lunedì 8 novembre 2021

Il cocktail più forte che si può ordinare

 


Tra i cocktail più conosciuti (IBA) probabilmente il Long Island Iced Tea è quello più "forte" contenendo ben 5 superalcolici: gin, rum bianco, tequila, triple sec e vodka. Poi c'è anche un po' di zucchero, succo di limone e cola per dare il colore del tè. Ma tutto dipende dalle quantità.


domenica 7 novembre 2021

Un cocktail non troppo forte da fare a casa come aperitivo

Ingredienti:

  • 4 cl di latte di cocco

  • 16 cl di succo d’ananas


Esecuzione:

Shakera gli ingredienti con del ghiaccio per circa 15 secondi e versa il tutto in un bicchiere. Guarnisci con una fetta d’ananas e una ciliegina.




sabato 6 novembre 2021

Il caffè più costoso del mondo è fatto di feci?

 



Il caffè più pregiato del mondo, o perlomeno il più costoso, è fatto di cacca. Il caffè Kopi luwak è infatti ricavato dalle bacche di caffè parzialmente digerite e defecate da un curioso animale, la civetta delle palme (Paradoxurus hermaphroditus).


venerdì 5 novembre 2021

Un'invenzione, in ambito alimentare, creata per sbaglio

Senza dubbio, la nazione europea che s’innamorò immediatamente del fu l’Inghilterra.



Già la nascita del tè è stata rocambolesca: si sostiene che questa bevanda sia stata scoperta nel 2737 a.C. da un imperatore cinese, quando alcune foglie finirono accidentalmente in una pentola di acqua bollente. Introdotto dai portoghesi ed olandesi nella seconda metà del ‘500, già un secolo dopo divenne, dopo l’acqua, la bevanda più consumata della Gran Bretagna.

Come è noto, per gustare al meglio il tè, le foglie vanno rimosse dall'acqua calda alla fine dell'infusione, e la bustina espleta proprio questo funzione. Ma ci vollero oltre un paio di secoli per arrivare alla loro implementazione, e non fu opera degli inglesi.


New York, 1908.

Thomas Sullivan è un mercante che cerca di ampliare e fidelizzare la sua clientela inviando assaggi di tè. Per renderle anche esteticamente più invitanti, chiude gli infusi in piccole bustine di seta, una sciccherìa attuata per abbellire il prodotto.


Ma alcuni dei destinatari inseriscono la bustina direttamente nella tazza, preservando al meglio il gusto del tè.

Sullivan (coadiuvato dai suoi clienti) ha inventato un rivoluzionario prodotto, che perfeziona negli anni successivi, sostituendo la costosa seta con la più economica carta.


giovedì 4 novembre 2021

Quando bevi un caffe al bar lo zucchero e l'acqua ti devono venire dati senza chiederli ?

La tradizione dell'espresso italiano


Se chiedi un caffè in Italia ottieni un espresso. Non verranno poste ulteriori domande. Nessun nome verrà scritto sulla tua tazza (che è troppo piccola per scriverci sopra)


Zucchero

Il caffè in Italia non viene zuccherato. Ai vecchi tempi ogni bar aveva una zuccheriera sul bancone. Con zucchero semolato. Adesso lo zucchero arriva in buste singole perché la comune zuccheriera era apparentemente antigienica. Lo zucchero di canna è entrato in scena quando le persone hanno iniziato a credere che fosse in qualche modo più salutare.


Acqua

In un serio bar italiano, almeno al sud, ti daranno un bicchiere d'acqua. Potrebbe essere necessario richiederlo. Allora hai la scelta: fermo o gassato. Se sei un normale, la domanda non verrà posta. Bevi l'acqua prima di prendere il caffè.


mercoledì 3 novembre 2021

Il bar più “scandaloso” d’Italia

Castelmola è un piccolo gioiello che si affaccia sulla sottostante Taormina e che ospita un bar molto particolare.


Avviato nel 1947 da Salvatore Turrisi, in principio il locare era un bazar: apoteosi alla virilità maschile e alla fecondità.

Da grande appassionato di mitologia greca, l’uomo decise di costellarlo di oggetti tipici della tradizione siciliana e simboli fallici.




A visitatori ed amici era solito offrire il suo vino alla mandorla, un elisir afrodisiaco di matrice greca.

Con il tempo il bazar si è trasformato in un bar, che ha conservato quel tratto così distintivo di simpatica esaltazione della virilità maschile.




martedì 2 novembre 2021

Acqua d'orcio

Risultati immagini per Acqua d'orcio


L'acqua d'orcio, detta anche acqua d'orzo, è una dissetante bevanda alla liquirizia, che in passato veniva anche preparata con l'orzo.
Questa è senza dubbio la più tipica delle bevande di Reggio nell'Emilia. L'acqua d'orcio è essenzialmente un estratto di liquirizia allungato con acqua, che ha un effetto molto dissetante.
L'acqua d'orcio è inserita nei P.A.T. (Prodotti agroalimentari tradizionali italiani) emiliani e romagnoli.

Storia

L'Acqua d'Orcio è in uso a Reggio nell'Emilia sin dal Quattrocento, quando il governatore Ippolito Malaguzzi (nonno di Ludovico Ariosto) nel 1412 ne autorizzo la vendita nella Piazza Maggiore (ora Piazza del Duomo). Il monopolio della vendita era di un chiosco nella Piazza, ora non più presente, ma già negli anni '70 la vendita si era diffusa in altri bar del centro della città; con il passaggio di gestione e la ristrutturazione di diversi esercizi commerciali cittadini e dell'unica azienda che la produceva a livello industriale, oggi l'acqua d'orcio non è più in commercio.

Preparazione

Dell'acqua d'orcio esistono diverse ricette in libri di cucina reggiana o tramandate oralmente, ma la maggior parte di queste sono prive delle dosi con le quali miscelare gli ingredienti. Estrapolando le informazioni da varie fonti, anche e soprattutto orali, la ricetta più completa oggi disponibile risulta questa:
Far bollire per 15-20 minuti 10 centimetri di radice di liquirizia con 10 semi d'anice, 10 semi di finocchio, tre pezzetti di scorza d'anice e 1 cucchiaino di estratto di liquirizia. A bollitura ultimata, aggiungervi la scorza di mezza arancia, lasciandovela per il tempo necessario a far raffreddare l'acqua d'orcio.
La scorza d'anice (con scorza d'anice presumibilmente ci si riferisce all'anice stellata) e la scorza d'arancia sono ingredienti che non compaiono in tutte le ricette e quindi prodotto di probabili aggiunte successive alla ricetta originale.
Con la ricetta si produce un estratto che poi dovrà essere allungato con acqua nella misura di circa 1 a 10.

Bevande simili in altri contesti culturali

Nel mondo arabo una bevanda, in tutto e per tutto simile, chiamata sūs (lett. "liquirizia"), è normalmente venduta da persone che indossano un vestito sgargiante, con un tipico copricapo a forma di sombrero, ricco di piccoli sonagli sul bordo della tesa, utile a richiamare l'attenzione degli eventuali avventori.


 
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