lunedì 28 settembre 2020
Flair bartending
domenica 27 settembre 2020
Lounge bar
sabato 26 settembre 2020
Bevanda alcolica
- fermentazione alcolica degli zuccheri contenuti nei frutti o nei cereali (ad esempio il vino dall'uva o la birra dall'orzo)
- distillazione (per ottenere acquavite) di:
- bevande fermentate (ad esempio il brandy dal vino)
- cereali o altri vegetali ricchi di glucidi o amidi (ad esempio la vodka da grano e patate)
- residui della produzione di bevande fermentate (ad esempio la grappa dalle vinacce)
- assemblaggio diretto di alcol di origine agricola con olii essenziali ottenuti dalla distillazione di erbe officinali, frutta, scorze di agrumi, ecc., oppure ottenuti dalla macerazione (a freddo), infusione (a caldo) o percolazione dell'alcol o altro solvente con le essenze citate. Questi miscugli vengono successivamente completati con sciroppo di zucchero, acqua (per il raggiungimento della gradazione alcolica desiderata), ed eventualmente coloranti. In tali casi le bevande alcoliche vengono denominate liquori o amari (che sono due prodotti diversi)
- aromatizzazione del vino (vini aromatizzati) o altri prodotti vitinicoli aromatizzati
- miscelazione di prodotti alcolici con altre sostanze per ottenere cocktail.
Storia
Alcol e salute
L'etanolo ha molteplici effetti sull'organismo umano, di natura:- energetica, viene convertito in acetil CoA bypassando il ciclo di Krebs
- farmacologica, di ampio spettro: ha sia funzione diretta su recettori determinati, sia azione aspecifica, in particolar modo destabilizzando le membrane cellulari
- tossica, a livello epatico, pancreatico e cerebrale, ma non solo (ad esempio delirium tremens)
- di dipendenza, sviluppando diversi disturbi psichici: demenza, psicosi, disturbi dell'umore, d'ansia, disfunzione sessuale, disturbi del sonno.
L'abuso di alcol in gravidanza può causare danni fisici e mentali al feto.
Esempi di bevande alcoliche
Origine |
Bevanda fermentata |
Bevanda distillata |
Liquore |
---|---|---|---|
succo d'agave |
Pulque |
tequila, mescal |
|
anice |
|
|
Mastika, ouzo, pastis, arak, sambuca, mistrà |
sciroppo di canna da zucchero |
|
aguardiente, rum, cachaça |
Sang som |
succo di palma |
vino di palma |
arrak |
|
cereali |
birra (orzo), sake (riso), chicha, kvas, |
bourbon, gin, mei kwei lu chew (riso), shōchū (riso), whisky,
vodka |
|
sciroppo di miele |
idromele |
|
|
latte |
kumis, kéfir |
|
|
succo di mela o di pera |
sidro |
Calvados |
|
succo di prugna |
|
slivovitz, schnaps |
umeshu |
succo d'uva |
vino |
Armagnac, brandy, Cognac, grappa, marc acquavite d'uva |
|
banana |
birra di banana |
|
|
erbe aromatiche |
|
acquavite di genziana |
Centerba, Amaro Lucano, Certosino, Latte di suocera, Arquebuse,
Bénédictine, Chartreuse |
Alcolici e dottrine spirituali
venerdì 25 settembre 2020
Un alcolico con un nome curioso
Non dovrebbe sembrare curioso, ed invece quello della vodka è un nome che nasconde un fondo di curiosità.
Sembra infatti che l'etimologia del nome sia piuttosto incerta, in parallelo con l'origine della bevanda alcolica, contesa tra Russia e Polonia. Ad ogni modo, secondo le fonti più accreditate, sembra che il nome derivi da una crasi della lingua russa, in cui sono stati uniti due elementi distinti.
In russo, "vodka" significa fondamentalmente "piccola acqua", o "acquetta". La parola per acqua è "voda" e "ka" è un finale diminutivo.
Un nome che sembra suggerire una razione piccola di acqua, ma che a conti fatti è ben altro…!
giovedì 24 settembre 2020
Caffetteria
Storia
Le origini
Il Settecento
L'Ottocento
Il Novecento
Il Duemila
mercoledì 23 settembre 2020
Cocktail
Storia
(EN)
«"Cocktail" is a
stimulating liquor composed of spirits of any kind, sugar, water,
and bitters.»
|
(IT)
«Il "Cocktail" è
una bevanda stimolante composta da superalcolici di vario tipo,
zucchero, acqua e amari.»
|
(Balance and
Columbian Repository)
|
Etimologia
- potrebbe derivare dai termini inglesi cock (gallo) e tail (coda), forse per il fatto che verso il 1400 nelle campagne inglesi si beveva una bevanda variopinta ispirata ai colori della coda del gallo da combattimento;
- potrebbe derivare dal termine francese coquetier, un contenitore per uova che veniva usato a New Orleans per servire liquori durante il XIX secolo;
- potrebbe essere una distorsione dal latino [aqua] decocta, cioè acqua distillata;
- potrebbe derivare dalla leggenda che narra di una nave di ricchi inglesi che, approdando in Sud America, festeggiavano bevendo liquori europei e succhi tropicali mescolati con una colorata piuma di gallo;
- nel 1600-1700 i marinai inglesi approdavano nel porto di Campeche in Messico, dove veniva loro servita una bibita mista con all'interno una radice o erba che i locali in lingua spagnola chiamavano "coda da gallo" (cola de gallo). Da li cock-tail;
- potrebbe derivare da una leggenda medioevale per la quale l'inizio della giornata era segnato dal canto del gallo, mentre la fine da una bevanda alcolica. Segnando la fine della giornata venne chiamata l'usanza "cock-tail", nonché coda di gallo.
Preparazione
Ingredienti
Gli ingredienti sono suddivisibili in tre categorie principali, ossia basi, coloranti ed aromatizzanti.- Base: la base è l'elemento intorno al quale si costituisce il cocktail, di solito si tratta di un distillato bianco (o scuro) che dà struttura alla bevanda. In base alla caratterizzazione del liquore si avranno basi neutre (es. vodka o rum), parzialmente caratterizzati (es. whiskey o cachaça) o fortemente caratterizzati (es. gin o tequila)
- Aromatizzante: l'aromatizzante è l'elemento che arricchisce il ventaglio olfattivo e gustativo, liquori o creme sono generalmente quelli più usati che danno profumo e gusto.
- Colorante: il colorante migliora il colore e la piacevolezza della bevanda; è un soft drink come cola, tonica, sciroppi, frutta. Nel cocktail ne influenza l'aspetto visivo e il gusto.
- Decorazione: serve per migliorare l'impatto estetico
della bevanda; alcune volte può anche variare l'aroma del cocktail,
come ad esempio le "crustas", ossia zucchero o sale
passati sul bordo del bicchiere inumidito. Solitamente si utilizza
frutta (bucce o spicchi di agrumi, ciliegie sotto spirito, olive) o
aromi (zucchero, sale, cacao, noce moscata).
Unità di misura
- Centilitri (cl.): è l'unità di misura più precisa, in quanto permette dosaggi molto piccoli. Necessita del jigger, attrezzo che permette di misurare precisamente la razione di liquido, e dell'utilizzo del bicchiere adatto alla ricetta, in quanto ogni bicchiere ha una capacità standardizzata. È il dosaggio utilizzato nello stile classico, dall'IBA, dall'AIBES, e dall'AIBM.
- Once (oz.): è l'unità di misura più quantizzata e rapida, ma meno precisa (un'oncia equivale a 3 cl.). Per calcolare l'oncia è possibile utilizzare il pourer, strumento utilizzato soprattutto nell'american bartending, stile che necessita di rapidità, ed utilizzata pertanto dai ricettari di tali categorie.
- Decimi (x/x): è l'unità di misura più adattabile. Può essere espressa in decimi, terzi, quarti, quinti, mezzi e altre unità inferiori/superiori a seconda della ricetta. Nell'ambito del Barman classico l'AIBES ha iniziato ad usare la linea di ricette indicate in centilitri affiancata a quella decimale. I motivi del lento abbandono della notazione decimale vanno ricercati nella sua imprecisione e nel fatto che ogni bicchiere ha una capacità differente, e senza conoscerla a priori è impossibile realizzare un cocktail perfetto utilizzando il sistema in decimi, mentre il sistema in once e in cl non crea problemi di questo tipo.
Tecniche di miscelazione
Ogni cocktail necessita di una tecnica particolare di preparazione, che valorizzi gli aspetti gustativi ed estetici finali caratteristici di ogni composto. Le tecniche principali sono:- Shaking (o Shakerato): gli ingredienti vengono inseriti in uno shaker pieno di ghiaccio e quindi mescolati tramite lo scuotimento dello strumento (la durata dell'agitazione deve essere intorno a 10-20 secondi). Questa tecnica permette, oltre la miscelazione di liquidi difficilmente miscibili, un'ossigenazione e abbassamento della temperatura rapida del liquido.
- Stirring (o Mescolato): gli ingredienti vengono versati direttamente nel bicchiere o in un mixing glass e mescolati con uno stirrer o un cucchiaio da bar. Questa tecnica, utilizzata principalmente con ingredienti con densità simile, permette di mischiare dolcemente gli ingredienti mantenendo al contempo le note caratteristiche degli ingredienti ben distinguibili.
- Mixing & Straining: gli ingredienti vengono mescolati in un mixing glass o shakerati (senza ghiaccio), quindi si filtra il composto con uno strainer nel bicchiere spesso precedentemente raffreddato. Questa tecnica permette di mescolare
- Muddler (o Pestato): gli ingredienti solidi (Zucchero, frutta, herbe) vengono pestate con un muddler, per far fuoriuscire l'essenza.
- Build: gli ingredienti vengono versati direttamente nel bicchiere. La variante del build è chiamato layer, esso prevede che gli ingredienti si versano in un bicchiere piccolo (solitamente shot) molto delicatamente, facendo in modo che i liquidi, che devono avere densità diverse, rimangano stratificati e non mescolati; solitamente, per semplificare il lavoro, i liquidi vengono versati sul dorso di uno stirrer o un cucchiaio da bar poggiato sul bordo del bicchiere.
- Frozen: gli ingredienti vengono versati in un blender riempito di ghiaccio e frullati in modo da ricavare una bevanda simile ad un sorbetto o anche con consistenza liquida e vellutata.
Stile
- Bartender
- classico
- flair bartender
Classificazione
I cocktail possono essere classificati in base a vari fattori caratterizzanti, tra i quali il momento del consumo, la presentazione, la capacità o la struttura. Ne risulta una serie di possibili categorizzazioni.Momento del consumo
I cocktail vengono consumati solitamente nella seconda parte della giornata. La categorizzazione secondo il momento di consumo quindi si distingue principalmente sulla base dell'effetto dato all'organismo, dividendo i composti quindi il momento del consumo è distinto sulla base della cena:- Pre dinner: vengono serviti come aperitivi, dal latino aperire (aprire); molti sono caratterizzati dalla proprietà di stimolare la salivazione e, di riflesso, l'appetito. Salvo eccezioni, sono caratterizzati dalla prevalenza di aromi amareggianti. In Italia vengono spesso supportati da stuzzichini di contorno.
- After dinner: serviti dopo cena, possono essere digestivi oppure sostituire e\o accompagnare un dessert. Sono caratterizzati dalla presenza di liquori e creme, una composizione olfattiva e gustativa complessa, abbinati spesso ad una componente alcolica decisa.
- Any time: sotto questo termine vengono inseriti
molti cocktail, dai sapori molto variegati ma accomunati da sapori
spesso freschi e dissetanti, oppure dolci. Sono composti da una base
alcolica molto variabile, l'uso di addolcitori, succhi di frutti o
analcolici e spesso riccamente decorati. L'Highball rientra nella
categoria dei Any time, in quanto presenta una presenza molto
abbondante di componenti analcolici.
Presentazione
- Liquido: è lo stato principale dei cocktail, con o senza ghiaccio
- Cremoso: contiene crema di latte, uova o un altro ingrediente che possa rendere il composto semifluido (succo di pomodoro, gelato, liquore cremoso)
- Frozen: gli ingredienti sono frullati con ghiaccio, ricavando un composto simile ad un sorbetto o liquido.
- Pestato: gli ingredienti sono pestati e serviti
con ghiaccio tritato grossolanamente.
Capacità
I cocktail possono esser serviti in vari bicchieri- Shot: serviti in bicchieri da cicchetto
- Short drink, se serviti nelle coppette da cocktail
- Medium drink se serviti in tumbler bassi
- Long drink se serviti in tumbler alti o altri bicchieri di alta capacità; con il termine si è passati anche ad indicare cocktail definiti più correttamente Highball, ossia bevande in cui la componente analcolica è superiore alla componente alcolica.
Struttura
La classificazione secondo la struttura è la più eterogenea e variabile fra tutte, in quanto basata sui sapori e sulla composizione. Dato che col tempo sono aumentati sia la disponibilità degli ingredienti che il consumo di cocktail, il numero di varianti è cresciuto considerevolmente, dando origine a molte classi, stili e famiglie.
Classe |
Caratteristica |
Stile (famiglia) |
---|---|---|
Ancestral, Sour & Julep |
Sono accomunati dall'uso dello zucchero: gli ancestral
contengono Soda, i sour limone o lime (chiamato Sweet & sour),
i julep menta |
|
Duo e Trio |
I duo contengono un liquore e un distillato, i trio aggiungono
un ingrediente cremoso come la crema di latte o la crema di
whiskey |
|
French-italian |
Presenza di vino spumante e/o vermouth |
|
Highball, ormai sostituito dal Juice (Rock Alto) (Long Drink) |
Presenza preponderante di analcolici |
|
Hard Drink |
Presenza preponderante o esclusiva di distillati |
|
Snappers |
Presenza di ingredienti sapidi quali succo di pomodoro o uova |
|
Bowl |
Presenza di frutta intera, zucchero e spezie. Spesso son
serviti in grosse ciotole o caraffe |
|
Orphan |
tutti quelli che non rientrano in alcuna categoria |
|
martedì 22 settembre 2020
Milano é preoccupata sul protrarsi dello smart working
Qualche giorno fa sono stato in ufficio a Milano e verso le 11 mi sono preso un caffè nel solito bar.
Zona molto bella della città, locale normalmente sempre pieno, per le colazioni, per i pranzi, per i piatti da asporto e per gli aperitivi. Insomma, una piccola gallina dalle uova d'oro con 60 coperti e un bancone da sei metri. Quasi un ristorante più che è un bar!
Entro e lo trovo completamente vuoto, tranne per un signore anziano che stava leggendo il giornale. Al bancone c'è solo il proprietario, un ragazzo sotto i quaranta che normalmente veniva solo per le colazioni la mattina, per poi tornare alla sera, lasciando la gestione delle attività al fratello minore e agli otto (otto) dipendenti.
Non riesco a trattenermi e sgrano gli occhi dietro la mascherina.
Lui se ne accorge e mi dice che da quando ha riaperto dopo il lockdown, è cambiato tutto. Tutti gli uffici della zona sono ancora semideserti, quindi niente colazioni e niente pranzi. Per gli aperitivi non si fa vedere quasi nessuno, perché ormai non c'è più nessuno di passaggio che esca dalle palestre o dagli uffici. Lavorano tutti da casa e nessuno ha bisogno del caffè o di un tramezzino o di un piatto di insalata.
Dò un'occhiata al locale e di 60 coperti ne saranno rimasti una quindicina. Il bancone della colazione a buffet è sostituito da mensole su cui ha messo in vendita cioccolate e marmellate artigianali.
Mi dice molto candidamente che ha dovuto lasciare a casa tutti gli otto dipendenti e sono rimasti solo lui e il fratello. Sono passati da fatturare 8.000 euro al giorno ad incassarne poco più di 300. Mi dice che non sa se a gennaio dell'anno prossimo riuscirà ancora a tenere aperto.
Mi dispiace.
Gli dico che forse tante aziende hanno ancora paura a togliere lo smart working, e che anche le persone sono timorose.
Sbotta ed inizia ad urlare che non c'è niente di cui aver paura e che "la gente non ha voglia di fare un ca**o". È visibilmente arrabbiato. Arrabbiato e preoccupato.