Non sono un cliente abituale dello Champagne Veuve Monsigny di Aldi, anche se negli ultimi anni l’ho assaggiato più volte, soprattutto quando invitato in altre occasioni. E ogni volta, devo ammettere, la mia impressione è stata piuttosto positiva.
Partiamo dal punto forte: per un vero Champagne, il rapporto qualità-prezzo è eccellente. Veuve Monsigny ha quel classico profilo sensoriale che ci si aspetta da uno Champagne: note di lievito, un’acidità vivace, bollicine fini e un gusto piacevolmente fresco. Non è uno Champagne particolarmente complesso o profondo, e i suoi aromi non si evolvono con la stessa ricchezza dei marchi più prestigiosi. Se lo confrontiamo con nomi come Piper Heidsick, Lanson o Laurent Perrier, la differenza è evidente: quei marchi più costosi offrono un bouquet aromatico più ricco e stratificato, con una complessità maggiore in bocca.
Eppure, nonostante questa semplicità, Veuve Monsigny resta un prodotto piacevole e ben fatto. È equilibrato, fresco e senza difetti evidenti, e per chi cerca uno Champagne accessibile è sicuramente una scelta valida. In molte occasioni, questo lo rende superiore a diversi spumanti non-Champagne nella stessa fascia di prezzo.
Allora perché, se è così piacevole, non lo compro più spesso? La risposta sta nel rapporto qualità-prezzo rispetto ad alternative equivalenti o migliori. In Francia, ad esempio, è possibile trovare Crémants molto interessanti a prezzi simili o addirittura inferiori: Crémant de Bourgogne selezionato dalla Confrerie du Tastevin, attualmente prodotto da Veuve Ambal, costa circa 9–11 euro e offre un’esperienza più complessa e strutturata rispetto a Veuve Monsigny.
Un altro esempio è il Crémant d’Alsace realizzato da Lucien Gantzer a Gueberschwihr. Qui parliamo di un produttore artigianale che lavora con cura e precisione, offrendo bollicine eleganti e un gusto sorprendentemente raffinato per il prezzo. Anche se l’acquisto richiede un ordine diretto, la qualità vale ampiamente il piccolo sforzo logistico.
Quindi, pur riconoscendo i meriti di Veuve Monsigny, la mia preferenza personale va verso bollicine alternative che, a parità di prezzo, offrono più carattere, complessità e profondità. Questo non significa che Veuve Monsigny sia cattivo: al contrario, è uno Champagne corretto, piacevole e senza difetti. Ma se si è disposti a esplorare un po’ di più, si possono scoprire vere perle nei Crémants, spesso a un prezzo più contenuto e con maggiore soddisfazione al palato.
Veuve Monsigny di Aldi rappresenta un’ottima introduzione al mondo dello Champagne senza spendere troppo, ma chi cerca qualcosa di più caratteristico o complesso troverà alternative superiori tra i Crémants francesi, che offrono la stessa eleganza con una personalità più marcata.
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