venerdì 5 novembre 2021

Un'invenzione, in ambito alimentare, creata per sbaglio

Senza dubbio, la nazione europea che s’innamorò immediatamente del fu l’Inghilterra.



Già la nascita del tè è stata rocambolesca: si sostiene che questa bevanda sia stata scoperta nel 2737 a.C. da un imperatore cinese, quando alcune foglie finirono accidentalmente in una pentola di acqua bollente. Introdotto dai portoghesi ed olandesi nella seconda metà del ‘500, già un secolo dopo divenne, dopo l’acqua, la bevanda più consumata della Gran Bretagna.

Come è noto, per gustare al meglio il tè, le foglie vanno rimosse dall'acqua calda alla fine dell'infusione, e la bustina espleta proprio questo funzione. Ma ci vollero oltre un paio di secoli per arrivare alla loro implementazione, e non fu opera degli inglesi.


New York, 1908.

Thomas Sullivan è un mercante che cerca di ampliare e fidelizzare la sua clientela inviando assaggi di tè. Per renderle anche esteticamente più invitanti, chiude gli infusi in piccole bustine di seta, una sciccherìa attuata per abbellire il prodotto.


Ma alcuni dei destinatari inseriscono la bustina direttamente nella tazza, preservando al meglio il gusto del tè.

Sullivan (coadiuvato dai suoi clienti) ha inventato un rivoluzionario prodotto, che perfeziona negli anni successivi, sostituendo la costosa seta con la più economica carta.


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