Lo champagne (in italiano, raro,
sciampagna) è uno spumante metodo classico, famoso in tutto
il mondo e comunemente associato ai concetti di lusso e festa; prende
il nome dalla regione della Champagne, situata nel nord-est della
Francia, dove il vino è prodotto.
Lo champagne è uno dei pochi vini ai quali sia stato attribuito un
inventore, l'abate benedettino Dom Pierre Pérignon, anche se sulla
storia della sua origine esistono versioni differenti.
I vini della regione della Champagne
erano conosciuti fin dal medioevo; venivano prodotti principalmente
dai monaci delle numerose abbazie presenti nella regione, che lo
usavano come vino da messa. Ma anche i regnanti francesi apprezzavano
molto questi vini, fini e leggeri, tanto da offrirli in segno di
omaggio agli altri regnanti europei. Si trattava però principalmente
di vini fermi, quindi senza spuma, e rossi.
Le guerre e i saccheggi, che nel 1600
devastarono la regione, causarono la distruzione e l'abbandono delle
abbazie e dei conventi, e quindi il decadimento delle annesse vigne.
Intorno al 1670, Pierre Pérignon,
giovane monaco benedettino, giunse all'abbazia d'Hautvillers, vicino
a Épernay, con l'incarico di tesoriere; egli trovò il convento e le
vigne in uno stato di totale abbandono e si adoperò per rimetterle
in sesto.
Il suo lavoro fu indirizzato
principalmente alla produzione del vino; da perfezionista qual era,
si applicò alla selezione delle uve migliori (la sua scelta cadde
sul pinot nero), al privilegiare i terreni più vocati alla
produzione, ad affinare le tecniche del taglio dei vini (assemblaggio
di uve dello stesso tipo provenienti da zone diverse), e a preferire
una spremitura dolce per ottenere un mosto chiaro anche se da uve a
bacca nera (tutte tecniche caratteristiche, ancora oggi, della
produzione dello champagne).
Rimane il dubbio sulla genesi della
trasformazione del vino fermo in vino spumante.
- Una versione afferma che lo champagne sia nato casualmente per errore durante il processo di vinificazione di alcuni vini bianchi; tale errore avrebbe causato lo scoppio di alcune bottiglie poste ad affinare in cantina e quindi portato alla scoperta, da parte dell'abate, della "presa di spuma".
- Un'altra versione afferma che l'abate, per rendere più gradevole il vino prodotto, vi aggiungesse in primavera dei fiori di pesco e dello zucchero, tappando successivamente la bottiglia con tappi di legno di forma tronco-conica; allo stappare della bottiglia si produceva della spuma.
- Un'ulteriore versione afferma che i viticoltori che usavano vinificare le uve di pinot si fossero resi conto che il vino ottenuto invecchiava male nelle botti, per cui decisero di imbottigliarlo subito dopo la fermentazione; nelle bottiglie questo vino conservava efficacemente gli aromi, ma aveva il difetto di diventare naturalmente spumante, il che comportava lo scoppio di molte bottiglie.
Quale che sia la versione, l'abate
arrivò alla conclusione che la spuma fosse dovuta a una
rifermentazione (dovuta a errori nella vinificazione o all'aggiunta
di lieviti — contenuti nei fiori di pesco — e di zucchero) del
vino, con conseguente produzione di anidride carbonica. A questo
punto, resosi conto della gradevolezza del vino "spumante",
decise di perfezionarne la produzione.
Messe da parte le versioni più o meno
romanzate, i veri grandi meriti di Dom Pérignon nell'evoluzione
della tecnica di produzione dello champagne furono quelli di definire
il vitigno più adatto (il pinot noir), di applicare
metodicamente la tecnica dell'"assemblaggio" e di
sostituire i tappi di legno a forma tronco-conica, usati fino ad
allora, con tappi di sughero, ancorati al collo della bottiglia per
mezzo di una gabbietta metallica.
Da quel momento in poi anche altri
proprietari di vigne della zona cominciarono a produrre il vino
seguendo le indicazioni dell'abate e i nuovi produttori contribuirono
all'affinamento e al miglioramento della tecnica di produzione dello
champagne.
Ad esempio il problema della formazione
di un deposito nelle bottiglie durante la permanenza in cantina per
la seconda fermentazione (la cosiddetta feccia) fu risolto dai
tecnici dell'azienda di Barbe Nicole Ponsardin, vedova Clicquot (la
famosa Veuve Clicquot); essi idearono le pupitres
(strutture a "V" rovesciata costituite da due tavole di
legno incernierate su un lato e dotate di fori in cui inserire i
colli delle bottiglie) e misero a punto il remuage sur pupitres,
tecnica che consentiva di effettuare la separazione dei lieviti dal
vino, dando così allo champagne la limpidezza che lo caratterizza.
La crescita della popolarità dello
champagne ha portato alla nascita di aneddoti e leggende
difficilmente verificabili, come il fatto che Dom Pérignon fosse un
esperto assaggiatore di vini (in realtà egli era astemio ma, essendo
anche vegetariano, era un eccellente assaggiatore di uve), la
confessione in punto di morte da parte di Dom Pérignon della ricetta
segreta dello champagne (non di ricetta si trattava, ma soltanto
dell'indicazione di aggiungere al vino zucchero e miscela di
liquori), il fatto che la forma del bicchiere a coppa in cui veniva
servito fosse stata modellata sulla forma - considerata perfetta -
del seno di Madame de Pompadour o forse Diana di Poitiers, e altre
ancora.
Rimane il fatto che lo champagne è un
vino spumante la cui notorietà è diffusa in tutto il mondo e il cui
uso ha assunto valenza simbolica in varie situazioni (basti pensare
al varo delle navi, alle premiazioni delle gare automobilistiche e
ciclistiche e in generale a tutte le celebrazioni di eventi
particolarmente importanti).
Lo champagne è un vino che presenta
varie caratteristiche particolari rispetto agli altri grandi vini:
- la vendemmia viene effettuata manualmente (il disciplinare vieta l'uso delle macchine vendemmiatrici) in quanto è essenziale che l'uva arrivi al corretto grado di maturazione e perfettamente integra alla pigiatura.
Lo champagne può essere anche un
bianco ottenuto da uve a bacca nera - il pinot noir e il pinot
meunier - vinificate in bianco - vedi più avanti nella sezione
"vinificazione".
- quasi sempre viene effettuato l'"assemblaggio" tra vini di provenienza e di millesimi differenti, al fine di assicurare una continuità delle caratteristiche qualitative e organolettiche. L'indicazione del millesimo, facoltativa, è possibile solo quando vengono assemblati vini della stessa annata; ciò è generalmente indice di un'elevata qualità. Ancor più particolare e di pregio è uno champagne millesimato la cui base è composto da uve di un solo vigneto (cru), specie se mono varietà (solo chardonnay, solo pinot nero, solo pinot meunier).
- è un vino spumante mantenuto in pressione nella bottiglia per mezzo di un tappo a forma di fungo (contrariamente alla forma cilindrica dei tappi normalmente utilizzati), coperto da una capsula metallica e trattenuto da una gabbietta in fil di ferro. All'apertura, il tappo tenderà a saltare e lo champagne a fuoriuscire rapidamente producendo molta schiuma, il che ne rende il servizio leggermente complesso. Una volta versato nel bicchiere, si ha la produzione più o meno persistente di bollicine (perlage) che tendono a salire verso la superficie del liquido.
- la marca (non obbligatoria), cioè il nome di fantasia in etichetta che identifica uno specifico prodotto, è un elemento essenziale per l'identificazione; gli champagne più pregiati sono champagne di marca (una maison normalmente produce diversi champagne cioè diverse marche/etichette).
Per la produzione è autorizzato l'uso di nove vitigni, di cui tre vitigni principali:
- chardonnay (uva a bacca bianca, 26% della superficie piantata),
- pinot noir (uva a bacca nera, 37% della superficie piantata),
- pinot meunier (uva a bacca nera, caratterizzata da una maturazione leggermente più tardiva rispetto al pinot noir, 37% della superficie piantata),
- pinot blanc,
- petit meslier,
- fromenteau,
- pinot gris
- enfumé
- arbanne, un'uva dei vigneti di Bar-sur-Aube e delle zone circostanti che è ormai considerata autoctona poiché viene coltivata in questi territori da qualche centinaio di anni. Il vitigno si caratterizza per la produzione di grappoli che accolgono acini di dimensioni differenti, cioè piccoli e grandi, la buccia è invece alquanto spessa e resistente, tanto che crea qualche problemino nella pressatura. È un vitigno tardivo, per cui necessita di essere piantato su dei pendii ben esposti.
Resa: la legislazione prevede che per
ogni 4 000 kg di uva solo 2 550 litri di mosto possano essere
usati per elaborare lo champagne.
Il vino champagne viene prodotto
secondo il metodo champenoise: questa definizione è utilizzabile
solo per i vini spumanti (con metodo della rifermentazione in
bottiglia) prodotti nella regione della Champagne; nel resto del
mondo tale procedimento è denominato "metodo della
rifermentazione in bottiglia" o "metodo tradizionale"
o "metodo classico".
Il metodo champenoise consiste
principalmente nell'operare una doppia fermentazione: la prima del
mosto, nel tino, la seconda del vino (ottenuto dalla prima
fermentazione), nella bottiglia.
Il procedimento di vinificazione
prevede numerose fasi. Le uve vengono raccolte manualmente in maniera
selettiva, cioè scegliendo solo i grappoli che hanno raggiunto la
giusta maturazione, e trasportate alla pressatura cercando di
mantenere il più possibile l'integrità degli acini. Successivamente
si pressano le uve in maniera soffice, si separano rapidamente le
bucce dal mosto e si mette il vino in botte per la fermentazione.
La prima fermentazione, chiamata
fermentazione alcolica, è identica a quella che subiscono i vini
cosiddetti "tranquilli" (cioè non effervescenti). Quando
questa prima fermentazione si conclude (di solito in primavera), si
imbottiglia il "vino di base" con un tappo metallico a
corona (lo stesso impiegato per chiudere le bevande gassate) in grado
di sopportare la pressione che si svilupperà all'interno della
bottiglia, dopo avergli aggiunto lieviti selezionati (prelevati da
ceppi della zona dello champagne) e zucchero, al fine di far avviare
la seconda fermentazione; questa seconda fermentazione produce
anidride carbonica che determina la formazione di bollicine, cioè
della spuma. Tuttavia, questa seconda fermentazione provoca anche la
formazione della feccia, costituita dai residui dei lieviti esausti,
che intorbidisce il vino, e che è necessario eliminare. Per far ciò
occorre sistemare le bottiglie sulle pupitres, strutture a "V"
rovesciata costituite da due tavole di legno incernierate su un lato
e dotate di fori in cui inserire i colli delle bottiglie.
Ogni giorno le bottiglie vengono ruotate con un movimento secco
(remuage sur pupitres), con una rotazione inizialmente di un
ottavo di giro e successivamente aumentata a un sesto e, alla fine
del processo, a un quarto di giro. Tale operazione ha lo scopo di
staccare la feccia dalla parete interna della bottiglia e farla
scendere in basso verso il collo della stessa. Infatti, dopo ogni
scotimento, le bottiglie sono riposizionate inclinandole sempre più,
fino a quando saranno in posizione quasi verticale; in tal modo le
fecce saranno tutte a contatto del tappo. Per eliminare le fecce si
inserisce il collo della bottiglia in una soluzione salina a
bassissima temperatura, che provoca l'istantaneo congelamento delle
fecce; a questo punto si toglie il tappo (questa operazione si chiama
dégorgement, e se fatta a mano è definita à la volée),
e con esso il deposito dei lieviti.
Dopo il dégorgement si effettua
il dosage, ovvero il rabbocco con una miscela (chiamata
liqueur d'expédition) di vini di annate precedenti, molto
spesso fatti invecchiare in recipiente ligneo (quasi sempre barrique)
e zucchero; un tempo era usanza aggiungere anche distillati tipo
cognac o armagnac: oggi è una pratica rara. Oppure la liqueur
potrebbe essere composta, a parte l'eventuale aggiunta zuccherina,
unicamente da vino della stessa partita. Ogni produttore custodisce
gelosamente la composizione di questa miscela, che determina sia le
caratteristiche organolettiche finali dello champagne sia, per la
quantità di zucchero presente, la sua tipologia o dosage
(secondo il regolamento europeo): pas dosé, extra brut, brut, extra
dry, sec, demi sec, doux.
Una volta eseguita questa operazione
non resta che tappare la bottiglia con il caratteristico tappo di
sughero, la capsula metallica e la gabbietta in fil di ferro. Le
bottiglie vengono lasciate ad affinare ancora e dopo alcuni mesi sono
pronte per il consumo.
Gli champagne si possono differenziare
per il colore, per il tipo di uve utilizzate, e per il dosaggio
(quantità di residuo zuccherino) e per il prezzo.
Colore
Lo champagne può essere "bianco"
o rosé. Lo champagne rosè può essere ottenuto
mescolando vini bianchi e vini rossi o da una breve macerazione a
contatto con le bucce delle uve a bacca rossa.
- Uve
Lo champagne ottenuto da sole uve a bacca bianca si chiama blanc
de blancs; lo champagne ottenuto da sole uve a bacca nera si
chiama blanc de noirs.
- Dosaggio
Tecnicamente è l'aggiunta allo champagne, prima
dell'imbottigliamento, di una piccola dose di sciroppo composto da
zucchero di canna, vini vecchi e, molto raramente ormai, cognac o
altri distillati. Lo scopo del dosaggio è duplice: da un lato serve
ad 'addolcire' un vino che non ha residuo zuccherino e, di
conseguenza, si presenta con un'acidità molto elevata, dall'altro
lato è fondamentale per fornire allo champagne (soprattutto se non
millesimato) quelle sfumature di aroma e di gusto caratteristiche del
produttore, cioè quello che in gergo viene definito goût maison.
Invece, per prodotti un po' particolari, amati dagli esperti, vi sono
champagne la cui liqueur è composta unicamente da vino del medesimo
lotto di rifermentazione ed, eventualmente, zucchero.
La classica bottiglia da champagne si
chiama sciampagnotta, ha una capacità di 75 cL ed è più spessa e
resistente delle normali bottiglie di vino.
I produttori di champagne hanno creato
nel XIX secolo una serie di bottiglie di differenti capacità:
- la huitième: 9,4 cL (rara)
- la mignonette: 18,75 o 20 cL: un quarto
- la "mezza": 37,5 cL
- la "media": 60 cL (rara)
- la bottiglia: 75 cl
- la magnum: 1,5 L: 2 bottiglie
- la jéroboam: 3 L: 4 bottiglie
- la réhoboam: 4,5 L: 6 bottiglie
- la mathusalem: 6 L: 8 bottiglie
- la salmanazar: 9 L: 12 bottiglie
- la balthazar: 12 L: 16 bottiglie
- la nabuchodonosor: 15 L: 20 bottiglie
- la salomon 18 L: 24 bottiglie
- la souverain 26,25 L: 35 bottiglie
- la primat 27 Ll: 36 bottiglie
- la melchizédec 30 L: 40 bottiglie
Soltanto la mezza-bottiglia, la
bottiglia e la magnum sono utilizzate per la seconda
fermentazione; gli altri formati vengono generalmente riempiti con
vino già fermentato.
Alcuni produttori hanno recentemente messo in commercio bottiglie di capacità superiore alla jéroboam (chiamati, ad eccezione del souverain e del primat, col nome di re biblici) come la salomon (18 litri) o la melchizédec (30 litri); tali formati sono poco usati, in quanto difficilmente maneggiabili, fragili e molto costosi da produrre.
Alcuni produttori hanno recentemente messo in commercio bottiglie di capacità superiore alla jéroboam (chiamati, ad eccezione del souverain e del primat, col nome di re biblici) come la salomon (18 litri) o la melchizédec (30 litri); tali formati sono poco usati, in quanto difficilmente maneggiabili, fragili e molto costosi da produrre.
Il tappo di sughero delle bottiglie di
champagne è caratteristico per la forma a fungo che assume dopo la
stappatura. In effetti il tappo non ha quella forma al momento
dell'imbottigliamento, ma è cilindrico, di diametro decisamente
maggiore di quello del collo della bottiglia in cui deve essere
inserito. Affinché possa entrare (per circa la metà della sua
lunghezza originaria) è necessario che sia compresso radialmente con
forza tramite un'apposita attrezzatura (pressa), e immediatamente
dopo, la parte di esso rimasta fuori della bottiglia deve essere
"gabbiettata", cioè compressa assialmente per essere
assestata sul "raso bocca" della bottiglia talché si possa
instaurare il cosiddetto "effetto tappo corona" (è una
sorta di "ribaditura" della testa). L'insieme di queste due
compressioni che il tappo subisce, dapprima quella radiale
(introduzione in bottiglia) e, di seguito quella assiale
(gabbiettatura), agendo in sinergia, consentono al tappo, sottoposto
alla pressione dell'anidride carbonica presente nella bottiglia, di
contrastare efficacemente la fuoriuscita di questo gas. Col tempo il
tappo perde gradualmente la sua elasticità naturale, e la parte
situata più vicina all'imboccatura della bottiglia si degraderà più
velocemente di quella situata più in basso, costringendo il tappo ad
assumere la forma che si conosce.
Il tappo è formato da due parti ben distinte, le cui differenze
sono facilmente individuabili anche a occhio nudo:
- La "testa", costituito da un agglomerato di sughero di alta qualità (utilizzato per questa parte del tappo per ragioni economiche, ma anche per motivi tecnici). Questa parte non è a contatto con il vino e costituisce la totalità della parte superiore al "raso bocca" della bottiglia. Una parte del "corpo" (9–12 mm) viene introdotta nel "collo" della bottiglia.
- Il "corpo", che è costituita (in genere) da due
rondelle di sughero massiccio incollate una sull'altra alla base del
"corpo" ; si tratta della parte che entra nel "collo"
della bottiglia ed è esposta al contatto con il vino.
Una volta assemblati, levigati e
rifiniti, i tappi vengono selezionati, in alcuni casi, trattati in
superficie con (paraffina), ma in ogni caso, devono essere
lubrificati con prodotti adatti al fine di rendere possibile la loro
introduzione in bottiglia, migliorare la loro tenuta e agevolare la
loro futura estrazione.
Sulla testa del tappo viene poggiata una placchetta in alluminio
(con impressa solitamente la marca dello champagne), chiamata
capsula, e il tutto viene chiuso con una gabbietta di fil di ferro,
chiamata muselet che ha la funzione principale di trattenere
il tappo che, spinto dalla pressione sviluppata dall'anidride
carbonica interna alla bottiglia, tenderebbe a essere espulso dalla
bottiglia stessa. Le placchette sono diventate oggetto di
collezionismo. Infine, il tutto è avvolto da un involucro di
alluminio, a mo' di sigillatura, chiamato "capsulone" che è
quello che si apre e strappa prima di stappare la bottiglia.
Sull'etichetta di una bottiglia di
champagne si trovano numerose informazioni: la marca, il nome del
vinificatore, il dosaggio (pas dosé, extrabrut, ecc.), l'eventuale
millesimo, la data del dégorgement (facoltativa ma sempre più
indicata), il comune d'origine delle uve, e talvolta il livello
qualitativo delle uve: grand cru per i diciassette comuni che
hanno diritto a fregiarsi di questo titolo (il più pregiato) o
premier cru per altri quarantuno comuni. Inoltre è
obbligatorio indicare l'organizzazione professionale del produttore,
con una sigla di due lettere (solitamente stampata con caratteri
minuscoli sull'etichetta.
Questa sigla, che è forse l'indicazione più importante per
definire la qualità e il valore di uno champagne, ha i seguenti
significati:
- NM: négociant-manipulant; è il caso di una casa produttrice di champagne che compra le uve e le assembla per elaborare e commercializzare il vino; si tratta in generale degli champagne più pregiati, prodotti dalle case dai nomi più famosi
- RM: récoltant-manipulant; raggruppa l'insieme dei vignaioli che elaborano e commercializzano le proprie uve; si tratta in generale di prodotti molto buoni
- CM: coopérative de manipulation; è il caso di gruppi di produttori che assemblano le uve, le elaborano e le commercializzano; si tratta in genere di prodotti non eccelsi, ma accettabili
- RC: récoltant-coopérateur; i viticultori conferiscono le loro uve a una cooperativa che ha l'incarico di eseguire la vinificazione; le bottiglie vengono quindi restituite ai singoli produttori per la commercializzazione
- ND "négociant-distributeur; simile a MA
- MA: marque d'acheteur; è il caso di un commerciante che acquista le bottiglie pronte per il consumo e le commercializza con il proprio marchio
- la raccolta è manuale (le macchine per vendemmiare sono vietate) poiché è essenziale che le uve giungano in perfetto stato.
- la spremitura viene effettuata con torchi tradizionali o pneumatici (presse) in modo tale da non macchiare il mosto al contatto della buccia dell'acino; si tratta infatti di un vino bianco derivato anche da uve nere (Pinot noir e Pinot meunier);
- impiego della mescolanza tra i tipi di uve di diversi anni allo scopo di garantire una continuità nelle qualità enologica e nelle caratteristiche organolettiche;
- l'indicazione del millesimo (possibile ma non obbligatorio) avviene solo quando sono riuniti vini dello stesso anno. È generalmente il segno di una grande qualità;
- il vino spumante è mantenuto sotto pressione nella sua bottiglia da un tappo avente la forma di un fungo, fermato con una capsula di filo di ferro;
- è il solo vino francese che diventa rosa riunendo vino rosso (di Champagne) con vino bianco. Lo champagne rosè può anche essere ottenuto lasciando le bucce delle uve nere a contatto del mosto dopo la spremitura.
La denominazione «champagne» è una
Appellation d'origine contrôlée (AOC), corrispondente
all'italiana DOC (Denominazione di Origine Controllata); ma anche il
termine champagne è ugualmente tutelato da apposite norme
internazionali contro l'uso non autorizzato.
Ad esempio il comune di Champagne,
situato nel cantone di Vaud in Svizzera, avrebbe dovuto rinunciare a
riportare il nome Champagne sui vini (non spumanti) prodotti nel suo
territorio - di 28 ettari - in virtù di un accordo internazionale
stipulato tra la Svizzera e l'Unione europea nel 2004; tuttavia il
crollo delle vendite del prodotto svizzero ha portato i produttori a
rigettare l'accordo nel 2008.
Per la stessa ragione lo stilista Yves
Saint-Laurent ha dovuto annullare il lancio di un profumo al quale
aveva deciso di dare il nome Champagne.
- Thienot
- Henri Abelé
- Ayala
- Besserat de Bellefon
- Billecart-Salmon
- Henri Blin
- Bollinger
- Le Brun Servenay
- Canard-Duchêne
- Cattier
- De Telmont
- Deutz
- Hervé Dubois
- Duval-Leroy
- Drappier
- Nicolas Feuillatte
- Gimonnet Gonet
- Gosset
- Henry Goutorbe
- Alain Grilliat & Fils
- Charles Heidsieck (EPI)
- Heidsieck Monopole
- Henriot
- Jacquart
- Joseph Perrier
- Simart Moreau
- Jacquesson
- Krug (gruppo LVMH)
- Lanson
- Laurent-Perrier
- Mercier (gruppo LVMH)
- Moët et Chandon (gruppo LVMH) (Dom Pérignon)
- Bruno Paillard
- Pierre Paillard
- Perrier Jouet
- Philipponnat
- Pierson - Cuvelier
- Pommery
- Piper-Heidsieck (EPI)
- Louis Roederer (Cristal)
- Pol Roger
- Ruinart (gruppo LVMH)
- Salon
- Taittinger
- De Venoge
- Veuve Clicquot Ponsardin (gruppo LVMH)
- Vranken (gruppo Vranken-Pommery Monopole)
Servire lo champagne
Lo champagne va servito sempre freddo,
ma non ghiacciato, a una temperatura tra i 6 °C e gli 8 °C
se è giovane, e fino ai 10 °C per uno più maturo o
millesimato.
Porre per tempo le bottiglie nel
refrigeratore, mai nel congelatore; la temperatura uniforme si
raggiunge in circa 2 ore, se si mantengono le bottiglie nella parte
bassa, la più fredda.
In caso di necessità di operare in
tempi rapidi, utilizzare un secchiello con abbastanza ghiaccio e
porvi la bottiglia; per accelerare il raffreddamento si possono
aggiungere alcune manciate di sale grosso.
Stappare la bottiglia estraendo il
tappo con un movimento rotatorio, dopo averlo privato della
gabbietta. Tenere la bottiglia leggermente inclinata. Nell'ultima
fase di estrazione del tappo porre avvertenza a non farsi sfuggire lo
stesso per non colpire il commensale che sta di fronte a noi e per
non far sentire il botto: tipico, ma poco elegante.
Tenendo la bottiglia nella parte posteriore della stessa e
reggendola con una sola mano, versare lentamente il vino nei calici,
facendo attenzione che la spuma non debordi. Imporre un movimento
rotatorio alla bottiglia per non far gocciolare il vino al termine
dell'operazione di versamento.
Lo champagne si versa in bicchieri
appositi a forma di coppa con piede, o a forma di tubo allungato
(questi ultimi, detti flûte). La preziosità e l'eleganza dei
calici aumentano il piacere di questo brindisi.
Sabler o sabrer le champagne ?
Sabler: Sabler le champagne ?
C'est le boire d'un trait. Sauvages!. Con il termine sabler
si intende il bere un bicchiere di champagne tutto d'un fiato.
Sabrer: Sabrer le champagne ?
C'est faire sauter le bouchon avec un sabre comme savait le faire la
soldatesque. Sauvages! La sabre è la sciabola; con il
termine sabrer s'intende quindi una sciabolata, con la quale
si fa saltare il collo delle bottiglie di champagne. È una antica
usanza, nota come sabrage, oggi molto più scenografica che altro,
che non si usa quasi più se non per dimostrazioni; anche se
ultimamente è tornata di moda.