mercoledì 21 agosto 2019

Qneu

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Qneu è un liquore a base di ciliegie di Santa Lucia.

Storia

È un liquore a base di ciliegie di Santa Lucia o Ciliegie mahaleb della famiglia delle Rosaceae. Il nome scientifico è Prunus mahaleb di cui mahaleb sarebbe il nome di una vecchia città situata in Libano. Si tratta di una piccola pianta che cresce nelle barriere, preferibilmente in terreno calcareo. In Italia è presente sul Carso. Tipica della cucina del Sud-Est dell'Europa, in particolare Grecia, Armenia, Turchia e Libano, la ciliegia di mahaleb ha un gusto leggermente amaro. È pianta mellifera.

Preparazione

La preparazione viene fatta con la frutta, di molte piccole ciliegie nere violacee, e si fabbrica un aperitivo vicino al guignolet. Occorre lasciare macerare le ciliegie in un vino rosso alcolico (del tipo Sidi Brahim) per molti mesi. Quindi si filtra il tutto ed occorre aggiungere l'alcool di frutto e zucchero. Lasciare sciogliere e un po' di tempo dopo l'aperitivo è pronto.
Quest'aperitivo può anche sostituire il liquore di ribes nero nel kir (un tipo di cocktail). Si raccomanda di berlo nel suo tipo iniziale, senza mescolarlo con altre bevande.

Etimologia

Qneu ha per origine il nome comune maschile Quenot. Si trova questa parola nel grande Larousse del 1930, ma al giorno d'oggi è scomparso. Lo pronuncia attualmente k'neu in borgognone a Côte-d'Or (Costa d'Oro), e si parla di «liqueur de qneu» (liquore di Qneu).

martedì 20 agosto 2019

Awamori

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L'Awamori (泡盛) è una bevanda alcolica che si può trovare a Okinawa in Giappone.

Caratteristiche

È il risultato della distillazione di una soluzione idroalcolica.
Contiene circa il 30% d'alcool. Il titolo alcolometrico del liquore aumenta con l'età di invecchiamento. Gli abitanti di Okinawa lo bevono allungato con acqua e ghiaccio, ma i più vecchi distillati Awamori si possono bere anche, "on the rocks" (con ghiaccio) o in cocktail party.
Un altro nome usato per Awamori a Okinawa è Sake dell'isola (島酒 shima-zake), o abbreviato Shima.
All'inizio del 2005, l'Awamori è venduto a 350 Yen per una tazza e 50.000 Yen per un vasetto di argilla invecchiato.

Storia

Lo Awamori era precedentemente considerato come un Shōchū (un distillato molto popolare in Giappone). Ma il Shōchū (焼酎) è generalmente distillato con riso e grano giapponese, contrariamente all'Awamori che utilizza riso thailandese e grano Indica. Inoltre, lo Awamori utilizza per la fermentazione il fungo nero kōji specifico per Okinawa, mentre il Shōchū utilizza un kōji bianco.
La tecnica di distillazione raggiunge Okinawa nel XV secolo, dalla Thailandia e questa tecnica con il riso thailandese è usato ancora oggi nella relativa produzione. Gli abitanti di Okinawa hanno raffinato la tecnica per renderla più adattata al clima subtropicale ed all'utilizzo del kōji.

Koshu (vecchio liquore)

Un Awamori più vecchio di oltre tre anni ottiene la denominazione di koshu (古酒, vecchio liquore). È invecchiato in vasi di terra in cantine ad una temperatura bassa e costante. Prima della Battaglia di Okinawa durante la seconda guerra mondiale, esistevano koshu con più di 200 o anche 300 anni d'età, ma tutti sono stati persi. Si stanno facendo parecchi tentativi per produrre ancora questo il koshu.

Etimologia

Il nome Awamori si pensa che venga dalle bolle (awa) con l'aggiunta di (mori), durante la relativa distillazione. Ci sono altre teorie sull'origine del nome, malgrado che comunemente la scrittura usa il carattere di kanji (, che sono i caratteri cinesi che sono usati nel sistema logografico giapponese nella scrittura moderna). Uno di questi è che il nome deriva da (anche pronunciato awa), che significa miglio, una materia che veniva usata secoli fa per fare l'Awamori, ora completamente sostituito con il riso.

lunedì 19 agosto 2019

Soju

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Il soju (소주, 燒酒) in coreano) è un distillato originario della Corea. Tradizionalmente si ottiene da riso, orzo o frumento ma i moderni produttori utilizzano anche tapioca e batata. La gradazione alcolica varia dal 16.7% al 45% ma la variante più diffusa è intorno al 20%. Nel 2011 il soju prodotto dalla Jinro è risultato il superalcolico più venduto al mondo.

Storia

Il soju nacque in Corea attorno al XIII secolo nel periodo dell'invasione dei mongoli, che avevano appreso dagli arabi le tecniche di distillazione dell'arak.
Dal 1965 al 1999 per alleviare la carenza di riso, il governo della Corea del Sud proibì la tradizionale distillazione del soju dal riso e si diffuse la produzione a partire da altre materie prime che rimase anche dopo la revoca della proibizione.

Rituale di consumazione

In Corea il soju è relativamente economico ed è l'alcolico più apprezzato e consumato. Il suo consumo prevede una particolare etichetta: non ci si versa il soju da soli; non si rabbocca il bicchiere finché non è vuoto; il bicchiere va tenuto con entrambe le mani se il soju viene versato da una persona rispettata; la bottiglia viene tenuta con la mano destra mentre la mano sinistra sostiene il braccio destro.

domenica 18 agosto 2019

Santo Libre

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Il Santo Libre è un cocktail appartenente alla categoria dei long drink a base di rum e Sprite - gassosa.
Nasce dalla modifica del più famoso cuba libre in cui però si utilizza la cola.
Deve il suo nome all'isola di Santo Domingo dove è stato inventato e dove, chiaramente, è famosissimo.
L'esigenza di chiamare il cocktail in maniera differente è dovuta dalla chiara indicazione di origine del Cuba libre e quindi era necessario sottolineare il diverso luogo di provenienza.
Il Santo Libre è molto meno conosciuto del "fratello maggiore" ma si sta lentamente diffondendo grazie a tutte le persone che, visitando la repubblica dominicana, lo scoprono e lo apprezzano.

Preparazione
La ricetta prevede:
4/10 di rum Blanco
6/10 di Gassosa
Limone (lime)
Servire in tumbler alto colmo di ghiaccio dopo aver miscelato delicatamente senza shaker.

Varianti
L'unica variante consiste nell'utilizzo di rum ambrato al posto di quello blanco.
Alcuni barman ritengono apprezzabile l'aggiunta di 1 o 2 gocce di angostura prima della miscelazione.

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sabato 17 agosto 2019

Abbazia di Weihenstephan

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L'abbazia di Weihenstephan (Kloster Weihenstephan in tedesco) era un monastero benedettino di Frisinga, in Baviera, Germania.

Monastero
San Corbiniano arrivò a Frisinga nel 720 circa e vi fondò la chiesa di Santo Stefano, comunicante con un dormitorio di monaci, secondo la regola celtico-irlandese di San Colombano di Luxeuil, del quale si perdono le tracce prima della fine dell'VIII secolo. Il monastero propriamente detto, dedicato dapprima a san Vito, e più tardi ai santi Stefano e Michele, fu fondato dal vescovo Hitto von Freising all'incirca tra l'811 e l'835. Da allora fino al 1020-1021 fu un monastero di canonici agostiniani. Dal 1021 fu convertito in un'abbazia benedettina. Nell'XI secolo l'abbazia di Weihenstephan è attestata come proprietaria di beni a Valdaora in Provincia di Bolzano.
Durante il processo di laicizzazione della Baviera, l'abbazia fu sciolta (1803) e le sue proprietà vendute. Nel 1810 la chiesa abbaziale, già trasformata col tempo in parrocchia, fu demolita.

Scuola
Nell'autunno del 1803 fu trasferita da Monaco la Scuola Botanica, che andò ad occupare gli edifici rimasti vuoti; contemporaneamente in questi territori nacque un'azienda agricola. Gran parte dei beni della precedente abbazia tra cui edifici, scuderie, foreste e campi, fu trasferita alla scuola botanica o all'azienda. Dal 1804 Max Schönleutner insegnò qui Scienza dell'Agricoltura.
Nel 1807 la vita in entrambe le scuole fu scossa, poiché molti insegnanti e studenti presero parte all'invasione napoleonica della Russia, dalla quale ben pochi fecero ritorno. Nel 1852 la scuola agricola fu ripristinata a Weihenstephan e nel 1895 convertita in università agricola, formando il nucleo della Università Tecnica di Monaco a Frisinga.

Birrificio
La produzione di birra nell'abbazia iniziò probabilmente nell'anno 768, come testimonia un documento di quell'anno facente riferimento ad un giardino di luppolo nella zona che doveva un tributo al monastero. Un birrificio fu effettivamente autorizzato dalla città di Frisinga nel 1040, e questa è la data di fondazione adottata dal moderno birrificio oggi esistente. Quest'azienda vanta uno stimabile record: quello di essere il più antico birrificio ancora funzionante del mondo.
Quando il monastero e il birrificio furono laicizzati sotto Napoleone Bonaparte nel 1803, divennero possedimenti dello stato bavarese. Dal 1923, il birrificio ha assunto il nome di "Birrificio di Stato Weihenstephan" (in tedesco Bayerische Staatsbrauerei Weihenstephan), ed è gestito in collaborazione con l'Università Tecnica di Monaco sia come complesso di produzione all'avanguardia sia come centro per l'apprendimento.


venerdì 16 agosto 2019

Vinho Verde

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Il Vinho Verde (in italiano: Vino Verde) è un vino portoghese originario della provincia storica del Minho nell'estremo nord del paese. L'attuale regione del Vino Verde, designata nel 1908, include anche la vecchia provincia di Minho (nel 1976 la vecchia provincia fu dissolta) e l'area adiacente. Il Vinho Verde non è una varietà d'uva, significa "Vino Verde", e si traduce come "vino giovane", in opposizione al vino più maturo. Può essere rosso, bianco o rosé, e deve essere consumato entro un anno dall'imbottigliamento.
Inizialmente, la leggera effervescenza del vinho verde era originale e derivante dalla fermentazione malolattica, che si opera nella bottiglia. Tra i produttori di vino, questo di solito è considerato un difetto, ma i produttori di vinho verde hanno scoperto che ai consumatori piace che il prodotto abbia una natura leggermente frizzante (in portoghese, questo spunto si chiama agulha, cioè ago) e oggi non ci si affida più a questa pratica naturale e al posto della fermentazione si effettua una carbonazione artificiale. Comunque i vini debbono essere conservati in bottiglie opache per nascondere la torbidità e i sedimenti che la fermentazione malolattica produce.


giovedì 15 agosto 2019

Swimming Pool

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Lo Swimming Pool è un cocktail alcolico a base di vodka, latte di cocco e succo d'ananas.

Descrizione

Letteralmente il nome significa "piscina", ed è dovuto all'intenso azzurro artificiale del cocktail, classico delle piscine. Tale colore viene dato dal Blue Curaçao, vivace liquore all'arancia originario dell'isola olandese da cui prende il nome. Pur essendo molto famoso non è ufficiale IBA; lo Swimming Pool infatti, non è propriamente un cocktail ma perlopiù una bevanda di fantasia che si presenta in diverse varianti, anche molto differenti fra loro. La variante ufficiale è comunque di colore azzurro intenso, a base di Vodka, sciroppo di cocco, panna e succo d'ananas. In origine veniva usato il latte di cocco anziché lo sciroppo. Grazie alla panna e allo sciroppo di cocco il cocktail risulta cremoso e dolce, il ghiaccio tritato gli dona lucentezza e lo rende multisfacettato, proprio come una piscina. Lo Swimming Pool ha una certa parentela con la Piña Colada, in diverse varianti viene sostituita la vodka col rum e lo sciroppo di cocco con il latte di cocco. Anche il Curaçao viene sostituito con altri liquori all'arancia.

Ingredienti

  • 4cl di Vodka
  • 2cl di Blue Curaçao
  • 4cl di sciroppo di cocco
  • 10cl di succo d'ananas
  • 2cl di panna fresca
  • pezzetti d'ananas
  • ciliegia maraschino (decorazione)

Preparazione

Miscelare in modo accurato ma non energico nello shaker tutti gli ingredienti insieme ad alcuni cubetti di ghiaccio, con un filtro versare il contenuto in un bicchiere alto da long drink (tipo Hurricane) precedentemente riempito con del ghiaccio tritato. Aggiungere dei pezzetti d'ananas e guarnire con una ciliegia maraschino.

Valori nutrizionali

per porzione (valori indicativi relativi alla quantità della lista ingredienti)
  • calorie: 246kcal
  • valore energetico: 1033kj
  • grassi : 2,3g
  • carboidrati: 14,5g
  • proteine: 1g

 
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