva il barista e mi raccontava delle storie dell'orrore.

Tutto sommato, molte bevande ghiacciate sono state sdoganate dal turismo, come:


Iced Coffè



Il caffè con ghiaccio ormai è una ricetta adottata, ma un mio collega aveva come rituale di ordinare un espresso, un bicchiere con ghiaccio e poi prendere il cubetto di ghiaccio con le mani e metterlo dentro la tazzina.


Vino con ghiaccio



Se ad un evento di sommelier confessate che mettete abitualmente il ghiaccio nel vino, potreste come minimo far alzare qualche sopracciglio, e se siete in un evento dove ci sono degustatori della vecchia guardia, potreste rischiare il linciaggio.

Io vi ho avvisati.



Il modo ortodosso per raffreddare il vino è mettere l'intera bottiglia nel ghiaccio.


Granita ghiacciata

Immaginatevi uno che vi ordina una granita e poi vi chiede del ghiaccio extra.


mercoledì 18 novembre 2020

Black velvet

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Il Black velvet (velluto nero) è un cocktail creato in Inghilterra a base di birra stout e vino bianco spumante (tradizionalmente Guinness e champagne).

Composizione

Ingredienti

  • 6 cl di stout
  • 6 cl di vino spumante

Preparazione

Versare in un flûte precedentemente raffreddato il vino bianco, quindi versare con metodo build (ossia versando delicatamente o l'uso del dorso di un cucchiaino) la stout, in modo che i due liquidi, grazie alla diversa densità, non si mescolino ma formino due strati otticamente separati.

Storia

Il cocktail fu inventato al club per gentiluomini Brooks's di Londra nel 1861, in occasione della morte del Principe Consorte Alberto. Il cocktail fu creato per simboleggiare l'unione empatica per il lutto fra l'aristocrazia (champagne) e il popolo (birra scura); inoltre il metodo build permetteva di creare una banda nera a somiglianza di una fascia a lutto, permettendo ai gentiluomini del club, anche in tali circostanze, di poter bere lo champagne. Il nome deriva appunto dall'aspetto della "fascia"

Varianti

Nel tempo son nate diverse varianti del cocktail
  • Poor Man's Black Velvet: sostituendo al vino spumante il sidro di mele o di pere.
  • Gold Velvet: sostituendo alla birra scura una birra chiara. Alcuni aggiungono anche una spruzzata di succo d'ananas.
  • Red Velvet: sostituendo alla birra scura una birra rossa.
  • Italian Velvet: usando il prosecco come vino spumante e una birra italiana.
  • Bismarck: usando il sekt come vino spumante e una schwartzbeer (birra scura tedesca), da servirsi in un bicchiere da birra.

martedì 17 novembre 2020

Alcune curiosità interessanti sulla birra

1) La birra più alcolica al mondo ha 67.5 gradi. Il suo nome è "Snake Venom". Viene prodotta in Scozia ed è un’ambrata/rossa.



2) Il nome del famoso marchio di birra “Ceres” deriva dal nome di una divinità greca, la Dea dell’agricoltura CERERE.



3)I costruttori delle antiche piramidi Egizie venivano pagati in birra. Pare che questa bevanda fosse particolarmente amata e i lavoratori venivano pagati con ben 4 litri di birra per ogni giornata di lavoro.



4) Il più antico birrificio ancora funzionante del mondo è l’abbazia di Weihenstephan che iniziò a produrre birra nel 768 d.C. Il permesso di produrre birra però, fu concesso dalla città di Frisinga solo 300 anni dopo, nel 1040.




5) Nel codice di Hammurabi esisteva una legge che informava che i baristi che avessero servito birra annacquata, sarebbero stati giustiziati.




6) Sant’Arnolfo di Soissons fu santificato perché diceva a tutti di bere birra. All’epoca la peste si diffondeva con l’acqua e Sant’Arnolfo capì che la birra conteneva alcol, il che impediva ai microrganismi della peste di sopravvivere. In questo modo, salvò centinaia di persone dalla morte.


7) La città di Gelsenkirchen (Germania) è la prima città al mondo a possedere un “birrodotto” sotterraneo. In particolare, i bar del Veltins-Arena, lo stadio in cui gioca lo Shalke 04, sono collegati da una pipeline che nel complesso è lunga 5 km.



Non possiamo non citare la Birra Stronzo….

Disponibile nelle tre versioni classiche, Dorata, Bianca, e ovviamente Marrone.



lunedì 16 novembre 2020

Avviare un Bar con un Budget Basso

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Stai pensando di aprire un bar? Se la tua risposta è affermativa, ecco alcune idee e suggerimenti per aiutarti e risparmiare.

Pensa al tipo di bar che hai intenzione di aprire, un luogo d’incontro per amici? Un bar per un caffè e un tramezzino al volo? Un posto dove i ragazzi possano incontrarsi per godersi una partita di calcio? Si tratta di un progetto a lungo termine che permetterà ai tuoi clienti di ritornare nel tuo bar a distanza di 20 anni e ricordarsi del loro primo appuntamento? Pensare anticipatamente al target di mercato e al genere di bar che vuoi realizzare, ti aiuterebbe a ridurre i costi.

Immaginati nel bar. Dopo aver deciso con quale genere di bar vuoi iniziare, immaginati nel bar come cliente. Cosa cerchi? Che tipo di bevande e snack ti piacerebbe consumare? Questa decisione ti consentirebbe di ridurre la quantità/tipo di attrezzature in cucina, in quanto il numero e il tipo di macchinari possono incidere notevolmente sul costo di avviamento di un bar.

Stabilisci la grandezza. Quanti clienti riesco a servire contemporaneamente? Decidere questo aspetto ti aiuterà a scegliere il tipo di arredamento, il numero dei posti a sedere, i tavoli, gli utensili da cucina e la grandezza del locale. Se pensi di non riuscire a gestire un numero elevato di clienti contemporaneamente, inizia con un posto piccolo ma accogliente, piuttosto che grande e mediocre; i clienti non guarderanno la grandezza, essi ricercano un servizio di qualità e un posto carino e accogliente dove possano sentirsi come a casa loro.

Chiedi aiuto! Questa è una delle cose più importanti quando avvii un bar con un budget limitato; se conosci qualcuno esperto in marketing chiedigli di darti delle idee, molte sono veramente utili e poco costose, ovviamente in base alla location e alla dimensione dell'attività da avviare. Se ti capita d’incontrare qualcuno appassionato di design fallo sentire importante chiedendogli la sua opinione su come realizzare l'arredamento con un budget basso. Ti suggerirà un sacco di idee, senza pagare. Sii intelligente e creativo! Stai avviando un’attività autonoma.

Comportati da leader, rifletti, immagina e decidi, non sprecare soldi in qualcosa di cui non sei convinto, usa sempre la tua testa e il tuo cuore, la gente si reca nei posti in cui si sente a proprio agio.

Offri un programma fedeltà. Prima richiedeva una procedura costosa e lunga, ma adesso ci sono un paio di piattaforme per la gestione di programmi fedeltà, che utilizzano il sistema del codice QR, e ti consentono di offrire un programma fedeltà in tempi rapidi.


Consigli

  • Sii sempre motivato. Se non lo sei, non dovresti avviare un bar.
Fai pubblicità…..è sempre bene farsi conoscere in tutti i modi possibili.


Avvertenze

  • Fissa gli orari di apertura e chiusura affinché i tuoi clienti non debbano chiedersi se sei aperto o meno.





domenica 15 novembre 2020

Between the Sheets

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Il Between the sheets è un cocktail alcolico.
  • 4/10 Brandy
  • 3/10 Rum bianco
  • 1/10 Cointreau o Triple sec
  • 2/10 Succo di limone
Mettete il brandy, il rum bianco, il triple sec e il succo di limone nello shaker con ghiaccio tritato. Shekerare energicamente, quindi filtrate nella coppetta cocktail ghiacciata.
La versione originale di questo cocktail (3/10 Brandy, 3/10 Rum bianco, 3/10 Cointreau, un cucchiaino di succo di limone) è, secondo alcuni, liquorosa e abbastanza pesante.


sabato 14 novembre 2020

Qual è la peculiarità delle birre inglesi?

La Birra IPA, acronimo di India Pale Ale, è uno stile birraio della famiglia delle ALE. Con questo termine si indicano le birre ad alta fermentazione, preparate a temperature elevate, di circa 15-25°C.



Le ALE si distinguono grazie al sapore deciso e corposo, che ricorda il Saccharomyces cerevisiae, ossia il lievito utilizzato che, lavorando a temperature notevoli, esegue il processo di fermentazione più velocemente.


Birre IPA: le caratteristiche

Originarie della Gran Bretagna, le birre IPA si contraddistinguono per determinati aspetti, come:

  • la nota marcatamente luppolata;

  • il tenore alcolico maggiore;

  • il gusto intenso con un aromi erbacei e fruttati;

  • il corpo di media intensità;

  • l’amarezza dolce e decisa derivata dai malti caramellati utilizzati negli stili Inglesi.

Storia e caratteristiche delle birre IPA

Tali caratteristiche derivano dalla necessità storica degli inglesi, che nel periodo del colonialismo, trasportavano la birra fino in India. Infatti, dopo i primi spostamenti fallimentari poiché le birre deperivano a causa del lungo viaggio, della salsedine e delle alte temperature nelle stive delle navi, i mastri birrai decisero di aumentare la stabilità e la capacità conservativa.

Di conseguenza furono aumentate la quantità di luppolo e il tenore alcolico, che resero la birra in grado di sopportare i lunghi viaggi in nave. Risale al 1835 l’uso del termine India Pale Ale sul giornale economico Liverpool Mercury.

Da quel momento tutte le birre esportate in India e consumate dai coloni inglesi furono chiamate Pale Ale preparata per l’India o India Ale. Ancora oggi questo stile birrario è riconosciuto ed utilizzato dai mastri birrai di tutto il mondo, con le varianti del caso: dalla APA o American Pale Ale che ricorda lo stile delle inglesi ma con note più luppolate e un finale secco alla Imperial IPA o Double IPA, più alcoliche (9-9,5°C).


Degustazione di una Birra IPA classica

Dal punto di vista visivo, la birra IPA ha un colore giallo ambrato e una schiuma compatta mediamente persistente. Invece il gusto si caratterizza per una buona corposità, amara e con ridotta effervescenza. Emergono note di cacao (derivate dalla tostatura del malto) e un aroma erbaceo. Nonostante l’alcolicità, di 5,8%, in bocca risulta equilibrata e mai pungente.

Si consiglia di abbinare la birra IPA con formaggi di media stagionatura (meglio di latte di mucca), formaggi erborinati, prosciutto dolce, pesce bianco e crostacei. In linea generale con alimenti a tendenza dolce.


 
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