lunedì 24 gennaio 2022

Stile di birra

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Stile di birra è il termine usato per differenziare e categorizzare le birre secondo varie caratteristiche, come il colore, il sapore, la gradazione alcolica, gli ingredienti, il metodo di produzione, la ricetta, la storia e le origini.
La moderna teoria degli stili birrari è in gran parte basata sul lavoro fatto dallo scrittore Michael Jackson nel suo libro del 1977 "The World Guide To Beer" in cui cataloga una grande varietà di birre provenienti da tutto il mondo, in gruppi stilistici locali, suggeriti dalle abitudini e dai nomi locali. Fred Eckhardt approfondì il lavoro di Jackson pubblicando "The Essentials of Beer Style" nel 1989.
Tuttavia, nonostante lo studio sistematico delle tipologie birrarie sia un fenomeno moderno, la differenziazione delle birre è molto antica (iniziata verso il 2000 a.C.) e largamente diffusa nella storia e nelle varie culture.
Lo studio delle caratteristiche di uno stile di birra può essere spezzato in vari elementi: il grado di amarezza impartito alla birra da alcuni agenti come il luppolo, l'orzo tostato o alcune erbe; il grado di dolcezza data dallo zucchero presente nella birra; la gradazione alcolica che deriva dalla quantità di ingredienti fermentabili che vengono trasformati in alcol; infine il gusto e l'aspetto della birra.

Storia degli stili di birra
La storia degli stili di birra potrebbe essere la storia della birra stessa. La tavoletta di Alulu (una ricetta per la "migliore" ale, ritrovata nella città di Ur in Mesopotamia) mostra che già dal 2050 a.C. esisteva una differenziazione tra almeno due qualità di birra. Il lavoro compiuto da Bedrich Hroznydi nella traduzione delle tavolette dei mercanti assiri, ritrovate ad Ḫattuša, ha rivelato che circa 500 anni dopo gli Ittiti conoscevano 15 diversi tipi di birra.
Alcuni documenti mostrano come nei vari paesi si siano sviluppati alcuni metodo locali di produzione con ingredienti tipici. Plinio il Vecchio nel suo libro Naturalis Historia scrisse riguardo all'usanza dei Celti di produrre ale in Gallia e in Spagna secondo metodi e nomi diversi, sebbene il principio fosse lo stesso. Le leggi degli Anglo-sassoni contavano tre differenti birre, mentre i Normanni nel Domesday Book diversificavano cervisae (ale) e plena cervisia (ale più corposa).
Già nel XV secolo i mastri birrai della Germania e dei Paesi Bassi usavano il luppolo per insaporire e conservare la loro ale; questo nuovo stile di ale fu chiamato "birra". Quando questa abitudine si diffuse in Gran Bretagna e i mastri birrai di Southwark, a Londra, iniziarono a vendere questa bevanda che si discostava dalla ale tradizionale senza luppolo, ci furono lamentele e proteste. Per un certo numero di anni furono emanate diverse leggi per favorire talvolta la birra, talvolta la ale, fino a quando la birra luppolata divenne lo stile standard in tutta Europa.
Sempre nel XV secolo, alcuni birrai bavaresi iniziarono a conservare la birra in fresche caverne durante i mesi estivi, per evitare che si rovinasse. Il lievito ad alta fermentazione fu sostituito da un lievito a bassa fermentazione per il quale la birra necessitava di un filtraggio per rimanere stabile. Questo stile di birra chiara, limpida e stabile, divenne famosa come lager dal termine tedesco lagern che significa conservare, e si diffuse rapidamente dapprima in Germania e in Repubblica Ceca, e poi in tutto il mondo.
Sebbene le birre prodotte usando malti essiccati naturalmente avessero un colore chiaro, nel XVII secolo la maggior parte dei malti venivano tostati sul fuoco, producendo una birra scura. Quando nel 1642 si iniziò ad usare il carbone per la tostatura del malto, si diffusero notevolmente le birre più chiare, tant'è che già nel 1703 iniziò ad essere usato il termine pale ale. Verso la metà del XIX secolo Gabriel Sedlmayr (1811-1891), avviò questo processo produttivo nel Birrificio Spaten in Germania creando in questo modo la prima pale lager.

Classificazione
Le birre possono essere classificate in base a numerosi fattori:
Aspetto
Le caratteristiche visive che possono essere osservate in una birra sono il colore, la limpidezza e il tipo di schiuma. Il colore deriva dal tipo di malti usati, in particolare un'aggiunta di malto genera una birra di colore più scuro. Tuttavia, possono influire altri ingredienti nel colore di una birra, come ad esempio le aggiunte di frutta. L'intensità del colore può essere misurata attraverso metodi quali EBC o SRM (Standard Reference Method), ma queste informazioni sono date solo raramente al pubblico.
Molte birre sono limpide, ma alcune, come ad esempio le hefeweizen, possono rimanere più torbide, a causa della presenza di lievito che le rende opache. Esistono anche birre opache a causa del colore scuro (come le stout, le porter e le schwarzbier). Un ultimo fattore che influenza l'aspetto di una birra è lo spessore e il mantenimento della schiuma, oltre che la traccia che questa lascia sul bicchiere.

Gusto
Il sapore di una birra può derivare da ciascuno dei suoi ingredienti: dal tipo e dalla quantità di malto (o degli altri fermentescenti), dal tipo e dalla quantità di luppolo, dalla gradazione alcolica, dagli esteri, dalla varietà di lievito, dal tipo di acqua e da molte altre componenti aromatiche, oltre che dal processo produttivo. Uno dei parametri più importanti è il grado di amarezza, che può essere misurato secondo la scala IBU (International Bitterness Unit).

Elenco di stili di birra
Non esiste un accordo globale su quanti stili birrari esistono, e nemmeno su quali stili appartengono a ciascuna famiglia. Questo è un diagramma che tenta di riassumerli:

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domenica 23 gennaio 2022

Aperol Peach

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Ingredienti
  • 1/6 campari o campari soda
  • 2/6 di aperol o aperol soda
  • 3/6 vodka alla pesca
  • ghiaccio
  • fette di arancia rossa

Mix
Boston Shaker

Bicchiere
coppa da cocktail

Note
gustoso, anche per quelli a cui non piace la vodka alla pesca.Consiglio di sostituire la dose dell'Aperol con quella del Campari se lo volete più amaro.

Quando
after dinner



sabato 22 gennaio 2022

Curaçao






Il Curaçao è un liquore a base di scorze di laraha, un tipo di arancia dal caratteristico sapore amaro che cresce nell'isola di Curaçao, dipendenza dei Paesi Bassi. Tale pianta è una varietà di arancia amara non nativa dell'isola, ma importata dagli spagnoli. Il suolo povero di nutrienti e il clima arido di Curaçao hanno cambiato il gusto iniziale del frutto, creando questa varietà (laraha).
Scoperto per caso, il liquore fu affinato e commercializzato da una famiglia spagnola dell'isola di Curaçao, la famiglia Senior, nel corso del XIX secolo.
Per fabbricare il liquore vengono fatte essiccare le scorze d'arancia, in modo da far sprigionare i dolci oli essenziali. Successivamente vengono fatte macerare in alcool, zucchero e acqua per diversi giorni per poi filtrare il tutto e aggiungendo alcune spezie.
Il liquore ha un deciso gusto di arancia con gradazione alcolica e amarezza del gusto variabili a seconda del produttore. Il colore è generalmente trasparente, ma vengono spesso commercializzate versioni colorate di verde, rosso, arancione e, spessissimo, blu.
Il Blue Curaçao è utilizzato principalmente per cocktail esotici come lo Swimming Pool.



venerdì 21 gennaio 2022

Sciroppo di limone

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Lo sciroppo così preparato può essere usato come bibita allungandolo con acqua, e si conserva in frigorifero per alcuni giorni.

Ingredienti

Per ottenere 1l circa di sciroppo:
  • 550g di zucchero
  • 100ml di acqua
  • 10-12 limoni

Preparazione

  1. Lavare accuratamente la buccia dei limoni.
  2. Rimuovere con un coltello (o con un pelapatate ben affilato) la parte gialla della buccia dei limoni (il flavedo) e conservarla a parte, facendo attenzione a non lasciare parti bianche (l'albedo) che darebbero un gusto amarognolo allo sciroppo.
  3. Versare lo zucchero in una pentola, mescolandovi la parte gialla delle bucce. Coprire poi la pentola con della pellicola trasparente e lasciare riposare un'ora circa, in modo che gli oli essenziali delle bucce vengano assorbiti dallo zucchero.
  4. Spremere i limoni, filtrandone il succo con un colino.
  5. Togliere la pellicola trasparente dalla pentola, aggiungere l'acqua e portare molto lentamente ad ebollizione, in modo da ottenere uno sciroppo trasparente.
  6. Togliere la pentola dal fuoco ed aggiungere il succo dei limoni.
  7. Imbottigliare lo sciroppo passandolo con un colino, in modo da rimuovere le bucce.

Varianti

Se vi sono dubbi sul trattamento subito dalle bucce dei limoni, è possibile farne a meno e ottenere comunque un buon risultato.

giovedì 20 gennaio 2022

Black Tooth Grin

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Il Black Tooth Grin (lett. ghigno con un dente nero) è uno shot alcolico.

Storia

L'invenzione di questa bevuta è attribuita al chitarrista statunitense Dimebag Darrell all'epoca in cui militava nel gruppo groove metal fondato col fratello Vinnie Paul, i Pantera: questi erano noti per il grande uso di alcol nelle feste pre e post-concerti e il Black Tooth Grin veniva considerato una sorta di portafortuna e di cerimonia di iniziazione al tempo stesso.
Il nome del drink deriva da un verso della canzone Sweating Bullets dei Megadeth, altra importantissima band del genere thrash metal, contenuta nell'album Countdown to Extinction del 1992 (Some day you too will know my pain and smile its blacktooth grin).

Preparazione

Al contrario degli shot classici, il Black Tooth Grin viene consumato generalmente in un bicchiere da amaro ed è composto da 90 ml circa di whiskey Crown Royal, altrettanti di whiskey Seagram's 7 e uno spruzzo di Coca-Cola per dargli il caratteristico colore nero.

mercoledì 19 gennaio 2022

Angels' share

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La Angels' share (lett.: "la parte degli angeli", o '"la parte destinata agli angeli", da share, parte, porzione, e angels, angeli) è quella quantità di whisky che evapora dai barili in legno durante la maturazione. Di norma, si attesta intorno al 1-2% annuo del totale contenuto nella botte.
La angel share determina l'invecchiamento: whisky con coefficiente di angel share più elevato invecchiano prima mentre per quelli caratterizzati da un angel share medio-basso occorre il normale periodo d'invecchiamento (8, 10, 12 o 15 anni). Ad esempio, il whisky indiano Amrut, dato il clima del subcontinente, ha un angel share elevatissimo (12,5%) e invecchia velocemente: è pronto al quarto anno.
Vi sono stati nel tempo dei tentativi, da parte di alcune distillerie, di trovare un modo per prevenire questa perdita, ma l'evaporazione sembra essere essenziale per la realizzazione di un buon whisky.

martedì 18 gennaio 2022

Cachaça

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La cachaça è un'acquavite, comune in Brasile, ottenuta dalla distillazione del succo di canna da zucchero. Nella preparazione della cachaça si utilizza solamente il succo della canna allo stato grezzo. Il succo opportunamente bollito, fermentato e distillato produce così l'acquavite finale.

Dove si produce

La cachaça è prodotta in Brasile, dove è conosciuta con un'infinità di nomi diversi (più di 2000 nomi diversi e oltre 5000 marche) e vanta una produzione record nel paese, seconda nell'ambito degli alcolici solo alla produzione di birra.

Come avviene la distillazione

Per la sua produzione vengono utilizzate tecniche miste; per far fermentare il succo di canna da zucchero vengono utilizzati lieviti specifici. La distillazione della cachaça può essere sia continua sia discontinua. Dopo la distillazione la cachaça può essere a piacere fatta riposare in botti di legno. L'eventuale invecchiamento va dai due ai dodici anni e avviene normalmente in legno di quercia bianca brasiliana o in altre essenze tropicali di legni duri. Dalla distillazione, dalla quale si ricava un prodotto di gradazione che varia dai 68 ai 70 gradi alcolici, si riduce a circa 40° vol. prima di essere messa a dimora nelle botti di legno che variano da una capacità di 500 litri fino a 5.000 litri.

Quando e come si beve

La cachaça può essere bevuta pura o usata come base per cocktail a base di frutta tropicale; note nei bar di tutto il mondo la Caipirinha e la Batida.
 
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