domenica 29 settembre 2024

Mary Celeste: La Nave Fantasma e il Mistero del Vento d’Alcol


La storia della Mary Celeste rimane uno dei misteri più famosi e inquietanti della navigazione. Capitata da Benjamin Briggs, la nave mercantile salpò da New York nel novembre del 1872 con destinazione Genova, trasportando circa 1.700 barili di alcolici, insieme al capitano, alla moglie, alla figlia neonata e a un equipaggio di sette uomini. Quello che doveva essere un viaggio commerciale ordinario si trasformò in una delle vicende più enigmatiche del XIX secolo, alimentando leggende su navi fantasma, pirati, trombe marine e fenomeni soprannaturali.

Secondo il diario di bordo di Benjamin Briggs, i primi giorni di navigazione furono regolari. La nave affrontava il mare aperto con calma, e non c’erano segni di problemi meccanici o meteorologici di rilievo. Tuttavia, prima di raggiungere l’Europa, qualcosa accadde: la Mary Celeste fu trovata alla deriva, senza nessuno a bordo.

Quando la nave fu scoperta al largo delle Azzorre, la scena apparve quasi surreale. La Mary Celeste era intatta, i portelli dei boccaporti erano stati rimossi e la scialuppa di salvataggio mancava, ma non c’erano tracce di lotta, incendio o danni evidenti alla struttura. Gli effetti personali erano ancora al loro posto, il carico sembrava sostanzialmente integro e la nave non mostrava segni di pericolo imminente. Il diario del capitano era presente, così come l’equipaggiamento di bordo, suggerendo che la partenza fosse stata improvvisa e non il risultato di un ammutinamento o di attacchi esterni.

Le teorie proposte nei decenni successivi furono molteplici. Alcuni ipotizzarono trombe marine o onde giganti, altri pensarono a pirati o a un ammutinamento interno, mentre non mancarono spiegazioni più fantasiose, come il coinvolgimento di fenomeni paranormali o extraterrestri. Tuttavia, nessuna di queste teorie possedeva prove concrete sufficienti a spiegare la sparizione di Briggs e del suo equipaggio.

Le indagini condotte nel XIX secolo, però, portarono a un particolare curioso che potrebbe aver risolto gran parte del mistero. Delle circa 1.700 botti di alcolici caricate sulla nave, nove risultavano vuote. Non solo, ma queste nove botti erano di quercia rossa, mentre le altre erano di quercia bianca.

Secondo Brian Dunning di Skeptoid, questo dettaglio è cruciale: la quercia bianca è impermeabile, mentre la quercia rossa è porosa. Ciò significa che circa 300 galloni di alcol potrebbero essere fuoriusciti dalle botti porose, accumulandosi nella stiva e creando una situazione estremamente pericolosa. L’alcol, infatti, evaporando rapidamente, produce vapori altamente infiammabili che avrebbero potuto portare a esplosioni o incendi se non adeguatamente ventilati.

Secondo questa ricostruzione, l’equipaggio, comprendendo il pericolo derivante dai vapori d’alcol, decise di ventilare la stiva rimuovendo i portelli dei boccaporti. Tuttavia, il problema era più complesso di quanto potessero gestire: i vapori erano già diffusi nell’aria e il rischio di un’esplosione rimaneva elevato.

In preda al panico, tutti si radunarono sulla scialuppa di salvataggio, con l’intenzione di rimanere vicino alla Mary Celeste, legando la zattera a bordo con una robusta cima. L’idea era quella di poter riavvicinarsi alla nave più grande una volta che il pericolo fosse passato. Purtroppo, un incidente fatale comprometteva il piano: la cima si ruppe, separando la scialuppa dalla nave. La Mary Celeste, sospinta dal vento e dalla corrente, si allontanò rapidamente, lasciando l’equipaggio disperso nell’oceano Atlantico.

Questa spiegazione, pur essendo teorica, ha il vantaggio di combinare prove materiali, come le botti vuote e il tipo di legno, con il comportamento razionale dell’equipaggio, eliminando la necessità di ipotesi sensazionali come pirati o fenomeni naturali straordinari.

Prima che emergesse l’ipotesi dei vapori d’alcol, storici e ricercatori avevano avanzato diverse spiegazioni:

  1. Pirateria: improbabile, poiché non c’erano segni di violenza o furto, e il carico rimase intatto.

  2. Ammutinamento: poco coerente con la presenza del diario di bordo e degli effetti personali.

  3. Trombe marine o onde giganti: fenomeni naturali di questo tipo avrebbero probabilmente danneggiato la nave, cosa che non avvenne.

  4. Fenomeni soprannaturali: completamente infondati e privi di prove.

In confronto, la teoria dell’evaporazione dei vapori d’alcol spiega la rimozione dei portelli dei boccaporti, l’uso della scialuppa di salvataggio e la dispersione improvvisa dell’equipaggio.

La vicenda della Mary Celeste ha affascinato scrittori, registi e appassionati di misteri marittimi per più di un secolo. La nave fantasma è stata raccontata in romanzi, articoli di giornale e programmi televisivi, spesso enfatizzando gli elementi soprannaturali o misteriosi.

Nonostante la spiegazione più plausibile dei vapori d’alcol, la storia della Mary Celeste continua a ispirare leggende e miti, alimentando il fascino per le navi fantasma e i misteri irrisolti del mare. La combinazione di persone scomparse, una nave intatta e un carico pericoloso ha creato un modello narrativo perfetto: razionalmente spiegabile, ma emotivamente potente.

La vicenda della Mary Celeste offre insegnamenti importanti sulla sicurezza in mare e sulla gestione dei carichi pericolosi. Evaporazioni e accumuli di vapori infiammabili possono essere mortali, e la gestione dei rischi richiede non solo conoscenze tecniche, ma anche calma e procedure strutturate.

Dal punto di vista storico, la Mary Celeste ci ricorda anche quanto sia fragile l’equilibrio tra preparazione e imprevisto in navigazione. Nonostante un equipaggio esperto e una nave in perfette condizioni, piccoli dettagli come la porosità delle botti possono determinare la tragedia.

Il mistero della Mary Celeste, almeno nella sua spiegazione più plausibile, non è opera di pirati o fantasmi, ma il risultato di circostanze tragiche e razionali: la fuoriuscita di alcol da botti porose, la reazione dell’equipaggio per ventilare la nave e il conseguente abbandono sulla scialuppa di salvataggio. Sebbene il destino finale di Briggs, della moglie, della figlia e dell’equipaggio rimanga sconosciuto, la ricostruzione basata su prove materiali offre un quadro coerente della tragedia.

La leggenda della Mary Celeste sopravvive perché combina elementi di mistero, coraggio e pericolo, ricordandoci che il mare, anche oggi, può trasformare in tragedia le decisioni più prudenti. La storia continua a essere un caso di studio affascinante per storici, appassionati di nautica e investigatori di fenomeni marittimi insoliti.



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