giovedì 20 giugno 2024

Veuve Monsigny di Aldi: uno Champagne sorprendente… ma c’è di meglio




Non sono un cliente abituale dello Champagne Veuve Monsigny di Aldi, anche se negli ultimi anni l’ho assaggiato più volte, soprattutto quando invitato in altre occasioni. E ogni volta, devo ammettere, la mia impressione è stata piuttosto positiva.

Partiamo dal punto forte: per un vero Champagne, il rapporto qualità-prezzo è eccellente. Veuve Monsigny ha quel classico profilo sensoriale che ci si aspetta da uno Champagne: note di lievito, un’acidità vivace, bollicine fini e un gusto piacevolmente fresco. Non è uno Champagne particolarmente complesso o profondo, e i suoi aromi non si evolvono con la stessa ricchezza dei marchi più prestigiosi. Se lo confrontiamo con nomi come Piper Heidsick, Lanson o Laurent Perrier, la differenza è evidente: quei marchi più costosi offrono un bouquet aromatico più ricco e stratificato, con una complessità maggiore in bocca.

Eppure, nonostante questa semplicità, Veuve Monsigny resta un prodotto piacevole e ben fatto. È equilibrato, fresco e senza difetti evidenti, e per chi cerca uno Champagne accessibile è sicuramente una scelta valida. In molte occasioni, questo lo rende superiore a diversi spumanti non-Champagne nella stessa fascia di prezzo.

Allora perché, se è così piacevole, non lo compro più spesso? La risposta sta nel rapporto qualità-prezzo rispetto ad alternative equivalenti o migliori. In Francia, ad esempio, è possibile trovare Crémants molto interessanti a prezzi simili o addirittura inferiori: Crémant de Bourgogne selezionato dalla Confrerie du Tastevin, attualmente prodotto da Veuve Ambal, costa circa 9–11 euro e offre un’esperienza più complessa e strutturata rispetto a Veuve Monsigny.

Un altro esempio è il Crémant d’Alsace realizzato da Lucien Gantzer a Gueberschwihr. Qui parliamo di un produttore artigianale che lavora con cura e precisione, offrendo bollicine eleganti e un gusto sorprendentemente raffinato per il prezzo. Anche se l’acquisto richiede un ordine diretto, la qualità vale ampiamente il piccolo sforzo logistico.

Quindi, pur riconoscendo i meriti di Veuve Monsigny, la mia preferenza personale va verso bollicine alternative che, a parità di prezzo, offrono più carattere, complessità e profondità. Questo non significa che Veuve Monsigny sia cattivo: al contrario, è uno Champagne corretto, piacevole e senza difetti. Ma se si è disposti a esplorare un po’ di più, si possono scoprire vere perle nei Crémants, spesso a un prezzo più contenuto e con maggiore soddisfazione al palato.

Veuve Monsigny di Aldi rappresenta un’ottima introduzione al mondo dello Champagne senza spendere troppo, ma chi cerca qualcosa di più caratteristico o complesso troverà alternative superiori tra i Crémants francesi, che offrono la stessa eleganza con una personalità più marcata.





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