Il ponce è una bevanda alcolica nata a
Livorno tra i secoli XVII e XVIII e derivata dal punch, diffuso in
città dalla numerosa comunità britannica.
La composizione originale del punch
inglese (a sua volta versione meno rozza del grog) prevedeva cinque
ingredienti (da cui il nome, derivato dal termine della lingua hindi
panca o pancha, "pugno" o "cinque"): tè,
zucchero, cannella, limone e acquavite (oppure acqua bollente, succo
di limone, rum delle Antille, spirito di noce moscata e arak, un
distillato di vino di riso originario dell'Indonesia).
Il ponce livornese nacque sostituendo
al tè o all'acqua bollente il caffè concentrato, mentre al posto
del rum delle Antille (che mal si accorda con il sapore del caffè
forte) fu usato il cosiddetto "rum fantasia" (localmente
detto anche rumme), un'invenzione locale costituita da alcol,
zucchero e caramello di colore scuro, a volte aromatizzato con
un'essenza di rum (ricetta originale del rag. Gastone Biondi della
ditta Vittori).
La versione diffusa tra Ottocento e
Novecento prevedeva una preventiva bollitura del caffè macinato in
una pentola piena d'acqua; da ciò si otteneva un infuso che veniva
filtrato con un panno di lana e immesso nella caffettiera. Al caffè
che usciva dalla macchina veniva poi aggiunto con un misurino il
rumme o la "mastice", una versione del mistrà, liquore di
semi di anice verde macerati in alcol.
Fino ai primi anni del Novecento, sia
il rumme che la mastice erano generalmente fabbricate dal
proprietario del locale nel proprio retrobottega, in quanto la legge
lo permetteva.
Nella sua versione originale, il ponce
è praticamente scomparso negli anni cinquanta.
Ricetta odierna e
metodo di preparazione
Ai giorni nostri, la preparazione del
ponce, come comunemente si può osservare nei bar di Livorno e delle
zone limitrofe, avviene così: si utilizza un tipico bicchierino di
vetro piuttosto spesso (localmente detto "il gottino"),
leggermente più grande di quello che normalmente si usa per il
caffè; si dosa lo zucchero e si aggiunge una scorza di limone
(denominata "vela"); si versa il "rumme": nella
ricetta del ponce si può usare questo liquore da solo, un mix di
"rumme e cognac" o "rumme e sassolino": il giusto
dosaggio del liquore si ottiene usando come riferimento il bordo
superiore dei semicerchi che si trovano alla base del bicchiere.
Quindi, con il beccuccio del vapore della macchina espresso, si porta
la mistura ad ebollizione e, prontamente, si colma il bicchiere con
un buon caffè ristretto. Il ponce deve essere bevuto caldo bollente,
dopo una rapida mescolata dello zucchero che non si fosse ancora
disciolto. Si consuma generalmente dopo pranzo o dopo cena. Alcuni lo
consumano per scaldarsi dal freddo, anche se è dimostrato che l'uso
di alcolici - pur dando un'iniziale sensazione di calore - comporta
in realtà la perdita di calore corporeo attraverso le estremità.
Varianti
Varianti del ponce classico, nel
passato, erano il "mezzo e mezzo", un caffè corretto con
una mistura di rum e mastice, e il "ponce americano"
aromatizzato all'arancia.
La torpedine è una versione
"rinforzata" del ponce - si effettua aggiungendo alla
polvere di caffè una punta di peperoncino. Il risultato è un ponce
particolarmente forte.
Col nome ponce si identifica anche
un'altra bevanda detta ponce rosso (o ponce al mandarino) che altro
non è che un punch molto alcolico (intorno a 40% Vol.) aromatizzato
al mandarino, riscaldato al vapore della macchina da caffè espresso
e servito nel tipico gottino con la classica fetta di limone (vela).